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THOR LOVE AND THUNDER: FORSE IL PEGGIOR FILM MARVEL

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Thor love and Thunder è un film del 2022 diretto e scritto da Taika Waititi. Il film è la quarta pellicola con protagonista Thor e interpretato ovviamente da Chris Hemsworth ed è film che ci ricorda che è meglio fermarsi al tre e non andare più avanti. Questo film è anche il ventesimo del MCU.

Thor è a spasso per lo spazio con i guardiani della galassia, ma una nuova minaccia lo fa tornare sulla terra nella nuova Asgard per formare un esercito e combattere un nuovo nemico, Gorr interpretato da un ottimo Christian Bale.

Forse uno dei miglior Villian di tutti i venti film, interpretato da un super attore in uno dei film peggio riusciti della Marvel, con non solo un Thor irriconoscibile e fin troppo irreverente ma con una storia e tutto cast che sembrava non vedesse l’ora che finisse il film. Una pellicola confusionaria, fatta di piccoli sketch comici e con una trama molto altalenante. Molto superficiale e che punta forse troppo alla battuta di turno e poco alla sostanza. A parte Gorr, anche la cura dei dettagli e la CGI è davvero pessima, assolutamente lontana dal livello degli altri film.

Passatemi il termine ma appare tutto troppo “giocattoloso” e un Russel Crowe così nei panni del dio Zeus non si può vedere e sminuisce quello che poteva essere un personaggio alquanto interessante. Waititi l’ha messa troppo sulla commedia, dimenticandosi fin troppo di avere un confronto interessante tra un Dio è un distruttore di dei, sminuendo un po’ il tutto e per farla finita a Tarallucci e vino.

Una saga che sembra arrivata alla fine dei suoi tempi e che dopo un po’ sembra quasi stancare troppo, perdendo ogni parvenza di razionalità e perdendo anche il favore di un pubblico un po’ più adulto. Questo film di Thor rappresenta un po’ quello che la saga non si deve permettere di fare e perdersi troppo in prodotti davvero frettolosi, banali e fanciulleschi pur di fare film un determinato numero di film all’anno.

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TUTTO PUO’ CAMBIARE: UN FILM TRA MUSICA E AMORE

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Tutto può cambiare è un film del 2013 scritto e diretto da John Carney. Una commedia romantica, con il romanticismo che si concentra sulla bellezza della musica e sul suo potere di unire e poter creare cose meravigliose.

Dan Mulligan (Mark Ruffalo) è un produttore musicale in crisi, e che è stato cacciato via dall’etichetta che ha creato, un uomo dallo spiccato talento, ma che si è perso un po’ nelle difficoltà della propria vita personale e nella mancanza di nuovi artisti che lo ispirassero veramente. Una sera in un bar sente cantare una ragazza di nome Greta (Keira Knightley) e si innamora subito della sua arte. I due senza nemmeno un soldo, iniziano ad incidere un disco in giro per le strade di New York.

Un film delicato che vola sulla musica, ci mostra l’amore versa questa splendida forma d’arte, forse la migliore e più bella di tutto. La musica come mezzo di unione, di rinascita e di riscatto. Si vede il talento e la bellezza di questo mondo, che fa parte della nostra vita tutti i giorni, delle volte non serve nemmeno parlare, basta ascoltare musica, passeggiare con la persona di cui si è innamorati e passerete la serata più bella della vostra vita.

Un film che riesce ad essere tremendamente bello e sensibile nella sua leggerezza, alleggerisce l’animo dello spettatore che si perde tra le note di ogni singolo pezzo che viene suonato. Una sceneggiatura ben scritta e delle canzoni davvero belle e orecchiabili, rendono questo film un piccolo, ma bellissimo elogio al mondo musicale, alla bellezza della musica, e alla sua enorme forza.

Ci sono dei pezzi musicali davvero belli, delicati, impreziositi dalla voce dolce di Keira, danno quel tocco decisivo al film, che vale la pena di essere visto anche solo per le proprie canzoni. In una scena in particolare in cui sono su un terrazzo di New York a suonare, c’è tutta l’energia, la positività e la bellezza della musica.

Fatevi un bel viaggio, nell’amore, nella sua espressione più semplice e pura, quella della condivisione, nell’istinto, quella della musica!

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LAMBORGHINI – THE MAN BEHIND THE LEGEND: UN ESEMPIO DI GENIO ITALIANO

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Lamborghini the behind the legend è un film 2023 di Amazon Prime video, diretto da Bobby Moresco. Il film prende spunto dal libro di Tonino Lamborghini in cui ha fatto la biografia del padre Ferruccio Lamborghini, creatore della famosa azienda di Trattori e automobili sportive di lusso.

Un Biopic nel classico del genere, che si mostra attraverso l’interpretazione di Frank Grillo la vita e la storia di Ferruccio Lamborghini, imprenditore e creatore di uno dei marchi Italiani più prestigiosi del mondo e “rivale” della Ferrari. La trama ci mostra un Ferruccio giovane, appena tornato dalla guerra, pieno di iniziative ed idee, inizia con i trattori mettendoci già tutta la sua inventiva e genialità, per poi arrivare al punto cruciale con il confronto con Enzo Ferrari che lo definisce “Un Agricoltore” capace solo a fare trattori. Da quelle provocazioni nasce una delle aziende di auto, più bella e affascinante del mondo. Solo per questa situazione e scena, il film merita molto.

Lamborghini rappresenta il genio italiano, la bellezza di un Italia che permetteva di diventare grandi, questo film ne dimostra i sacrifici e ci fa vedere il carattere deciso e ambizioso di Ferruccio, la parte più emozionante è sicuramente quella della creazione della prima Auto Lamborghini la 350 GT, un’auto meravigliosa e i primi disegni fatti da Ferruccio della Miura.

Un film ben congeniato, un elogio in qualche modo al nostro paese, una storia di un imprenditore che è diventato grande grazie alle sue idee e ambizioni che per raggiungere i suoi obiettivi a sacrificato un po’ tutto, anche il proprio figlio, a lungo trascurato. Un uomo sognatore, che faceva di tutto per raggiungere i suoi obiettivi e questa competizione con Ferrari che era il suo motore per farlo andare avanti, un duello meraviglioso, tutto italiano, le auto migliori del mondo.

Nel film ci sono anche molti attori Italiani, prodotto anche da figure importanti del cinema italiano, da notare tra le comparse degli operari dell’azienda, Clementino, oppure si vede anche la genialità assoluta di un giovane ingegnere Gian Paolo Dallara, pezzo pregiato dell’automobilismo mondiale. Bello vedere gli anni d’oro di un Italia che ormai non c’è più, una bella storia davvero che vale la pena di essere vista.

Devo fare un elogio al finale, con Ferruccio che sale sulla sua creazione simbolo, la più bella ed elegante, una Lamborghini Miura Giallo classico, meravigliosa. Anche chi non è appassionato d’auto capisce che si tratta di un’opera d’arte, di qualcosa di unico, espressione del genio del nostro paese, simbolo di un Italia fatta di menti creative sensazionali. Un giusto elogio ad un grande uomo, imprenditore e creatore.

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ZLATAN: CALCIO E OCCASIONI PER DIVENTARE UN CAMPIONE

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Zlatan è un film del 2021 diretto da Jens Sjogren, un film di produzione svedese che racconta la storia del calciatore Zlatan Ibrahimovic, icona del calcio degli ultimi 20 anni. Il film è stato liberamente tratto dal libro autobiografico “Io sono Ibra”.

La trama del film ci mostra un giovane Zlatan, le difficoltà dell’integrazione in Svezia e i primi passi nel mondo del calcio, il suo carattere forte e squilibrato, in contrasto con un talento puro e una forza atletica fenomenale. Uno Zlatan bambino, che cresce fino alla firma che ha dato la svolta decisiva alla sua carriera, la firma con la Juventus.

Il mondo dello sport non è solo la partita in sé, ma tutto il mondo che c’è dietro, i sacrifici e la vita dell’atleta. La sua ambizione e sicurezza che lo portano con il tempo a diventare un campione. Ibra è uno di quelli che più è invecchiato e più ha aumentato la sua dose di lavoro, ha messo la testa a posto e a 40 è ancora un super atleta, icona dentro e fuori dal campo. Il film però fa fatica a mostrare con chiarezza questi momenti e nella sovrapposizione di due linee temporali fa un po’ confusione. Sembra troppo fortuita e casuale l’ascesa di Ibra, di cui vengono sottolineati solo gli aspetti negativi e non i sacrifici e il lavoro che ha dovuto fare per essere un campione. Risulta essere un film che parla più di fortuna, di coincidenze che di lavoro, dedizione e ambizione.

Si è vero i dettagli nel mondo dello sport fanno la differenza, Ibra fa un gol meraviglioso con l’Ajax e Moggi fa di tutto per prenderlo e arriva nel 2004, l’ultimo giorno di mercato, da lì esplode e diventa fortissimo, vincendo praticamente sempre lo scudetto. Sembra più un elogio al destino e alla fortuna, che al talento e hai sacrifici che un immigrato ha dovuto fare per diventare campione.

Nel complesso, con tutte le premesse che si possono fare, risulta essere un film un po’ freddo che non trasmette le giuste emozioni, rimane un po’ piatto, non mostrando le vere emozioni del calcio, ma perdendosi forse troppo con Ibra che è un bambino difficili e che ruba le bici. Bello però come ci viene mostrata l’importanza di Mino Raiola nella sua carriera.

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LA RAGAZZA PIU’ FORTUNATA DEL MONDO: UN FILM MOLTO INTENSO

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La ragazza più fortunata del mondo è un film del 2022 diretto da Mike Barker e scritto da Jessica Knol che è anche l’autrice del libro da cui è tratto il film. Non avendo mai letto il libro o appreso informazioni a riguardo, leggendo la trama del film ci appare un po’ come un thriller, ma in realtà è un drama di denuncia molto profondo e intenso.

Mila Kunis interpreta una donna tenace e bella che ha fatto carriera e sta per diventare una giornalista di successo e sposarsi con un uomo bello, ricco e altolocato. La sua serenità verrà messa a dura prova quando un programma true crime, vuole la sua testimonianza per gli eventi del suo passato.

Molto bella e intensa l’escalation degli eventi, nel corso del film ci vengono dati solo pochi indizi su cosa sia successo nel passato della protagonista, che ci viene mostrato in piccole scene, con i suoi ricordi di quegli anni al liceo. Si intuisce che è successo qualcosa di grave e che un ex compagno la accusa di essere la colpevole di ciò che è accaduto. Un film che riesce a mantenere dei toni abbastanza leggeri e che strizza un po’ ai thriller più classici, ma che più va avanti si trasforma in un intenso drama di denuncia sociale, con al centro una forte resilienza femminile.

Gli argomenti portati sullo schermo sono molto seri e tosti, si parla di stupro di gruppo, di bullismo, e di una sparatoria nel liceo. Ci viene mostrato anche l’intensità e la gravità di alcuni momenti, cosa che troppo spesso in molte serie e film viene evitata. Questo film nel finale va dritto al punto, nonostante la situazione è facile empatizzare con la protagonista, con il suo dolore e soprattutto con la sua forza, la voglia di riscatto e il senso di liberazione finale.

Una vita estremamente difficile segnata dagli eventi, le paure e le insicurezze che si portano dietro e si trascinano dietro pesantemente fino ad eventi importanti come al proprio matrimonio. La maschera che indossiamo diventa parte di noi stessi, perdiamo gli obiettivi e non ricordiamo più chi siamo realmente, con il dolore ben nascosto e soppresso più del dovuto.

Un film molto intenso nei suoi argomenti, che fa riflette e su cui è giusto soffermarsi a valutare ciò che succede, come è perché, c’è dentro tanta sofferenza, ma anche una rinascita, un riscatto finale, con una scena davvero intensa, reale e densa di significato. C’è tempo di tenere il dolore con sé e tempo di condividerlo, per aiutarsi a vicenda, per dare coraggio alle persone che non ne hanno e per salvare altre persone che potrebbero essere in pericolo.

Un bel film, ben scritto, che i giusti toni e tempi, inaspettatamente bello.

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SAMARITAN: UN CLASSICO FUMETTO FATTO A FILM

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Samaritan è un film del 2022 diretto Julius Avery, tratto dall’omonimo fumetto e con protagonista Sylvester Stallone. Genere azione con cliché e caratteristiche tipiche delle pellicole tratte dai fumetti.

La trama ci porta in una città immaginaria, molto simile a quelle reali, Granite City, dove il bene e il male continuano a combattere, non viene approfondita più di tanto la situazione sociale, ma ci fanno intuire che c’è un forte squilibrio e che le periferie sono piene di criminali e povertà. Molti anni prima la città trovava il suo equilibrio per due gemelli con dei superpoteri, uno era un supereroe, l’altro il suo alter ego, Samaritan e Nemesi (Sylvester Stallone), entrambi dichiarati morti dopo uno scontro, un bambino di nome Sam non perde la speranza che dopo più di 20 anni, Samaritan sia ancora vivo e pensa che potrebbe essere proprio il suo vicino.

Samaritan è un film che riesce a trasportarci un po’ nel mondo dei fumetti, per la città immaginaria, e per la caratteristica del supereroe classica di un uomo solitario che aiuta le povere persone e risolve le ingiustizie. Ha molti cliché ma che vengono utilizzati nel modo corretto rendendo il film piacevole e bello. Bello il rapporto tra un bambino sognatore e un uomo ormai anziano stanco della vita, un rapporto che si rafforza giorno dopo giorno. Il Villain non mi ha convinto del tutto, solito boss criminale che inizia con degli obiettivi e delle motivazioni precise ma che poi si perde in un “sono cattivo e basta”.

Un film molto semplice rispetto ad altri film con supereroi, ma allo stesso tempo non si impone nulla di più, rimane nelle periferie non coinvolgendo mai elementi di potere della città, la storia rimane quasi tutto il tempo nel suo piccolo coinvolgendo pochi personaggi che si ritrovano più o meno tutti nella stessa situazione sociale. Stallone è perfetto nel ruolo della “vecchia gloria” stanca e ormai sempre arrabbiato con il mondo.

Nel complesso un ottimo film, ovviamente non bisogna aspettarsi niente di speciale, ma rispetta i propri canoni, non esagera praticamente mai, la trama è si banale ma coinvolgente e le scene di azione sono ben studiate e belle. Un film senza grandissime pretese, ma che ti fa passare un’ora e mezza spensierata.