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OSCAR 2023: TUTTI I VINCITORI

QUATTRO CHIACCHIERE: EVERYTHING EVERYWHERE ALL THE ONCE si prende 7 statuette, grande ritorno di Brendan Fraser.

Oscar 2023 poche sorprese e il film Everything Everywhere all the once che domina la scena vincendo ben 7 statuette, uno spettacolo nella norma, nessuna notizia eclatante e il grande ritorno di Brendan Fraser che si porta a casa il suo primo Oscar come miglior attore protagonista.

Migliori film

Everything everywhere all at once

Gli spiriti dell’isola

Elvis

The Fabelmans

Tár

Top Gun: Maverick

Women talking

Triangle of sadness

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Avatar: La via dell’acqua

Migliore regia

Daniel Kwan, Daniel Scheinert per Everything everywhere all at once

Martin McDonagh per Gli spiriti dell’isola

Steven Spielberg per The Fabelmans

Todd Field per Tár

Ruben Östlund per Triangle of Sadness

Miglior attore protagonista

Brendan Fraser per The whale

Austin Butler per Elvis

Colin Farrell per Gli spiriti dell’isola

Paul Mescal per Aftersun

Bill Nighy per Living

Miglior attrice protagonista

Michelle Yeoh per Everything everywhere all at once

Cate Blanchett per Tár

Ana de Armas per Blonde

Andrea Riseborough per To Leslie

Michelle Williams per The Fabelmans

Migliore attore non protagonista

Ke Huy Quan per Everything everywhere all at once

Brendan Gleeson per Gli spiriti dell’isola

Brian Tyree Henry per Causeway

Judd Hirsch per The Fabelmans

Barry Keoghan per Gli spiriti dell’isola

Migliore attrice non protagonista

Jamie Lee Curtis per Everything everywhere all at once

Angela Bassett per Black Panther: Wakand forever

Hong Chau per The whale

Kerry Condon per Gli spiriti dell’isola

Stephanie Hsu per Everything everywhere all at once

Miglior montaggio

Everything everywhere all at once

Gli spiriti dell’isola

Elvis

Tár

Top Gun: Maverick

Miglior film internazionale

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Argentina, 1985

Close

Eo

The quiet girl

Miglior corto animato

The boy, the mole, the fox, and the horse

The flying sailor

Ice merchants

My year of dicks

An ostrich told me the world is fake and I think I believe It

Migliori costumi

Black Panther: Wakanda Forever

Babylon

Elvis

Everything everywhere all at once

Mrs. Harris goes to Paris

Miglior cortometraggio

An Irish goodbye

Ivalu

Le pupille

Night ride

The red suitcase

Miglior colonna sonora

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Babylon

The banshees of Inisherin

Everything everywhere all at once

The Fabelmans

Miglior sonoro

Top Gun: Maverick

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Avatar: La via dell’acqua

The Batman

Elvis

Miglior sceneggiatura non originale

Women talking

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Glass onion: A knives out

Living

Top Gun: Maverick

Miglior sceneggiatura originale

Everything everywhere all at once

Gli spiriti dell’isola

The Fabelmans

Tár

Triangle of sadness

Miglior film d’animazione

Pinocchio di Guillermo del Toro

Marcel the shell with shoes on

Puss in boots: the last wish

The sea beast

Turning red

Miglior fotografia

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Bardo

Elvis

Empire of light

Tár

Migliore canzone

Naatu Naatu da Rrr

Applause da Tell It Like a Woman

Hold my hand da Top Gun: Maverick  

Lift Me Up da Black Panther: Wakanda Forever

This Is a Life da Everything Everywhere All at Once

Miglior scenografia

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Avatar: The Way of Water

Babylon

Elvis

The Fabelmans

Miglior Makeup e Hairstyling (trucco e parrucco)

The Whale, Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley

Niente di nuovo sul fronte occidentale, Heike Merker e Linda Eisenhamerová

The Batman, Naomi Donne, Mike Marino eMike Fontaine

Black Panther: Wakanda Forever, Camille Friend e Joel Harlow

Elvis, Mark Coulier, Jason Baird e Aldo Signoretti

Migliori effetti visivi

Avatar: La via dell’acqua

Niente di nuovo sul fronte occidentale

The Batman

Black Panther: Wakanda Forever

Top Gun: Maverick

Miglior documentario

Navalny di Daniel Roher, Odessa Rae, Diane Becker, Melanie Miller e Shane Boris

All that breathes di Shaunak Sen, Aman Mann and Teddy Leifer

All the beauty and the bloodshed di Laura Poitras, Howard Gertler, John Lyons, Nan Goldin e Yoni Golijov

Fire of love di Sara Dosa, Shane Boris e Ina Fichman

A house made of splinters di Simon Lereng Wilmont e Monica Hellström

Miglior corto documentario

The elephant whisperers di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga

Haulout di Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev

How Do You Measure a Year? di Jay Rosenblatt

The Martha Mitchell Effect di Anne Alvergue e Beth Levison

Stranger at the Gate di Joshua Seftel e Conall Jones

Ormai la lista è sempre più lunga ed è facile perdersi, a parte l’elogio dovuto a tutto il gruppo di lavoro di Everything Everywhere all the once, i complimenti vanno fatti anche ad una pellicola europea, tedesca per la precisione, che oltre al miglior film straniero ha vinto due premi di peso come miglior scenografia e miglior fotografia, il film tedesco è presente nel catalogo Netflix.

Quest’anno gli oscar sono un premio alla creatività e alle novità, attori che sono da anni nel panorama del cinema che per la prima volta vengono candidati e vincono addirittura un Oscar, come Brendan Fraser, Jamie Lee-Curtis o ad esempio Ke Huy Quan che era il bambino in Indiana Jones il tempio maledetto. Premi giusti senza troppe polemiche, nulla di clamoroso o scelte troppo politiche, vedere quello che comunque è uno Sci-fi vincere tutte queste statuette fa un certo effetto si, ma ormai tutti se lo aspettavano. Peccato per TOP GUN: Maverick che si è portato a casa solo un Oscar per il montaggio sonoro, nel complesso ritengo ancora che sia il miglior film e la massima espressione di un prodotto per le sale cinematografiche, quello poteva davvero essere un bel segnale per l’Accademy. Ovvio che il dominio del film dei “Daniels” dopo 6 Oscar, non poteva che prendersi anche miglior film.

Ottimo anche Brendan Fraser, strepitoso nella sua interpretazione, un attore che in qualche modo, chi è nato negli anni 80/90′ ci è affezionato e sinceramente è davvero bello che abbia ricevuto un premio del genere.

Un altro anno di cinema, un altro anno di Oscar, un nuovo anno di sorprese e di sogni.

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UNA FAMIGLIA VINCENTE – KING RICHARD: A VOLTE IL DESTINO VA COSTRUITO

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King Richard è un film del 2021 diretto da Reinaldo Marcus Green che narra le vicende della vita di Richard Williams padre e mentore delle super tenniste Serena e Venus Williams, in questo film interpretato da Will Smith per cui ha vinto l’Oscar grazie a questo ruolo.

Il film si focalizza molto sull’ossessione, ma allo stesso tempo sulla dedizione del padre per far diventare le proprie figlie delle tenniste professioniste, principalmente per portarle via da Compton una zona pericolosa di Los Angeles. Richard è un uomo appassionato di Tennis e trasmette questa passione a due delle sue cinque figlie, Serena e Venus, dedicando la sua intera vita al progetto di farle diventare le tenniste più forti di sempre.

La parte davvero incredibile di questa storia, oltre all’impegno e alla dedizione, e il fatto che tutto ciò che Richard aveva previsto per le sue due figlie si è avverato, anche il fatto che Serena sarebbe diventata la più forte di tutti i tempi e in effetti così è stato. Un film che lascia il segno, per la dedizione e la forza di una famiglia umile, unita che ha inseguito il sogno del padre sempre tutta insieme e compatta e questa è stata la loro forza.

La recitazione è di alto livello, come la gestione del film, la storia è forte, per certi aspetti quasi surreale per quanto Richard sia riuscito a delineare il destino delle proprie figlie, con una forza e una dedizione da parte di tutti eccezionali. Un bel film adatto a tutti, che non parla solo di sport, ma anche di famiglia e di rapporto genitori e figli, ma senza farlo pesare, ma anzi arricchendolo con momenti di dolcezza e felicità.

Will Smith ritrova un po’ sé stesso, l’amore per i figli, la paura di fallire e la voglia di avere una vita migliore di quella in cui si è nati e cresciuti. La passione trascinante per qualcosa che amiamo e grazie a tutte queste motivazioni la sua interpretazione è davvero di ottimo livello.

Nel complesso un buon film, che non annoia praticamente mai nel corso della sua durata e che pur sapendo il finale, crea molta curiosità, una storia di un padre e di due atlete che sono diventate delle leggende di questo sport.

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LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE: LA STORIA DI UN EROE DI GUERRA

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La battaglia di Hacksaw Ridge è un film del 2016, candidato a diversi premi Oscar e diretto da Mel Gibson, un film tratto da una storia vera di un eroe di guerra americano.

Il protagonista Andrew Garfield interpreta un giovane soldato americano Desmond Doss che durante la seconda guerra mondiale si arruola nell’esercito come medico, ma che per motivi religiosi si rifiuta categoricamente di usare armi. Il primo Obiettore di Coscienza a ricevere una medagli al valore, un eroe che ha salvato molte vite da morte certa.

Un film di guerra, con una battaglia lunga e ben congeniata a farne da protagonista, Mel Gibson ci immerge nella cruda verità della guerra, in una battaglia, quella di Hacksaw Ridge, combattuta in terra Giapponese. Sangue, mutilati e feriti ovunque con un ragazzo che fa di tutto per salvare più vite possibili. Un film che ci mostra che in guerra non ci sono vincitori, ma solo morte e distruzione, e Desmond Doss è un esempio di integrità morale, devozione e dedizione.

Il film funziona molto bene, la parte introduttiva sottolinea la follia del protagonista di andare in guerra senza armi, ma ci mostra al tempo stesso la sua immensa forza di volontà. La regia non mi ha convinto del tutto in alcuni passaggi, soprattutto nella battaglia, alti e bassi molto soggettivi che possono cambiare un po’ la percezione del film, anche nella sua fotografia, a volte spettacolare a volte un po’ deludente. Un’ottima recitazione di un sempre sottovalutato Andrew Garfield arricchisce un film che si muove bene tra la fede e la violenza, tipico di questo regista.

Scorre bene, la battaglia è chiara nella sua confusione, con immagini nitide anche nelle scene più buie, una buona rappresentazione della guerra e della sua violenza, con una escalation particolare di coraggio e devozione, con un protagonista sempre più eroico e determinato.

Nel complesso un film da Oscar, uno di quei film che ti lascia il segno dopo che l’hai visto.

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WILL HUNTING – GENIO RIBELLE: L’ESPRESSIONE CINEMATOGRAFICA DELLA PAROLA

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Will Hunting – Genio Ribelle, in inglese Good Will Hunting è un film di cui ho già parlato in un piccolo elogio, alla bellezza delle parole nel cinema e dell’importanza dei dialoghi in esso. Una perla di insegnamento di sceneggiatura più di un libro di McKee o Syd Field. (Articolo qui)

Will Hunting è un film del 1997 diretto da Gus Van Sant e scritto da due attori ormai famosi come Matt Damon e Ben Affleck, con una sceneggiatura che gli è valsa un Oscar agli esordi della loro carriera.

Il film parla di Will un ragazzo prodigio, con una memoria e una capacità matematica assurde e impareggiabili, un dono che non sta sfruttando, perché arriva dalla parte povera di Boston e perché all’università è solo uno spazzino alla MIT. Viene scoperto il suo talento, ma un famoso matematico non riesce a controllare il carattere ribelle del giovane Will e che quindi richiede l’aiuto di un suo vecchio amico e insegnate di psicologia.

Il film è sorretto da splendidi dialoghi e il confronto tra il genio ribelle di Will, interpretato da Matt Damon e un ormai triste e ferito professore di psicologia con grande talento per i rapporti umani, interpretato da uno strepitoso Robin Williams. Il resto funziona come uno splendido contorno dove ci vengono mostrati diversi aspetti della vita di Will, tra cui un amore intenso appena sbocciato ma che rischia già di finire. A poco a poco il film prende una forma attuale, passano gli anni ma i dialoghi sono applicabili al giorno d’oggi, forse ancora più di allora. La paura del futuro, della perdita, e il confronto costante con il proprio passato. Un amore visto in modo poetico, essenziale e davvero unico. Questo film ha davvero la capacità di conquistarti con le parole e ci mostra un piccolo spezzone di vita, di scelte e di bivi in cui spesso ci dobbiamo confrontare.

Un film che è come una nuvola soffice in cui ci possiamo rilassare, studiare a fondo e capire qualcosa in più sulle infinite sfumature della nostra vita. Non è solo il confronto tra i due personaggi o il talento matematico sprecato, ma è una vera e propria figurina del nostro mondo, di quando si è giovani sognatori impauriti, quando il nemico numero uno siamo noi stessi, le nostre scelte e il voler essere ribelli, ma non con il mondo, quando con la nostra vera essenza. Will fugge dal proprio talento, ma allo stesso tempo lo rincorre, fugge dall’amore, ma allo stesso tempo non desidera altro. Una stretta mortale in cui ci incanala la società che ci circonda, ma noi dobbiamo assaporare la vita in ogni suo attimo, “sentire l’odore della capella Sistina e non solo sapere chi è Michelangelo“. Il concetto è vivere, dare il meglio di sé stessi, offrire non al mondo ma proprio a noi stessi la nostra parte migliore.

Una piccola perla di Cinema, che merita di essere vista e rivista e anche ascoltata. Un Robin Williams che non bisogna mai smettere di elogiare, per le sue interpretazioni pure, vere e bellissime.

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MATCH POINT: UN EVIDENTE TOCCO ALLA WOODY ALLEN

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Match Point è un film del 2005 scritto e diretto da Woody Allen con protagonisti Jonathan Ryhs Meyers e Scarlett Johansson. La particolarità di questo film è che per problemi di produzione, la storia fu spostata da New York a Londra dovendo anche riformare il cast. Forse il film che ha fatto decollare la carriera della Johansson.

Un film con il tocco classico di Woody Allen che riesce sempre a trattare i sentimenti con due tipi di sfumature, dall’amore più pure e semplice, quello passionale e vero, a quello più cinico e lussurioso legato a secondi fini. Non si sofferma mai sul positivo, ma ci mostra anche la difficoltà di alcuni rapporti e come essi possano condizionare la nostra vita. Woody Allen prima di essere un ottimo regista e un bravissimo sceneggiatore e in questo film c’è tutto il suo talento in un film davvero scritto in modo eccellente. Un esempio di ottima sceneggiatura.

La trama pone subito delle basi intriganti che creano curiosità, con il giovane istruttore di Tennis Chris Wilton, che sogna di diventare ricco e grazie al suo lavoro conosce l’élite della città. Entra nel mondo della finanza grazie alle sue nuove conoscenze, il suo amico Tom Hewett e sua sorella Chloe di cui si innamora. Ma la vera musa, la vera donna per cui Chris farebbe follie è la ragazza di Tom, Nola Rice, giovane aspirante attrice americana. Tra i due scatta subito qualcosa e questo triangolo amoroso sarà al centro di tutto il film.

La trama si destreggia perfettamente in questo triangolo, dai toni thriller e con dei buoni attimi di suspense, il colpo di scena finale ci stupisce ma allo stesso tempo ci allontana un po’ dal personaggio di Chris, un po’ troppo discordante con sé stesso. Un film che comunque vinse un oscar per la miglior sceneggiatura Originale. Sicuramente la trama è la sua forza, con una recitazione di alto livello e che ci mostra attori belli e con un’ottima sintonia, è tutto molto vero e credibile nelle sue dinamiche.

Un bel film alla Woody Allen, con il suo stile a volte perfettamente riconoscibile, con la sua visione del mondo e dell’amore, un film che difficilmente invecchierà e che anzi diventa ancor più attuale in alcuni suoi aspetti. Un ottimo film, intrigante, e interessante al punto giusto.

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Quattro Chiacchiere

OSCAR 2022: LE NOMINATION

QUATTRO CHIACCHIERE: Le nomination agli oscar 2022, stupisce “Il potere del cane” con 12 candidature.

Sono state rivelate le candidature agli Oscar 2022, che nonostante le critiche e tutto il resto, rimane il premio del cinema più importante e ambito al mondo. Sono una delle premiazioni forse più discusse, uno dei premi in cui si parla sempre di favoritismi e di sbagli clamorosi. Gli Oscar fanno sempre parlare di sé, c’è chi dice che non gli importa nulla di quella statuina d’ora, ma in realtà tutti nel mondo del cinema ne vogliono vincere almeno una.

L’Oscar è spesso una consacrazione, ma in certi casi può essere anche un trampolino di lancio, spesso a vincere il premio, come in tutti i festival del cinema, sono film lontani dal popolo, raramente commerciali. Il film da Oscar è spesso un film impegnativo, complicato con una certa profondità. I film di fantascienza raramente vengono presi in considerazione, se non per gli aspetti più tecnici.

Elenco delle Candidature

Miglior film
Belfast
I segni del cuore
Don’t Look Up
Drive My Car
Dune
King Richard
Licorice Pizza
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Il potere del cane
West Side Story

Miglior film internazionale
Drive My Car (Giappone)
Flee (Danimarca)
È stata la mano di Dio (Italia)
Lunana: A Yak in the Classroom (Bhutan)
The worst person in the world (Norvegia)

Miglior regia
Paul Thomas Anderson – Licorice Pizza
Kenneth Branagh – Belfast
Jane Campion – Il potere del cane
Steven Spielberg – West Side Story
Ryûsuke Hamaguchi – Drive My Car

Miglior attore protagonista
Javier Bardem – Being the Ricardos
Benedict Cumberbatch – Il potere del cane
Andrew Garfield – Tick, Tick … Boom! 
Will Smith – King Richard
Denzel Washington – Macbeth

Miglior attrice protagonista
Jessica Chastain – Gli occhi di Tammy Faye
Olivia Colman – La figlia oscura
Penélope Cruz – Madres paralelas
Nicole Kidman – Being the Ricardos
Kristen Stewart – Spencer

Miglior attore non protagonista
Ciaran Hinds – Belfast
Troy Kotsur – I segni del cuore
Jesse Plemons – Il potere del cane
J.K. Simmons – Being the Ricardos
Kodi Smit-McPhee – Il potere del cane

Miglior attrice non protagonista
Jessie Buckley – La figlia oscura
Ariana DeBose – West Side Story
Judi Dench – Belfast
Kirsten Dunst – Il potere del cane
Aunjanue Ellis – King Richard

Miglior colonna sonora
Don’t Look Up 
Dune 
Encanto 
Madres paralelas
Il potere del cane

Migliori costumi
Cruella
Cyrano
Dune
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
West Side Story 

Miglior sceneggiatura originale
Belfast
Dont’ look up
King Richard
Licorice pizza
The worst person in the world

Miglior sceneggiatura non originale
I segni del cuore
Drive My Car
Dune
La figlia oscura
Il potere del cane

Miglior sonoro
Belfast
Dune
No Time to Die
Il potere del cane
West Side Story

Miglior canzone originale
“Be Alive” — Beyoncé Knowles-Carter & Darius Scott (King Richard)
“Dos Oruguitas” — Lin-Manuel Miranda (Encanto)
“Down to Joy” — Van Morrison (Belfast)
“No Time to Die” — Billie Eilish & Finneas O’Connell (No Time to Die)
“Somehow You Do” — Diane Warren (Four Good Days)

Migliori effetti visivi
Dune
Free Guy
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
No Time to Die
Spider-Man: No Way Home

Miglior fotografia
Dune
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Il potere del cane
Macbeth
West Side Story

Miglior montaggio
Dont’ look up
Dune
King Richard
Il potere del cane
Tick, Tick… Boom!

Miglior scenografia
Dune
La fiera delle illusioni

Il potere del cane
Macbeth
West Side Story

Migliori trucco e acconciature
Coming 2 America
Cruella
Dune
Gli occhi di Tammy Faye
House of Gucci

Miglior documentario
Ascension
Attica
Flee
Summer of Soul
Writing with fire

Miglior film d’animazione
Encanto
Flee
Luca
I Mitchell contro le macchine
Raya e l’ultimo drago

Miglior cortometraggio documentario
Audible
Lead Me Home
The Queen of Basketball
Three Songs for Benazir
When We Were Bullies

Miglior cortometraggio
Ala Kachuu — Take and Run
The Dress
The Long Goodbye
On My Mind
Please Hold

Miglior cortometraggio animato
Affairs of the Art
Bestia
Boxballet
Robin Robin
The Windshield Wiper

Il potere del cane ha ben 12 candidature, tra cui miglior regia di Jane Campion e ovviamente con tutte quelle candidature anche miglior film. Questo film è distribuito da Netflix, un film che ovviamente piace alla critica per l’accuratezza dei particolari e la recitazione di ottimo livello, tutto perfettamente coordinato dal regista. Ovviamente è un film complesso e non sicuramente un film che piace a tutti.

Dune è piacevolmente tra i migliori film, un prodotto che secondo me merita tutte le candidature che avuto, peccato che non gli sia stato il giusto merito anche a Denis Villeneuve, che si meritava una candidatura come miglior regista. Sicuramente questo film potrebbe farsi valere nei premi tecnici, io spero anche nella colonna sonora creata da Hans Zimmer.

Steven Spielberg è sempre sul pezzo e nonostante la lunga carriera non sbaglia un colpo e riesce sempre a fare film davvero di ottima qualità, anche West Side Story ha qualche candidatura, tra le quali, ovviamente, quella di miglior regista.

Miglior fotografia è un premio che va a percezione visiva, è una cosa di cui ti accorgi subito e devo ammettere che ne “Il potere del cane” ho avuto quella sensazione li, ci sono dei campi larghi davvero da perdere il fiato. Anche Dune è particolare e hanno utilizzato nuove tecniche, tra cui il Sand screen, invece del green screen per motivi di rifrazione di luce e riflesso.

Per la Sceneggiatura spero possa vincere “Don’t look up“, mi è piaciuto davvero molto com’è stato scritto, ottimi i dialoghi e la profondità dell’argomento estremamente attuale, ironia e serietà che si mescolano perfettamente.

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DUNE: RECENSIONE DI UN NUOVO INIZIO

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Dune è un film del 2021 diretto da Denis Villeneuve, questo colossal è la prima parte dell’adattamento cinematrogarfico del romanzo ononimo di Frank Herbert di cui abbiamo già visto un famoso film diretto da David Lynch nel 1984 e due miniserie negli anni duemila.

Dune di Villeneuve ricalca in modo a tratti meticoloso le vicende del libro e si ispira naturalmente al film di Lynch, ma ne amplifica la visione, l’aspetto estetico e anche i personaggi rendendoli più completi, con una storia più ordinata e lineare.

Il film è dichiaratamente solo una prima parte e infatti nel complesso è come vedere un primo tempo del film, con un primo atto che ci spiega e ci introduce in questo mondo futuristico, fatto di conquiste spaziali e pianeti, un mondo abbastanza complesso e davvero interessante. Il fulcro di tutto il film è il maestoso soggetto di Herbert, un film che è un icona del suo genere.

Dune a tutte le caratteristiche del colossal e il regista mette tutta la sua impronta, creando un pellicola di altissimo livello, un film che ci trasporta su Arrakis, questo pianeta caldo e desertico, sfruttato e saccheggiato da diversi popoli dell’universo per “la spezia” un elemento prezioso presente nella sabbia e nell’atmosfera che ha la capacità di allungare la vita e di donare dei poteri particolari. Preziosa anche per i viaggi interstellari, anzi fondamentale.

La capacità del film è quella di immergerti totalmente nell’ambiente, tutto è molto spettacolare, a tratti epico, inquadrature, suoni e immagini tutte curate alla perfezione, con una colonna sonora sontuosa curata da Hans Zimmer. La trama è l’apertura di un nuovo mondo, con qualche spiegazione di base per inserirci come pubblico nell’universo fantascientifico creato da Frank Herbert, in questo Villeneuve è un maestro e lo fa con la sua capacità di coinvolgerti fino in fondo.

La gestione corale degli attori è perfetta, nessuno è fuori posto, tutti danno il loro meglio, da Timotèe Chalamet nel ruolo del protagonista, alla giovane Zendaya che interpreta Chani una Fremen che gli indigeni del pianeta desertico.

Villeneuve mette tutto se stesso in questo film, la sua visione e tutte le sue caratteristiche, un film intenso, delle volte forse anche troppo, molto lento in certe situazioni, un film che forse si appesantisce un po’ troppo con scene davvero troppo pesanti per il pubblico del giorno d’oggi abituato a cose più immediate.

Spettacolari le battaglie, la cura dei personaggi che magari appaiono anche per poco nel film, i costumi e tutta l’ambientazione, un vero proprio colossal vecchio stile quasi, ma con tutta la nuova tecnologia e le capacità cinematografiche moderne.

Una trasposizione quasi perfetta del libro, un impresa che non era scontata e facile ma che il regista esegue alla perfezione, una prima parte introduttiva, che pone le basi per qualcosa davvero di epico e gigantesco. Dune è fantascienza pura, con però anche degli interessanti giochi di potere, personaggi profondi e anche qualche similitudine con il mondo reale.

Assolutamente un film da vedere, visivamente eccezionale, colonna sonora perfetta, ben recitato, con l’unico difetto che a volte è davvero troppo lento e inteso dove non serve.

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OSCAR 2021 CHI HA VINTO?

QUATTRO CHIACCHIERE: Oscar 2021, le premiazioni nell’anno più difficile per la storia del cinema.

Questi sono stati gli Oscar più particolari di sempre, tenendo conto che questo, anche per il cinema, è stato un anno difficile e particolare, l’anno delle piattaforme streaming, ma negli Oscar resiste ancora la classica pellicola distribuita nei cinema.

Un Equilibrio quasi totale e qualche delusione per noi italiani, dicono che l’importante è esserci, ma a volte si vorrebbe davvero vincere sempre, per nonostante tutto quello che si dice, l’Oscar è sempre l’Oscar.

Miglior film: “Nomadland”
Miglior attore protagonista: Anthony Hopkins (“The Father”)
Miglior attrice protagonista: Frances McDormand (“Nomadland”)
Miglior regia: Chloé Zhao per “Nomadland”
Miglior attore non protagonista: Daniel Kaluuya (“Judas and the Black Messiah”)
Miglior attrice non protagonista: Youn Yuh-jung (“Minari”)
Miglior sceneggiatura originale: Emerald Fennell per “Una donna promettente”
Miglior sceneggiatura non originale: Christopher Hampton e Florian Zeller per “The father”
Miglior film straniero: “Un altro giro” di Thomas Vinterberg (Danimarca)
Miglior trucco: Sergio Lopez-River, Mia Neal e Jamika Wilson per “Ma Rainey’s Black Bottom”
Migliori costumi: Ann Roth per “Ma Rainey’s Black Bottom”
Miglior sonoro: Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés and Phillip Bladh per “Sound of metal” 
Miglior film d’animazione: “Soul” di Pete Docter e Kemp Powers
Miglior documentario: “Il mio amico in fondo al mare” di James Reed e Pippa Ehrlich
Migliori effetti speciali: Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley, Scott Fisher per “Tenet”
Miglior scenografia: Donald Graham Burt e Jan Pascale per “Mank”
Miglior fotografia: Erik Messerschmidt per “Mank”
Miglior montaggio: Mikkel E. G. Nielsen per “Sound of metal”
Miglior colonna sonora: Trent Reznor e Atticus Ross con Jon Batiste per “Soul”
Miglior canzone: “Fight for you” per “Judas and the Black Messiah”
Miglior cortometraggio: “Two distant strangers”
Miglior corto documentario: “Colette”
Miglior corto d’animazione: “Se succede qualcosa, vi voglio bene”

Nomadland si porta a casa 3 statuette e del film più vincente della serata, le altre pellicole si fermano a due creando una sorta di perfetto equilibrio, ci sono anche delle piccole sorprese, tra cui la vittoria di uno dei miei attori preferiti e di cui ne ho tesso le lodi più volte. Sir. Anthony Hopkins.

Molti si aspettavano comunque una vittoria “postuma” di Chadwick Boseman che aveva dato prova di se in una bella interpretazione nel film “Ma Rainey’s Black Bottom”, ma il premio come miglior attore è andato a Anthony Hopkins con il film “The Father”, anche questo conquista due statuette, tra cui la miglior sceneggiatura non originale.

Bravissima Clhoè Zhao, che si porta a casa la miglior Regia e il miglior film con Nomadland e che può vantare anche una statuetta con l’attrice Frances McDormand come miglior attrice protagonista. Non ho visto scelte clamorose, ho visto molte scelte giuste, poi ovviamente per gusto personale qualche delusione l’ho avuta, ma niente di troppo lontano dai miei gusti.

Mank di David Fincher si è portato a casa anch’esso due statuette per la fotografia, davvero meravigliosa e la scenografia che è riuscita a portarci in una Hollywood vecchia ed elegante. peccato per Sorkin che secondo me meritava per la sceneggiatura de “il processo ai Chicago 7”.

La delusione più grande per noi italiani e che la “nostra” Laura Pausini non ha vinto nonostante era una delle candidate maggiori alla vittoria finale per la miglior canzone originale, statuetta che è stata vinta dalla canzone “Fight for you” del film “Judas and the Black Messiah” , che vince anche con il miglior attore non protagonista Daniel Kaluuya, attore davvero ottimo a mio parere.

Finisco questo articolo con la speranza nel cuore che al più presto potremmo tornare al cinema a goderci i film come si deve e per quello che sono stati creati.

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NOTIZIE DAL MONDO: UN IMMAGINE DELICATA DEL VECCHIO WEST

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Notizie dal mondo è un film del 2020 diretto e scritto da Paul Greengrass, un film western da i toni molto delicati, con protagonista Tom Hanks è una giovane attrice di nome Helena Zengel.

La trama è abbastanza semplice, un vecchio capitano dell’esercito americano, Capitano Jefferson Kidd (Tom Hanks), prosegue la sua vita passando di paese in paese del Texas per leggere le notizie dei giornali, una specie di telegiornale del vecchio West. Durante i suoi viaggi incontra una bambina tedesca, ma che parla la lingua degli indiani del luogo, sola e senza famiglia, decide quindi di riportarla a casa.

Il film ti colpisce subito per la fotografia, per il gioco di luci e per i paesaggi mozzafiato che danno subito giustizia ala location del film, alcuni dettagli nei riflessi di luce sono davvero belli, e certe inquadrature a campo largo fatte dall’alto sono quasi da documentario, una bellissima fotografia che penso possa ambire a vincere il premio Oscar.

Il film mantiene sempre dei toni delicati, con questo rapporto quasi paterno tra il protagonista e la bambina orfana trovata per strada, i due parlano lingue differenti, ma sono i loro occhi a parlare, i gesti le espressioni, tra i due si crea un legame familiare difficile da dissolvere.

Ci sono i problemi sociali, la criminalità e una zona dell’America che ai tempi cercava disperatamente di avere una propria identità, tra razzismo e lotta continua con gli indiani ormai confinati nelle riserve.

Il capitano Jefferson essendo un narratore, un uomo che porta notizie è perfettamente consapevole della situazione del mondo, o meglio del suo mondo, di ciò che lo circonda, della povertà delle persone, della voglia di ribellarsi e della violenza che costituisce un elemento cardine del Texas di quegli anni.

Si percepiscono i sogni e le speranze, l’innocenza della bambina e la disperazione degli adulti che faticano a trovare un posto in quel mondo, sentimenti contrastanti costituiscono questo film, che mette al centro il legame tra un vecchio capitano stanco che legge notizie dei giornali e una bambina tedesca, ma con un forte legame con gli indiani.

Bellissimo il dialogo tra i due in cui si parla di concezione della vita, dove la bambina la vede come un grosso cerchio, quasi un abbraccio con la terra, mentre il vecchio capitano le dice che gli Americani vedono tutto come una linea retta, quasi a sottolineare la chiusura mentale delle persone.

Il film dura quasi due ore, ma non è per nulla noioso, è molto più profondo di quello che sembra e anche i silenzi prendono forma, molto bravi gli attori a trasmettere sensazioni anche senza aprire bocca, molto brava Helena Zengel in un ruolo abbastanza complicato, ma allo stesso tempo nelle corde di una bambina.

Tom Hanks si muove bene all’interno del film, è delicato e paterno, riesce ad essere equilibrato e a trasmettere le giuste sensazioni, nel complesso mi è piaciuta molto anche la regia e la sceneggiatura nonostante la trama abbastanza piatta ha degli spunti bellissimi nei dialoghi e nella scelta delle parole.

Nonostante sia candidata agli Oscar la colonna sonora non è riuscita a convincermi del tutto, vista la fotografia e la scenografia mi aspettavo qualcosa di più, qualcosa di più emotivo e coinvolgente, peccato.

Film che consiglio di vedere e in cui consiglio di soffermarsi ogni tanto su alcune parole e dialoghi al suo interno, ne vale la pena.

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Quattro Chiacchiere

QUATTRO CHIACCHIERE: OSCAR 2021 LE CANDIDATURE IN ANNO SENZA CINEMA

Con il cinema ferito da questo anno difficile, il 25 aprile, ci sarà la cerimonia degli oscar, ecco le candidature…

Qualche giorno fa sono uscite le candidature agli Oscar, sicuramente darà un’edizione speciale, perchè questo appena passato non è stato un anno normale purtroppo e anche il cinema ne ha pagato le conseguenze.

Inutile stare ad elencare tutte le difficoltà del settore che ho già trattato in altri articoli, qui voglio solo analizzare queste candidature, dare una mia piccola e modesta opinione.

Spero che comunque ci possa essere qualcosa di valido e penso che possa essere l’anno di Netflix, con una concorrenza un po’ in difficoltà, adesso vediamo la lista dei candidati agli Oscar 2021…

Miglior film
The Father
Judas and the Black Messiah
Mank
Minari
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7

Miglior regia
Thomas Vinterberg, Un altro giro
David Fincher, Mank
Lee Isac Chung, Minari
Chloe Zhao, Nomadland
Emerald Fennel, Una donna promettente

Miglior attrice protagonista
Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day, The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby, Pieces of a Woman
Frances McDormand, Nomadland
Carey Mulligan, Una donna promettente

Miglior attore protagonista
Riz Ahmed, Sound of Metal
Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins, The Father
Gary Oldman, Mank
Steven Yeun, Minari

Migliore attrice non protagonista
Maria Bakalova, Borat – Seguito di film cinema
Glenn Close, Elegia americana
Olivia Colman, The Father
Amanda Seyfried, Mank
Yuh-Jung Youn, Minari

Miglior attore non protagonista
Sacha Baron Cohen, Il processo ai Chicago 7
Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah
Leslie Odom, Jr., Quella notte a Miami…
Paul Raci, Sound of Metal
Lakeith Stanfield, Judas and the Black Messiah

Miglior film in lingua non inglese
Un altro giro, Danimarca
Better Days, Hong Kong
Collective, Romania
The Man Who Sold His Skin, Tunisia
Quo Vadis, Aida?, Bosnia ed Erzegovina

Miglior fotografia
Judas and the Black Messiah
Mank
Notizie dal mondo
Nomadland
Il processo ai Chicago 7

Miglior sceneggiatura originale
Judas and the Black Messiah
Minari
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7

Miglior sceneggiatura non originale
Borat – Seguito di film cinema
The Father
Nomadland
Quella notte a Miami…
La tigre bianca

Miglior film di animazione
Onward
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria
Shaun, vita da pecora: Farmageddon
Soul
Wolfwalkers – Il popolo dei lupi

Miglior documentario
Collective
Crip Camp – Disabilità rivoluzionarie
The Mole Agent
My Octopus Teacher
Time

Miglior cortometraggio documentario
Colette
A Concerto Is A Conversation
Do Not Split
Hunger Ward
A Love Song for Latasha

Miglior cortometraggio animato
Burrow
Genius Loci
Se succede qualcosa, vi voglio bene
Opera

Yes-People

Miglior cortometraggio
Feeling Through
The Letter Room
The Present
Two Distant Strangers
White Eye

Migliore colonna sonora
Da 5 Bloods – Come fratelli
Mank
Minari
Notizie dal mondo
Soul

Migliore canzone originale
“Fight for You” – Judas and the Black Messiah
“Hear My Voice – Il processo ai Chicago 7
“Husavik” – Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga
“Io sì (Seen)” – La vita davanti a sé
“Speak Now” – Quella notte a Miami…

Migliori effetti speciali (“visual effects”)
Love and Monsters
The Midnight Sky
Mulan
L’unico e insuperabile Ivan
Tenet

Migliori trucco e acconciature
Emma.
Elegia americana
Ma Rainey’s Black Bottom

Mank
Pinocchio

Migliore scenografia
The Father
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Notizie dal mondo
Tenet

Migliori costumi
Emma.
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Mulan
Pinocchio

Miglior montaggio
The Father
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal

Il processo ai Chicago 7

Miglior sonoro
Greyhound – Il nemico invisibile
Mank
Notizie dal mondo
Soul
Sound of Metal

Allora premetto che causa Covid e per altri evidenti motivi i film che ho avuto la possibilità di guardare e che sono candidati sono davvero pochissimi, la pandemia ha cambiato tutto, anche le uscite nelle sale, cinema che ormai in Italia sono chiusi da tempo, quindi provo a parlare di ciò che ho visto.

Penso che con tutto quello che è successo in questo anno saranno delle premiazioni un po’ politiche e sociali, perchè purtroppo il cinema, pur essendo un arte libera, ormai è vincolata dalla politica e dai movimenti sociali.

Partendo dai miglior film, spero davvero venga premiato Mank, un elogio al mondo del cinema, ai suoi inizi e a questo lavoro, un film comunque molto bello e che ha davvero la possibilità di vincere qualche statuetta.

Ci sono un paio di film che mi incuriosiscono molto, tra cui “Judas and the black Messiah” e “Father” con Anthony Hopkins che da il meglio di se in questi film dai toni pacati.

Alla Regia vedo due esordienti e vedo due donne, bello che possano essere già candidati alla loro opera prima, era l’anno giusto per farlo e loro hanno fatto un ottimo lavoro per essere li, spero possano aver talento e dare qualcosa negli anni a venire.

Anche qui non posso che dare la mia preferenza a Fincher, che è un maestro tra i candidati, già vincitore di un Oscar con “The social network”, con Mank si è davvero superato, perchè c’è davvero un lavoro pazzesco di regia e creatività.

Mank potrà dire la sua sicuramente anche nei costumi, la scenografia e con l’attore protagonista, con un Gary Oldman davvero pazzesco.

Come miglior attore vedo che c’è Chadwick Boseman, attore un po’ sottovalutato purtroppo, come Ledger potrebbe vincere un Oscar da postumo, non ho visto il film purtroppo, ma sono sicuro che potrebbe essere lui il vincitore.

Miglior attrici, vedo che c’è Viola Davis, lei è sempre bravissima e penso che possa davvero portarsi a casa la statuetta, anche se la concorrenza c’è e non è facile capire chi potrebbe vincere.

Nelle attrici non protagoniste mi fa davvero piacere vedere che c’è l’attrice di Borat, un modo diverso di fare cinema ma che è stato premiato con qualche candidatura, conoscendo però il talento di Glen Close mi verrebbe da premiarla ad occhi chiusi.

Invece per quanto riguarda Amanda Seyfried in Mank, mi ha stupito forse più per i bellissimi costumi e per la fotografia più che per la sua interpretazione anche se davvero di ottimo livello.

Miglior attore non protagonista vedo che ci sono due attori di “Judas…” questo aumenta sicuramente il valore del film, interessante anche che ci sia Sacha Baron Cohen con “il Processo ai Chicago 7”.

Ecco per quanto riguarda questo film spero davvero possa vincere l’Oscar come miglior sceneggiatura, l’ho trovata davvero perfetta in tutti i suoi passaggi e dialoghi, ordinata e di giusto impatto, Aaron Sorkin, che è un maestro, ha fatto davvero un ottimo lavoro e spero gli venga riconosciuto.

Mi spiace non vedere Tenet nella colonna sonora, film davvero molto bello anche grazie ad una colonna sonora davvero perfetta, incastonata perfettamente nelle scene di azione e nella trama, davvero un peccato non sia nemmeno candidata.

A questo punto voto per il film di Spike Lee “da 5 bloods” con una colonna sonora molto bella e che merita il suo premio.

Fotografia mi spiace aver visto proprio poco, c’è solo Mank, che ha una fotografia in bianco e nero davvero particolare, bellissima ma che non mi ha convinto del tutto in qualche suo aspetto.

Canzone originale, c’è la nostra Laura Pausini, un pezzo di Italia agli Oscar è davvero meraviglioso, sono davvero felice per lei e per la canzone italiana, spero possa portare a casa un Oscar e coronare una carriera stupenda.

Costumi c’è “Pinocchio” di Matteo Garrone, spettacolo essere riusciti in un anno così difficile ad essere li, davvero complimenti a tutti quelli che lavorano dietro ad un film, non posso che sperare che vinca “Pinocchio” questo premio e anche quello per il miglior trucco e acconciature che al di la del patriottismo sarebbe meritato.

Effetti Visivi se sono onesti vince Tenet, perchè visivamente è un film davvero spettacolare, nulla da dire, una spanna sopra tutti dal lato degli effetti speciali e visivi.

Sicuramente è un anno particolare, spero solo che sia un punto di speranza, per un anno a seguire pieno di film e di spettacolo, magari in autunno con le sale, possibilmente piene.