Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

THE HUNT: QUANDO LA PREDA È L’UOMO

Recensione nel tempo di un caffè

The Hunt è un film del 2020 diretto da Craig Zobel e scritto da Damon Lindelof (Lost) che n’è anche prodotto esecutivo insieme alla Blumhouse.

Questo film parla di ricchi e annoiati che in una così detta “Fattoria” portano delle persone per essere cacciate come animali. Prendono i fucili e sparano verso le ignare vittime che si ritrovano li inconsapevoli di ciò che sta accadendo. Il finale non manca di un colpo di scena abbastanza interessante, un plot point particolare che regala una nuova chiave alla trama del film.

Sinceramente, viste le premesse mi aspettavo qualcosa di meno ironico, ma il tratto distintivo della Blumhouse che solitamente mette insieme commedie e horror si vede ed è incisivo all’interno del film, con scene paradossali e un po’ troppo splatter e grottesche.

Questo però rende il film più leggero e ne toglie quasi ogni tipo d tensione, fin da subito intugliamo chi sarà la protagonista, ma difficile intuire quale sarà il finale. La trama è ben scritta, a tratti anche divertente con personaggi davvero molto particolari e molto folli.

C’è un vortice di follia fin dalle prime scene in cui ci ritroviamo su un aereo con dei ricchi viziati, c’è da subito violenza e una sorta di splatter forse eccessivo. La svolta finale rende il film meno banale di quello che sembra, ma l’ironia e la parte parodistica e grottesca rimane fino all’ultimo frame del film.

The Hunt è molto più banale e stupido di come si presenta, è il classico film molto trash che esagera ma che allo stesso tempo si fa vedere non annoia e una volta inquadrato e anche piacevole. Ovviamente non è un film che può superare la sufficienza, ma è un prodotto che sa quello che vuole, ordinato che una trama che nonostante qualche follia ha un senso e una logica e funziona bene.

Ho scelto questo film principalmente perché scritto da Lindelof, ma ho trovato davvero poco della sua traccia e del suo stile, se non nella dettagliata e quasi spirituale follia di alcuni personaggi.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

IL CASO THOMAS CRAWFORD: I DIFETTI DELLA LEGGE

Recensione nel tempo di un caffè

Stanco delle scelte sbagliate che ultimamente mi capita di fare sui vari cataloghi delle piattaforme streaming, decido di andare un po’ indietro nel tempo a colpo sicuro e mi guardo un film che purtroppo non avevo mai avuto occasione di vedere, ma di cui avevo sentito parlare.

Il Caso Thomas Crawford è un film del 2007 diretto da Gregory Hoblit e scritto magistralmente da Daniel Payne, un thriller giallo che crea da subito curiosità con una semplice log line di poche righe. Un ingegnere scopre che la moglie lo tradisce, quindi al uccide, al processo decide di difendersi da solo, sembra tutto semplice e chiaro, ma le cose non andranno cosi e non saranno così facili.

Il personaggio di Anthony Hopkins è un ricco ingegnere aeronautico, un uomo che trasmette da subito una spiccata intelligenza e pianificazione, il suo personaggio è tosto, perfettamente sicuro di sé, vendicativo e cinico verso la propria moglie. Thomas Crawford uccide la moglie, ma l’arma del delitto è sparita, non si sa dove sia, ci sono i bossoli, c’è la pistola, ma quella pistola non ha mai sparato. Senza arma del delitto non può essere incastrato e accusato.

L’avvocato Willy Beachum è giovane, spigliato ed è uno dei migliori del suo settore, è un avvocato che lavora per lo stato, quindi un procuratore distrettuale, accetta il caso Crawford perché si aspetta di fare in fretta e passare poi ad un’agenzia più grande e privata con uno stipendio molto più alto. Ryan Gosling rende il giusto tono al suo personaggio, che ha difetti di essere troppo sicuro di sé, ma che allo stesso tempo non molla mai e vuole sempre vincere, è un vincente.

I dialoghi sono molto importanti, ben scritti e mai banali, il confronto tra i due protagonisti è affascinante, magnetico e davvero ben fatto, tutta la storia convince e a fine film ti soddisfa completamente con un ottimo plot point e rivelazione.

Un bel film sotto molto punti di vista, si perde forse un po’ su alcune sottotrame, ma per il resto mantiene un livello alto dall’inizio alla fine, con qualche colpo di scena davvero ben pensato, qualcosa di abbastanza unico e con un livello di recitazione molto alto che aiuta a rendere il tutto molto credibile.

Un film che ci mostra anche alla fragilità di certe leggi, “contro ogni ragionevole dubbio” delle volte mette in crisi il sistema e anche se una persona confessa, non si ha praticamente la possibilità di accusarla e arrestarla se non si trova l’arma del delitto.

Davvero un bel film che consiglio a tutti quelli che magari come me, fino a ieri, non l’hanno ancora visto.