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LA FIERA DELLE ILLUSIONI – NIGHTMARE ALLEY: RECENSIONE FILM DI GUILLERMO DEL TORO

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La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è un film del 2021 diretto da Guillermo del Toro. Una trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di William Lindsay Gresham e da cui è già stato fatto un film 1947. Questa Pellicola di Del Toro a un cast corale con protagonista Bradley Cooper e attori come Cate Blanchet, Williem Dafoe, Toni Colette, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn.

Nightmare Alley parla di inganni, ambizione e follia e segue le vicende di un uomo dal passato misterioso che si ritrova a lavorare, nel 1939, in una fiera luna park itinerante, tra trucchi di magia e furbizie come se fosse un mondo a sé, di povertà violenza, ma anche di unione e allegria. Del Toro riesce ad incidere molto questa sensazione claustrofobica di un mondo che ha bisogno di ingannare per sopravvivere o addirittura di trasformare uomini in bestie in nome dello spettacolo. Il protagonista, innamoratosi di una illusionista e venendo a contatto con l’arte del mentalismo capisce che quello è il suo destino. Viene quasi rapito e sottomesso dalla sua avidità e le sue capacità e avarizia saranno la sua condanna.

L’epilogo è abbastanza prevedibile, i messaggi lanciati da Del Toro lungo il film sono molto precisi e indicativi, non per questo però il finale non lascia il segno, anzi ci lascia con una profonda agonia e ansia. Il regista riesce a trasmettere molto questa lunga sensazione di inquietude come in molte delle sue opere, la fotografia buia, con una coreografia spesso piovosa e immersa nel fango, danno da subito la sensazione che il protagonista sia in trappola.

Nella parte centrale, anche se importante ai fini del film, la pellicola rallenta decisamente forse un po’ troppo, con dialoghi complicati, complessi e con una trama che diventa più intricata con personaggi molto ermetici e difficili da capire, anche il passato del protagonista non dà risposte ma aumenta il carico di domande. Nel complesso questo film del regista messicano rispecchia molto il suo stile, sia nella messa in scena che anche nell’aspetto grafico e pubblicitario, una sottile violenza con una cadenza horror nelle immagini, rendono il film di Guillermo del Toro sempre molto interessanti.

La fiera delle illusioni è un film che sa annoiare, storcere un po’ il naso con alcune sequenze che sembrano troppo ricamate e distorte da una fotografia a tratti opacizzata, il personaggio di Cate Blanchet, rapisce e confonde allo stesso tempo e forse spezza un po’ tutto il ritmo del film. Bradley Cooper perfetto nel ruolo con un misto di ambizione e follia davvero interessanti. Un film che riesce allo stesso tempo quasi ad annoiare ma ad essere molto immersivo. Una pellicola che sicuramente sa distinguersi.

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LAMBORGHINI – THE MAN BEHIND THE LEGEND: UN ESEMPIO DI GENIO ITALIANO

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Lamborghini the behind the legend è un film 2023 di Amazon Prime video, diretto da Bobby Moresco. Il film prende spunto dal libro di Tonino Lamborghini in cui ha fatto la biografia del padre Ferruccio Lamborghini, creatore della famosa azienda di Trattori e automobili sportive di lusso.

Un Biopic nel classico del genere, che si mostra attraverso l’interpretazione di Frank Grillo la vita e la storia di Ferruccio Lamborghini, imprenditore e creatore di uno dei marchi Italiani più prestigiosi del mondo e “rivale” della Ferrari. La trama ci mostra un Ferruccio giovane, appena tornato dalla guerra, pieno di iniziative ed idee, inizia con i trattori mettendoci già tutta la sua inventiva e genialità, per poi arrivare al punto cruciale con il confronto con Enzo Ferrari che lo definisce “Un Agricoltore” capace solo a fare trattori. Da quelle provocazioni nasce una delle aziende di auto, più bella e affascinante del mondo. Solo per questa situazione e scena, il film merita molto.

Lamborghini rappresenta il genio italiano, la bellezza di un Italia che permetteva di diventare grandi, questo film ne dimostra i sacrifici e ci fa vedere il carattere deciso e ambizioso di Ferruccio, la parte più emozionante è sicuramente quella della creazione della prima Auto Lamborghini la 350 GT, un’auto meravigliosa e i primi disegni fatti da Ferruccio della Miura.

Un film ben congeniato, un elogio in qualche modo al nostro paese, una storia di un imprenditore che è diventato grande grazie alle sue idee e ambizioni che per raggiungere i suoi obiettivi a sacrificato un po’ tutto, anche il proprio figlio, a lungo trascurato. Un uomo sognatore, che faceva di tutto per raggiungere i suoi obiettivi e questa competizione con Ferrari che era il suo motore per farlo andare avanti, un duello meraviglioso, tutto italiano, le auto migliori del mondo.

Nel film ci sono anche molti attori Italiani, prodotto anche da figure importanti del cinema italiano, da notare tra le comparse degli operari dell’azienda, Clementino, oppure si vede anche la genialità assoluta di un giovane ingegnere Gian Paolo Dallara, pezzo pregiato dell’automobilismo mondiale. Bello vedere gli anni d’oro di un Italia che ormai non c’è più, una bella storia davvero che vale la pena di essere vista.

Devo fare un elogio al finale, con Ferruccio che sale sulla sua creazione simbolo, la più bella ed elegante, una Lamborghini Miura Giallo classico, meravigliosa. Anche chi non è appassionato d’auto capisce che si tratta di un’opera d’arte, di qualcosa di unico, espressione del genio del nostro paese, simbolo di un Italia fatta di menti creative sensazionali. Un giusto elogio ad un grande uomo, imprenditore e creatore.

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ERO UNA POPSTAR: TRA MUSICA E AMICIZIA

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Ero una popstar (Used to be Famous) è un film del 2022 scritto e diretto da Eddie Sternberg. Un film che vede come protagonista Ed Skrein nei panni di una vecchia Popstar che non ha più successo.

Il film si presenta nei suoi primi attimi e nelle sue immagini come un drama musicale, dove l’arte della musica è al centro del film, man mano che il film va avanti, ci ritroviamo però in una trama che mette i rapporti umani al centro di tutto. Un artista tormentato che vuole tornare al successo, un passato difficile e un forte legame che aveva con il fratello, lo fa avvicinare ad un ragazzo autistico che ha grande talento per la musica e per la batteria. Tra i due nasce un rapporto fraterno è la ex popstar Vince, capisce davvero cosa sia importante nella sua vita.

La musica fa da contorno a un piccolo drama, con elementi davvero interessanti, come la solitudine o la ricerca disperata del successo. La priorità della vita, è un po’ questo che cerca di insegnarci questo film, che fa un forte paragone tra il successo e i soldi, e l’amicizia e l’amore. Delle volte ognuno deve solo trovare il suo posto del mondo, e può essere inaspettato.

La musica unisce, ci rende sostanzialmente migliori, più uniti e con il cuore aperto. Ci aiuta a percepire i nostri sentimenti, a capire noi stessi. Questo sostanzialmente è ciò che riesce a trasmettere il film, senza troppe complicazioni o giri di parole. Un film che ti aspetti più leggero, ma che sorprende con una certa profondità, la scena finale è densa di amore, un amore ormai raro, la dedizione e l’aiuto verso il prossimo. La musica sa essere anche questo, rompe barriere e costruisce ponti. Come diceva Bob Marley, la musica è l’unica cosa che quando ti colpisce, non ti fa male.

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SCAPPA – GET OUT: LA PRIMA PICCOLA PERLA DI JORDAN PEELE

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Scappa – Get Out è un film del 2017, scritto, diretto e co-prodotto da Jordan Peele, al suo esordio alla macchina da presa, questo film ebbe un gran successo nella critica e vinse anche un premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. La prima cosa che si nota di questo film è appunto la sua trama, molto avvincente, nuova e particolare, con anche dei significati profondi.

Get Out è un thriller che parla di razzismo e schiavitù ma lo fa in modo innovativo, spostando la storia ai giorni nostri, in una famiglia borghese di ceto medio, liberale, non del tutto razzista, ma che porta avanti una tradizione che in qualche modo sfrutta i neri. Una famiglia molto misteriosa che fin da subito si capisce che nasconde qualcosa.

La capacità di Peele è stata quella di creare una tensione costante già delle prime scene del film, non c’è un momento di tranquillità, sembra sempre esserci qualcosa che non va, qualche sospetto, o comportamenti decisamente strani da parte di tutti i protagonisti. Si ha proprio la sensazione che Chris interpretato da Daniel Kaluuya sia circondato da questi uomini bianchi che sembrano odiarlo e amarlo allo stesso tempo, una sorta di disagio che arriva bene anche al pubblico. La domestica e il giardiniere anch’essi di colore, con un atteggiamento davvero molto particolare, quasi come fossero dei robot, non del tutto presenti in quel mondo e con la testa tra le nuvole. Forse sono loro i personaggi che creano più paura in questo film.

Ogni scena ha un suo perché, è ben strutturata e porta sempre qualcosa, che sia un nuovo indizio su ciò che sta accadendo o che serva a far crescere la tensione nello spettatore, un film davvero ben scritto e ben pensato. Una nuova forma di schiavitù e il raggiungimento di una sorta di vita eterna sono questi i punti focali del film che vengono rivelati a poco a poco e con i tempi giusti, tenendo sempre elevatissimo il livello di curiosità.

Jordan Peele ha fatto subito centro alla sua prima da regista, con un film che rivela già il suo stile, con questi sguardi spiritati, questa tensione sempre presente e con elementi horror nella caratterizzazione dei personaggi, sempre molto particolari e violenti. Questo film è anche la dimostrazione che si può fare davvero bene anche con un budget limitato. Un film che consiglio davvero a tutti di guardare.