QUATTRO CHIACCHIERE: In arrivo su Max (HBO MAX e Discovery +) una serie tv reboot di Harry Potter che stando alle prime voci sarà molto fedele ai libri.
Era da tempo che si vociferava questa voce e adesso è arrivata l’ufficialità e soprattutto l’accordo (immagino milionario) con J.K. Rowling, la scrittrice più popolare degli ultimi 20 anni. Harry Potter sarà una serie tv su MAX (il canale streaming di HBO e Discovery +).
La Warner Bros. vuole mantenere attivi i suoi prodotti di punta, Harry Potter non ha mai smesso di esistere, ma dopo appena solo qualche anno dalla fine della saga cinematografica, si è presa la decisione di fare una serie tv reboot che a quanto si dice sarà molto fedele ai libri. Un progetto a dir poco ambizioso, curioso e sicuramente una mossa pubblicitaria di altissimo livello. A livello prettamente artistico non c’era mossa migliore per la Warner Bros. con un prodotto che verrà sicuramente rilanciato e che darà una visione differente su una storia ormai conosciuta. Fare qualcosa di nuovo sarebbe stato meno curioso e di impatto, una notizia del genere invece fa balzare sulla sedia sia i fan sia quelli distanti da questo mondo narrativo ma che ne riconoscono l’assoluto valore commerciale.
Harry Potter è un fenomeno mondiale con pochi precedenti, paragonabile forse solo a Star Wars per certi versi, un fenomeno che però è costruito molto non solo sui libri e sulla sua trama, ma anche molto sugli attori che hanno fatto parte dei film nel corso degli anni, molti di questi tra l’altro purtroppo defunti. I film erano un agglomerato di talento e se c’è una cosa su cui non si può discutere sui film di Harry Potter e la quantità di talento recitativo presente nelle pellicole.
La Rowling si dice entusiasta del progetto, soprattutto anche per il fatto che la serie si dice che sarà una riproduzione fedele dei suoi libri, allo stesso tempo però mi immagino che sarà difficile togliersi dalla testa i film con i suoi protagonisti e la serie sarà continuamente paragonata non solo ai libri ma ai film stessi.
Solitamente nella storia del cinema questo è un gioco al massacro, il primo cast è sempre il migliore, è quello che si prende il posto nella testa e nel cuore e difficilmente verrà soppiantato, anche se magari la trama sarà migliore. D’altro canto però questa mossa azzardata crea anche una grandissima attenzione sulla serie con una forte attenzione sul cast, formato per le prime stagioni anche da bambini e rendendo la cosa ancor più curiosa e possibile “fucina” di futuri talenti.
Ci saranno i fan con le orecchie drizzate pronti a captare qualsiasi novità e indizio proveniente dalla serie e pronti a criticarla alla prima incongruenza con i libri. Un’altra cosa da non sottovalutare e che a differenza dei libri che si doveva praticamente confrontare solo con un pubblico allineato con l’età di Harry Potter stesso praticamente, in questo caso la serie dovrà confrontarsi con gli ormai cresciuti fan dei libri e della saga ormai trentenni e alcuni quasi quarantenni che a fine serie avranno magari famiglia e la guarderanno con i propri figli avendo a disposizioni due prodotti a confronto. In più dovranno confrontarsi con le nuove generazioni che in dieci anni cresceranno con la serie e con il suo protagonista, avendo però un paragone senza la necessità di aver letto anche i libri.
Non sono solito fare troppi SPOILER in queste brevi recensioni, ma in questo caso qualcosa va sicuramente detto per capire meglio cosa significa questo episodio per la serie, e si perché (Finalmente?) qualcosa è cambiato.
Il terzo episodio della stagione inizia a staccarsi leggermente dal videogioco, non è più una riproduzione praticamente esatta della storia del videogioco, con persone che ormai si stavano troppo abituando a non avere colpo di scena. Si inizia sempre con Joel e Ellie che parlando iniziano a creare il loro rapporto, la città è lontana e sono in zone desolate, già esplorate però da Joel. I due si imbattono in una fosse comune, poveri esseri umani non infetti, ma comunque uccisi per impedire che il fungo dilagasse o che comunque infettasse tutti, da morti non possono mordere.
Qui c’è una prima differenza dal gioco che sicuramente destabilizza chi la storia la conosce, si vede una inversione di marcia, dove ovviamente il budget sarebbe davvero salito di tanto e non in modo indifferente per riprodurre determinate scene. Si decide dunque di fare un tuffo nel passato nell’episodio più cinematografico visto fino ad ora, le inquadrature e le sequenze da videogioco spariscono, l’impronta spirituale di HBO esce fuori e sembra di essere entrati in un episodio di The Leftovers.
Facciamo la conoscenza di Bill, un uomo che negli anni ha creato un piccolo “fortino” nella città di Lincoln a qualche chilometro da Boston, grazie a trappole e difese, Bill è al sicuro dal fungo e dagli attacchi dei banditi. Ha tutto, cibo e del buon vino e passa le sue giornate in solitudine. Fa la conoscenza di Frank dopo quattro anni di solitudine e tra i due nasce qualcosa di più che un’amicizia, un amore intenso e bellissimo. Qui c’è la grande differenza tra il videogioco e la serie che prende una direzione differente. Una piccola isola felice in cui nonostante il mondo sia in rovina, Bill e Frank vivono il loro amore sereni per sedici anni, un monito di speranza in mondo ormai fatto solo di violenza e disperazione. Un episodio profondo, delicato e si anche un po’ noioso, ma che restituisce un po’ quello che mancava alla serie, la parte un po’ cinematografica, meno schematica, slegata un po’ da tutto ciò che gli circonda. La possibilità della serie di approfondire i personaggi viene sfruttata a pieno anche per allungare un po’ i tempi.
Un episodio svolta, che ci racconta storie leggermente diverse dal videogioco e cambia le carte in tavola, mettendoci il dubbio su cosa vedremo in futuro, scelta azzardata che potrebbe destabilizzare lo spettatore e fare iniziare le critiche, cosa che prima non era mai successa. Sono partite le scelte difficili, che tolgono un po’ di azione, per dare spazio ai sentimenti. Anche per questioni di soldi. Una scelta che mi ha convinto in parte, romantica sì, ma forse un po’ troppo distaccata da tutto il resto, sia nei ritmi, che nella regia e nei dialoghi, sembra essere un’altra serie. Aggiunge profondità, dimensione e informazioni, quindi a mio modo di vedere è un episodio riuscito, allo stesso tempo però rallenta i tempi, si divide dal videogioco e forza alcune dinamiche, forse per alcuni non è stata la scelta giusta.
Il 27 Gennaio è stata rinnovata la serie per una seconda stagione!
FANTASCENEGGIATURA: Provo ad immaginare come potrebbe essere uno spin-off de “La casa di carta” con protagonista il figlio di Berlino, apparso nell’ultima stagione della serie.
Nell’ultima stagione de “La casa di carta” sono apparsi dei nuovi personaggi, praticamente tutti appartenenti al passato cronologico della storia, ma che sembrerebbe che uno di quelli potrebbe anche essere parte del presente narrativo della rapina. Forse potrebbe aiutare la banda a fuggire? Tutti se lo stanno chiedendo ed è forse l’ultimo spunto interessante della serie, riuscire a creare un po’ di curiosità, come successo con Tatiana e Alicia e la loro somiglianza.
Ormai la casa di carta è una vera e propria macchina da soldi, è una delle serie con più successo di Netflix è la più ostentata e fa parlare spesso di se. Come già detto nei precedenti articoli è un fenomeno mondiale e in Italia in particolare, continua a spopolare. A dicembre ci sarà il gran finale, ma il pubblico non sarà mai sazio e così qualcuno starà sicuramente pensando a degli spin-off. Di recente tutti gli attori stanno facendo dichiarazioni particolari a riguardo anche Ursula Corbero, l’attrice che interpreta Tokyo, oppure Alvaro Morte, il professore, non hanno escluso dei possibili spin-off.
Tutto fa pensare che la casa di carta non sia finita del tutto e che un prodotto del genere verrà sfruttato fino all’osso, ma come spesso accade in queste situazioni c’è sempre bisogno di un riciclo generazionale, di un cambiamento importante. Per questo vedendo il figlio di Berlino non posso non pensare che in futuro ci possa essere uno spin-off con lui e Tatiana protagonisti e con Berlino come mentore e insegnante in lunghi flashback tipici della serie originale.
UN TALENTO IN ERBA
Lo spin-off sarebbe bello incentrarlo sul figlio di Berlino che entra nel mondo della criminalità, con piccoli colpi, per poi pensare al colpo del secolo, uscire dai confini della Spagna ormai sembra ovvio, perchè la serie ha conquistato tutta l’Europa. Una serie in cui si vede Berlino che poco a poco insegna al proprio figlio l’arte della rapina, e lui si approccia a diventare un nuovo professore, magari qualche comparsa dei vecchi personaggi ma nulla di più. Lo scambio di sguardi tra il figlio di Berlino e Tatiana è stato abbastanza eloquente, quindi non mi stupirei se facessero coppia in uno spin-off della serie, magari è solo un illusione che possano far parte del colpo, magari quello che ci hanno fatto vedere serve solo per avere una nuova serie già pronta tra le mani.
Partire da zero non è facile e uno spin-off su uno dei protagonisti sarebbe forse troppo forzato farlo fin da subito, magari già a partire dall’anno prossimo, ma fare una serie con personaggi già introdotti e con Berlino come “sponsor” sarebbe un gran bel colpo, un colpo geniale come quello del professore. Una nuova banda, nuovi personaggi, nuovi costumi iconici, tutto nuovo ma mantenendo il vecchio stile. Una banda molto disordinata, alle prime armi, con Rafael (figlio di Berlino) e Tatiana come mentori e ideatori delle rapine. Una serie che segue passo a passo la crescita dei personaggi passo per passo prima del grande colpo. La rapina diventa la conclusione stessa della serie, mentre invece la crescita, le piccole rapine, le prime esperienze nel campo criminale saranno il succo centrale della serie. L’importante sarà mantenere la stessa filosofia e metterci dentro qualche comparsa illustre oltre alla presenza di Berlino nei Flashback. L’Ossessione di Rafael dovrà essere quella di battere il professore, di far meglio di suo padre e di fare una rapina talmente clamorosa da scuotere il mondo e non solo la Spagna, una rapina internazionale.
Una serie che fa ciò che la serie originale ha fatto solo tramite i flashback, mostrandoci la creazione di una nuova banda, l’ideazione di un piano, senza troppe rivelazioni e delle piccole rapine per ricavare un budget per organizzare il colpo del secolo. Ci sarà sempre Berlino nei flashback del giovane Rafael, tutte i suoi insegnamenti e le sue “perle” su come va vissuta la vita. Ci sarà Tatiana che sarà un ottima stratega, forse ancora meglio del professore, ma con un passato misterioso e un sospetto che fa il doppio gioco. Una serie che ritorni un po’ al passato, al vero senso della rapina, alla strategia e hai rapporti umani che inevitabilmente si creano nella banda di ladri. Un crescendo di azione e violenza, man mano che le stagioni passano e il gioco si fa sempre più duro, non solo uno spin-off de “La casa di carta” ma una evoluzione di essa, con più cura per i dettagli, ma mantenendo sempre quella capacità di coinvolgere il pubblico.
Il cast iniziale può essere una pubblicità unica, solo dai nomi degli attori il pubblico vorrà vedere questa serie, perchè non resisterà all’abbinamento, attori conosciuti per altre serie e il nome di una delle serie più popolari di Netflix. Il pubblico in fondo sa che vuole uno spin-off, e lo sanno anche i produttori della serie che non vogliono fermare questa macchina da soldi. Quindi nel cast non faccio fatica ad immaginare due attori come Aron Piper e Ester Esposito, due attori molto apprezzati (più per la loro bellezza) nella serie spagnola Elite. Questo creerebbe un sacco di curiosità immediata verso questo spin-off.
COLLEGAMENTI CON “LA CASA DI CARTA”
Rafael dichiarerà apertamente che vuole essere meglio del professore, vorrà un nome tutto suo, vorrà copiare praticamente il suo “idolo” ma cambiando leggermente le cose, magari invece di professore di vorrà far chiamare “Mentore” oppure semplicemente “il maestro” e perchè no, magari un nome in onore di suo padre e si farà chiamare proprio “Berlino”. Anche i nome all’interno della banda non dovranno essere per forza i nomi delle città, sarà bello poter sorprendere il pubblico senza risultare troppo banali. Difficile sostituire un idea così importante come quella della prima stagione de la casa di carta, anche i costumi con le maschere di Dalì sono ormai iconici. Ma lo spin-off può giocare su questo fattore, può sbizzarrirsi sul fatto che il figlio di Berlino appunto, voglia essere come il professore e migliorarsi. Quindi sarebbe meno banale e più credibile se tipo invece del nome delle città, userebbe il nome dei monumenti sparsi per il mondo, o che ne so, i nomi di liquori famosi, una cosa apparentemente banale e grottesca, ma giustificata dall’ossessione del protagonista.
Anche le maschere, i costumi, un rosso che ormai è il colore simbolo della serie, sarà difficile da estirpare, ma allo stesso tempo è giusto che succeda, magari anche qui con una spudorata somiglianza.
Anche le giuste comparse, le giuste citazioni saranno molto importanti, tutto dovrà ricondurci alla serie originale, ma allo stesso tempo dovrà essere capace di fare qualcosa di nuovo e staccarsi da essa, è giusto sfruttare il successo, ma non troppo se no il pubblico rischia di stancarsi.
Lo spin-off dovrà essere in grado di sperimentare di andare oltre le solite cose, di smentire gli scettici e di stupire chi già ha seguito con passione la serie originale, deve riuscire a cavalcare l’onda e se possibile renderla più grande, magari meno pubblico da mainstream, ma una nicchia più esperta che riconosca il valore della serie. Hai il pubblico, hai il successo, non c’è bisogno di sfamare sempre i fan come fatto con le ultime due stagione del trono di spade. Delle volte è bello esprimere la propria arte come se vuole con scelte accurate, ma che non si basino sempre sul volere del pubblico. L’ultima stagione de “la casa di carta” ha voluto fare dei colpi di scena talmente banali che non mi hanno fatto effetto, troppo forzati, troppo telefonati. C’è bisogno di qualcosa di più autentico e fatto seriamente, con una cura più dettagliata verso anche la recitazione.
Riconoscere i grossi difetti della serie originale e cercare di migliorare, mantenere l’ottima fotografia e regia, ma migliorare nella scrittura, nel montaggio che è purtroppo e pessimo e abbassare il livello di trash che ha ormai raggiunto punte altissime. Bisogna creare una serie che possa stupire anche nei dialoghi, non stupidi e ridicoli, ma qualcosa di più studiato, profondo e serio.
E voi cosa ne pensate? come vorreste lo spin-off de la casa di carta?