Jungle Cruise è un film del 2021 diretto da Jaume Collet-Serra e basato sull’omonima attrazione dei parchi a tema Disney. Come accaduto per pirati dei caraibi, il voler fare un film partendo da una propria attrazione e per prima cosa una mossa pubblicitaria, che non sempre funziona.
Dopo una miriade di film e prodotti, Marvel e Star Wars, la Disney decide di riproporre un tentativo che hai tempi aveva avuto un successo incredibile, partire a scrivere un film da una propria attrazione dei diversi parchi a tema sparsi per il mondo. In questo caso si tratta di Jungle Cruise, un “crociera” avventura nell’insidiose acqua di del Rio delle Amazzoni alla ricerca di una specie di albero della vita i cui petali sono magici e possono spezzare le maledizioni o guarire qualsiasi malattia.
Si può dire che nel complesso l’esperimento sia fallito e ci si ritrova davanti ad una pellicola che a parte la fantasia, non ha nulla da offrire, con personaggi che non riescono a coinvolgere del tutto e con colpi di scena che invece di farti sognare ti portano in situazioni troppo surreali che fanno perdere l’interesse verso la trama. Una caccia al tesoro un po’ diversa e particolare, molto avventurosa e che dà al film un ottimo ritmo incalzante fino agli ultimi istanti. i due protagonisti, interpretati da Dwayne The Rock Johnson e Emily Blunt sono divertenti, ma forse troppo superficiali e irrealistici.
Come molti altri film Disney, questa pellicola è estremamente leggera, fin troppo leggera, tanto che ci si ritrova a vedere un film che è praticamente solo rivolto ad un pubblico di bambini se non per qualche battuta un po’ più da adulti. I dialoghi, le situazioni sono sempre ammorbidite da una sensazione di leggerezza mai vicina al pericolo. Beli alcuni tentativi di riprodurre questa attrazione, soprattutto nella parte inziale, ma per il resto, pur essendoci molta azione, non viene sfruttata a dovere.
Un buco nell’acqua da parte di Disney che si ritrova con un prodotto di bassa qualità, che non lascia il segno e che non funziona nemmeno al meglio come strumento pubblicitario. Si poteva fare sicuramente di meglio, ma le difficoltà di scrittura erano molte, quando il soggetto è una attrazione di un parco a tema, ma ancora di più difficile quando si vuole accontentare tutti, non offendere nessuno e dover per forza rendere un film più leggero e spensierato possibile.
Super Mario Bros. – il film è un film d’animazione del 2023, live action del più famoso videogioco del mondo, e icona della Nintendo, Super Mario.
Non era facile racchiudere le diverse sfumature dei tanti titoli videoludici legati a Super Mario, eppure questo film è riuscito perfettamente in questa impresa facendo tornare indietro alla propria infanzia e adolescenza molte persone. Personaggi che si prestano moltissimo a questo tipo di animazione, sono legati insieme da una storia si banale e per bambini, ma allo stesso tempo convincente.
Un fan service, ma di quelli fatti bene, senza esagerazioni e con un sacco di citazioni che rendono il film un vero tributo al videogioco e al personaggio di Mario, con un rapporto unico e piacevole con il proprio fratello. Il film non porta avanti temi complessi e a differenza di alcuni prodotti Pixar, non porta con sé alcun messaggio, forse può essere un difetto, ma allo stesso tempo regalano al film una leggerezza e “dolcezza” di cui ha bisogno.
Di per sé anche l’ironia e le battute, come la storia sono un po’ troppo per bambini, ma rendono comunque il film piacevole e divertente. Mario e Luigi si ritrovano catapultati in una dimensione parallela dopo che hanno attraversato un tubo. Vengono divisi e Mario parte alla ricerca di suo fratello grazie anche all’aiuto della principessa Peach, di Toad e di Donkey Kong. Si ritroverà a dover affrontare un malefico e innamorato Bowser che vuole conquistare anche il “regno” della regina.
Una dei difetti del film è il montaggio sonoro e le musiche, troppo sovrapposte e casuali che creano una sorta di confusione e rumore, tanto che non sembra esserci una logica. Altro difetto rimane purtroppo il fatto che forse è veramente una pellicola “cucita” per un pubblico molto giovane e le cui battute non hanno molto effetto su più adulti.
Nel complesso rimane però un film che fa fare un piacevole tuffo nei propri ricordi e riesce a farsi apprezzare anche da chi non ha mai giocato ai videogiochi, Super Mario rimane un’icona e un personaggio ormai nella storia della fantasia e questo film è un bellissimo tributo al suo mondo e alla sua storia.
QUATTRO CHIACCHIERE: Provo ad immaginare le reazioni e le situazioni possibili nel caso in cui questa edizione di Sanremo fosse una serie tv.
Come fatto in precedenza con diverse serie di tendenza, provo a scrivere le mie reazioni a caldo verso i primi due episodi di questa nuova ed immaginaria serie trasmessa su RAI 1. Una serie di nome Sanremo in cui si svolge più come un musical e che a tratti ricorda un po’ GLEE. Proprio come le migliori serie e film con musica, si ha un migliore successo quando si fanno cover e si ricorda con Gioia il passato, il finale del primo episodio infatti funziona alla grande, ma proviamo ad andare più nel dettaglio.
Le prime due puntate di Sanremo hanno ottenuto più del 60% di share, il che vuol dire che ormai è un prodotto ben “oliato” che funziona e che piace alla maggior parte del pubblico, un appuntamento imperdibile per molti che si subiscono più di quattro ore di programma filate, fino a tarda notte. Immaginarlo come serie televisiva non è poi così facile perché nulla potrebbe avere questo seguito da Fan accaniti a assidui. Mi piace immaginare un po’ in stile trono di spade, trasmesso nei bar per vedere in diretta le reazioni dei telespettatori.
Sanremo parte alla grande, nel cast un premio Oscar di eccellenza Roberto Benigni, un po’ noioso e monotono, il pubblico non ha apprezzato del tutto il suo monologo, che dura forse troppo e centra ben poco con il resto della trama. I protagonisti non recitano benissimo, ma almeno sono ormai ben inseriti nel contesto, anche Amadeus torna protagonista come negli ultimi anni, con lui di nuovi attori, Gianni Morandi e Chiara Ferragni, lei un po’ troppo tesa, anche il suo monologo e forte e incisivo, ma forse un po’ scontato, spacca un po’ il pubblico in due.
Il primo episodio si perde un po’ con le sue comparse, i suoi protagonisti arrancano un po’ e la musica non è delle migliori, è una serie tv che crea sempre grandi aspettative da questo lato, ma quest’anno non sembra soddisfare del tutto. Canzoni troppe urlate, spesso poco melodiche e non del tutto orecchiabili, fanno faticare il primo episodio di questa serie che cambia troppo spesso obiettivo e va spesso fuori rotta. Sanremo però non molla e verso la seconda metà dell’episodio c’è un plot twist clamoroso che cambia le carte in regola, come in qualche stagione precedente in stile Morgan e Bugo, l’improvvisazione diventa l’arma in più di questa serie e sorprende il pubblico, con Blanco in stile Leonardo DiCaprio che si arrabbia e spacca tutto, recitazione da Oscar, ma il pubblico non ha apprezzato molto, sorpreso da questa svolta inaspettata della sceneggiatura. Fotografia ottima, con inquadratura dall’alto per vedere il disastro della furia umana.
Il vecchio funziona sempre, come con i sequel e gli easter Eggs anche Sanremo non si tira indietro dalle citazioni al passato, Appaiono i Pooh e pur senza Massimo Boldi alla batteria (Cit.) e il compianto e amato Stefano d’Orazio esprimono tutta la loro forza e cantano a squarciagola, con un montaggio sonoro da rivedere. Uno dei momenti più energici del primo episodio. Il finale fa un easter eggs pazzesco e proprio come in GLEE le cover funzionano di più e proprio come in Wakanda Forever c’è un bel tributo a un protagonista del settore scomparso anni prima. Morandi prende le redini e in una delle scene scritte meglio inizia a cantare una meravigliosa “Il mio Canto Libero” di Lucio Battisti, momento migliore dell’episodio e ottimo finale.
Anche il secondo episodio sfrutta il passato immenso della serie e va a ripescare gente come Albano e Massimo Ranieri che insieme a Morandi ci ricordano come fosse bello un tempo ascoltare musica, con infinita possibilità creativa senza pericolo di plagio e di offesa, sceneggiature più libere e vere. Oltre la nostalgia il secondo episodio fatica più del primo, ma la recitazione e il montaggio sonoro migliorano, sul finale uno sketch comico inaspettato, un po’ improvviso e fuori dalla trama principale, ma che funziona e tiene alta l’attenzione, per la parte competitiva della serie, con una classifica che fa storcere il naso. Marco Mengoni è primo e lascia spiazzato il pubblico che però approva in mancanza di alternative, piacciono anche Colapesce e DiMartino forti anche dal pezzo della stagione precedente.
Nel complesso una serie che funziona ma solo a tratti e che a volte delude, ma una serie che sa anche stupire con colpi di scena non indifferenti e con ricordi del passato che sanno di nostalgia. Potrebbe migliorare nei prossimi episodi, anche se mi rendo conto che non è facile gestire questo cast corale con tutti queste comparse. Nei primi due episodi e avendo ascoltato tutti i pezzi il mio preferito è Mr. Rain.
American Psycho è uno dei quei film iconici, conosciuti più per i meme e le immagini presenti su internet che per la sua vera forma e trama, un film spesso citato, e nominato, ma che sfortunatamente, fino a ieri sera, non avevo mai visto.
Scorrendo nel catalogo Netflix mi ritrovo davanti a questo film del 2000, diretto da Mary Harron e tratto dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis. Con un incredibile come sempre, Christian Bale.
Un film molto enigmatico, a tratti folle e complicato, dai mille significati che ogni spettatore può provare ad estrapolare, American Psycho è un viaggio nella follia mentale di un uomo, vittima di sé stesso e del mondo in cui vive. Patrick Bateman appare come un uomo perfetto, ricco, intelligente e bello che si prende cura di sé stesso e che non sbaglia una mossa, un uomo perfetto, ma collocato in un mondo tutto uguale, in cui le persone si vedono tutti i giorni ma sbagliano il nome e in cui un bigliettino da visita può fare la differenza. La descrizione di una follia omicida, perpetrata da Bateman per quasi tutto il film, con Christian Bale che grazie alla sua interpretazione riesce a trasmettere tutta questa strampalata storia.
American Psycho è una estremizzazione del mondo americano dei Broker, un piccolo precursore di “The Wolf of Wall street“, ma con molta molta più follia e meno realtà. Un viaggio nella follia di un uomo che non sa più nemmeno cosa sia reale e che confonde anche lo spettatore che rimane un po’ spiazzato dal finale e che si fa mille domande. Ci ritroviamo a chiederci se tutto quello che abbiamo visto sia vero o frutta della sua fantasia, spezzando in due l’opinione su questo film.
La follia ha sempre il suo fascino, il film è scritto davvero bene e anche la regia è di buon livello, i mille dubbi e domande lasciate dal finale, non fanno che dare ancora più valore a questo film. Un film che potrebbe diventare tra poco una serie tv. Chi non l’ha visto come me fino a ieri, deve assolutamente vederlo, e capire da che parte stare.
FANTASCENEGGIATURA: Tempo fa si era parlato di un possibile film su Crash Bandicoot, notizia sparita del tutto dai radar da due anni. Ma come potrebbe essere questo film?
Crash Bandicoot è forse uno dei giochi più iconici e popolari del mondo, con un successo clamoroso a fine anni ottanta e inizio duemila. Un videogioco con molti personaggi particolari, tra cui il suo protagonista, spesso da molti paragonato a Sonic, di cui hanno già fatto un film.
Circa tre anni fa, si iniziò a parlare di un possibile film con protagonista Tom Holland a Jason Momoa, notizia che fece molto clamore, ma di cui si persero quasi subito le tracce, mentre il videogioco si rilancia, con un nuovo capitolo.
Crash Bandicoot ha infinite possibilità, ma effettivamente, farne un film non è una delle cose più semplici del mondo, perché a differenza di Sonic, è difficile collocare i personaggi in un mondo reale, fare quindi un misto di CGI e attori realistici. L’idea quindi, potrebbe essere quella di creare un prodotto simile a Space Jam o a qualcosa di simile all’ultimo Jumanji.
L’idea di spostare il particolare e pazzo Crash lontano dal suo mondo potrebbe essere carina, ma allo stesso tempo, forse, toglierebbe un po’ tutto il fascino del suo mondo, fatto di animali parlanti e personaggi davvero strampalati. Difficile anche strutturare una storia che possa risultare del tutto convincente. Forse per questi motivi, non si è fatto nulla.
Il punto centrale della storia dei videogiochi, è sempre stata la rivalità tra Cortex e Crash, e penso che anche nel film debba essere così, ma come mostrare il mondo di Crash Bandicoot in un film?
Tom Holland già presente in un film Naugthy Dog come Uncharted sarà il protagonista nel film, potrebbe essere un esploratore con il suo compagno di avventura Jason Momoa che durante una ricerca scientifica nel pieno della foresta amazzonica, si imbattono in una strana tribù.
Questa Tribù è comandata da un grande capo, che non lascia quasi mai la sua capanna, un uomo imponente e custode di sapienza e poteri particolari, chiamato da tutti Papu Papu. Capo sciamano che ama dormire e mangiare e odia praticamente chiunque lo disturbi. Egli afferma che nei suoi sogni, grazie alle due maschere venute dallo spazio, può viaggiare nei suoi sogni e vivere in quella che chiama, Insanity Island. Nel tempio indigeno, infatti ci sono due grandi Maschere, più grandi di un viso umano, dai poteri sovrannaturali.
Le due maschere, sempre stando a Papu Papu, sono le maschere che dividono e regolano il bene e male sulla terra e che solo grazie all’equilibrio, il mondo non può essere distrutto dalle forze del male. Le maschere sono ovviamente Aku Aku e Uka Uka. Affascinati dalla storia, i due esploratori, durante una notte di luna piena, decidono di provare le due maschere.
Improvvisamente vengono trasportati in mondo parallelo, dove si ritrovano nel mondo di Crash Bandicoot. Con due nuovi personaggi creati appositamente per il film, iniziando così tutta la parte in CGI del film.
Si ritrovano nel bel mezzo di una gara di Kart, in cui al loro fianco ci sono proprio Crash e Cortex che stanno lottando contro uno strano e potente nemico comune, una specie di alieno chiamato Oxide, la gara finisce in favore di Crash, grazie all’aiuto dei due esploratori catapultati appena qualche minuto prima in quel mondo. Scoprono fin da subito che Cortex non è quello che sembra e che era loro alleato solo perché avevano un nemico comune.
Sconfitto Oxide, i due protagonisti conoscono un po’ meglio questo mondo e notano tutta la sua follia, con personaggi assurdi, e con una lotta particolare per mantenere il potere, una strana lotta tra bene e male. Così Aku Aku e Uka Uka, litigano come sempre e pretendono che una volta per tutto l’equilibrio sia spezzato, e in base a chi vincerà si avranno conseguenze sul mondo. Inizia così il Bash, un torneo a squadre con delle prove molto particolari.
Tutte le prove del videogioco Crash Bash, e di altri videogiochi della serie, riprodotte nel film, con i due protagonisti che dovranno aiutare Crash a salvare il suo mondo e il loro di conseguenza. Ritroveranno e incontreranno tutti i personaggi della saga.
Naturalmente il bene vince sempre e riusciranno a superare tutte le prove con una finale che ricorderà qualche prova iconica dei videogiochi, magari con uno scontro tra Crash e Cortex. Ovviamente questa è tutta fantasia, non c’è più nessuna conferma di un possibile film, però mi piacerebbe vederlo così, unico e particolare. Un videogioco che in molti hanno amato e che in molti sarebbero curiosi di vedere sul grande schermo.
FANTASCENEGGIATURA: Uno dei film più iconici di Ridley Scott avrà un sequel, forse ambientato vent’anni dopo il film originale.
Inutile dirvi di cosa si tratta, Il gladiatore è uno dei film più famosi della storia recente, un bellissimo film che ha reso Ridley Scott uno dei registi più acclamati di Hollywood, collegato inevitabilmente a film storici da quel giorno.
La bellezza del Gladiatore era la sua epicità, ogni scena era amplificata da una colonna sonora strabiliante diretta da Hans Zimmer, e dalla trama gloriosa che ci riportava nell’antica Roma, dopo anni che i Kolossal stavo ben lontani da quel mondo. Roma è affascinante, si potrebbero fare mille film a riguardo e non stancarsi mai di raccontare storie è così che nasce l’idea del Gladiatore 2.
No, in realtà il Gladiatore 2 è puramente una grande mossa commerciale, un pubblico assicurato, un ritorno ai film storici e una visione di Scott dell’antica Roma, non ne avevamo bisogno, perchè questi sono film che non andrebbero mai toccati, ma il nome della “pellicola” vende un sacco e quindi ormai è ufficiale che il Gladiatore avrà un sequel.
Ridley Scott sempre al comando, Russell Crowe Massimo Decimo Meridio sarà il produttore esecutivo, però dopo le riprese di Kitbag, il film sull’ascesa di Napoleone, con protagonista Joaquin Phoenix. Quindi quando finiranno le riprese di Kitbag partiranno quelle del Gladiatore 2.
Dalle prime teorie, sembrerebbe che lo sceneggiatore sarà Peter Craig, autore di recente di The Batman e Top Gun: Maverick. Compito difficile per uno sceneggiatore che deve fare un sequel di un film che difficilmente può averlo. La storia si svolgerà vent’anni dopo gli avvenimenti del primo film e seguirà le vicende di Lucio, il bambino già presente nel primo film e nipote di Commodo.
COLLOCAZIONE STORICA
Il primo film prese spunto dal fatto che l’imperatore Commodo fu assassinato da un ex-Gladiatore, tale Narcisso, naturalmente tutto il resto della storia è sceneggiata e inventata e solo in parte descrive la Roma di quel tempo. Essendo un sequel sarà impossibile distaccarsi troppo dalla storia reale della Roma di quel periodo. In quegli anni dal 182 D.C. al 202 D.C. non furono anni molto sereni, al potere c’era Settimio Severo, un imperatore che riprese i pieni poteri, escludendo quasi del tutto il senato, detto in parole povere. Riprese la persecuzione contro i cristiani il che potrebbe essere uno spunto interessante, ma a parte questo non ha il fascino folle di Commodo e il protagonista Lucio difficilmente potrà avere il fascino glorioso di Massimo Decimo Meridio. Quindi siamo nel 202 D.C. potrebbe essere interessante esaminare il rapporto tra i figli dell’imperatore che dopo la sua morte, uno dei due Caracalla, uccise l’altro Geta.
COSA POTREBBE FARELUCIO?
Se il film fosse ambientato nel 202 A.C. la famiglia Antonina non avrebbe più potere a Roma, molto probabilmente qualche membro nel senato, ma sarà sicuramente stata una famiglia facoltosa a stretto contatto con i successivi imperatori. La morte clamorosa di Commodo come vista nel film, avrebbe creato non pochi problemi a Roma, dove un soldato tradito, un generale dell’esercito, divenne Gladiatore per trovare vendetta. Quindi guerra civile inevitabile con un forte contrasto tra politica e esercito. Lucio seguendo le orme di Massimo, potrebbe essere un generale romano, ma visto il suo alto rango sociale, si potrebbe immaginare che sia stato assegnato come guardia e protettore del figlio dell’imperatore. Caracalla in quegli anni aveva solo 14 anni, ma proprio nel 202 D.C. si sposò con la giovane Fulvia Plautilla anche lei solo 14enne e riluttante nei confronti di Caracalla. Il matrimonio può essere parte della trama, perchè particolare con un gigantesco banchetto a base di cibo crudo o addirittura vivo. Tra i due non scorreva buon sangue tanto che nel 205 il divorzio, poi Plautilla venne esiliata a Lipari per poi essere giustiziata nel 212 quando Caracalla divenne imperatore.
Detta così si potrebbe già intuire come potrebbe andare la trama, Lucio prende le parti della giovanissima moglie di Caracalla, e per punizione non viene esiliato ma mandato a combattere come Gladiatore nel Colosseo. Un classico del sequel riutilizzare parti del primo film. Il problema del film il Gladiatore è proprio questo. Se parli di Gladiatori vieni accusato che è uguale al primo, se non lo fai vieni accusato che non c’entra nulla con i Gladiatori e quindi il titolo serve solo a fare soldi. Il pubblico vuole battaglie, mi piacerebbe vedere un inizio con un forte contrasto, il lusso sfrenato del matrimonio con la dura vita del legionario che sta combattendo una battaglia.
Un Lucio buono, a favore della libertà di credo che salva i cristiani dalla persecuzione, protettore di Caracalla, ma che trama dietro all’imperatore Settimio Severo. Rispetto al primo vorrei vedere più sfumature della Roma di quel tempo, sempre mantenendo un ritmo incalzante. Una battaglia, uno scontro di idee, e i combattimenti tra Gladiatori erano gli elementi cardine del primo film, esaltato dalla epicità delle parole e dei momenti.
Lucio dovrà rappresentare la reincarnazione di Massimo, con la sua visione di una Roma onesta, pura e libera, in contrasto con la visione dittatoriale di Settimio Severo, con magari il finale ambientato in Britannia, in una grande battaglia, dove l’imperatore perde la vita proprio per mano di Lucio, che tradisce Roma per non tradire i propri ideali e tornando in città con tutto il favore dell’esercito, esercito che storicamente era grande amico di Caracalla.
Quindi ricapitolando, Lucio soldato protettore di Caracalla, viene fatto combattere come Gladiatore per aver preso le parti della moglie esiliata del figlio dell’imperatore. Se sopravvivrà a tre scontri nel Colosseo sarà libero, ma non del tutto, sarà libero di andare in battaglia in Britannia come umile soldato romano. Tutto l’esercito lo ricorda però come “erede” di Massimo Decimo Meridio e si schiera con lui, si ribellano, uccidono Settimio Severo e vanno a Roma per riprendersi il potere.
Settimio Severo fece molte campagne militari nella Britannia Romana, l’odierno Regno Unito, soprattutto al nord del paese, nelle zone della Scozia e del famoso vallo di Adriano, una location sicuramente suggestiva, che potrebbe dare un tocco in più al film e mostrarci la vastità dell’impero romano. Nella storia originale l’imperatore morì per malattia, nella odierna York. I suoi figli erano presenti con lui in quelle guerre. Nella trama che sto immaginando per il sequel del gladiatore invece, mi immagino un Lucio che rivolta l’esercito contro il proprio imperatore, mentre Caracalla se ne sta beato a Roma tra sfarzo e ricchezza. Come all’inizio del film si ripete il contrato tra la battaglia e la bellezza e il lusso di Roma, con magari un Caracalla immerso nelle sue terme.
Roma è meravigliosa, ciò che il film ci ha dato è solo una rappresentazione gloriosa del Colosseo, come giusto che sia, questo film però ci può mostrare altre meraviglie di Roma, come ad esempio le Terme di Caracalla. Un film che visivamente ci potrà sicuramente stupire, sia nelle battaglie che negli scontri nella famosa arena, ma che allo stesso tempo ci mostrerà la bellezza dei monumenti del tempo. Sarebbe bello anche uno discorso tra Caracalla e Lucio sulla grandezza di Roma e ciò che rappresenta per entrambi, solo loro due che parlano al centro del Pantheon per poi inevitabilmente uccidersi a vicenda, proprio come nel primo film, con i due nemici che soccombono.
Chi potranno essere gli Attori principali?
Come attore protagonista, nel panni di Lucio, nonché nipote dell’unico e vero imperatore Marco Aurelio, io metterei Chris Hemsworth, c’è una lontana somiglianza con il bambino, ha un ottima fisicità, è un ottimo attore e può davvero essere perfetto per questo ruolo. Connie Nielsen dovrebbe essere riconfermata nel ruolo di Lucilla, figlia di Marco Aurelio e sorella di Commodo, nonché madre del piccolo Lucio. Dopo la morte di Massimo Decimo Meridio, il figlio di Lucilla, non solo vuole diventare un generale romano, ma prende anche il nome del suo “idolo”, chiamandosi Lucio Aurelio Decimo Meridio. La volontà della madre però lo fa subito rientrare a Roma dopo anni di battaglie, per proteggere il giovane Caracalla.
Per interpretare Caracalla, a livello estetico sarebbe stato perfetto Jamel Debbouze che è perfettamente identico, ma purtroppo troppo vecchio per questo ruolo.
So che Hollywood non darà peso a queste cose, già non l’ha fatto nel primo, e il Gladiatore non è molto storico, però mi piacerebbe che ci fosse un tentativo almeno di carattere estetico di rappresentare gli imperatori. Non molti sanno che Settimio Severo era di origini nord africane, per questo sarebbe molto bello e adeguato che gli attori abbiano determinate caratteristiche, è un politically correct storicamente adatto, che ci fa capire molte cose sulla storia della nostra amata penisola. Per il ruolo di Caracalla ho pensato a Mehdi Dehbi, immaginando nel film un Caracalla che si sposa dopo i 14 anni, magari già verso i 20 anni. Attore già presente nella serie tv il Messiah.
Per il ruolo dell’imperatore Settimio Severo ho pensato a Naveen Andrews il famoso Sayd della serie Lost. Non si è più visto i ruoli di rilievo e potrebbe essere il suo riscatto, ovviamente scelto per lo più con la somiglianza con l’imperatore romano. Sicuramente non avrà un ruolo centrale come i due protagonisti, per via delle sue campagne nelle terre scozzesi, ma sarà un altro punto di vista sull’impero romano di quei tempi. Rivale con Lucio per la persecuzione dei cristiani e magari anche per una possibile esecuzione di madre che ha troppo potere nel senato, potrebbe essere un elemento della trama interessante.
Un sequel degno del primo film, con determinate ambientazioni, con Lucio che deve combattere nel Colosseo per la propria vita, magari uno degli incontri può essere una battaglia navale, visto che in base ad alcune testimonianze storiche il Colosseo veniva riempito d’acqua per certe occasioni.
Le Naumachie, così venivano chiamate le rappresentazioni delle battaglie navali negli anfiteatri, questo potrebbe essere un elemento in più per il sequel di questo glorioso film. Un elemento spettacolare a livello cinematografico. Potrebbe essere l’ultima battaglia dove Lucio esce vincitore e dopo di essa mandato in battaglia in Scozia.
Riassumendo quanto detto, per fare un punto conciso della situazione, una breve sinossi di come mi immagino la trama per questo sequel.
Lucio Aurelio Decimo Meridio, viene richiamato a Roma, dopo anni di battaglie in giro per l’impero romano, per volere di sua madre Lucilla e dell’imperatore Settimio Severo, sarà il protettore del futuro imperatore Caracalla. Lucio si trova alle nozze di Caracalla, intanto Settimio Severo parte per la Scozia. Negli anni successivi Lucio vede la persecuzione dei cristiani a Roma e si schiera a loro favore, sua madre viene giustiziata dall’imperatore perchè aveva troppo potere in senato, e Caracalla divorzia e esilia sua moglie Fulvia Plautilla. Lucio fa di tutto per proteggerla e viene accusato di tradimento. Caracalla conoscendo il legame di Lucio con Massimo Decimo Meridio, decide di farlo diventare un Gladiatore se sopravvivrà a tre incontri, sarà spedito a combattere in Scozia con suo padre. Caracalla sottovaluta non solo le abilità da combattente di Lucio, ma anche il suo forte legame e influenza sull’esercito romano. Lucio uccide Settimio Severo e decide di vendicarsi anche di Caracalla che nel frattempo è diventato imperatore ha giustiziato Fulvia e non solo, ha fatto giustiziare tutti i legami affettivi della famiglia aureliana di Lucio e suo fratello Geta, grande amico di Lucio. Nel finale c’è lo scontro nel Pantheon tra Lucio e Caracalla che nello combattimento perdono inevitabilmente la vita entrambi. Il senato romano decide di seppellire il corpo di Lucio vicino alla Tomba di sua madre e a quella di Massimo Decimo Meridio.
FANTASCENEGGIATURA: Provo ad immaginare come potrebbe essere uno spin-off de “La casa di carta” con protagonista il figlio di Berlino, apparso nell’ultima stagione della serie.
Nell’ultima stagione de “La casa di carta” sono apparsi dei nuovi personaggi, praticamente tutti appartenenti al passato cronologico della storia, ma che sembrerebbe che uno di quelli potrebbe anche essere parte del presente narrativo della rapina. Forse potrebbe aiutare la banda a fuggire? Tutti se lo stanno chiedendo ed è forse l’ultimo spunto interessante della serie, riuscire a creare un po’ di curiosità, come successo con Tatiana e Alicia e la loro somiglianza.
Ormai la casa di carta è una vera e propria macchina da soldi, è una delle serie con più successo di Netflix è la più ostentata e fa parlare spesso di se. Come già detto nei precedenti articoli è un fenomeno mondiale e in Italia in particolare, continua a spopolare. A dicembre ci sarà il gran finale, ma il pubblico non sarà mai sazio e così qualcuno starà sicuramente pensando a degli spin-off. Di recente tutti gli attori stanno facendo dichiarazioni particolari a riguardo anche Ursula Corbero, l’attrice che interpreta Tokyo, oppure Alvaro Morte, il professore, non hanno escluso dei possibili spin-off.
Tutto fa pensare che la casa di carta non sia finita del tutto e che un prodotto del genere verrà sfruttato fino all’osso, ma come spesso accade in queste situazioni c’è sempre bisogno di un riciclo generazionale, di un cambiamento importante. Per questo vedendo il figlio di Berlino non posso non pensare che in futuro ci possa essere uno spin-off con lui e Tatiana protagonisti e con Berlino come mentore e insegnante in lunghi flashback tipici della serie originale.
UN TALENTO IN ERBA
Lo spin-off sarebbe bello incentrarlo sul figlio di Berlino che entra nel mondo della criminalità, con piccoli colpi, per poi pensare al colpo del secolo, uscire dai confini della Spagna ormai sembra ovvio, perchè la serie ha conquistato tutta l’Europa. Una serie in cui si vede Berlino che poco a poco insegna al proprio figlio l’arte della rapina, e lui si approccia a diventare un nuovo professore, magari qualche comparsa dei vecchi personaggi ma nulla di più. Lo scambio di sguardi tra il figlio di Berlino e Tatiana è stato abbastanza eloquente, quindi non mi stupirei se facessero coppia in uno spin-off della serie, magari è solo un illusione che possano far parte del colpo, magari quello che ci hanno fatto vedere serve solo per avere una nuova serie già pronta tra le mani.
Partire da zero non è facile e uno spin-off su uno dei protagonisti sarebbe forse troppo forzato farlo fin da subito, magari già a partire dall’anno prossimo, ma fare una serie con personaggi già introdotti e con Berlino come “sponsor” sarebbe un gran bel colpo, un colpo geniale come quello del professore. Una nuova banda, nuovi personaggi, nuovi costumi iconici, tutto nuovo ma mantenendo il vecchio stile. Una banda molto disordinata, alle prime armi, con Rafael (figlio di Berlino) e Tatiana come mentori e ideatori delle rapine. Una serie che segue passo a passo la crescita dei personaggi passo per passo prima del grande colpo. La rapina diventa la conclusione stessa della serie, mentre invece la crescita, le piccole rapine, le prime esperienze nel campo criminale saranno il succo centrale della serie. L’importante sarà mantenere la stessa filosofia e metterci dentro qualche comparsa illustre oltre alla presenza di Berlino nei Flashback. L’Ossessione di Rafael dovrà essere quella di battere il professore, di far meglio di suo padre e di fare una rapina talmente clamorosa da scuotere il mondo e non solo la Spagna, una rapina internazionale.
Una serie che fa ciò che la serie originale ha fatto solo tramite i flashback, mostrandoci la creazione di una nuova banda, l’ideazione di un piano, senza troppe rivelazioni e delle piccole rapine per ricavare un budget per organizzare il colpo del secolo. Ci sarà sempre Berlino nei flashback del giovane Rafael, tutte i suoi insegnamenti e le sue “perle” su come va vissuta la vita. Ci sarà Tatiana che sarà un ottima stratega, forse ancora meglio del professore, ma con un passato misterioso e un sospetto che fa il doppio gioco. Una serie che ritorni un po’ al passato, al vero senso della rapina, alla strategia e hai rapporti umani che inevitabilmente si creano nella banda di ladri. Un crescendo di azione e violenza, man mano che le stagioni passano e il gioco si fa sempre più duro, non solo uno spin-off de “La casa di carta” ma una evoluzione di essa, con più cura per i dettagli, ma mantenendo sempre quella capacità di coinvolgere il pubblico.
Il cast iniziale può essere una pubblicità unica, solo dai nomi degli attori il pubblico vorrà vedere questa serie, perchè non resisterà all’abbinamento, attori conosciuti per altre serie e il nome di una delle serie più popolari di Netflix. Il pubblico in fondo sa che vuole uno spin-off, e lo sanno anche i produttori della serie che non vogliono fermare questa macchina da soldi. Quindi nel cast non faccio fatica ad immaginare due attori come Aron Piper e Ester Esposito, due attori molto apprezzati (più per la loro bellezza) nella serie spagnola Elite. Questo creerebbe un sacco di curiosità immediata verso questo spin-off.
COLLEGAMENTI CON “LA CASA DI CARTA”
Rafael dichiarerà apertamente che vuole essere meglio del professore, vorrà un nome tutto suo, vorrà copiare praticamente il suo “idolo” ma cambiando leggermente le cose, magari invece di professore di vorrà far chiamare “Mentore” oppure semplicemente “il maestro” e perchè no, magari un nome in onore di suo padre e si farà chiamare proprio “Berlino”. Anche i nome all’interno della banda non dovranno essere per forza i nomi delle città, sarà bello poter sorprendere il pubblico senza risultare troppo banali. Difficile sostituire un idea così importante come quella della prima stagione de la casa di carta, anche i costumi con le maschere di Dalì sono ormai iconici. Ma lo spin-off può giocare su questo fattore, può sbizzarrirsi sul fatto che il figlio di Berlino appunto, voglia essere come il professore e migliorarsi. Quindi sarebbe meno banale e più credibile se tipo invece del nome delle città, userebbe il nome dei monumenti sparsi per il mondo, o che ne so, i nomi di liquori famosi, una cosa apparentemente banale e grottesca, ma giustificata dall’ossessione del protagonista.
Anche le maschere, i costumi, un rosso che ormai è il colore simbolo della serie, sarà difficile da estirpare, ma allo stesso tempo è giusto che succeda, magari anche qui con una spudorata somiglianza.
Anche le giuste comparse, le giuste citazioni saranno molto importanti, tutto dovrà ricondurci alla serie originale, ma allo stesso tempo dovrà essere capace di fare qualcosa di nuovo e staccarsi da essa, è giusto sfruttare il successo, ma non troppo se no il pubblico rischia di stancarsi.
Lo spin-off dovrà essere in grado di sperimentare di andare oltre le solite cose, di smentire gli scettici e di stupire chi già ha seguito con passione la serie originale, deve riuscire a cavalcare l’onda e se possibile renderla più grande, magari meno pubblico da mainstream, ma una nicchia più esperta che riconosca il valore della serie. Hai il pubblico, hai il successo, non c’è bisogno di sfamare sempre i fan come fatto con le ultime due stagione del trono di spade. Delle volte è bello esprimere la propria arte come se vuole con scelte accurate, ma che non si basino sempre sul volere del pubblico. L’ultima stagione de “la casa di carta” ha voluto fare dei colpi di scena talmente banali che non mi hanno fatto effetto, troppo forzati, troppo telefonati. C’è bisogno di qualcosa di più autentico e fatto seriamente, con una cura più dettagliata verso anche la recitazione.
Riconoscere i grossi difetti della serie originale e cercare di migliorare, mantenere l’ottima fotografia e regia, ma migliorare nella scrittura, nel montaggio che è purtroppo e pessimo e abbassare il livello di trash che ha ormai raggiunto punte altissime. Bisogna creare una serie che possa stupire anche nei dialoghi, non stupidi e ridicoli, ma qualcosa di più studiato, profondo e serio.
E voi cosa ne pensate? come vorreste lo spin-off de la casa di carta?
Provo a pensare a quali potrebbero essere gli attori ideali per questa serie tv
THE LAST OF US 2
Ormai è ufficiale che ci sarà una serie tv tratta dai videogiochi della Naughty Dog, The last of us, il web si è immediatamente sbizzarrito con dei “fantacasting”, e anch’io non potevo sottrarmi a questo bellissimo “gioco”.
Partiamo dalle cose positive di questa serie tv, la prima è che sarà distribuita dalla HBO, ad oggi un dei Network migliori al mondo per la produzione di serie tv. HBO è sinonimo di qualità, di cura nei dettagli e del giusto grado di violenza, con storie quasi sempre convincenti.
Parliamo delle certezze, sono già stati annunciati gli sceneggiatori, che faranno anche da Showrunner alla serie tv, due che hanno già collaborato con la HBO, che sono Craig Mazin e Neil Druckmann, creatori e produttori della serie Chernobyl.
Craig Mazin è un ottimo sceneggiatore, ma la sua prima svolta è arrivata proprio con Chernobyl dove ha potuto esprimere il suo talento anche nelle storie più complesse, cupe e con molta serietà.
Mazin arriva da film come Scary Movie, Superhero, Una notte da leoni, tutte delle bellissime parodie e commedie, ma con Chernobyl ha dimostrato tutta la sua duttilità e talento, quindi è una scelta davvero azzeccata per questa serie tv.
Neil Druckmann è uno scrittore pazzesco, pilastro creativo della Naughty Dog, e ideatore della storia di The last of us, un ottima cosa averlo al fianco di Mazin, insieme potrebbero davvero scrivere un ottima sceneggiatura.
Ho messo apposta quella foto con Ellie che suona in un bosco, per far intuire quanto sarà importante la fotografia in questa serie Tv, HBO difficilmente sbaglia nella fotografia, ma visto che ci siamo, mi piace sognare e immaginare un Regista e un fotografo di altissimo livello alla guida di questa serie.
Sarebbe bellissimo, quanto costosissimo avere alla regia uno come Alfonso Cuaron, e alla fotografia, uno dei migliori di sempre, Emmanuel Lubezki, che già hanno collaborato insieme in film come Gravity e I figli degli uomini.
Lubezki e Cuaron sarebbero perfetti in una serie tv del genere, complessa, ma che potrebbe puntare molto su determinate situazioni, visivamente da perdere il fiato, proprio come quella “scena” del videogioco che ho messo in foto, tratta dal secondo capitolo del videogioco.
Per quanto riguarda gli attori ho già letto molti articoli a riguardo, moltissimi stanno immaginando o sognano di vedere un determinato attore nei panni di Joel o un attrice nei panni di Ellie.
Molte delle idee che ho letto sono stupende, la verità è che dipenderà anche molto da come Joel sarà scritto, noi ci basiamo sul videogioco, ma l’interpretazione cinematografica è un’altra cosa.
Una delle candidature più gettonate nel web, per Joel era sicuramente quella di Hugh Jackman, forse perchè non lo solo lo ricorda fisicamente, ma perchè alcuni suoi ruoli si sono avvicinati molto a quello stile di personaggio.
Lo stesso Logan ricalca a tratti, quelle caratteristiche di Joel, burbero, ma dal cuore d’oro, proprio come nell’ultimo film di Wolverine che c’è il rapporto tra Logan e la bambine che è come se fosse sua figlia, un rapporto di amore e odio.
Ho trovato anche questo abbinamento, in questo caso penso abbia influito molto il ruolo di Karl Urban nella serie The Boys, dove alcune caratteristiche coincidono con quelle di Joel, forse in fondo solo la barba. Sinceramente non mi convince molto, non penso sia adatto ad un ruolo del genere.
Forse è meglio pensare a qualche attore meno conosciuto, che deve ancora esprimere il proprio talento, come fecero con Matthew Mcconaughey in True Detective, o con Henry Cavill in The Witcher, sono stati loro ad insistere per avere quel determinato ruolo, per passione e interesse.
Visto che non sappiamo i gusti ludici degli attori andiamo avanti con il cast, per adesso ho scartato questi due attori, Hugh Jackman mi intriga un sacco nel ruolo di Joel, ma non mi convince del tutto, ho paura sia troppo Wolverine nella mente delle persone.
Nel web sta impazzando la candidatura di Nikolaj Costa-Waldau e cavoli, bisogna ammettere che hanno ragione, perchè ha molte caratteristiche che potrebbero tornare utili per interpretare il personaggio di Joel.
La somiglianza fisica c’è, non eccessivamente rimarcata, ma necessaria, Nikolaj arriva dal trono di spade, per poi “perdersi” un po’ in altri film, non ha ancora trovato il ruolo adatto per confermarsi come ottimo attore, questa potrebbe essere la sua occasione perfetta, lo vedrei molto bene nel ruolo di Joel.
Nikolaj Costa-Waldau è abbastanza famoso, quindi è già conosciuto dal pubblico HBO, in più crea molta curiosità, perchè in molti si aspettano un grande ruolo da lui, si aspettano di essere stupiti da una sue interpretazione, quindi si lui è un candidato perfetto.
Spulciando qua e là ho trovato anche questa proposta, secondo me alquanto allettante, no quello nella foto non è Tom Hardy, ma il suo sosia Logan-Marshall Green.
Logan è un attore poco conosciuto e spesso viene confuso con il ben più famoso Tom Hardy, è un attore di gran talento, che poco a poco a partecipato anche a film di rilievo, un attore che aspetta il ruolo giusto e perchè non proprio Joel in the last of us?
Ci sarebbero altre mille candidature perchè sinceramente quello di Joel è un personaggio che comprende molto caratteristiche adatte un po’ a tutti, un personaggio ambito, ma che nasconde delle insidie, soprattutto il giudizio dei fanatici.
Clive Owen, Christian Bale la lista si può allungare all’infinito, quello che scelgo io però è Nikolaj Costa-Waldau.
Per concludere con Joel però vorrei proporre un ultima idea un po’ controcorrente, come uno dei miei format, c’è un attore che ultimamente mi sta piacendo molto, e che sono sicuro che è pronto ad “esplodere”. Un attore che ha davvero fatto un sacco di film nella sua carriera, ma che non ha mai convinto del tutto, sto parlando di Colin Farrell.
Farrell ha fatto un infinità di ruoli, però gli manca un po’ un ruolo importante in una serie tv, secondo me era stato pazzesco in True Detective 2, ma la serie non era andate benissimo e la sua interpretazione è andata dimenticata.
Poi ultimamente l’ho visto in The Gentlemen e anche li perfetto, nuovo, e soprattutto perfettamente a suo agio. è un attore che non mi ha mai convinto ma che ultimamente mi sta davvero stupendo, e guardando le foto del set di The Batman, penso che mi stupirà ancora, quindi perchè no, perchè non Colin Farrell nel ruolo di Joel, vi lascio con questa “provocazione”.
Il ruolo di Ellie è più complesso, su internet ho visto un sacco di proposte, idee, ma si finisce sempre giustamente per citare tutte le attrici under 18 di cui siamo a conoscenza.
La tendenza è comunque quella di cercare attrici che assomigliano alla protagonista del gioco, almeno fisicamente, in modo che tutto combaci alla perfezione.
La produzione cinematografica funziona diversamente però, ci sono dei casting in cui gli autori hanno un idea precisa del personaggio che hanno scritto, si basano su determinate caratteristiche e sugli archetipi.
Delle volte, se un prodotto è un remake o è tratto da un videogioco si cerca di guardare pure all’aspetto fisico, come nel caso di Joel, ma in questo caso penso non sia strettamente necessario.
Narrativamente bisogna decidere quanto peso si vuole dare a questo personaggio e di conseguenza decidere l’età dell’attrice, con magari qualche anno in più ma che sembra comunque più giovane.
La storia non è semplice, facile da gestire e soprattutto complessa, è violenta, crudele e non vorremmo mai vedere un bambino in quelle condizioni, ma Ellie si trova li, e anche l’attrice dovrà “essere li”.
Ci sono già stati un sacco di bambini che hanno dato prova del loro talento, però sempre con ruoli con poche battute, silenziosi o che comunque pur avendo un ruolo centrale erano in situazioni più leggere di queste.
Ma adesso fatte le giuste premesse, usiamo la fantasia come prima e io faccio la mia proposta, un attrice che già qualcuno conosce e che ha già lavorato con grandi attori e un grande regista.
Julia Butters è una giovanissima attrice che abbiamo potuto apprezzare nell’ultimo film di Quentin Tarantino “once upon a time in Hollywood”.
Anche se interpreta una piccola parte nel film, la Butters ha espresso tutto il suo talento, un talento già riconosciuto da attori come Leonardo Di Caprio, o comunque da un regista importante come Tarantino.
Julia, ha dimostrato tutto il suo carattere e forza nella sua interpretazione e penso che possa già meritare un ruolo così complesso. è già inserita nel mondo di Hollywood, qualcuno la può riconoscere e crea molta curiosità.
Penso sia giusto che questo ruolo dia la possibilità ad una giovane attrice di farsi conoscere ed è giusto che sia molto giovane, sono sicuro che Julia Butters sarebbe perfetta nel ruolo di Ellie.
L’attrice poi ha l’età precisa di Ellie, e avrà tempo di crescere con lo sviluppo della serie, che quasi sicuramente tra sviluppo e messa in onda avrà bisogno almeno di un paio di anni, magari arriverà nel 2022, sarà anche è perfetta per un possibile seguito della serie.
Nonostante la serie sia capitanata da due protagonisti, anche Tommy ha un buono sviluppo all’interno della storia, soprattutto nella seconda parte, quindi ho pensato ad un attore già apprezzato in qualche film e serie tv.
Charlie Hunnam sarebbe perfetto nel ruolo di Tommy Miller, l’abbiamo già potuto apprezzare in “sons of anarchy” e penso sia perfetto per recitare in una serie tv come questa, un personaggio un po’ marginale nella storia ma che può essere un valore aggiunto.
Attenzione che ogni tanto capita che ai casting i ruoli si invertono e un non protagonista viene preso per fare il protagonista e magari si inverte con Nikolaj Costa-Waldau, nel cinema succede spesso questa dinamica.
Nel momento dei casting ci si rende conto che magari un attore è più portato a interpretare un personaggio rispetto ad un altro, e non sarebbe nemmeno poi così male Charlie nel ruolo di Joel.
Gli altri personaggi sono un po’ troppo marginali per scriverci su un casting, non darebbero quasi nulla all’articolo, se non solo una piccola confusione, ho già fatto molti nomi qui.
The last of us è potenzialmente una serie tv pazzesca, mi auguro che possa essere all’altezza delle aspettative indipendentemente da chi sarà scelto nei casting.
Provo ad immaginare come si potrebbe strutturare un film sulla fortunata serie di videogiochi “Grand Theft Auto”.
Nessuno ha mai nominato questa possibilità, perchè solo a pensarci è una cosa troppo complessa e dal facile flop, creare un film su una delle serie di videogiochi più amata e più variegata rende tutto estremamente azzardato.
Grand Theft Auto ha accompagnato i videogiocatori per anni, con titoli sempre più belli e con videogiochi che hanno fatto la storia, come ad esempio “San Andreas” oppure l’ultimo capitolo, che tutt’ora è ancora “attivo” in tutto il mondo grazie all’online.
Nessuno ha mai nominato la possibilità di farci un film, perchè quello di GTA è al tempo stesso un universo semplice quanto complesso, ed è facile fare un film che non c’entri nulla con i videogiochi, ed è forse quello a cui bisogna puntare.
Prendere ispirazione, dichiarare apertamente che è solo un film che trae ispirazione dai videogiochi e che non vuole esserne una copia ma una rivisitazione in chiave cinematografica.
Il mondo più strutturato e curioso penso sia quello dell’ultimo episodio GTA V, che ci da la possibilità di avere tre protagonisti particolari su cui scrivere la storia, e in più ci da una location perfetta per fare alcune citazioni su “San Andreas” giusto per scaldare il pubblico.
Bisogna giocarsela sulle piccole citazioni, sono quelle che conquistano il pubblico senza strafare, come una canzone giusta alla radio, mostrare Grove street e rendere anche tutto un po’ grottesco e divertente, com’è il videogioco.
Ovviamente essendo un film, sarebbe utile creare la storia su una sola missione, senza creare troppo caos, magari rendendo le missioni passate in qualche piccolo flashback, veloce ma che riattiva la memoria sui personaggi e ce li fa conoscere meglio.
Partiamo dalla location del film
Penso che Los Angeles sia perfetta, anche perchè non voglio perdere l’occasione di vedere una scena di inseguimento nel grossi canali del Los Angeles River, con magari qualche salto con la macchina.
Poi c’è Hollywood, c’è Beverly Hills e il deserto della California alle spalle, tutto pieno di citazioni e momenti passati nei videogiochi.
Il film deve essere un gangster movie, ben fatto ma abbastanza leggero con anche un po’ di umorismo, l’importante è che chi vede film senta la leggerezza che c’è nel gioco, non deve essere lento e deve tenere un buon ritmo, per questo ho pensato che il regista perfetto per questo film potrebbe essere Guy Ritchie.
Guy Ritchie è esperto di Gangster movie e li sa gestire alla perfezione, per il ritmo e l’umorismo con cui sono trattati, penso che per GTA lui abbia le doti giusti e le capacità per renderlo un film con il giusto equilibrio di violenza e umorismo, un mix di follia, azione e criminalità organizzata.
Potrebbe essere la sua migliore creazione, tenendo conto del livello del suo ultimo film “The Gentlemen”, sa anche gestire al meglio un grande cast e ha pure una gestione dei personaggi perfetta, non c’è dubbio , potrebbe davvero essere il regista perfetto.
Collocazione temporale
Per quanto riguarda la storia principale io la collocherei qualche anno dopo la fino del quinto capitolo con Franklin, Trevor e Michael, ricchi e felici, per adesso. Uno dei tre farà una cavolata e perderà tutti i soldi, avranno bisogno di un nuovo colpo, però non hanno più voglia di essere coinvolti con la FBI o cose simili, quindi decidono di rapinare un grandissimo diamante a casa di uno dei più grossi narcotrafficanti della zona il signor Ricardo Diaz, vi ricorda qualcosa questo nome?
Personaggi principali
John Boyega
Nei panni di Franklin Clinton avevo pensato all’attore John Boyega, l’attore britannico ha le caratteristiche giuste e penso che questo potrebbe essere un ruolo adatto a lui, a un indole simpatica, ma allo stesso penso che abbia bisogno di scrollarsi di dosso il suo personaggio in star wars, scritto male e caratterizzato peggio.
In questo film di GTA, Franklin è il più giovane del gruppo, quello meno esperto, ma anche l’elemento più folle del trio e grazie hai momenti passati con i suoi due compagni è diventato sempre più bravo, ottimo rapinatore e con una buona mira quando serve sparare, è il classico gangster da periferia che non dimentica il suo passato.
è ancora un po’ infantile ed è facile che faccia la mossa sbagliata, adesso che è un uomo ricco con una villa a Beverly Hills è cambiato, ma non dimentica le sue origini e torna spesso nella sua vecchia casa con la sua “banda” a lottare contro i “ballas” per la supremazia del territorio.
è ancora single, anche se vive con la sua piccola nipote, un elemento in più che potrebbe caratterizzare meglio il personaggio, magari un forte lutto che giustifichi il fatto che spesso lui torna alle origini per proteggere il suo territorio, un uomo che nonostante tutto non riesce uscire dalla vita criminale e che vuole aiutare sua nipote.
Lui rappresenta il fragile equilibrio tra povertà e ricchezza, tra passato e presente.
Nel ruolo di Michael de Santa propongo Mel Gibson, lo so in un certo senso è un po’ azzardata, ma è un ottimo attore, a nel proprio passato molta azione e sa essere sia divertente che violento, ha un atteggiamento da leader e penso possa rappresentare perfettamente gli alti bassi dell’umore di Michael.
Nel film vivrà nella sua bellissima casa, con la sua piscina e il suo amato campo da tennis, sua moglie continua a fare spese inutili e lui prova a fermare i vizi pericolosi dei propri figli uno ormai drogato e la figlia che vuole diventare una star del porno.
Lui è un padre premuroso e all’inizio della storia e proprio alle prese con suo figlio, che consuma meanfetamina e con una ricerca e grazie alle vecchie conoscenze, risale al boss che spaccia tutta quella droga in città, il famoso narcotrafficante, Ricardo Diaz.
Nonostante lui non voglia più fare questo “lavoro”, Michael si ritrova immischiato in un piccolo giro criminale, lui lo fa per suo figlio perchè vuole salvarlo da una morte ormai certa causata prima o poi da una overdose.
Il personaggio di Michael è un po’ più complesso, ermetico e difficilmente si capisce quello che prova realmente, ama la sua famiglia e lotta con se stesso per rimanere tranquillo, perchè una parte di se ha bisogno dell’adrenalina dell’azione.
Sua Moglie Amanda, potrebbe essere interpretata da una bravissima Michelle Dockery che ha già lavorato con Ritchie, i figli potrebbero essere interpretati da Matilde de Angelis per Tracey e qualche attore emergente per Jimmy.
Per il ruolo di Trevor Phillips, quello più complicato e folle seguo un suggerimento che ho letto su un forum e devo ammettere che Christopher Meloni sarebbe perfetto, abbiamo già visto la sua “follia” in Happy!, è un attore di grande talento.
Trevor rimane il personaggio più instabile dei tre, il più trasandato e lontano dalla vita caotica della città, nonostante i soldi fatti con le rapine, è rimasto umile e sereno nel deserto della California, a molti chilometri da Los Angeles.
Sarebbe interessante che Trevor vivesse sempre in una roulotte, o una piccola casa, collocata nel vecchio aeroporto nel deserto con tutti gli aerei dismessi, presente in “San Andreas”, sarebbe una location suggestiva che darebbe già un tocco in più al film, con la possibilità di sfruttare una fotografia emozionante con i colori del deserto e la nostalgia degli aerei dismessi.
Trevor deve essere il punto di svolta, l’uomo che non è uscito del tutto dalla vita criminale e che riporta con se i suoi compagni di squadra, ormai al verde e senza soldi, sperperati in modo inutile, Trevor ha bisogno di tornare a “lavorare” nel mondo del crimine, non vuole dire nulla ai suoi amici e escogita un piano da solo.
Vuole rapinare la casa del Narcotrafficante Diaz, ma per farlo si rende subito conto di aver bisogno di aiuto e a malincuore deve chiedere aiuto a Michael.
Storia Principale
Penso che la cosa più ovvia sia presentare i tra personaggi in situazioni differenti, divisi tra loro ma con indizi che ci ricordano dov’è collocata la storia, ognuno sta proseguendo la propria vita dopo tutte le missioni viste nel gioco.
Il primo ad essere visto sarà Franklin che dopo aver salutato i suoi amici, esce dalla sua vecchia casa a Downtown, si vede la periferia, la povertà e i diversi graffiti delle diverse bande della zona, sale una vecchia macchina americana, pronto per andare a riprendere un oggetto che gli è stato sottratto dai Ballas.
Michael invece è a casa che sta lucidando una bellissima auto sportiva nel proprio garage, si vede che è felice e rilassato, però viene interrotto dalla moglie che lo avvisa che il figlio Jimmy non è ancora tornato a casa e che sua figlia è a San Fernando da due giorni, lui ha uno scatto di rabbia e rompe il fanale dell’auto, prende la pistola e va a cercare suo figlio.
Trevor sta perdendo dei soldi in un poker clandestino in un piccolo paesino perso nel deserto, perde tutto si alza con rabbia dal tavolo e arrivato a casa vede un avviso di sfratto per mancati pagamenti delle tasse, esprime tutta la sua rabbia sparando a casaccio verso gli aerei dismessi.
Le storie proseguono, Michael esce da un locale in centro trascinando suo figlio in macchina, quando esce vede sfrecciare la macchina di Franklin inseguito da due auto Ballas e subito dopo due auto della polizia a sirene spiegate.
Michael sale in macchina e chiama Franklin, che in macchina con sua nipote, e sta fuggendo dalla polizia e anche dai Ballas, fanno inseguimento nei canali della città, poi Franklin riesce a fuggire in un magazzino dismesso, dove fa il cambio della macchina.
Mentre Michael dice che è troppo vecchio per queste cose (semicit.) e parla con suo figlio che è ancora sporco di droga sui vestiti e che avvisa il padre che sua figlia e da due giorni via perchè sta girando un porno.
Michael sbrocca e inizia a inveire contro il mondo intero e corre in auto prendere sua figlia.
Trevor è incasinato e sta interrogando uno spacciatore che ha catturato e lo tiene legato e bendato nella sua cantina, lo tortura perchè vuole sapere tutto su Ricardo Diaz e se potrebbe avere dl denaro nascosto, lo spacciatore si scoprirà essere il nipote di Diaz e parla a Trevor di diamanti e gioielli custoditi nella grande villa di Diaz.
Trevor inizia a pianificare la rapina, mentre Michael ha bisogno di Franklin per risolvere la questione di suo figlio, che continua ad entrare in brutti giri, infatti decide di spedire sua figlia a casa di Franklin in modo che sia lui a controllarla e a lasciarla a casa con sua nipote, magari così, secondo Michael, tornerà sulla retta via.
Mentre Jimmy, racconta a Michael del diamante di Diaz che ha sfoggiato ad una festa nella sua villa, dove c’era droga e fiumi di alcol e prostitute.
Michael ce l’ha con Diaz perchè ritiene che sia colpa sua se tutto non riesce a tornare alla normalità, anche se è evidente che non è realmente così, Franklin ce l’ha con Diaz perchè finanzia i Ballas, e vorrebbe indebolirlo, oltretutto è appena tornato in città un suo vecchio amico che vuole mettere a posto alcuni vecchi affari e avrebbe bisogno di alcuni documenti che sono presenti nella cassa forte in casa di Diaz.
Tutti sono collegati da questo Narcotrafficante ma nessuno di loro lo sa, e solo quando Trevor chiama che tutti e due accettano senza problemi, lasciando Trevor perplesso.
Organizzano il colpo, si travestono da tecnici della caldaia, per esplorare la casa e iniziano ad escogitare il piano perfetto per rubare il contenuto della cassaforte.
Il colpo non va per il meglio e Trevor si trova costretto ad uccidere Diaz, compromettendo il suo futuro da uomo libero, dovrà tornare nel mondo del crimine se vuole sopravvivere, ma non vuole che siano coinvolti anche Franklin e Michael che prenderanno solo la loro parte di soldi, ma non saranno più coinvolti.
La scena finale vede Franklin con in mano in documenti nella sua auto, quando scende vediamo chiaramente che si trova in Groove Street, famosa via e punto d’inizio di “San Andreas”, entra nella casa, e seduto girato di spalle c’è una persona, Franklin la chiama “CJ” lui si gira è ringrazia Franklin per i documenti di Diaz.
Mi piacerebbe, e qui concludo, che il personaggio iconico di CJ fosse interpretato da Jamie Foxx, che penso sarebbe perfetto in quel ruolo.
Commentate, dite cose ne pensate e soprattutto dite la vostra, proponete attori, trame e personaggi…
Questa non è una verità assoluta sia chiaro, è più un mio ideale il mio punto di partenza quando mi approccio ad un nuovo progetto e processo creativo, lo si può usare in tutti i settori che riguardano il cinema e sono tre punti fondamentali.
Penso sia giusto mettere in rielevo poche parole per descrivere delle caratteristiche fondamentali che servono in un lavoro e sono convinto che per lavorare nel mondo del cinema, forse in quello artistico in generale servano queste tre caratteristiche, queste tre semplici parole, CONOSCENZA, FANTASIA E SENTIMENTO.
CONOSCENZA: Per qualsiasi tipo di lavoro serve conoscere, sapere, studiare ed informarsi, nel mondo del cinema serve davvero un sacco di studio per qualsiasi ruolo si vuole fare, dalla fotografia, ai costumi fino alla sceneggiatura, tutto ha necessariamente bisogno di conoscenza.
Però non si tratta solo di tecniche o di studio della materia, ma anche di conoscenza dell’argomento che si sta trattando, in base al tipo di film o argomento, sapere tutto sul luogo o la storia quando si scrive una sceneggiatura è fondamentale, infatti una sceneggiatura ha bisogno di ore di ricerca.
Informarsi e apprendere prima di eseguire un lavoro o un processo creativo è fondamentale, bisogna sempre metter qualche nozione e informazione reale nei propri scritti, qualche conoscenza che attiri l’attenzione del pubblico o che puoi sfruttare a tuo favore per esporre una storia o un argomento.
Anche per un attore è fondamentale studiare il personaggio, capirne l’essenza e i particolari, è importante che sia senta parte di chi sta interpretando, per farlo deve studiare a fondo la sceneggiatura e capire la sotto trama, cogliere i dettagli, quindi conoscere ogni aspetto della storia.
Il personaggio è semplicemente collocato in un momento storico, in un “atto” della sua vita, che per la maggior parte dei film è solo una briciola della vita di una persona, questo vuol dire che l’attore deve sapere il presente, il passato e il futuro del proprio personaggio, deve essere lui in tutto e per tutto.
Il fotografo ad esempio, deve sapere nei dettagli la collocazione e la trama del film che sta girando in modo da poter impostare la fotografia nel modo più idoneo e coerente con ciò che il film vuole trasmettere visivamente.
FANTASIA: Ormai satura, abusata e bistrattata sembra quasi che la fantasia non serve più, perchè ormai tutto sanno fare tutto e ci sentiamo tutti creativi e fantasiosi.
Invece è rara, fondamentale e serve sempre per spingersi oltre, per creare cose nuove e per non porsi mai dei limiti, il cinema è il luogo migliore per esprimere la propria fantasia.
Quasi inutile sottolineare quando serva questa dote ad uno sceneggiatore, la fantasia è fondamentale per creare una bella storia, che sia basata su un soggetto originale o meno, serve sempre un tocco personale della propria mente.
La fantasia ci permette di creare mondi, personaggi e storie, di fargli prendere vita e di mettere a nudo tutte le nostre idee pronte per essere elaborate grazie alla fantasia di altre persone, un film è una somma idee creative di diverse persone e per me è la massima espressione di arte possibile.
Anche l’attore ha bisogno di fantasia, più di quanto si pensa, perchè ha bisogno di immaginarsi il personaggio partendo da un semplice testo scritto, deve immaginarsi le situazioni che non sono state descritte e con l’aiuto della fantasia del regista interpretare al meglio il personaggio.
SENTIMENTO: Anche questo aspetto viene spesso sottovalutato, viene messo da parte e a volte visto come una debolezza, nel cinema questa non può essere che una dote, qualcosa di cui non si può fare a meno.
Fin dal momento in cui si scrive qualcosa bisogna provare sensazioni e sentimenti, non bisogna fermarsi alla propria freddezza personale ma entrare moralmente nel testo della storia che si sta scrivendo.
I sentimenti, vanno percepiti, trascritti e fatti provare a che guarderà il prodotto finale, sono parte fondamentale di un processo creativo, che senza di loro risulterebbe piatto e statico.
Deve esserci sempre passione per ciò che si sta facendo, farsi trascinare dal proprio gusto e dalle proprie sensazioni per scrivere una trama vera e realistica, una storia con la giusta dose di sentimenti, messi nei punti giusti.
Il sentimento non deve sempre essere sempre positivo, può essere anche paura e rabbia, trasmessa tramite le parole, e poi composta dal regista per trasmetterla allo spettatore.
Inutile dire quanto serva il sentimento all’attore che deve riuscire a trasportare anche solo con un piccolo movimento un sacco di sentimenti e sensazioni, devi trasmetterli in modo potente e impressivo nelle menti di chi guarda.
L’attore trasforma i sentimenti in qualcosa di concreto di visibile, li modella e li costruisce in basa alla sua conoscenza e fantasia, e li espone nella sua interpretazione, un attore deve vivere di sentimenti mentre lavora.
Non sottovalutiamo le belle parole, le belle frasi e le persone che sanno usarle e trattarle con cura, non è senso di debolezza ma abbinamento di conoscenza, fantasia e sentimento.
Applicare queste caratteristiche nel proprio processo creativo ci aiuta a seguire una strada precisa e un percorso definito che ci porterà al risultato finale.