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LOL 3: RECENSIONE, IL FORMAT FUNZIONA ANCORA?

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LOL è arrivato alla terza stagione, uno dei programmi Amazon che aveva avuto più successo ormai due anni fa, una novità e una sorpresa che era piaciuta a tutti, un successo clamoroso che sembrava potesse non avere fine.

La terza stagione di LOL invece è stat sommersa da diverse polemiche, tanto da passare quasi inosservata, forse la stagione più spenta e meno divertente delle tre, con una discesa di coinvolgimento e divertimento sempre più evidente. Il problema di LOL è che un format che funziona grazie alla novità e alla sorpresa, ma una volta che il pubblico si abitua alle sue dinamiche, il programma si spegne. Non è solo colpa degli interpreti, dei comici, ma è proprio colpa del formato del programma che non offre molte possibilità per far ridere, se non quello di essere qualcosa di nuovo e mai visto. La prima stagione faceva ridere anche senza battute, solo il fatto di trattenere la risata era un motivo per far ridere, quello adesso non funziona più.

La terza stagione risulta davvero forzata quasi in ogni suo aspetto, dal conduttore; Fedez che è sempre più annoiato ai concorrenti che fanno fatica ad essere all’altezza e che sono troppo vittime del gioco stesso e delle edizioni passate. Ormai c’è tensione e paura e non più divertimento e leggerezza. In più si respira una forte aria di competizione e di voglia di vincere non di divertire. Tutto risulta come un grande sforzo con battute che a volte sono davvero troppo troppo banali e fredde.

LOL rimane comunque un format carino, ma che ha bisogno di ritrovare un po’ sé stesso, un po’ più di naturalezza e meno tensione, lo spirito che si aveva un po’ la prima stagione. Liberarsi un po’ del suo passato, di Posamen e di tutto il resto. Un format stanco, che non ha molte frecce nel suo arco, se non le solite cose, che ogni anno diventano sempre meno. Può solo provare a far ridere, non può far riflettere o altro e questo mette un po’ il programma alle corde, con in difficoltà sempre maggiore per i concorrenti. Mi aspetto che si farà un’edizione con i migliori comici delle stagioni passati, tipo la versione natalizia, anche quello però spenta e forzata.

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LAMBORGHINI – THE MAN BEHIND THE LEGEND: UN ESEMPIO DI GENIO ITALIANO

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Lamborghini the behind the legend è un film 2023 di Amazon Prime video, diretto da Bobby Moresco. Il film prende spunto dal libro di Tonino Lamborghini in cui ha fatto la biografia del padre Ferruccio Lamborghini, creatore della famosa azienda di Trattori e automobili sportive di lusso.

Un Biopic nel classico del genere, che si mostra attraverso l’interpretazione di Frank Grillo la vita e la storia di Ferruccio Lamborghini, imprenditore e creatore di uno dei marchi Italiani più prestigiosi del mondo e “rivale” della Ferrari. La trama ci mostra un Ferruccio giovane, appena tornato dalla guerra, pieno di iniziative ed idee, inizia con i trattori mettendoci già tutta la sua inventiva e genialità, per poi arrivare al punto cruciale con il confronto con Enzo Ferrari che lo definisce “Un Agricoltore” capace solo a fare trattori. Da quelle provocazioni nasce una delle aziende di auto, più bella e affascinante del mondo. Solo per questa situazione e scena, il film merita molto.

Lamborghini rappresenta il genio italiano, la bellezza di un Italia che permetteva di diventare grandi, questo film ne dimostra i sacrifici e ci fa vedere il carattere deciso e ambizioso di Ferruccio, la parte più emozionante è sicuramente quella della creazione della prima Auto Lamborghini la 350 GT, un’auto meravigliosa e i primi disegni fatti da Ferruccio della Miura.

Un film ben congeniato, un elogio in qualche modo al nostro paese, una storia di un imprenditore che è diventato grande grazie alle sue idee e ambizioni che per raggiungere i suoi obiettivi a sacrificato un po’ tutto, anche il proprio figlio, a lungo trascurato. Un uomo sognatore, che faceva di tutto per raggiungere i suoi obiettivi e questa competizione con Ferrari che era il suo motore per farlo andare avanti, un duello meraviglioso, tutto italiano, le auto migliori del mondo.

Nel film ci sono anche molti attori Italiani, prodotto anche da figure importanti del cinema italiano, da notare tra le comparse degli operari dell’azienda, Clementino, oppure si vede anche la genialità assoluta di un giovane ingegnere Gian Paolo Dallara, pezzo pregiato dell’automobilismo mondiale. Bello vedere gli anni d’oro di un Italia che ormai non c’è più, una bella storia davvero che vale la pena di essere vista.

Devo fare un elogio al finale, con Ferruccio che sale sulla sua creazione simbolo, la più bella ed elegante, una Lamborghini Miura Giallo classico, meravigliosa. Anche chi non è appassionato d’auto capisce che si tratta di un’opera d’arte, di qualcosa di unico, espressione del genio del nostro paese, simbolo di un Italia fatta di menti creative sensazionali. Un giusto elogio ad un grande uomo, imprenditore e creatore.

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AMERICAN ANIMALS: SIAMO TUTTI PRONTI PER UNA RAPINA?

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American Animals è un film 2018 scritto e diretto da Bart Lyton, tratto dalla storia vera della rapina avvenuta nell’università Transylvania di Lexington del 2004. Il film è un piccolo film indipendente, che fa un mix tra interviste ai veri protagonisti e recitazione degli attori che ci mostrano la dinamica degli eventi di quei mesi.

Nonostante si parli di una rapina di libri preziosi, questo film a poco a che vedere con l’atto criminale, non solo lo condanna fortemente, ma ci mostra bene le conseguenze che hanno subito i quattro ragazzi che hanno eseguito la rapina. Un gesto inaspettato da parte loro, che gli porterà ad avere sensi di colpa per tutta la vita. Il film ci mostra bene come il tutto nasce come un’idea scherzosa che diventa sempre più concreta, ovviamente fanno mille errori e la rapina va male, ma questo lo si intuisce fin da subito. Il budget limitato del film, (che per l’Italia sarebbe elevato) di tre milioni di euro, non si nota, perché scritto molto bene e ha due interpreti di altissimo livello e molto giovani come Evan Peters e Barry Koeghan.

Non tutti siamo pronti, fortunatamente, per commettere un atto criminale, questo film ne è l’esempio più specifico ed evidente. Dei bravi ragazzi che si ritrovano a fare una rapina, ma nemmeno loro sanno il perché, forse non era nemmeno per i soldi, ma per la noia, per fare qualcosa di diverso e epico. La situazione degenera in fretta e commetto davvero molti errori, il film riesce a rendere la scena della rapina molto intensa e adrenalinica. La povera bibliotecaria che viene immobilizzata ci fa capire che nemmeno loro davvero sapevano cosa stessero facendo.

American Animals riesce dare la giusta intensità agli eventi, mettere curiosità, narrare la storia con il giusto spirito, nel complesso è un ottimo film che esegue alla perfezione ciò che si era proposto di fare. Non è un semplice heist movie, ma è più un confronto con le scelte sbagliate che prendiamo nella nostra vita, piccole scelte che cambiano tutto, ma proprio tutto.

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LA ROSA VELENOSA: UN FILM DI ALTRI TEMPI

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La Rosa Velenosa è un film del 2019 diretto da George Gallo, Francesco Cinquemani e Luca Giliberto, loro due anche sceneggiatori di questa pellicola che si presenta come un Neo Noir per trama, personaggi e per lo stile abbastanza marcato del genere. Una classica detective stories del dopo guerra.

Un viaggio tra eventi del passato 1952 e presente 1978, nell storia di un investigatore privato, Carson Phillips (John Travolta) Texano con l’abitudine di cacciarsi nei guai e di essere sempre inseguito da qualcuno. Da Los Angeles torna nella sua città natale Galveston dove incontra dopo tanti anni vecchie conoscenze. Si ritrova ad indagare non solo su una clinica per anziani, ma anche su un omicidio di una star sportiva locale. Tra ricordi del suo passato a Roma e un presente molto pericoloso e pieno di corruzione.

Il film di presenta con un ottimo cast, Morgan Freeman, Brendan Fraser, Peter Stormare, Famke Janssen. In un film molto particolare, in uno stile di altri tempi, in tutte le sue dimensioni, dalla recitazione, allo stile narrativo e alla caratterizzazione dei personaggi. Uno stile difficile da capire a fondo per un ragazzo di diversa generazione, a tratti forse un po’ troppo elogio a film di quell’epoca in una trama che se pur piena di misteri, non riesce a coinvolgere del tutto e a tratti e facile annoiarsi. Si rimane un po’ spiazzati da una recitazione volutamente enfatizzata e romanzata, con atteggiamenti talvolta inverosimili. Tanti cliché ma che nel complesso della trama funzionano bene.

Una fotografia particolare che riporta un po’ indietro nel tempo, facendoci un po’ dimenticare che si tratta di un film del 2019. Una cosa che stranamente mi ha deluso, è il doppiaggio in Italiano che è davvero fatto molto male, voci strane e scollegate del personaggio, sicuramente la più terribile e Famke Janssen doppiata talmente male, quasi da dare fastidio.

Nel complesso un film che fa un po’ fatica ad esprimersi, affascinante sotto certi aspetti e un po’ noioso e confusionario sotto altri. Belli i toni classici da detective noir, ma per il resto fa un po’ fatica a rimanere impresso e a soddisfare del tutto.

Bello l’omaggio a Fellini, molto romantico e nostalgico del grande cinema italiano.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE EPISODIO 7

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Gli anelli del potere si avvia verso la sua conclusione, con uno dei suoi peggiori episodi. Ci viene mostrata un po’ tutta la situazione di tutti i personaggi, divisi, affaticati e molto in difficoltà. Gli unici vincitori in questo momento sono gli orchi.

La battaglia è passata, il vulcano è esploso e vediamo una Galadriel diversa dal solito, molto più pacata e buona. Ci sono molto errori di sceneggiatura che rendono il tutto un po’ stupido, scelte discutibili e senza senso. L’episodio è molto lento e non ci porta a nulla di nuovo, non ci da una direzione precisa e non sembra porci le basi per un finale clamoroso, tutto sembra molto calmo e piatto.

Le scelte discutibili sono molte e anche molto imprecise che rendono la trama a tratti quasi assurda. I personaggi principali sono tutti vivi e quelli in pericolo di vita sono storicamente personaggi che non possono morire in quel momento, quindi la suspense sta a zero.

Ci vengono mostrati un po’ di più i pelopiedi e il misterioso stregone che sembra essere sempre di più Gandalf, poi nuovi personaggi mistici, un po’ stregoni anche loro che mettono in difficoltà i futuri hobbit.

Un episodio che non ha portato a nulla e che ha messo le basi sulla prossima stagione più che sul finale stesso di questa. Si dividono molti personaggi e sembra che la situazione per la forgiatura degli anelli non si sblocchi ma che anzi si complica e si allunga. Visivamente sempre molto bello, ma con dialoghi davvero di basso livello e una trama troppo lenta e inconcludente che porta davvero poco al resto della serie.

L’unico dubbio che ancora ci rimane, è, chi sarà Sauron?

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SAMARITAN: UN CLASSICO FUMETTO FATTO A FILM

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Samaritan è un film del 2022 diretto Julius Avery, tratto dall’omonimo fumetto e con protagonista Sylvester Stallone. Genere azione con cliché e caratteristiche tipiche delle pellicole tratte dai fumetti.

La trama ci porta in una città immaginaria, molto simile a quelle reali, Granite City, dove il bene e il male continuano a combattere, non viene approfondita più di tanto la situazione sociale, ma ci fanno intuire che c’è un forte squilibrio e che le periferie sono piene di criminali e povertà. Molti anni prima la città trovava il suo equilibrio per due gemelli con dei superpoteri, uno era un supereroe, l’altro il suo alter ego, Samaritan e Nemesi (Sylvester Stallone), entrambi dichiarati morti dopo uno scontro, un bambino di nome Sam non perde la speranza che dopo più di 20 anni, Samaritan sia ancora vivo e pensa che potrebbe essere proprio il suo vicino.

Samaritan è un film che riesce a trasportarci un po’ nel mondo dei fumetti, per la città immaginaria, e per la caratteristica del supereroe classica di un uomo solitario che aiuta le povere persone e risolve le ingiustizie. Ha molti cliché ma che vengono utilizzati nel modo corretto rendendo il film piacevole e bello. Bello il rapporto tra un bambino sognatore e un uomo ormai anziano stanco della vita, un rapporto che si rafforza giorno dopo giorno. Il Villain non mi ha convinto del tutto, solito boss criminale che inizia con degli obiettivi e delle motivazioni precise ma che poi si perde in un “sono cattivo e basta”.

Un film molto semplice rispetto ad altri film con supereroi, ma allo stesso tempo non si impone nulla di più, rimane nelle periferie non coinvolgendo mai elementi di potere della città, la storia rimane quasi tutto il tempo nel suo piccolo coinvolgendo pochi personaggi che si ritrovano più o meno tutti nella stessa situazione sociale. Stallone è perfetto nel ruolo della “vecchia gloria” stanca e ormai sempre arrabbiato con il mondo.

Nel complesso un ottimo film, ovviamente non bisogna aspettarsi niente di speciale, ma rispetta i propri canoni, non esagera praticamente mai, la trama è si banale ma coinvolgente e le scene di azione sono ben studiate e belle. Un film senza grandissime pretese, ma che ti fa passare un’ora e mezza spensierata.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE QUARTO EPISODIO

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Gli anelli del potere, la serie del momento, arriva al suo quarto episodio e quindi a metà del suo percorso narrativo della prima stagione. Il primo impatto è che ormai è palese che questa serie punta a completarsi nell’arco di più stagioni e che questa molto probabilmente sarà solo un’introduzione e potrebbe non succedere nulla di troppo eclatante e clamoroso. La speranza è che almeno una battaglia a stagione ci sia, visto il budget a disposizione.

Sinceramente a parte un lato visivo sempre molto spettacolare, non ho visto nulla di clamoroso in questo episodio, anzi le location si sono ristrette e semplificate, normalizzando il tutto, molti dialoghi, e molta lentezza. Più mistero del solito e le risposte che sono arrivate non sono del tutto soddisfacenti. I personaggi fanno fatica a trovare una vera e propria identità e alcuni, più ce li mostrano e meno ci convincono. Diverse trame che finalmente ci stanno dando una direzione e ci stanno facendo capire dove vuole andare la trama, per arrivarci però stanno facendo il giro del mondo con dialoghi che purtroppo a volte, non portano nulla. Un episodio al risparmio, con scene di lotta quasi tagliate e prevedibili.

Si potrebbe dire che è l’episodio delle alleanze, non ci svolte clamorose, però c’è unione tra i popoli contro un unico nemico, un nemico che a poco a poco si sta prendendo le terre del sud, rimanendo nell’ombra. Finalmente svelato il vero Villain della stagione, Oren il leader degli orchi, che vuole cambiare il mondo per renderlo un posto migliore. Un classico dei villain moderni che sono spinti sempre da grandi ideali di libertà e pace, ma che per farlo devono annientare tutti.

Galadriel continua la sua battaglia con sé stessa, arrogante e noiosa totalmente a sé in questo mondo, troppo moderna e distaccata dalla trama e dalle situazioni. Elrond continua la sua avventura diplomatica, con secondi fini non del tutto ancora chiari. Alcuni personaggi hanno avuto eventi e narrazioni non molto importanti ai fini della trama, e la principessa di Miriel sta prendendo importanza e consistenza. Per il resto un episodio abbastanza piatto, qualche indizio e appunto una direzione a livello narrativo, ma nulla di più.

Una serie che ha decisamente bisogno di una svolta con più carattere, più azione e più emozioni, siamo solo a metà, c’è tempo e sembra che tutto porterà ad una possibile grossa battaglia negli episodi finali di questa stagione. Le battaglie sono un classico del signore degli anelli, che questa serie non si può permettere di non fare.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE PRIMI DUE EPISODI

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Il signore degli anelli – gli anelli del potere è una serie di amazon prime video del 2022, che prende spunto dai libri di J.R. Tolkien e che ha come showrunner J.D. Payne e Patrick Mckay. Una delle serie più attese dell’anno che ha fatto il suo esordio il 2 settembre con i suoi primi due episodi.

Le pagine web, i blog e anche YouTube si stanno riempendo rapidamente della recensione di questa serie tanto attesa, una serie che coinvolge un gruppo di fan molto legati ai libri originali e hai primi film di Peter Jackson. Gli eventi della serie si svolgono migliaia di anni prima della storia più famosa del signore degli anelli. Nei primi episodi ci viene fatto un riassunto velocissimo del prima era, forse fin troppo veloce e poco approfondito, un po’ una delusione rispetto alle aspettative. Veniamo immersi nel mondo forse troppo velocemente e la prima parte, oltre ad un aspetto visivo molto particolare, non offre nulla di troppo emozionante e coinvolgente. Ci viene solo mostrata la voglia di vendetta di Galadriel, ma a primo impatto ci sembra un personaggio davvero troppo distante da quello visto nel film. Anche per chi non ha letto i libri ci sembra un personaggio staccato da quel mondo, forse troppo moderno nei modi e negli atteggiamenti, troppo diverso dagli altri elfi, eleganti e sinuosi sia nelle parole che nei movimenti.

Nei due primi episodi ci spostiamo lungo la terra di mezzo, da un lato all’altro e ci vengono introdotti diversi personaggi, nonostante tutto si mantiene un buon ordine e la trama è facile da seguire e in questo modo non risulta noiosa. I personaggi non sono del tutto caratterizzati e alcuni sono un po’ difficili da comprendere, ci sono tante comparse e questo può creare un po’ di confusione. Elrond invece sembra un personaggio più centrato, diplomatico e più simile a quello visto nei film.

Il lato più potente è evidente dei primi episodi, è sicuramente l’aspetto visivo sempre molto maestoso e molto bello, con una qualità di fotografia e scenografia elevatissime, quasi da farti dimenticare che è una serie su un canale streaming. La qualità è elevatissima e ci sono scene che mostrano l’elevato budget sia per la CGI che per le scene reali, con costumi e dettagli davvero ben studiati. Qualche spezzone di battaglia, qualche piccolo scontro, tutto davvero ben fatto anche a livello di regia, firmata tra l’altro da J.A. Bayona che in certe scene riesce a metterci un po’ il suo classico tocco horror.

Nel complesso dei primi due episodi ci si aspettava di più, bella visivamente, ma una trama un po’ troppo debole e non del tutto coinvolgente, il mondo e talmente ampio che è difficile trovare un personaggio cardine che piace un po’ a tutti. Alcune scene se pur molto belle sono solo scenografiche ma non portano molto ai fini della trama. Ci sono aspetti di debolezza anche nei dialoghi a volti troppo poetici e a volte davvero troppo banali. La minaccia è troppo lontana e poco concreta almeno per i primi episodi e l’assenza di un vero nemico e di un vero obiettivo rende il tutto un po’ poco inciso e coinvolgente. Si è vero sono due episodi introduttivi ma mi aspettavo qualcosa di più, una minaccia più evidente o almeno meglio raccontata. Penso che questi primi due episodi spaccheranno in due il giudizio, fan delusi sicuramente, quelli ci saranno sempre e poi un giudizio diviso tra aspetto visivo e trama. Una serie complessa, ampia e sicuramente di impatto ma che per questi due episodi, lascia lo spettatore un po’ perplesso, non sicuramente entusiasmato come vorrebbe e con la speranza di vedere qualcosa in più negli episodi successivi.

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OUTER RANGE: UNA SERIE…MISTERIOSA

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Outer Range è una serie di Amazon video uscita nel 2022, creata da Byan Watkins e con protagonista Josh Brolin.

Royal Abbott è un proprietario di un grande ranch nel Wyoming, viene coinvolto in misteri e fenomeni paranormali, dopo che appare una misteriosa ragazza, una vagabonda hippie. Una trama in apparenza abbastanza semplice che però si complica e amplifica episodio dopo episodio, lasciando una certa sensazione di incomprensione allo spettatore.

La serie è ben fatta, ha una buona regia e fotografia, anche la recitazione è di buon livello, forse nel complesso una serie un po’ troppo lenta, complicata e dalle poche emozioni, nulla riesce a colpire come dovrebbe.

Facile distarsi perdersi nelle troppe parole e la curiosità, pur essendoci sempre, si spegne facilmente e non ci permette di essere presi seriamente dalla trama. Troppo lenta e troppo confusa, con qualche idea interessante ma che viene sviluppata non nel migliore dei modi. Anche i personaggi sono troppo noiosi, troppo problematici e complessi e questo non aiuta la serie a scorrere ma solo a rallentare e a non essere compresa.

Outer Range rappresenta molto lo stile di Prime video, con serie belle, ben fatte ma troppo spesso noiose lente e troppo complicate a livello di evoluzione della storia e dei personaggi, difficile capire fino in fondo le intenzioni del protagonista, il suo carattere e il suo obiettivo. Sottotrame estremamente deboli, quasi inutili.

Una serie che colpisce per la scenografia e la fotografia, ma che annoia forse in modo eccessivo, e che nel complesso difficilmente conquista il pubblico, anche gli amanti del mistero.