RECENSIONI COMBINATE: I tre film di Jumanji dal primo storico con Robin Williams ai nuovi film con “The Rock”, in attesa del terzo film della trilogia.

Nel 1995 arriva nel cinema il film “Jumanji”, una novità assoluta, qualcosa di assolutamente nuovo e con non assomigliava a nulla. Diretto da Joe Johnston e interpretato da un grandissimo Robin Williams. Il film è tratto da un albo illustrato per bambini scritto da Chris Van Allsburg nel 1981.
Il primo film di “Jumanji” è davvero un bel film, è scritto bene, è recitato molto bene dai suoi protagonisti e può essere definito a mio parere, come una specie di horror per bambini. Infatti questo film riusciva a regalarti un misto di sensazioni tra risate e paura. Pensare alla vita di Alan Parrish chiuso nel gioco per 26 anni crea comunque un senso di angoscia. Nel complesso il film giocava molto sul giusto equilibrio tra ironia e spavento.
Il suono dei tamburi diventa subito iconico, e ci trasmette anch’esso una sensazione di paura perché ricorda molto il battito del cuore accelerato. Bello anche visivamente con scene davvero ben congeniate, anche la scatola del gioco in sé è molto affascinante con queste pedine che si muovono da sole. Il bello di questo film è che porta il gioco di Jumanji “fuori dalla scatola” e lo porta nella vita reale, quindi possiamo solo immaginare come possa essere lì dentro in base a qualche accenno folle nei racconti di Parrish. Un fascino difficile da replicare, con un intenso rapporto tra padre e figlio, infatti il cacciatore è interpretato volutamente dall’attore che interpreta il padre di Alan.
Giustamente in quegli anni non si usava molto fare i sequel, anche se questo film ci ha sempre lasciato la tentazione di sapere com’era il mondo all’interno del gioco di Jumanji, una parte di noi voleva essere risucchiata dentro come il giovane Alan Parrish.
Jumanji era un film di forte contrasti, un film dai toni un po’ cupi e con scene divertenti e più leggere solo in alcuni casi, un film con una sceneggiatura davvero ben scritta e che convinceva fin da subito. Uno di quei film con i finali aperti che non saprai mai se vedrai un seguito oppure no. Chissà come sarebbe stato un altro film con Robin Williams? Magari non avrebbe la forza del mistero e della novità che ha avuto il primo film.

Nel 2017 esce un nuovo Jumanji, che solo in piccola parte è il sequel del primo film del 1995. Diretto da Jake Kasdan ha come protagonisti Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Karen Gillan. Fin da subito si capisce un cambiamento dei toni, questo film è tutto comicità e ironia. Lo stesso cast è adatto alle commedie e il titolo Jumanji in sé, serve solo per attirare pubblico e c’entra poco o nulla con il primo film. Questo apre un nuovo ciclo, una nuova tipologia di film di Jumanji, forse più moderna e più adatta al pubblico dei giorni nostri.
Questo Jumanji – Welcome to the jungle è molto diverso dal primo, ma nel complesso è una bellissima commedia, fa molto ridere ed è ben scritto e recitato. Punta tutto sulla leggerezza, su battute semplice e sulla comicità dei propri personaggi. Entra letteralmente nel gioco, e un gioco che si evolve per attirare l’attenzione è davvero una scelta geniale. Bellissima l’idea degli avatar, opposti alle caratteristiche dei ragazzini protagonisti nella vita reale.
Un film che nel complesso si presenta come una commedia commerciale, fatta per piacere al pubblico senza troppe pretese e cavalcando l’onda del successo del primo. Tutti ci immaginavamo un mondo di Jumanji completamente diverso, sicuramente più oscuro e crudo e non ci viene detto nulla sul passato di questo mondo o sulla vita di Alan Parrish li, se non una scritta su un pezzo di legno e una citazione.
Questo film perde il fascino della paura e del mistero, ma aggiunge un sacco di azione ed effetti speciali, evidenziando le differenze di concezione di film tra gli anni novanta e i giorni nostri. Il protagonista folle ma dal fisico normale come Robin Williams, viene sostituito dall’uomo muscoloso ma rassicurante come “The Rock”. Una scelta che fa storcere il naso ai molti fan del primo film, ma che nel complesso funziona ed evita di incespicare in cose troppo complesse e serie.

Jumanji – the next level è il secondo capitolo della nuova trilogia e terzo film su Jumanji. Film del 2019, ritrova lo stesso regista Jake Kasdan e lo stesso cast del film precedente. Si aggiungono al cast due attori importanti come Danny DeVito e Danny Glover.
Anche questo film punta tutto sulla comicità, usando le caratteristiche del film precedente, ma aggiungendo qualche piccola novità che aiuta il film ad essere forse ancora più divertente. Sempre molto leggero, questo capitolo aggiunge sempre più caratteristiche al mondo di Jumanji, rendendolo sempre di più un videogioco, forse anche troppo. La trama non è banale, ma risulta forse un po’ noiosa e a tratti troppo infantile, a livello visivo ancora più bello del precedente.
Gli attori recitano bene, c’è un’ottima chimica tra di loro, e sono davvero bravi a cambiare in base alle persone che hanno nel loro avatar. Tutti molto divertenti in un film che punta tutto sulla comicità e che è strutturato per fare ridere. Le scelte sulla sceneggiatura vengono fatte proprio in base alle situazioni più divertenti possibili.
In questo film viene rimarcata l’importanza dell’amicizia, del condividere le cose e le esperienze. Le cose fatte in compagnia sono sempre le migliori ed è giusto fare pace dopo un litigio. Si può sintetizzare questo film con la classica frase, l’Unione fa la forza.
Nel complesso la saga sta perdendo un po’ tutto il suo potere, la dinamica del videogioco è sì divertente ma non convince del tutto, e si percepisce forte la nostalgia del primo capitolo con quel tocco di serietà e complessità che attirano. Il trucco, le scene reali e la poca o grezza GCI del primo film lo rendono più unico e sicuramente più affascinante.
Questi due nuovi capitoli sono solo dei grossi film commerciali fatti per piacere e divertire, lo fanno molto bene ma poco c’entrano con la visione iniziale di questo mondo. Dividendoli dal primo sono film che però si reggono da soli, hanno una loro dimensione ben precisa e hanno gestito perfettamente i primi due film.
Con il terzo capitolo della trilogia, proprio come nel film 1995 si torna alle origini e sembrerebbe che il gioco uscirà di nuovo nel “mondo reale” con tutti i suoi animali e personaggi strampalati. Questo sarà molto curioso e sicuramente con i protagonisti che finalmente incontreranno di persona i propri avatar. Arrivare ad un quarto film e creare curiosità è un’ottima cosa, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro, indipendentemente dalla somiglianza con il primo film originale.