Midnight in the Switchgrass è un film del 2021 diretto da Randall Emmet e con protagonista Megan Fox, Emile Hirsch e Bruce Willis che fa più da comparsa.
Un serial killer ha appena fatto un’altra vittima, la settima ragazza che sparisce e di cui viene ritrovato il corpo il giorno seguente, nessuno vuole indagare e la polizia di stato non sa più cosa fare, solo un detective sembra intenzionato a dare la caccia al killer. L’incontro con una agente della FBI da una svolta alle indagini.
Un thriller abbastanza classico soprattutto nella sua fotografia dai toni più spenti e grigi, con una colonna sonora molto immersiva e azzeccata. La recitazione aleggia sulla sufficienza, Megan Fox se pur bellissima non sembra mai al top e non riesce dare animo al suo personaggio. il serial killer viene mostrato quasi subito, questo toglie un po’ di tensione e curiosità, ma allo stesso tempo ci regala una sorta di angoscia quando scopriamo che il mostro ha una moglie e una figlia e continua le sue due vite in tranquillità.
Il film risulta un po’ spento nelle sue dinamiche e nei dialoghi e i personaggi sembrano cambiare da una scena all’altra, sia nelle intenzioni che nelle proprie parole. Un film che rispetta molto bene i canoni del genere ma che si perde clamorosamente nel finale, montato male e molto frettoloso. Il momento più cruciale si trasforma in salti temporali di ore privandoci di un po’ di azione e lotta tra il killer e la giustizia. Ci si perde in una sequenza di immagini che dovrebbero essere forti ma non lo sono, anzi sembrano distaccate e spente.
Lo stesso Bruce Willis sembra estraneo al film e quando si vede non è mai sul pezzo, ma distaccato e con poca voglia, come più o meno tutto il cast e la produzione nel finale. Alti e bassi che rendono il film mediocre, dispersivo in parole superficiali e in scene frettolose che non sono mai violente o davvero significative. Sicuramente più un film da Tv che da cinema, adatto agli amanti del genere, per la fotografia (solo a tratti) e la colonna sonora.
Dune è un film del 2021 diretto da Denis Villeneuve, questo colossal è la prima parte dell’adattamento cinematrogarfico del romanzo ononimo di Frank Herbert di cui abbiamo già visto un famoso film diretto da David Lynch nel 1984 e due miniserie negli anni duemila.
Dune di Villeneuve ricalca in modo a tratti meticoloso le vicende del libro e si ispira naturalmente al film di Lynch, ma ne amplifica la visione, l’aspetto estetico e anche i personaggi rendendoli più completi, con una storia più ordinata e lineare.
Il film è dichiaratamente solo una prima parte e infatti nel complesso è come vedere un primo tempo del film, con un primo atto che ci spiega e ci introduce in questo mondo futuristico, fatto di conquiste spaziali e pianeti, un mondo abbastanza complesso e davvero interessante. Il fulcro di tutto il film è il maestoso soggetto di Herbert, un film che è un icona del suo genere.
Dune a tutte le caratteristiche del colossal e il regista mette tutta la sua impronta, creando un pellicola di altissimo livello, un film che ci trasporta su Arrakis, questo pianeta caldo e desertico, sfruttato e saccheggiato da diversi popoli dell’universo per “la spezia” un elemento prezioso presente nella sabbia e nell’atmosfera che ha la capacità di allungare la vita e di donare dei poteri particolari. Preziosa anche per i viaggi interstellari, anzi fondamentale.
La capacità del film è quella di immergerti totalmente nell’ambiente, tutto è molto spettacolare, a tratti epico, inquadrature, suoni e immagini tutte curate alla perfezione, con una colonna sonora sontuosa curata da Hans Zimmer. La trama è l’apertura di un nuovo mondo, con qualche spiegazione di base per inserirci come pubblico nell’universo fantascientifico creato da Frank Herbert, in questo Villeneuve è un maestro e lo fa con la sua capacità di coinvolgerti fino in fondo.
La gestione corale degli attori è perfetta, nessuno è fuori posto, tutti danno il loro meglio, da Timotèe Chalamet nel ruolo del protagonista, alla giovane Zendaya che interpreta Chani una Fremen che gli indigeni del pianeta desertico.
Villeneuve mette tutto se stesso in questo film, la sua visione e tutte le sue caratteristiche, un film intenso, delle volte forse anche troppo, molto lento in certe situazioni, un film che forse si appesantisce un po’ troppo con scene davvero troppo pesanti per il pubblico del giorno d’oggi abituato a cose più immediate.
Spettacolari le battaglie, la cura dei personaggi che magari appaiono anche per poco nel film, i costumi e tutta l’ambientazione, un vero proprio colossal vecchio stile quasi, ma con tutta la nuova tecnologia e le capacità cinematografiche moderne.
Una trasposizione quasi perfetta del libro, un impresa che non era scontata e facile ma che il regista esegue alla perfezione, una prima parte introduttiva, che pone le basi per qualcosa davvero di epico e gigantesco. Dune è fantascienza pura, con però anche degli interessanti giochi di potere, personaggi profondi e anche qualche similitudine con il mondo reale.
Assolutamente un film da vedere, visivamente eccezionale, colonna sonora perfetta, ben recitato, con l’unico difetto che a volte è davvero troppo lento e inteso dove non serve.
QUATTRO CHIACCHIERE: Un “semplice” Anime Giapponese nasconde dentro di se un lato musicale davvero stupendo e di altissimo livello, una delle colonne sonore più belle nel mondo anime.
La capacità nipponica di cerare prodotti creativi di altissimo livello è ormai conosciuta in tutto il mondo, mondi, personaggi e storie davvero originali che riempiono le nostre giornate già da bambini, ma che possono essere apprezzate nella loro completezza solo in età adulta. Naruto come tanti altri prodotti ha quella spiccata ironia tipica dei manga, ma come quasi tutte le storie Giapponesi ha anche una grande morale, una parte molto più seria e profonda. Tutti i personaggi sono scritti con cura e tutti hanno delle determinate caratteristiche, essi rendono al storia estremamente completa e di ottimo livello.
Troppo spesso se vediamo animazione, che sia un film o quello che noi definiamo “cartone” lo consideriamo un prodotto solo e unicamente per bambini, di conseguenza un prodotto poco curato, banale e di basso livello in tutto il suo sviluppo senza notare che alcuni anime sono delle vere e proprie opere d’arte, formate da sceneggiatura, disegni e animazioni e anche forse inaspettatamente colonne sonore di altissimo livello.
Nel corso degli anni mi sono soffermato sul ruolo sempre più predominante delle canzoni all’interno dei film e degli animi, diventando una parte fondamentale del prodotto finale, musiche e suoni ci fanno capire le intenzioni del regista, ci mettono paura, tristezza oppure ci danno una forte scarica di adrenalina e gioia. La musica di sottofondo, detta colonna sonora diventa così un asse portante fondamentale troppo spesso non considerata, soprattutto se si tratta di uno “stupido prodotto per bambini”.
Adesso, chi non l’ha mai fatto faccia una semplice ricerca su youtube ad esempio e provate ad ascoltarvi un po’ di colonne sonore di Naruto, soffermatevi sui suoni, sulla cura dei dettagli, sulle caratteristiche perfettamente studiate delle canzoni. Colonne sonore di altissimo livello con protagonisti chitarre elettriche con suoni quasi degli anni 80′ con assoli davvero di altissimo livello, oppure pianoforti utilizzati alla perfezione per i momenti più tristi. Ma la cosa davvero spettacolare di queste colonne sonore sono la presenza costante degli strumenti giapponesi, come il Koto o il Kyoku strumenti a corda, oppure la presenza dei flauti come lo Shinobue o lo Ryuteki. Questa è una caratteristica meravigliosa, un omaggio ad una cultura meravigliosa come quella Giapponese che in più ci immerge nel contesto “ninja” del mondo di Naruto.
Un mix di strumenti perfetto, usato alla perfezione rende la colonna sonora di Naruto la miglior colonna sonora degli anime, la più identificativa e incentrata, con spesso delle voci di sottofondo anch’esse che ricordano il mondo “Ninja” e ” Samurai”, sfruttando al meglio tutti gli strumenti più antichi e moderni, un viaggio tra il passato e il futuro della cultura del Giappone, tutto questo racchiuso in una colonna sonora di un anime. Tutte le sequenze di battaglia sono costellate di colonne sonore di altissimo livello, da Oscar per mille motivi, nulla da invidiare a molte colonne sonore dei film, anzi delle volte più complete e uniche ed estremamente identificative.
Sarebbe bello anche fare un percorso inverso, perchè comunque sono sicuro che molti non hanno mai visto Naruto e altri saranno anni che non lo vedono più, perchè comunque per molti è un prodotto che si vede dopo scuola a casa sdraiato sul divano girando su Italia 1. Sarebbe bello ascoltarsi prima le colonne sonore, farsi un idea personale dell’anime, crearsi una propria storia viaggiare sulla musica, (che vi assicuro un’altra volta sono stupende), e vedere che immagini riesce a scaturire la nostra mente. C’è tanto Giappone, c’è un intera storia dentro quei suoni, c’è passione, cura e molta maestria, perchè anche le colonne sonore sono delle opere d’arte.
La colonna sonora proprio come una sceneggiatura, va capita, studiata, e come se fosse possibile entraci dentro, vederne tutte le sfaccettature, percepire tutti gli strumenti, le scelte che sono state fatte nel momento della sua creazione. In Naruto c’è tutto questo, la colonna sonora ha la capacità di farti viaggiare, ma va apprezzata, ascoltata con cura, bisogna entrare dentro di essa, capirla nei suoi dettagli percepire tutta la miriade di strumenti stupendi che ci sono al suo interno, concedetevi del tempo per farlo, mettete le cuffie e perdetevi nei vostri pensieri.
Come nella storia del manga, nelle colonne sonore di Naruto c’è un fortissimo contrasto tra Felici e Tristi come se fosse un particolare Yin Yang tra felicità e tristezza, si possono proprio dividere in questi due gruppi, con sbalzi di umore forti e improvvisi classici dei racconti Giapponesi. Abbiamo momenti nelle battaglie dove ci sembra che i suoni vogliano spaccare il mondo e altri in cui la tristezza e la delicatezza ne sono protagonisti.
Delle volte è bello essere sorpresi, soprattutto se si tratta di un atto creativo, la colonna sonora di Naruto lo fa sempre, in ogni suo passaggio, un opera d’arte nascosta tra la “semplice” animazione di un “cartone” Giapponese.
Notizie dal mondo è un film del 2020 diretto e scritto da Paul Greengrass, un film western da i toni molto delicati, con protagonista Tom Hanks è una giovane attrice di nome Helena Zengel.
La trama è abbastanza semplice, un vecchio capitano dell’esercito americano, Capitano Jefferson Kidd (Tom Hanks), prosegue la sua vita passando di paese in paese del Texas per leggere le notizie dei giornali, una specie di telegiornale del vecchio West. Durante i suoi viaggi incontra una bambina tedesca, ma che parla la lingua degli indiani del luogo, sola e senza famiglia, decide quindi di riportarla a casa.
Il film ti colpisce subito per la fotografia, per il gioco di luci e per i paesaggi mozzafiato che danno subito giustizia ala location del film, alcuni dettagli nei riflessi di luce sono davvero belli, e certe inquadrature a campo largo fatte dall’alto sono quasi da documentario, una bellissima fotografia che penso possa ambire a vincere il premio Oscar.
Il film mantiene sempre dei toni delicati, con questo rapporto quasi paterno tra il protagonista e la bambina orfana trovata per strada, i due parlano lingue differenti, ma sono i loro occhi a parlare, i gesti le espressioni, tra i due si crea un legame familiare difficile da dissolvere.
Ci sono i problemi sociali, la criminalità e una zona dell’America che ai tempi cercava disperatamente di avere una propria identità, tra razzismo e lotta continua con gli indiani ormai confinati nelle riserve.
Il capitano Jefferson essendo un narratore, un uomo che porta notizie è perfettamente consapevole della situazione del mondo, o meglio del suo mondo, di ciò che lo circonda, della povertà delle persone, della voglia di ribellarsi e della violenza che costituisce un elemento cardine del Texas di quegli anni.
Si percepiscono i sogni e le speranze, l’innocenza della bambina e la disperazione degli adulti che faticano a trovare un posto in quel mondo, sentimenti contrastanti costituiscono questo film, che mette al centro il legame tra un vecchio capitano stanco che legge notizie dei giornali e una bambina tedesca, ma con un forte legame con gli indiani.
Bellissimo il dialogo tra i due in cui si parla di concezione della vita, dove la bambina la vede come un grosso cerchio, quasi un abbraccio con la terra, mentre il vecchio capitano le dice che gli Americani vedono tutto come una linea retta, quasi a sottolineare la chiusura mentale delle persone.
Il film dura quasi due ore, ma non è per nulla noioso, è molto più profondo di quello che sembra e anche i silenzi prendono forma, molto bravi gli attori a trasmettere sensazioni anche senza aprire bocca, molto brava Helena Zengel in un ruolo abbastanza complicato, ma allo stesso tempo nelle corde di una bambina.
Tom Hanks si muove bene all’interno del film, è delicato e paterno, riesce ad essere equilibrato e a trasmettere le giuste sensazioni, nel complesso mi è piaciuta molto anche la regia e la sceneggiatura nonostante la trama abbastanza piatta ha degli spunti bellissimi nei dialoghi e nella scelta delle parole.
Nonostante sia candidata agli Oscar la colonna sonora non è riuscita a convincermi del tutto, vista la fotografia e la scenografia mi aspettavo qualcosa di più, qualcosa di più emotivo e coinvolgente, peccato.
Film che consiglio di vedere e in cui consiglio di soffermarsi ogni tanto su alcune parole e dialoghi al suo interno, ne vale la pena.
Le candidature sono buone, in un anno anomalo che conferma il potere di Netflix
I Golden Globe sono un po’ il prequel degli Oscar, ci danno delle indicazioni sui possibili vincitori e ci danno un po’ un quadro generale di ciò che è successo nel mondo cinematografico nell’anno passato.
Il 2020 è stato un anno difficile per tutti, compreso il settore del cinema, dalle sale alle produzioni le abitudini sono cambiate totalmente, con sfuriate sul set (Tom Cruise) e sale cinematografiche che non si sa tutt’ora quando potranno riaprire.
Un anno strano che ha consentito a piattaforme come Netflix di ascendere e di conquistare posizioni elevate, sia nelle serie che con i film, che sicuramente potranno anche ambire a qualche Oscar, battendo forse la MGM dopo 85, il cui ha ancora il record di candidature agli Oscar ottenute in unico anno.
I Golden Globe hanno stilato le candidature e devo dire che non ci sono clamorose sorprese, qualche tocco femminile in più e una bellissima notizia per noi italiani con la candidatura di “La vita davanti a sé” con Sophia Loren che non smette mai di stupirci un icona unica!
Netflix si inserisce prepotentemente con due film nello specifico come “Mank” e “il processo ai Chicago 7” (di cui trovate le recensioni su questo sito), che hanno ottenuto il maggior numero di candidature.
Ecco la lista delle candidature ai Golden Globe 2021
Miglior attrice in una miniserie Cate Blanchett – Mrs. America Daisy Edgar Jones – Normal People Shira Haas – Unorthodox Nicole Kidman – The Undoing: Le verità non dette Anya Taylor-Joy – The Queen’s Gambit
Miglior serie tv comedy Emily in Paris The Flight Attendant The Great Schitt’s Creek Ted Lasso
Miglior film straniero Another Round La Llorona The life ahead (La vita davanti a sé) Minari Two of Us
Miglior attore in una miniserie Bryan Cranston – Your Honor Jeff Daniels – Sfida al presidente – The Comey Rule Hugh Grant – The Undoing: Le verità non dette Ethan Hawke – The Good Lord Bird – La storia di John Brown Mark Ruffalo – Un volto, due destini –I Know This Much is True
Miglior miniserie Normal People (BBC/ Hulu) The Queen’s Gambit (Netflix) Small Axe (BBC1/ Amazon Prime video) The Undoing: Le verità non dette (HBO) Unorthodox (Netflix)
Miglior attrice non protagonista in una serie Gillian Anderson – The Crown Helena Bonham Carter – The Crown Julia Garner – Ozark Annie Murphy – Schitt’s Creek Cynthia Nixon – Ratched
Miglior colonna sonora originale Alexandre Desplat – The Midnight Sky Ludwig Göransson – Tenet James Newton Howard – Notizie dal mondo Trent Reznor and Atticus Ross – Mank Trent Reznor, Atticus Ross and Jon Batiste – Soul
Miglior attore non protagonista in una serie John Boyega – Small Axe Brendan Gleeson – Sfida al presidente –The Comey Rule Daniel Levy – Schitt’s Creek Jim Parsons – Hollywood Donald Sutherland – The Undoing: Le verità non dette
Miglior sceneggiatura Emerald Fennell – Una donna promettente Jack Fincher – Mank Aaron Sorkin – Il processo ai Chicago 7 Florian Zeller e Christopher Hampton – The Father Chloé Zhao – Nomadland
Miglior attrice in una serie tv comedy Lily Collins – Emily in Paris Kaley Cuoco – The Flight Attendant Elle Fanning – The Great Jane Levy – Zoey’s Extraordinary Playlist Catherine O’Hara – Schitt’s Creek
Miglior attore in una serie tv comedy Don Cheadle, Black Monday Nicholas Hoult, The Great Eugene Levy, Schitt’s Creek Jason Sudeikis, Ted Lasso Ramy Youssef, Ramy
Miglior film d’animazione The Croods: A New Age Onward Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria Soul Wolfwalkers – Il popolo dei lupi
Miglior attrice in una serie drammatica Olivia Colman, The Crown Jodie Comer, Killing Eve Emma Corrin, The Crown Laura Linney, Ozark Sarah Paulson, Ratched
Miglior attore in un film musical o in una commedia Sacha Baron Cohen – Borat: Seguito di film cinema James Corden – The Prom Lin-Manuel Miranda – Hamilton Dev Patel – La vita straordinaria di David Copperfield Andy Samberg – Palm Springs
Miglior regista Emerald Fennell – Una donna promettente David Fincher – Mank Regina King – Quella notte a Miami… Aaron Sorkin – Il processo ai Chicago 7 Chloé Zhao – Nomadland
Miglior serie drammatica The Crown (Netflix) Lovecraft Country (HBO) The Mandalorian (Disney+) Ozark (Netflix) Ratched (Netflix)
Miglior attrice non protagonista in un film Glenn Close – Hillbilly Elegy Olivia Colman – The Father Jodie Foster – The Mauritanian Amanda Seyfried – Mank Helena Zengel – Notizie dal mondo
Miglior canzone “Fight for You” – Judas and the Black Messiah “Hear My Voice” – Il processo ai Chicago 7 “Io Sì (Seen)” – The life ahead (La vita davanti a sé) “Speak Now” – Quella notte a Miami… “Tigress & Tweed” – The United States vs. Billie Holiday
Miglior attore in una serie drammatica Jason Bateman – Ozark Josh O’Connor – The Crown Bob Odenkirk – Better Call Saul Al Pacino – Hunters Matthew Rhys – Perry Mason
Miglior attore non protagonista in un film Sacha Baron Cohen – Il processo ai Chicago 7 Daniel Kaluuya – Judas and the Black Messiah Jared Leto – Fino all’ultimo indizio Bill Murray – On the Rocks Leslie Odom Jr. – Quella notte a Miami…
Miglior attrice in un film drammatico Viola Davis – Ma Rainey’s Black Bottom Andra Day – The United States Vs. Billie Holiday Vanessa Kirby – Pieces of a Woman Frances McDormand – Nomadland Carey Mulligan – Una donna promettente
Miglior attrice in una commedia o in un film musical Maria Bakalova – Borat: Seguito di film cinema Kate Hudson – Music Michelle Pfeiffer – French Exit Rosamund Pike – I Care a Lot Anya Taylor-Joy – Emma
Miglior attore in un film drammatico Riz Ahmed – Sound of Metal Chadwick Boseman – Ma Rainey’s Black Bottom Anthony Hopkins – The Father Gary Oldman – Mank Tahar Rahim –The Mauritanian
Miglior film musical o commedia Borat: Seguito di film cinema Hamilton Music Palm Springs The Prom
Miglior film drammatico The Father Mank Nomadland Una donna promettente Il processo ai Chicago 7
Sicuramente i Golden Globe sono più accessibili, meno complessi, e trattano più argomenti coinvolgendo anche le serie Tv, i premi tecnici non ci sono e si concentrano molto sul lato recitativo e creativo più semplice, mi piace molto come premio per questo motivo.
Il mio favorito è il film di David Fincher, una pellicola davvero straordinaria per molti aspetti, quindi il mio candidato alla Regia è sicuramente lui, anche miglior film e Gary Oldman può vincere anche come miglior attore.
La sceneggiatura de “Il processo ai Chicago 7” mi è piaciuta moltissimo, quindi spero possa vincere un premio, e vorrei sottolineare anche la colonna sonora di Tenet che è davvero stupenda.
Serie Tv purtroppo non mi posso esprimere perchè non le ho viste quelle candidate, anche se sono sicuro che “The Crown” porterà a casa qualche premio e anche qui siamo sempre su un prodotto targato Netflix.
Per concludere spero che Anya Taylor-Joy possa vincere il premio come miglior attrice in un miniserie, se lo merita davvero, ottima attrice dal futuro assicurato.