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THE HUNT: QUANDO LA PREDA È L’UOMO

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The Hunt è un film del 2020 diretto da Craig Zobel e scritto da Damon Lindelof (Lost) che n’è anche prodotto esecutivo insieme alla Blumhouse.

Questo film parla di ricchi e annoiati che in una così detta “Fattoria” portano delle persone per essere cacciate come animali. Prendono i fucili e sparano verso le ignare vittime che si ritrovano li inconsapevoli di ciò che sta accadendo. Il finale non manca di un colpo di scena abbastanza interessante, un plot point particolare che regala una nuova chiave alla trama del film.

Sinceramente, viste le premesse mi aspettavo qualcosa di meno ironico, ma il tratto distintivo della Blumhouse che solitamente mette insieme commedie e horror si vede ed è incisivo all’interno del film, con scene paradossali e un po’ troppo splatter e grottesche.

Questo però rende il film più leggero e ne toglie quasi ogni tipo d tensione, fin da subito intugliamo chi sarà la protagonista, ma difficile intuire quale sarà il finale. La trama è ben scritta, a tratti anche divertente con personaggi davvero molto particolari e molto folli.

C’è un vortice di follia fin dalle prime scene in cui ci ritroviamo su un aereo con dei ricchi viziati, c’è da subito violenza e una sorta di splatter forse eccessivo. La svolta finale rende il film meno banale di quello che sembra, ma l’ironia e la parte parodistica e grottesca rimane fino all’ultimo frame del film.

The Hunt è molto più banale e stupido di come si presenta, è il classico film molto trash che esagera ma che allo stesso tempo si fa vedere non annoia e una volta inquadrato e anche piacevole. Ovviamente non è un film che può superare la sufficienza, ma è un prodotto che sa quello che vuole, ordinato che una trama che nonostante qualche follia ha un senso e una logica e funziona bene.

Ho scelto questo film principalmente perché scritto da Lindelof, ma ho trovato davvero poco della sua traccia e del suo stile, se non nella dettagliata e quasi spirituale follia di alcuni personaggi.

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AVATAR – LA VIA DELL’ACQUA:RECENSIONE UN’ESPERIENZA VISIVA UNICA!

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Avatar 2 o Avatar La via Dell’acqua è un film del 2022 ideato e diretto da James Cameron, sequel dell’iconico film uscito nel 2009, pioniere di effetti visivi e unico vero film degno del 3D.

Questa pellicola andrebbe semplicemente premiata anche solo per il fatto che è riuscita a riportare il 3D nelle sale, con effetti visivi davvero degni di nota, si perde leggermente la qualità video, ma si viene appagati da un coinvolgimento senza precedenti.

Ritroviamo i protagonisti del primo film con Jake Sully (Sam Worthington) che ha messo su famiglia con Neytiri (Zoe Saldana) e che ormai è leader e padre spirituale dei Na’vi di quelle foreste. Facciamo conoscenza con i suoi figli Neteyam, Lo’ak e Tuk, e sua figlia adottiva Kiri nata misteriosamente dalla dottoressa Grace Agustine. In più c’è un bambino cresciuto con loro, un essere umano di nome Spider, rimasto su Pandora perché troppo piccolo per partire.

La trama si sviluppa in modo semplice chiaro, se vogliamo a tratti prevedibile, scorre anche abbastanza veloce, se non per soffermarsi su effetti visivi e scenografie mozzafiato, con aspetti che ricordano molto un bellissimo documentario sulla natura, gli usi e i costumi di Pandora. Avatar non perde la sua qualità di stupire e di portarti letteralmente su un altro pianeta. Difficile fare paragoni con altri film, perché secondo me rimane una cosa a parte, qualcosa di visivamente unico che riesce a appunto a riportare anche il 3D nelle sale, ad essere un film prettamente commerciale, ma allo stesso tempo che esprimere la vera essenza del cinema, cioè farti vivere un sogno, il film perfetto per la sala cinematografica.

Bello a livello narrativo il confronto con un’altra etnia di Na’vi, con sfumature di denuncia sociale, come razzismo e integrazione. In più espressione massimo della passione del regista James Cameron, l’acqua e il suo ecosistema. In questo film c’è spazio un po’ per tutto e pur essendo su Pandora ci sembra di rivivere scene purtroppo già viste sul nostro pianeta, come caccia delle balene e oppressione di popoli e etnie con tradizioni fortemente legate alla natura.

Avatar 2 si focalizza sulla famiglia, sul rapporto padre figlio, sulle difficoltà adolescenziali, con una buona dose di “Bro” che storpiano un po’ nel contesto, ma che avvicinano i Na’vi ad una realtà prettamente terrestre. Questo film avvicina ancora di più Pandora al pubblico, l’amore per la famiglia, la condivisione con la natura e la protezione fisica e spirituale degli oceani, così immensi, sconfinati e meravigliosi. Visivamente è forse il miglior film mai creato, la CGI assoluta protagonista, è qualcosa di assolutamente spettacolare, estremamente coinvolgente e immersiva, le immagini creano forte emozioni e sono sicuramente l’impatto emotivo che ci lascia il film. Non ci sono discorsi troppo pesanti, il che lo rende estremamente leggero, fruibile e godibile per tutti, con tre ore di film che passano quasi veloci e spensierata, ammaliati dalla bellezza della scenografia.

Un film che vince su più fronti, che conquista tutti senza bisogno di dialoghi ad effetto, trame spettacolare, un film che mette da parte la scrittura e mette al primo posto l’esperienza visiva, un film perfetto per il cinema, per le sale. Avatar nonostante i suoi difetti sta segnando la storia del cinema, fa il record di incassi ed è un film che funziona dannatamente bene.

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I SEGRETI DI WIND RIVER: UN GIALLO SULLA FRONTIERA INDIANA

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I segreti di Wind River è un film del 2017 scritto e diretto da Taylor Sheridan e con protagonisti Jeremy Renner e Elizabeth Olsen. Questo film conclude la trilogia antologica scritta da Sheridan che affronta il tema della moderna frontiera americana. Come i film precedenti Hell or High Water e Sicario, questo film mantiene un’ottima qualità narrativa e riesce a toccare un altro tipo di genere, rendendo questa trilogia antologica una delle più interessanti di sempre.

Anche qui Sheridan si reinventa e scrive una sceneggiatura con una forte impronta di genere giallo/poliziesco, la storia si svolge nelle lande sperdute e nevoso del Wyoming in una riserva indiana di Wind River. Un agente della protezione della fauna selvatica (Jeremy Renner) trova in mezzo alla neve il corpo di una giovane ragazza, la FBI riscontrerà che la ragazza e stata stuprata ed è morta assiderata. La situazione particolare nella riserva rende il film unico nelle sue dinamiche, con un’indagine che fa fatica a trovare una giusta direzione e con una giovane agente della FBI (Elizabeth Olsen) che fa tutto il possibile per risolvere il caso anche se da sola.

Il film gioca molto sulle tensioni locali, sulla giurisdizione che c’è in quei territori e sull’abbandono a cui sono lasciate alcune comunità di indiani d’America. La riserva he le proprie leggi e il proprio corpo di polizia, tutto è stato ben studiato e scritto in questo film che convince in ogni sua parte.

Il personaggio principale interpretato da Jeremy Renner è molto ben caratterizzato ed è come se fosse un po’ una estrapolazione del posto in cui vive, un uomo freddo, freddo, solitario, ma anche micidiale come la fauna selvatica di quei posti, un cacciatore che non sarà mai preda. Per tutta la trama c’è un grande senso di abbandono e rassegnazione in tutti i personaggi, in un luogo sempre freddo, nevoso e isolato dal mondo. C’è Razzismo e paura tra i padroni della riserva e i loro ospiti, le rivalità crescono e la legge assume un significato diverso in quelle zone.

Come nei film precedenti, la frontiera, il confine, assume un significato particolare, ci fanno vedere una faccia diversa dell’America delle grandi città, molto rurale e legata a tradizioni antiche, un lato del mondo che andrebbe la pena di essere raccontato. Veniamo catapultati qui in questa riserva dove sembra di essere in una nazione a se stante, con le proprie regole e le proprie leggi e ci dimentichiamo quasi che il film sia ambientato negli stati uniti.

Molto realistico e incisivo, strutturato molto bene, questo film mi ha piacevolmente colpito in molti suoi aspetti, consiglio di guardarlo ma non di fermarsi solo a questo ma di gustarsi la trilogia antologica scritta da Sheridan che anche in questo caso ha dimostrato di essere un ottimo sceneggiatore.

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Quattro Chiacchiere

PREDATOR SKULLS: UN NUOVO FILM SU PREDATOR

QUATTRO CHIACCHIERE: Sono finite le riprese di un nuovo film su Predator e sembrerebbe molto interessante, la FOX cerca di riavviare il cult degli anni 80/90′.

Le riprese di un nuovo film su predator sono finte, ad annunciarlo è stato il direttore della fotografia di questo nuovo film, Jeff Cutter. Da quanto trapela sembrerebbe che la storia riguarda uno dei primi viaggi sulla terra di Predator, con un eroina come protagonista, ambientato molto probabilmente in America in un villaggio Comanche.

Tutto questo mi intriga un sacco, mi piace l’idea che si torni un po’ al passato che la caccia torni primordiale senza troppe cose assurde e complicazioni viste nell’ultimo film che effettivamente era stato un grande flop, sia per la critica che per il pubblico. Questo film che si chiamerà Predator: Skulls, ci riporta un po’ alle origini del cult con una lotta uomo contro Predator in un terreno che sembra un terreno di caccia. Affascinante anche che la protagonista sia una donna, facendo credere al predatore di non essere una preda, proprio come accadde nel primo film del 1987.

Predator non ha bisogno di cose complesse, il film può essere anche semplice come il primo, una location povera in mezzo alla giungla può bastare e con gli strumenti che hanno adesso possono cerare una fotografia con paesaggi pazzeschi sparsi per l’America.

Nelle ultime notizie sembrerebbe anche che il film sarà ambientato durante la guerra civile Americana, quindi qualche anno più avanti di quanto si pensava all’inizio, i produttori hanno dichiarato di voler tornare alle origini e che il film ricorderà anche in parte “The Revenant”.

Il regista è Dan Trachtenberg, mentre la protagonista sarà Amber Midthunter.

Amber Midthunter

Dalla foto che a postato il diretto alla fotografia, sembrerebbe che la location sia una giungla tropicale, proprio come il primo film, questo va un po’ in contrasto con le altre informazioni che sono uscite, perchè i Comanche non erano nella giungla e perchè la guerra civile americana non si è combattuta nelle giungle del centro America. Forse le informazioni che arrivano un po’ in modo confusionarie sono dovute da una strategia, o da qualcuno che prova ad immaginare qualcosa sul film, tanto che non si sa nemmeno se sarà distribuito nei cinema op direttamente su Hulu. Che con “How i met your father” farebbe una doppia operazione di marketing per attirare il pubblico sulla propria piattaforma. Magari il film è solo un “sondaggio” per vedere la risposta del pubblico per poi farne una serie da mettere su Hulu.

Predator è comunque un cult degli anni 90′, porta sicuramente un po’ di pubblico, è un misto di più cose e strizza l’occhio all’Horror, penso che la scelta sia proprio quella di tornare un po’ alla trama del primo, per riportare le persone alle origini e quello stile che hanno tanto amato. L’essere umano che si ingegna e cerca di sopravvivere a questa ceratura così particolare, una gara di ingegno e lotta, una vera è proprio caccia, tra predatore e preda.

Vedremo sicuramente un Predator debole e poco organizzato rispetto a quello visto negli altri film, infatti ci fanno capire come lui si evolve e impara, ad ogni scontro che ha con le sue prede, migliora man mano, sia nelle armi che nelle tecniche di uccisione. Affascinante il concetto del primo film, secondo cui una razza aliena venga sulla terra solo per divertirsi e fare un sessione di caccia, i Predators amano le sfide. In questo film dovrebbe essere interpretato da un attore che ha già vestito i panni di altri mostri in altri film, Dane DiLiegro. Anche questa è solo una deduzione data da un suo ruolo passato e dalla sua altezza.

Nonostante siano finite le riprese non si hanno molte informazioni a riguardo, gli attori sono volutamente abbastanza sconosciuti e anche il resto rimane tutto abbastanza nascosto, non si vuole far trapelare nulla. Però tutto sommato quello che ci viene detto è molto interessante e le premesse sono buone, molto di più di quanto lo erano con il precedente film. Mi piace la protagonista, l’idea che faccia parte dei nativi americani, mi piace il contrasto bellezza con il disgusto del viso del predator, mi sembra tutto ben studiato e penso che potrà essere davvero un bel prequel.

Nel primo film, la ragazza sopravvissuta, parla di una leggenda del posto, di questa strana creatura, della giungle che prende vita, questo film può essere forse la storia che ha dato origine a quella leggenda? Non so perchè ma in un modo o nell’altro penso che possano fare in modo di citare il primo film, ed essendo che si tratta di un prequel non vedo altro modo che questo.

Mi piacerebbe vedere un film un po’ più basilare, semplice, dove lo scontro diventa il centro, una caccia aperta come nel primo film, anche se scontata, è quello che mi piacerebbe vedere, questo film ha davvero bisogno di ritornare alle proprie origini, con una fotografia e degli effetti visivi moderni.