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THE BEAR: UNA SERIE SEMPLICE MA GENIALE

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The Bear è una serie FX del 2022 creata da Christopher Storer e resa disponibile su Hulu e in Italia su Disney +. Una serie semplice ma che molti versi è forse la miglior serie del 2022.

La trama segue le vicende di Carmen “Carny” Berzatto (Jeremy Allen White), uno chef di alta cucina è dal grande talento, che passa dal lavorare in un ristorante super stellato, alla paninoteca Italiana di famiglia, lasciatogli in eredità dal fratello suicida. Una serie drama, breve fatta da otto episodi, semplice, ma molto profondo e intensa, che parla di cibo, di lavoro, della vita stressante del lavoro in cucina e anche delle amicizie e dei dissapori che possono nascere in situazioni simili.

La serie oltre a stupire per un livello di recitazione sempre eccellente, stupisce per un utilizzo sensazionale della semplicità, praticamente si svolge tutta nella cucina, il ristorante non viene praticamente mai mostrato, eppure nessun momento è mai banale. Una serie curata, ben scritta e girata che trasmette davvero un sacco di sensazioni ed emozioni, in cui la tensione lavorativa e palpabile, ma anche la passione e il talento dei protagonisti della storia.

The Bear fa poche cose ma le fa in modo eccellente e ben centrato, sfruttando un po’ lo stile e il blasone di programmi televisivi ormai decennali come cucine da incubo o Master chef, si respira realtà e le emozioni sono vere e forti, tanto da percepire a volte una sensazione di claustrofobia dentro quella piccola, folle e affollata cucina. Riesce a farti venire fame, a stupirti anche a livello culinario, la cura nei dettagli è fenomenale e si vede quanto tutto il cast fosse pienamente coinvolto in questa storia.

Questa serie è un po’ la dimostrazione che con poco si può fare davvero tanto, con una buon’idea e un buon lavoro, anche una semplice serie che parla di ristorazione e cucina, può essere variegata, profonda e davvero piena di splendide sfumature. Sicuramente è la sorpresa del 2022 e per molti versi penso davvero possa essere uno dei prodotti di più alta qualità che ho visto ultimamente. Se ne parla ancora troppo poco, non è nel giro mainstream, eppure è davvero un prodotto che merita davvero un sacco. C’è purezza verità, e la crudeltà della vita ci viene sbattuta in faccia senza troppi complimenti. The Bear è passione travolgente, che parte dal suo creatore e arriva fino agli attori e poi allo spettatore che si trova davanti ad un prodotto di davvero altissima qualità.

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OGGI È IL COMPLEANNO!

QUATTRO CHIACCHIERE: il Mio rapporto con i film, le serie e il cinema, una passione profonda che crea forti emozioni.

Per il mio compleanno ho deciso di fare un articolo speciale, molto più personale e meno distaccato e obiettivo, in realtà in ogni mio articolo o recensione metto una parte di me, ma voglio scrivere qualcosa di più, qualcosa di leggermente diverso dal solito. 30 anni sono già pesanti, con la consapevolezza che gli obiettivi della propria vita sono ancora distante e che i sogni ad occhi aperti siano ancora troppo distanti e lontani dalla realtà.

In fondo perché no? ogni giorno degli ultimi anni è sembrato un po’ un episodio di una lunga serie pre apocalisse, con pandemie e guerre e con un’incertezza sul futuro che pesa sulle nostre generazioni. Tutto questo si ripercuote anche nel mondo del cinema, con film di successo che sono fatti per distrarre il pubblico, farlo sognare con storie di supereroi e fantasia. Più si hanno cosa da perdere e più si ha paura di perderle, una volta si aveva poco o nulla, quindi una crisi ti tipo economico sociale aveva un peso minore e conseguenze meno evidenti.

Al giorno d’oggi siamo legati indissolubilmente ad una connessione come il fungo di The Last of Us che tiene tutti collegati sotto il terreno, noi con le nostre connessioni i nostri cellulari, tutti a messaggiare e stare in contatto, non più abituati e non sentire qualcuno anche solo per qualche ora. Il cinema e le serie sono uno degli argomenti più popolari nelle compagnie di amici e sui social, perché ci fanno sognare e staccare dalla realtà, sogniamo si fare una rapina che ci renda ricchi e liberi, oppure di fare surf alle Outer Banks e perché no essere belli e sicuri come tutti i personaggi delle nostre serie preferite. Teenagers belli e speciali come in Elite, Riverdale o Mare Fuori di cui tanto si parla adesso, principalmente perché gli attori sono attraenti.

La bellezza estetica al giorno d’oggi è un punto fondamentale del cinema, in realtà lo è sempre stata, dove non c’è peso e sceneggiatura, si punta a qualcosa di estetico che possa attirare il pubblico con una copertina stupenda e un contenuto scarno. Siamo abituati a vedere e sentire, non ci bastano più le scritte quindi anche l’occhio vuole la sua parte. Immagina un Titanic senza la bellezza di Leonardo DiCaprio, la storia diventerebbe poco credibile, con la ricca che va con il povero e brutto. Il cinema ha bisogno di bellezza e talento e spesso in questo mondo le cose coincidono.

I film e le serie sono sempre uno specchio della nostra società, se una cosa fa troppo controcorrente la sentiamo estranea e non veritiera. Distanti sempre dal mondo del lavoro, con lavori stupendi e poco monotoni o con vite con mille avventure ed esperienze, perché il mondo cinematografico serve a questo a farci sognare con le sue sfumature e colori, con le sue storie assurde, fantastiche e uniche.

C’è un’infinita scelta per tutti i gusti, difficile non trovare qualcosa adatto a noi, qualcosa che ci faccia dimenticare tutto per quelle tre ore, staccare dal mondo e perdersi nella fantasia. La bellezza del cinema è un gruppo di persona che crea arte visiva, musicale e di scrittura, un mix unico di forme d’arte tutte insieme. Perdersi in monologhi stupendi come in Will Hunting, oppure in viste di mondi alieni come in Avatar, o viaggiare nel tempo e nello spazio in Interstellar. Il cinema può tutto ed è questa la sua bellezza.

Il mio rapporto con il cinema è sempre dei migliori, lo amo immensamente, mi piace studiarlo a fondo capirne i segreti e immaginare una mia versione dei film, non faccio solo recensioni, ma scrivo storie, serie, libri e perché no anche pensieri e poesie. Le serie e in i film sono pezzi di sogni della nostra mente, creati e messi in scena, una cosa bellissima e unica. Abbiamo la possibilità di creare mondi con il solo potere della scrittura, dove tutto parte.

Il cinema per me è passione, non mi guardo solo un film, ma lo studio, lo analizzo per migliorare l’esperienza visiva, non c’è cosa migliore che avere una passione per ciò che si fa, avere la possibilità di sognare e di crederci che prima o poi questo possa diventare un lavoro, non importa quanto sia difficile, ma quanta passione e impegno ci metti, in modo che anche se non si realizzerà avrai comunque riempito la tua vita, Poi Tolkien ci insegna che molte opere hanno bisogno del loro tempo per essere davvero apprezzate.

30 anni sono tanti, ma sono ancora pochi pensando a quante cose posso fare per il mondo del cinema, per la mia creatività e non vedo l’ora di vedere nuove opere d’arte, nuove storie, nuovi attori che crescono e nuovi effetti visivi sempre più incredibili. Reboot, sequel, spin off, fate quello che volete, l’importante e che mi fate perdere nel mondo dei sogni del cinema.

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LAMBORGHINI – THE MAN BEHIND THE LEGEND: UN ESEMPIO DI GENIO ITALIANO

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Lamborghini the behind the legend è un film 2023 di Amazon Prime video, diretto da Bobby Moresco. Il film prende spunto dal libro di Tonino Lamborghini in cui ha fatto la biografia del padre Ferruccio Lamborghini, creatore della famosa azienda di Trattori e automobili sportive di lusso.

Un Biopic nel classico del genere, che si mostra attraverso l’interpretazione di Frank Grillo la vita e la storia di Ferruccio Lamborghini, imprenditore e creatore di uno dei marchi Italiani più prestigiosi del mondo e “rivale” della Ferrari. La trama ci mostra un Ferruccio giovane, appena tornato dalla guerra, pieno di iniziative ed idee, inizia con i trattori mettendoci già tutta la sua inventiva e genialità, per poi arrivare al punto cruciale con il confronto con Enzo Ferrari che lo definisce “Un Agricoltore” capace solo a fare trattori. Da quelle provocazioni nasce una delle aziende di auto, più bella e affascinante del mondo. Solo per questa situazione e scena, il film merita molto.

Lamborghini rappresenta il genio italiano, la bellezza di un Italia che permetteva di diventare grandi, questo film ne dimostra i sacrifici e ci fa vedere il carattere deciso e ambizioso di Ferruccio, la parte più emozionante è sicuramente quella della creazione della prima Auto Lamborghini la 350 GT, un’auto meravigliosa e i primi disegni fatti da Ferruccio della Miura.

Un film ben congeniato, un elogio in qualche modo al nostro paese, una storia di un imprenditore che è diventato grande grazie alle sue idee e ambizioni che per raggiungere i suoi obiettivi a sacrificato un po’ tutto, anche il proprio figlio, a lungo trascurato. Un uomo sognatore, che faceva di tutto per raggiungere i suoi obiettivi e questa competizione con Ferrari che era il suo motore per farlo andare avanti, un duello meraviglioso, tutto italiano, le auto migliori del mondo.

Nel film ci sono anche molti attori Italiani, prodotto anche da figure importanti del cinema italiano, da notare tra le comparse degli operari dell’azienda, Clementino, oppure si vede anche la genialità assoluta di un giovane ingegnere Gian Paolo Dallara, pezzo pregiato dell’automobilismo mondiale. Bello vedere gli anni d’oro di un Italia che ormai non c’è più, una bella storia davvero che vale la pena di essere vista.

Devo fare un elogio al finale, con Ferruccio che sale sulla sua creazione simbolo, la più bella ed elegante, una Lamborghini Miura Giallo classico, meravigliosa. Anche chi non è appassionato d’auto capisce che si tratta di un’opera d’arte, di qualcosa di unico, espressione del genio del nostro paese, simbolo di un Italia fatta di menti creative sensazionali. Un giusto elogio ad un grande uomo, imprenditore e creatore.

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HEARTBREAK HIGH: UN REBOOT IN STILE NETFLIX

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Heartbreak High è una serie australiana del 2022 creata da Hannah Carroll Chapman ed è un reboot targato di Netflix, di una serie degli anni 90′, del 1994 nello specifico. Questa serie è un classico teen drama, ma con forti elementi provocatori e di integrazione, viene esposta con forze e preponderanza la sessualità dei giovani.

Heartbreak High si presenta con protagonisti reali, veri e puri, si percepisce molto il senso di realismo nel loro volti e in parte nelle loro storie. Purtroppo è tutto eccessivamente amplificato e rende il tutto un po’ irrealistico. Una mappa su un muro della scuola mostra le relazioni e le avventure sessuali dei ragazzi della scuola, da lì parte tutta la storia che non smette di provocare e forse a volte uscire un po’ troppo dal tema. La trama perde forza e realismo, con il sesso e l’integrazione come punto focale.

La serie provoca bene e in certi casi lo fa anche in modo divertente ma perdendo una certa profondità, tutti vanno con tutti in modo indefinito e si perde la passione verso i sentimenti un po’ strutturati, sembra che i giovani siano solo delle macchine del sesso, senza sentimenti. Il tentativo di trattare altri argomenti come razzismo, integrazione ecc. c’è ma viene fatto in modo maldestro e perde molto del suo significato e forza.

Il lato positivo è la capacità di rendere tutto molto leggero, in modo che tutti possano in qualche modo provare ad immedesimarsi in alcune situazioni, anche nelle parti più complesse e difficili, la serie ne esce sempre fuori bene. I personaggi sono ben scritti, diversi tra di loro e coinvolgenti.

Un’impronta forte e decisa di Netflix sulla serie, che spinge in evidenza diversi argomenti sessuali e non, con un mistero di fondo che ti fa vedere la serie fino in fondo, un misterioso litigio tra le due migliori amiche.

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QUATTRO CHIACCHIERE: LA MIA ESPERIENZA, IL MIO HOBBY

Quanto può essere difficile portare avanti una passione come questa?

In questo articolo non parlo proprio di cinema o di qualche serie tv, non faccio alcuna tipo di recensione, ma volevo parlare della mia esperienza personale, delle difficoltà di portare avanti una passione e un hobby.

Nella vita ovviamente non faccio solo questo, non ho solo questo blog in cui parlo di cinema, e ovviamente non campo solo di scrittura, anzi è tutto molto marginale, faticoso, il mio tempo libero in parte viene speso a scrivere, ma solo una piccola parte.

Qualche mese fa ho deciso di aprire questo blog per dare sfogo alla mia passione per il cinema, avevo bisogno di scrivere, di buttare giù i miei pensieri e le mie opinioni che riguardo questo stupendo e grandissimo mondo.

Il cinema è una forma d’arte incredibile che è in grado di far parlare chiunque per ore, perchè include qualsiasi argomento.

Ma la mia passione parte da lontano, parte dalla necessità di raccontare storie, e creare mondi, parte dallo studio del cinema sempre in quel piccolo tempo libero che mi rimane durante la giornata.

Con il tempo mi sono creato il mio spazio creativo, con una parte pubblica visibile a tutti, con questo blog e una pagina instagram in cui tratto diversi argomenti, estrapolo i miei flussi di coscienza e scrivo di getto.

Poi c’è la parte più personale, quella del lavoro più intenso, quella che mi prende più impegno e tempo, dove scrivo libri, serie tv e anche qualche sceneggiatura, tutto questo da ormai qualche anno.

La difficoltà c’è, perchè il tempo necessario a fare tutto questo deve essere molto e disponibile ogni giorno, il blog va curato e alimentato ogni settimana con nuovi articoli e tutto il resto ha bisogno di cura e lavoro.

Al di fuori della mia passione io non sono altro che un semplice operaio che si fa le sue nove ore al giorno chiuso in una fabbrica, con un lavoro abbastanza importante e impegnativo fisicamente, tanto che quando arrivo a casa non vedo l’ora di sdraiarmi e dormire o comunque rilassarmi.

Come se non bastasse, i miei tendini del braccio mi danno sempre dei grossi problemi che mi impediscono a volte di scrivere con serenità e comodità.

Tutto questo lo dico per far capire quanto a volte una passione rimanga sempre un sottile margine della nostra vita, ci prende il tempo e a volte purtroppo non ci ridà indietro nulla.

Per fortuna io amo faro questo, amo questo blog anche se ultimamente faccio fatica a portarlo avanti e amo scrivere sempre quando posso. Mi piace parlare di cinema, mi piace farlo in modo semplice e diretto con articoli alla portata di tutti a volte anche molto brevi.

Ho voluto scrivere questo articolo come piccolo sfogo, come riepilogo di ciò che sto facendo e per lasciare a qualcuno un messaggio nel caso in cui vorebbe portare avanti la propria passione.

Mi sono reso conto che non è facile, più passa il tempo, più si è sempre più stanchi, qualche giorno fa mi sono ridotto a scrivere un soggetto alla domenica mattina perchè avevo una scadenza imminente per consegnarlo.

I lavori su accumulano, le idee pure, avendo poi un sacco di materiale a metà, bozze o materiale scadente scritto male e di poco valore, si accumula tutto in tatti piccoli file sparsi per il computer.

Ci sono settimane di stallo, settimane in cui non si riesce a scrivere nulla, non si porta avanti il blog, la pagine e nemmeno altri progetti, settimane in cui non riesco a scrivere nulla per via di altri impegni.

Altre settimane invece super produttive, in cui mi ritrovo a scrivere anche alle due di notte, con il lavoro in fabbrica che mi aspetta il giorno seguente.

Eppure questa rimane una grande passione, scrivere, creare storie, mondi e universi è la cosa più bella che ci possa essere, e consiglio davvero a tutti di trovare uno spazio per loro stessi, dove scrivere i propri pensieri.

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QUATTRO CHIACCHIERE: E’ IL CINEMA CHE SI STA ALLONTANADO DALLE PERSONE, O SONO LE PERSONE CHE SI STANNO ALLONTANDO DAL CINEMA?

Piccola riflessione sul futuro dei cinema e del Cinema.

Ed è da un po’ che volevo scrivere questo articolo, anche se è tutto compromesso dalla situazione in cui ci troviamo in questo momento, volevo un po’ descrivere cosa ne penso della situazione del cinema in generale.

Non è facile dirlo in poche parole, in parte ne ho già parlato in uno dei miei articoli, in cui ho scritto di come dovrebbero essere le sale cinematografiche per attirare il pubblico, e di come questo non sia affatto facile (Scrivere Melzo nel menù di ricerca per trovare l’articolo).

In questo momento per colpa di questo maledetto virus sono saltate un po’ tutte le “regole” e potrebbe essere il colpo di grazia definitivo per le povere sale cinematografiche già in difficoltà, in più è di qualche giorno fa che i film della Warner Bros. usciranno in contemporanea con le sale, sulla piattaforma streaming HBO MAX, ad esempio DUNE.

Ma la domanda a cui voglio provare a rispondere è appunto quella del titolo, è davvero solo colpa delle persone se si stanno allontanando dal cinema?

Mi è venuto questo dubbio sentendo e vedendo video su internet in cui sembrerebbe ormai che andare al cinema sia una cosa per pochi, sia diventato di nicchia, una esclusiva.

Chi va al cinema si sente diverso, strano e delle volte, purtroppo superiore, ormai sembra diventato davvero qualcosa di raro che si distingue dalla routine degli altri. Ormai evidente che i cinema si riempiono non tanto per i film che trasmettono me per il periodo, verso natale o in pieno inverno sono pieni, durante il resto dell’anno quasi vuoti.

Ma non parlo solo di cinema inteso come sala, la mia impressione è che molto spesso sia il Cinema inteso come mondo produttivo che si sta allontanando dalle persone e dal suo pubblico, sembra che si stia creando una differenza tra i gusti delle persone e i film che escono nelle sale.

Il discorso è estremamente complesso ma è alquanto evidente che il problema è del tutto demografico e sociale, almeno per quanto riguarda l’Italia, i giovani sono molto meno di qualche anno fa e i pochi che ci sono hanno cambiato stile di uscite.

Per le famiglie una serata al cinema è diventata un impresa economica, tra possibile cena fuori, bibite e popcorn e prezzo del biglietto è diventato alquanto proibitivo.

Tutti questi fattori stanno facendo fuggire il pubblico dalle sale, per non parlare poi delle piattaforme streaming che si non compromettono la nicchia che è fedele a guardarsi il film in sala, ma compromette tutto il resto del pubblico che preferisce spendere il proprio tempo fuori casa in altri modi.

Il Cinema allo stesso modo mi sembra che ultimamente sia quasi stizzito dal fatto che le persone non apprezzino l’arte e che per questo si sta allontanando dalla maggior parte del pubblico, facendo dei film magari belli ma non per i gusti di tutti, delle opere d’arte solo per piccole nicchie o per intenditori.

La Disney fa l’opposto, e cerca in ogni modo di portare più pubblico nelle sale, ma delle volte non basta, perchè non è più un uscita gradita, non è più una cosa da fare per cui vale la pena spendere il proprio tempo.

Le persone fanno il pieno di prodotti visivi ogni giorno, nel weekend sono stanchi di questo, e quindi preferiscono un bar in cui parlare con gli amici e snobbano gran parte dei film che escono nelle sale.

Molte produzioni vanno nella direzione opposta con prodotti complessi, lenti, magari pure belli ma che non rispettano le esigenze del pubblico, ovviamente è sempre stato così, ma adesso può funzionare ancora?

Penso che semplicemente le sale cinematografiche faranno la fine delle discoteche, delle sale da bowling, cioè molte chiuderanno, saranno più rare da trovare, ma ci saranno sempre, anzi diventeranno più esclusive e belle perchè saranno una gemma rara da curare con cura.

Per chi sarà appassionato sarà un po’ triste, dovrà farsi più chilometri e il biglietto costerà di più, ma chi ha la passione per il film in sala, sa che rimarrà uno dei modi migliori per spendere il proprio tempo, invece chi già ci andava solo per natale non ne sentirà la mancanza.

Il punto è che non c’è una vera soluzione a questa crisi del cinema, non c’è una svolta immediata per risolvere il problema, sarebbe troppo bello fosse così e non è colpa di nessuno se sta succedendo questo.

Non è colpa certo delle piattaforme streaming, che stanno tenendo in piedi questa arte, e che poco a poco avvicinano le persone a questo mondo, in compenso infatti penso che mai nella storia recente del cinema, sia sia parlato così tanto di film e serie tv.

Forse non c’è nessun vero problema se non economico e sociale, forse nessuno sta scappano da nessuno, anzi forse sotto sotto è il momento più alto mai raggiunto del cinema, un momento in cui tutti ne parlano e un sacco di persone lo guardano.

Si è vero le sale si stanno svuotando, ma è un destino in comune con molti altri locali di genere simile, in me rimarrà la passione e la bellezza di vedere i film in sala quando potrò, vorrei solo sale più bella e cinema in cui vale la pena andarci.

Per concludere vorrei dire che non c’è una vera risposta alla domanda posta nel titolo, la verità sta un po’ nel mezzo, forse è davvero il pubblico che si sta allontanando dalle sale, ma allo stesso tempo si sta avvicinando al mondo del cinema.

Quindi ben vengano i prodotti commerciali, come ben vengano prodotti più complessi, autoriali e di nicchia, il cinema ha bisogno di tutto ma soprattutto ha bisogno di passione e di libertà!

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QUATTRO CHIACCHIERE: ELOGIO A BREAKING BAD E ALLA PASSIONE PER LA SETTIMA ARTE

Lettera di Anthony Hopkins scritta a Bryan Craston

Qualche anno fa alla conclusione di una delle serie più belle che siano mai state realizzate, un fan speciale decise di scrivere una lettera al protagonista della serie, Bryan Craston, questo Fan speciale non era niente di meno che Anthony Hopkins.

In un sito come questo rimane alquanto difficile non citare più e più volte una serie televisiva importante come Breaking Bad, ritenuta da molti come la serie migliore mai prodotta, e per molti aspetti sono più che d’accordo.

Tempo ho letto questa lettera che Hopkins inviò a Brian in segreto e per cui si arrabbiò molto quando fu resa pubblica, una lettera che in se raccoglie non solo elogi a questa splendida serie e a Bryan Craston in particolare, ma io la vedo come un elogio al mondo del cinema in generale, una bellissima lettera scritta da un attore che ha fatto la storia di questa forma d’arte meravigiosa.

Eccola:

Caro signor Cranston

Ho voluto scriverle questa email – contattandola attraverso Jeremy Barber – considerato che siamo entrambi rappresentati dalla UTA. Grande agenzia.

Ho appena finito la maratona della visione di “Breaking Bad”, dal primo episodio della prima stagione agli ultimi otto della sesta (ho scaricato l’ultima stagione da Amazon), per un totale di due settimane di visione.

Non ho mai visto niente di simile. Eccezionale!

La sua performance come Walter White è stata la migliore recitazione che ho mai visto.

So che ci sono così tanti miasmi e nauseabonde cazzate in questo ambiente, che ho davvero perso la speranza in ogni cosa, in qualche maniera.

Ma questo suo lavoro è spettacolare – assolutamente incredibile. Cio’ che è straordinario è la potenza pura di tutti nell’intera produzione. Che cosa è stato? Cinque o sei anni di lavoro? Come sono riusciti i produttori (e lei tra loro), gli sceneggiatori, i registi, i direttori della fotografia… ogni reparto, a mantenere la disciplina e il controllo dall’inizio alla fine è (termine inflazionato) impressionante.

Quello che era iniziato come una commedia nera, e’ affondato in un labirinto di sangue, distruzione e inferno. E’ stata come una grande tragedia, greca o shakespeariana.

Se mai potesse trasmettere la mia ammirazione a tutti gli altri: Anna Gunn, Dean Norris, Aaron Paul, Betsy Brandt, RJ Mitte, Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Steven Michael Quezada. Tutti, tutti hanno dato prove magistrali di interpretazioni. Ma la lista è infinita.

Grazie. Questo tipo di lavoro e arte sono rari, e quando, di tanto in tanto, si verificano, come in questa opera epica, rinsaldano la fiducia.

Lei e tutto il cast siete i migliori attori che abbia mai visto.

Può sembrare solo fiato sprecato, ma non lo è. E’ quasi mezzanotte qui a Malibu, e mi sono sentito in dovere di scrivere questa e-mail.

Congratulazioni e il mio più profondo rispetto. Lei e’ veramente un grande, grande attore.

Cordiali saluti

Tony Hopkins

Questa lettera è meravigliosa, più la leggo e più ci vedo la passione immensa che Hopkins ha per questo lavoro, queste parole valgono più di mille recensioni, di mille discorsi e di mille parole spese per Breaking Bad, perchè dentro queste parole c’è tutta la bellezza di questa serie tv.

La recitazione di Bryan Craston è davvero qualcosa di eccezionale, forse o quasi sicuramente una delle migliori interpretazioni viste nel panorama delle serie televisive, ma lui è solo una delle cose fatte in modo perfetto in questo prodotto.

Come dice Hopkins, è impressionante come tutti, dagli sceneggiatori, ai produttori, ai fotografi, proprio tutto lo staff di produzione, sia riuscito a tenere un livello così alto per tutto la serie, senza perdere mai un colpo.

Questa è dedizione, passione vera e non contaminata da tutte le “nauseabonde cazzate” di quel mondo, il mondo del cinema.

Sono super felice che questa lettera sia stata resa pubblica, anche se Sir. Tony Hopkins non l’ha presa bene, penso sia un emblema, un icona della passione che serve avere se si vuole fare questo mestiere.

Bisogna sapersi emozionare, ammirare e imparare sempre, non provare invidia, ma rimanere a bocca aperta davanti ad un collega che fa un lavoro impressionante e ben fatto, sotto tutti i punti di vista.

Sir. Anthony Hopkins è un attore pazzesco, un attore che ammiro moltissimo con una eleganza teatrale rara, bravissimo nei monologhi, nell’uso delle parole, l’ho visto sempre in moltissimi ruoli e mi ha sempre conquistato.

Adesso capisco perchè, la sua passione per questo lavoro è unica, rara e stupenda e la trasmette tutta in questa lettera.

Sarebbe bello che questa lettera fosse letta, studiata e analizzata nelle scuole di recitazione, perchè ha un sacco di chiavi di lettura nella sua semplicità, non si sofferma solo a fare i complimenti al protagonista, ma è ammirazione, ed è proprio quello il punto.

Nel mondo del cinema serve sempre passione e dedizione, se no com’è possibile ottenere dei bei risultati? se non c’è l’ammirazione, la passione per questo mondo è meglio non iniziare a produrre nulla.

A volte sarebbe bello che al primo posto ci sarebbe la creatività, la libertà di esprimersi e di sviluppare le proprie idee, farsi trasportare dalla fantasia per creare qualcosa di vero, con passione, cura e perfezione.

Il mondo del cinema è la settima arte e ha bisogno che tutti quelli che ci lavorano dentro sia trasportati dalla felicità e dalla voglia di fare ciò che stanno facendo, mettendoci dentro tutta la loro passione in ogni piccolo passaggio, in ogni piccola sequenza.

Breaking Bad, Bryan Craston, tutto lo staff di lavoro di questa serie e anche questa lettera di Anthony Hopkins devono essere un esempio di come si deve essere portato avanti un lavoro e di quanta dedizione, perseveranza e passione pura servono per rendere questa forma d’arte la più bella del mondo.

Prendetevi del tempo e se non l’avete ancora fatto guardatevi questa serie televisiva, ammiratela, come ha fatto un attore del calibro di Sir. Anthony Hopkins.

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QUATTRO CHIACCHIERE: L’IMPORTANZA DELLA FOTOGRAFIA DI EMMANUEL LUBEZKI

Perchè si parla sempre poco della fotografia nei film?

Lubezki in The Revenant

Emmanuel Lubezki è un direttore alla fotografia messicano, ed è l’unico nella storia ad aver vinto tre premi oscar consecutivi alla miglior fotografia.

Per molti e per me stesso e uno dei fotografi migliori della storia del cinema, con uno stile caratterizzante e facilmente riconoscibile, in tutti i film a cui a lavorato.

Ha lavorato con grandi registi come i fratelli Cohen, Cuaron, Malick o Innarritu, questo ci fa capire l’importanza di “Chivo” (il suo soprannome) nel mondo del cinema e quanto possa essere sempre evidente la sua bravura è tecnica.

Lubezki penso sia fondamentale per capire l’importanza del mondo della fotografia nel cinema, perchè in fin dei conti un video non è altro che un sequenza di immagini (frame), passate velocemente nel proiettore.

Lubezki si riconosce subito per l’estetica, la passione per la luce naturale, i piani sequenza e l’utilizzo delle lenti grandangolari con una profondità di campo molto ampia.

Ogni suo film è una piccola lezione di fotografia, con una tecnica sublime che ammalia gli occhi anche dello spettatore meno esperto, lui ha la capacità di catturare tutti, dai più esperti che gli consegnano l’oscar, allo spettatore da cinema più semplice e comune che ovviamente non si pone il problema della fotografia in un film.

La profondità di campo ad esempio viene spesso utilizzata da “Chivo” per aumentare la percezione della realtà dei personaggi, con questa tecnica dai respiro ai movimenti e alle azioni che si susseguono in una determinata scena garantendo così una maggiore immersione nella storia.

La sua capacità, grazie anche la collaborazione con grandi registi, è proprio quella di farti immergere nelle scene e nelle situazioni, riesce a rendere tutto molto realistico e curato nei minimi dettagli.

Un’altra sua traccia è il piano sequenza, infatti ama molto l’utilizzo della macchina a mano, con dei lunghi piani sequenza che permettono allo spettatore di seguire in tempo reale il climax narrativo.

Birdman è l’esempio più lampante di questa tecnica che grazie alla capacità di Innaritu insieme al suo fedele fotografo, creano qualcosa di meraviglioso in un film che grazie anche al montaggio sembra essere girato in un unico piano sequenza.

La cosa particolare è come il lavoro di Lubezki influisca anche quello dei registi, è un fotografo evidente ma che grazie al suo talento, lascia una traccia indelebile nel film, chi collabora con lui non riesce più a farne a meno.

La luce naturale è la parte per cui Lubezki forse è più famoso è davvero riconoscibile, ama follemente la luce naturale e lo si vede nello specifico nel film che la consacrato con il terzo oscar consecutivo, The Revenant.

The Revenant è un esempio bellissimo di quanto è importante la fotografia all’interno di un film, più che dalla recitazione di Di Caprio (sempre bravissimo) o dalla trama un po’ basilare, rimaniamo catturati totalmente dalla fotografia di Lubezki che ci porta nel gelo dell’Alaska, con colori pazzeschi e luci spettacolari.

La sua tecnica, il suo gusto, il suo lavoro in post-produzione fanno si di creare un immagine perfetta, quasi da documentario a tratti, con un grandangolare e una luce naturale già bellissima di suo a rendere l’immagine perfetta e da scuola di fotografia.

Interessante parlare anche della sua duttilità, della capacità di mettere la sua qualità al servizio dei registi e della diverse sceneggiature e scenografie, fotografia pazzesca in Gravity, Bridman e The Revenant, film totalmente diversi tra di loro, con la traccia in comune di una fotografia che doveva adattarsi a mondi diversi.

Nonostante Gravity sia un esempio delle potenzialità CGI e anche un esempio dell’importanza anche in questi casi di un ottimo direttore alla fotografia che rende il film visivamente spettacolare.

Il piano sequenza di Birdman è di una bellezza unica e particolare, esaltando tutti i collaboratori che hanno lavorato al film, diretti da un sempre fortissimo Innaritu e perfezionati dai dettagli di Lubezki.

Mi immagino che nelle scuole di cinema, alla UCLA o nei salotti più famosi di Hollywood si parli molto della fotografia di Emmanuel Lubezki come esempio e insegnamento per gli aspiranti fotografi nel cinema.

Chiunque si affacci a questo mondo qui dovrebbe soffermarsi su questo direttore alla fotografia, per captarne le visioni e le tecniche per capire al meglio quanto possa essere utile e fondamentale il suo lavoro all’interno del film.

La sua passione per la luce naturale, per quel contatto con la natura con la bellezza dei colori, per la passione con cui si approccia ad ogni suo lavoro rendono Lubezki un fotografo apprezzato da tutti, facendo avvicinare anche i meno esperti alla sua fotografia.

Penso sia fondamentale un uomo come lui nel mondo del cinema, perchè come molti altri riesce ad esaltare i diversi ruoli e campi che ci sono all’interno di un film, che non sono solo fatti di regia e recitazione.

Tutti collaborano, tutti valgono allo stesso modo, sono tutti parti importanti di un bellissimo atto artistico, forse il più completo del mondo, fare film è una forma d’arte estremamente completa che va dalla scrittura alla più semplice posizione delle luci.

Ogni dettaglio, o lavoro è importante, ogni scelta artistica condiziona il risultato finale di un film, sarebbe bello se si parlasse di più di cinema, nei programmi in tv o su youtube, che si parli di cosa c’è dietro o appunto di quanto è bravo Lubezki.

Non si sente mai parlare veramente di cinema, quasi sempre lo si fa in modo superficiale, non riuscendo a trasmettere la vera complessità e passione che c’è dietro a questo lavoro.

Più si è immersi in questo mondo e più sia ha passione e voglia di vedere nuovi film, in questo modo li si può ampliare e parlarne in modo più completo, rendendo giustizia ad ogni reparto di lavoro.

Oggi ho parlato di un maestro come Lubezki, ma ci sarebbero molti altri di cui parlare, ci sarebbero tecniche da approfondire, ma ammetto che diventerebbe tutto alquanto noioso, penso sia più bello una spolverata tranquilla, senza troppi tecnicismi, in modo da avvicinare tutti alla bellezza del cinema.

Guardate qualche film con questo fotografo, ammirate le sue tecniche, e poi magari tornate qui, su questo articolo ad esprimere le vostre sensazioni e valutazioni, parlando di cinema e fotografia…