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Quattro Chiacchiere

MRS. DAVIS: UNA SERIE DALLE PREMESSE ALQUANTO PARTICOLARI

QUATTRO CHIACCHIERE: Ieri è uscita su Peacock la nuova serie di Damon Lindelof, creatore di Lost e Leftovers, Mrs. Davis si presenta come una serie tra fede, religione e fanatismo da Intelligenza Artificiale.

Per chi conosce Damon Lindelof, sa come questo autore giochi spesso con il tema della fede e della tecnologia, creando storie serie che si mescolano in misteri, teorie e situazioni in cui in qualche modo la religione entra sempre in gioco.

Il suo stile è abbastanza evidente, e anche in prodotti non originali come Watchmen o in film come World War Z, Cowboys and Alines e Star Treck, questo confronto tra fede e tecnologia c’è sempre. Sicuramente le due serie emblematiche di questo suo stile sono The Leftovers e Lost, dove si va molto in profondità nel concetto di religione, speranza e fede e anche di redenzione.

Mrs. Davis quindi si propone di tutti questi elementi, amplificando anche la sua visione a volte folle e onirica di alcune situazioni, come una ascesa nei cieli della propria anima. Mrs. Davis prende un concetto molto attuale come l’intelligenza artificiale e lo mette in una serie tv dalle diverse sfumature.

Mrs. Davis è una serie ambientata in un futuro non meglio definito, dove ormai l’intera popolazione mondiale o quasi, ha degli auricolari dove ascolta la voce di una IA che li guida nei percorsi e nelle scelte della propria vita, facile che questa situazione si trasforma in una venerazione divina, come una religione. Persone che per fede fanno gesti sconsiderati e che sono completamente devoti a questo Dio digitale. la protagonista della serie è una suora (Betty Gilpin) lontana dal mondo digitale e dalla tecnologia e grande contrapposizione a Mrs. Davis. Essa sarà bersagliata da questo Dio moderno, e dai suoi seguaci e aiutata invece dai non adepti. Come ad esempio un uomo che la accompagnerà nel suo viaggio. La suora si è ripromessa che troverà il sacro Graal e se questo accadrà, l’intelligenza artificiale ha promesso di disattivarsi e lasciare libera l’umanità da questa fanatica fede.

Già dalla trama principale si percepisce un po’ di follia, lo stile di Lindelof che ha sicuramente di creare fin da subito un certo tipo di curiosità, un numero di domande crescenti e una voglia di sapere la soluzione. Questa serie si prospetta moderna e anche in qualche modo attuale, che paragona a suo modo, le antiche e famose religioni, con un fanatismo tecnologico sempre più crescente. Come se l’essere umano non fosse in grado di camminare da solo senza fede. Il fatto che la protagonista vada alla ricerca di un simbolo religioso, significa che non vuole allontanare gli adepti di Mrs. Davis dalla fede, ma vuole dimostrarli che la fede in Dio aveva un fondo di verità e rimetterli sulla retta via.

Mi immagino questo forte contrasto interiore del personaggio che lotta contro una fede, per difendere la sua fede e il suo credo. Da quanto si vede dal trailer, sembra una serie quasi assurda e a tratti trash e cringe, fatta apposta per alimentare dell’assurda verità del mondo moderno, enfatizzata, stilizzata e amplificata in un racconto alquanto particolare.

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Recensioni nel tempo di un caffè

LE STRADE DEL MALE: TRA FEDE E VIOLENZA NELL’AMERICA RURALE

Recensione nel tempo di un caffè

Le strade del male è un film del 2020 diretto da Antonio Campos, questa pellicola è l’adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Donald Ray Pollock. Un cast corale davvero di buon livello, con attori come Tom Holland e Robert Pattison, tra gli altri anche Bill Skarsgard, Jason Clarke e Harry Melling.

Il film ha davvero un’ottima fotografia e scenografia, lo si percepisce subito con queste ambientazioni dai toni abbastanza spenti e affascinanti, che trasmettono il giusto senso di angoscia e paura. Ci viene mostrata una zona rurale dell’America in un dopo guerra complicato, con l’avvento di altri conflitti e con la fede in dio che è un misto tra fanatismo e follia. La trama scava nel lato oscuro dell’animo umano e ci mostra scene di violenza differente, spesso spinte e mosse dalla fede per Dio.

La follia alleggia in ogni dinamica narrativa del film, con il bene che sembra essere nascosto dalla forte violenza che ogni personaggio esprime a suo modo. Serial Killer, predicatori che abusano di ragazzine, fanatici religiosi e uomini disperati per amore che pretendono da Dio, ciò che Dio non può dare.

Le strade del male ha una trama abbastanza complicata, con qualche salto temporale in cui è facile perdersi, tanti personaggi e tanti intrecci e una complicata morale a cui è difficile trovare un senso, è destabilizzante, ma riesce a trasmettere le giuste sensazioni di dissenso e compassione. I personaggi sono ben scritti e caratterizzati, ottime le interpretazioni. C’è molta violenza e morte e un alone di intensa tristezza che non lascia mai il film.

Un viaggio nella follia umana, nella sua strampalata natura di trovare risposte a tutto e talvolta di affidarsi completamente a Dio anche nei gesti più violenti, come giustificazione del diavolo che a volte c’è in noi. Tutti i personaggi cercano redenzione e salvezza per i peccati di lussuria e violenza che commettono, con un solo bagliore di purezza nel giovane interpretato da Tom Holland, anch’esso però coinvolto nella violenza.

Nel complesso un film complicato, difficile da comprendere, un film che ha molti intrecci e in cui è facile perdersi, molto profondo strutturato che potrebbe disorientare un po’ lo spettatore. Però un ottimo film, ottima la fotografia e la recitazione, scritto bene e con cura, un film che vale la pena guardare.