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Recensioni nel tempo di un caffè

IN TIME: TUTTA QUESTIONE DI TEMPO

Recensione nel tempo di un caffè

In Time è un film 2011 diretto e scritto da Andrew Niccol, pellicola fantascientifica e dispotica che mette lo scorrere del tempo al centro di tutta la vita sociale del mondo.

In un mondo futuro dispotico, dove non ci sono più soldi, non c’è più scambia di denaro, ma in cui le persone vengono pagate con il tempo, sul braccio hanno tutti il tempo che gli rimane, che è sia un orologio biologico, cioè se il tempo finisce muori, che un portafoglio che indica la tua ricchezza personale e ovviamente le tue potenzialità di acquisto.

Ovviamente come accade nella realtà con i soldi, si crea una grande disparita tra chi vive nella povertà più assoluta, vive alla giornata e va in giro correndo, fa tutto di fretta con la paura di finire il proprio tempo e poi c’è chi sta nelle parti ricche, divise da muri il cui prezzo è già molto elevato per attraversarli. I ricchi ovviamente hanno tempo da vendere, in più inutile e riposto in della banche, dove al loro interno ci sono milioni e milioni di anni che potrebbero bastare a tutti per vivere.

Il tempo inizia a scorrere sul braccio delle persone quando arrivano ai 25 anni, non invecchieranno mai più da quel giorno, l’unico modo per morire di vecchiaia e che il tempo a disposizione finisca. Per controllare tutto questo ci sono dei poliziotti che sono i custodi del tempo e si assicurano che il tempo non si sposti da una zona all’altra.

Justin Timberlake è Will Salas il classico ribelle rivoluzionario, riesce ad uscire dal ghetto perché incontra un uomo ricco stanco della vita che gli dona il suo tempo. Incontra la figlia di un banchiere, Sylvia Weis è tra due nasce una complicità, a inseguirli c’è l’agente Raymond Leon interpretato da Cillian Murphy.

Le premesse di questo film erano davvero ottime, ricordo che ero davvero curioso di vederlo al cinema ai tempi e che nel complesso mi aveva soddisfatto. Non è un brutto film è sostenuto da una ottima idea iniziale, però fatica un po’ nella dinamica della trama e in alcuni dialoghi e a parte il personaggio di Cillian Murphy, davvero ben caratterizzato e importante il resto è tutto molto spento, banale con anche una recitazione non delle migliori.

Il potenziale c’era, ma non viene sfruttato del tutto, il film non riesce a trasmettere la giusta profondità del messaggio, l’importanza del tempo, il parallelismo con i problemi del mondo reale in cui viviamo. Tutto è molto distaccato, veloce, e senza un obiettivo preciso come i protagonisti.

Un buon film, ma che ti lascia un po’ con l’amaro in bocca come se gli mancasse qualcosa, uno spunto decisivo, un dialogo più complesso e significativo. Si perde facilmente in sottotrame che non danno nulla e con una storia d’amore tra i protagonisti che non convince mai. Una pellicola che consiglio comunque a tutti, per l’idea originale e la novità.

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ANON: UN FILM PER L’APPUNTO, ANONIMO

Recensione nel tempo di un caffè

Anon è un film del 2018 scritto e diretto da Andrew Niccol, con protagonisti Clive Owen e Amanda Seyfried.

Una trama contorta il cui concetto però è abbastanza semplice, in un’era in cui ormai non esiste più il concetto di privacy una serial killer riesce ad uscire dal sistema e a non lasciare tracce di sé. Tutti possono sapere qualsiasi cosa su qualsiasi persona solo guardandola, gli uomini ormai sono dei computer possono salvare e passarsi video e ricordi con la propria mente. Per un detective è tutto semplice perché vede tutto di tutti e quindi subito fine delle indagini. Solo un hacker può cambiare le carte in tavola e una ragazza approfitta delle sue abilità per uccidere e nascondersi.

Un film tremendamente noioso ai limiti del sopportabile, totalmente spento e anonimo senza nessuno spunto con dialoghi banali e senza senso, niente ha un senso in questo film. Scene di sesso tanto per metterci qualcosa, personaggi vuoti e lenti in tutto ciò che fanno. Colonna sonora distaccata e fredda e una regia che si confonde pure lei. Nessuno che ci crede e ti aspetti da un momento all’altro che anche qualche attore inizi a sbadigliare.

Un concetto di base molto bello, tanto videoludico, ma che si perde in una trama davvero scritta male, troppo spenta e che non da nulla, un film davvero soporifero quasi da innervosire. Un fallimento sotto molti punti di vista. Un film che come spunto di partenza poteva essere un Blade Runner ma che invece è davvero un mattone difficile da comprendere e da apprezzare. Totalmente anonimo proprio come dice il titolo.

Lo consiglio a chi vuole farsi una bella dormita, ottimo per mister Bean in quel episodio in cui non riesce a prendere sonno, se vedeva questo film avrebbe risolto subito il suo problema.