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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE PRIMI DUE EPISODI

Recensione nel tempo di un caffè

Il signore degli anelli – gli anelli del potere è una serie di amazon prime video del 2022, che prende spunto dai libri di J.R. Tolkien e che ha come showrunner J.D. Payne e Patrick Mckay. Una delle serie più attese dell’anno che ha fatto il suo esordio il 2 settembre con i suoi primi due episodi.

Le pagine web, i blog e anche YouTube si stanno riempendo rapidamente della recensione di questa serie tanto attesa, una serie che coinvolge un gruppo di fan molto legati ai libri originali e hai primi film di Peter Jackson. Gli eventi della serie si svolgono migliaia di anni prima della storia più famosa del signore degli anelli. Nei primi episodi ci viene fatto un riassunto velocissimo del prima era, forse fin troppo veloce e poco approfondito, un po’ una delusione rispetto alle aspettative. Veniamo immersi nel mondo forse troppo velocemente e la prima parte, oltre ad un aspetto visivo molto particolare, non offre nulla di troppo emozionante e coinvolgente. Ci viene solo mostrata la voglia di vendetta di Galadriel, ma a primo impatto ci sembra un personaggio davvero troppo distante da quello visto nel film. Anche per chi non ha letto i libri ci sembra un personaggio staccato da quel mondo, forse troppo moderno nei modi e negli atteggiamenti, troppo diverso dagli altri elfi, eleganti e sinuosi sia nelle parole che nei movimenti.

Nei due primi episodi ci spostiamo lungo la terra di mezzo, da un lato all’altro e ci vengono introdotti diversi personaggi, nonostante tutto si mantiene un buon ordine e la trama è facile da seguire e in questo modo non risulta noiosa. I personaggi non sono del tutto caratterizzati e alcuni sono un po’ difficili da comprendere, ci sono tante comparse e questo può creare un po’ di confusione. Elrond invece sembra un personaggio più centrato, diplomatico e più simile a quello visto nei film.

Il lato più potente è evidente dei primi episodi, è sicuramente l’aspetto visivo sempre molto maestoso e molto bello, con una qualità di fotografia e scenografia elevatissime, quasi da farti dimenticare che è una serie su un canale streaming. La qualità è elevatissima e ci sono scene che mostrano l’elevato budget sia per la CGI che per le scene reali, con costumi e dettagli davvero ben studiati. Qualche spezzone di battaglia, qualche piccolo scontro, tutto davvero ben fatto anche a livello di regia, firmata tra l’altro da J.A. Bayona che in certe scene riesce a metterci un po’ il suo classico tocco horror.

Nel complesso dei primi due episodi ci si aspettava di più, bella visivamente, ma una trama un po’ troppo debole e non del tutto coinvolgente, il mondo e talmente ampio che è difficile trovare un personaggio cardine che piace un po’ a tutti. Alcune scene se pur molto belle sono solo scenografiche ma non portano molto ai fini della trama. Ci sono aspetti di debolezza anche nei dialoghi a volti troppo poetici e a volte davvero troppo banali. La minaccia è troppo lontana e poco concreta almeno per i primi episodi e l’assenza di un vero nemico e di un vero obiettivo rende il tutto un po’ poco inciso e coinvolgente. Si è vero sono due episodi introduttivi ma mi aspettavo qualcosa di più, una minaccia più evidente o almeno meglio raccontata. Penso che questi primi due episodi spaccheranno in due il giudizio, fan delusi sicuramente, quelli ci saranno sempre e poi un giudizio diviso tra aspetto visivo e trama. Una serie complessa, ampia e sicuramente di impatto ma che per questi due episodi, lascia lo spettatore un po’ perplesso, non sicuramente entusiasmato come vorrebbe e con la speranza di vedere qualcosa in più negli episodi successivi.

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Quattro Chiacchiere

PREDATOR SKULLS: UN NUOVO FILM SU PREDATOR

QUATTRO CHIACCHIERE: Sono finite le riprese di un nuovo film su Predator e sembrerebbe molto interessante, la FOX cerca di riavviare il cult degli anni 80/90′.

Le riprese di un nuovo film su predator sono finte, ad annunciarlo è stato il direttore della fotografia di questo nuovo film, Jeff Cutter. Da quanto trapela sembrerebbe che la storia riguarda uno dei primi viaggi sulla terra di Predator, con un eroina come protagonista, ambientato molto probabilmente in America in un villaggio Comanche.

Tutto questo mi intriga un sacco, mi piace l’idea che si torni un po’ al passato che la caccia torni primordiale senza troppe cose assurde e complicazioni viste nell’ultimo film che effettivamente era stato un grande flop, sia per la critica che per il pubblico. Questo film che si chiamerà Predator: Skulls, ci riporta un po’ alle origini del cult con una lotta uomo contro Predator in un terreno che sembra un terreno di caccia. Affascinante anche che la protagonista sia una donna, facendo credere al predatore di non essere una preda, proprio come accadde nel primo film del 1987.

Predator non ha bisogno di cose complesse, il film può essere anche semplice come il primo, una location povera in mezzo alla giungla può bastare e con gli strumenti che hanno adesso possono cerare una fotografia con paesaggi pazzeschi sparsi per l’America.

Nelle ultime notizie sembrerebbe anche che il film sarà ambientato durante la guerra civile Americana, quindi qualche anno più avanti di quanto si pensava all’inizio, i produttori hanno dichiarato di voler tornare alle origini e che il film ricorderà anche in parte “The Revenant”.

Il regista è Dan Trachtenberg, mentre la protagonista sarà Amber Midthunter.

Amber Midthunter

Dalla foto che a postato il diretto alla fotografia, sembrerebbe che la location sia una giungla tropicale, proprio come il primo film, questo va un po’ in contrasto con le altre informazioni che sono uscite, perchè i Comanche non erano nella giungla e perchè la guerra civile americana non si è combattuta nelle giungle del centro America. Forse le informazioni che arrivano un po’ in modo confusionarie sono dovute da una strategia, o da qualcuno che prova ad immaginare qualcosa sul film, tanto che non si sa nemmeno se sarà distribuito nei cinema op direttamente su Hulu. Che con “How i met your father” farebbe una doppia operazione di marketing per attirare il pubblico sulla propria piattaforma. Magari il film è solo un “sondaggio” per vedere la risposta del pubblico per poi farne una serie da mettere su Hulu.

Predator è comunque un cult degli anni 90′, porta sicuramente un po’ di pubblico, è un misto di più cose e strizza l’occhio all’Horror, penso che la scelta sia proprio quella di tornare un po’ alla trama del primo, per riportare le persone alle origini e quello stile che hanno tanto amato. L’essere umano che si ingegna e cerca di sopravvivere a questa ceratura così particolare, una gara di ingegno e lotta, una vera è proprio caccia, tra predatore e preda.

Vedremo sicuramente un Predator debole e poco organizzato rispetto a quello visto negli altri film, infatti ci fanno capire come lui si evolve e impara, ad ogni scontro che ha con le sue prede, migliora man mano, sia nelle armi che nelle tecniche di uccisione. Affascinante il concetto del primo film, secondo cui una razza aliena venga sulla terra solo per divertirsi e fare un sessione di caccia, i Predators amano le sfide. In questo film dovrebbe essere interpretato da un attore che ha già vestito i panni di altri mostri in altri film, Dane DiLiegro. Anche questa è solo una deduzione data da un suo ruolo passato e dalla sua altezza.

Nonostante siano finite le riprese non si hanno molte informazioni a riguardo, gli attori sono volutamente abbastanza sconosciuti e anche il resto rimane tutto abbastanza nascosto, non si vuole far trapelare nulla. Però tutto sommato quello che ci viene detto è molto interessante e le premesse sono buone, molto di più di quanto lo erano con il precedente film. Mi piace la protagonista, l’idea che faccia parte dei nativi americani, mi piace il contrasto bellezza con il disgusto del viso del predator, mi sembra tutto ben studiato e penso che potrà essere davvero un bel prequel.

Nel primo film, la ragazza sopravvissuta, parla di una leggenda del posto, di questa strana creatura, della giungle che prende vita, questo film può essere forse la storia che ha dato origine a quella leggenda? Non so perchè ma in un modo o nell’altro penso che possano fare in modo di citare il primo film, ed essendo che si tratta di un prequel non vedo altro modo che questo.

Mi piacerebbe vedere un film un po’ più basilare, semplice, dove lo scontro diventa il centro, una caccia aperta come nel primo film, anche se scontata, è quello che mi piacerebbe vedere, questo film ha davvero bisogno di ritornare alle proprie origini, con una fotografia e degli effetti visivi moderni.

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KATLA: UNA SERIE ISLANDESE, TRA VULCANI E FANTASCIENZA

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Katla è una serie tv islandese, creata e diretta da Baltasar Kormakur, regista già abbastanza famoso per il panorama internazionale che “torna a casa”, grazie a Netflix e crea una serie di fantascienza creata in Islanda e ambientata interamente sull’isola, nello specifico nella zona di Vik, piccolissimo paesino a sud, un paese molto caratteristico per la sua posizione, affacciato sull’oceano, con alle spalle un ghiacciaio e un vulcano nelle vicinanze, il Katla, da cui prende il nome la serie.

Questa serie mi ha ricordato molto la nostra “Curon”, corpi di persone scomparse o di persone morte che tornano in vita grazie all’eruzione del vulcano, un paesino dai mille misteri, circondato dalla cenere, che non solo copre tutto il paesaggio ma anche il dolore del passato che tutte le persone di Vik sembrano avere. Una serie di misteri, il vulcano in piena eruzione che rende la vita difficile, e un rapporto molto fine tra vita e morte, sono gli elementi che caratterizzano queste serie tv.

La trama principale mi ha convinto, è aperta per un seguito e tenendo conto dei mezzi a disposizione riesce comunque a creare curiosità, si vuole sapere il finale e questo penso sia sempre positivo. Lo sviluppo della trama stessa invece è un po’ difettoso, lento, davvero troppo lento, disordinato e che non convince mai del tutto. I personaggi sono pochi e alcuni davvero troppo staccati da ciò che gli accade intorno. Bella l’idea del vulcano, della cenere, per ridurre tutti i costi, ma un cast così piccolo e una scenografia ridotta, rendono la storia un po’ troppo inverosimile e noiosa. La zona di Vik è davvero meravigliosa, da togliere il fiato come un po’ tutta l’Islanda, un paradiso per la fotografia, che in questa serie non mi ha mai stupito, anzi la scenografia è ridotta e a volte penalizza troppo il potenziale di quella location. Alcune inquadrature aeree sono davvero belle, ma nulla di più, non mi è piaciuta la fotografia che poteva dare molto di più in una serie del genere.

La regia l’ho trovata giusta, molto ordinata, a tratti davvero ottima, è tutto nitido, chiaro e non si hanno problemi a capire cosa stia succedendo, invece la recitazione è un po’ debole, alcuni attori sono forzati e non sembrano naturali, alcune reazioni vengono sminuite, anche se la situazione dovrebbe essere emotivamente devastante, mi è piaciuta invece quella che è essenzialmente la protagonista, sia come scrittura che come interpretazione, Grima è interpretata da Guðrún Ýr Eyfjörð Jóhannesdóttir cantante e attrice islandese di cui sentiremo parlare, ma di cui non sapremo mai pronunciare il nome.

Purtroppo alcune dinamiche e situazioni sono un po’ banali, di basso livello, ma è comprensibile, visto il budget della serie, anche se il difetto più grande rimane la sua lentezza, davvero troppo lenta, a tratti stancante e noiosa, pause e silenzi che non portano a nulla nemmeno a livello visivo, con dialoghi molto pacati, forse troppo che non aggiungono nulla ne alla trama e ne hai personaggi che a tratti risultano davvero troppo stupidi e disorientati senza alcun senso.

La serie si può apprezzare per l’idea originale e per il suo sviluppo in generale, bella anche per la location che anche se è stata sfruttata poco, rimane unica e suggestiva e soprattutto difficile da vedere in serie di questo livello. Se amate l’Islanda o avete intenzione di andarci, è la serie che fa per voi, oppure se vi piacciono i misteri, potrebbe piacervi. Penso comunque che nel complesso non sia per niente una pessima serie, ha dei grossi difetti, ma sono passibili e giustificabili, non ci resta che aspettare se faranno un seguito.