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GOD OF WAR: LA SERIE PRIME VIDEO.

QUATTRO CHIACCHIERE: Non è certamente la serie più attesa, ma sicuramente e già partito il Fanta casting per scegliere il protagonista.

God Of War ormai è ufficiale che sarà una serie prodotta da Prime video, le notizie si susseguono e la fantasia dei fan e già a mille. Tutti fanno supposizioni su chi potrà essere l’attore protagonista nei panni di Kratos e sui vari siti sono già partiti i sondaggi.

Già tempo fa io viaggiai con la fantasia per ipotizzare un possibile film su questa splendida saga di video giochi, poco dopo il mio articolo arrivò la conferma ufficiale che ci sarebbe stata una serie tv su Kratos e le sue battaglie. (Articolo qui).

L’autunno appena passato però ha fatto riprendere, soprattutto da parte dei fan, le possibili candidature al ruolo di attore principale, a poco a poco vorrei analizzare queste scelte ed esprimere anch’io la mia opinione a riguardo.

Si sono fatti mille nomi di tutti i tipi, alcuni verosimili altri totalmente sparati a caso che cambierebbero anche fin troppo le caratteristiche del personaggio, per adesso uno dei candidati reali è Christopher Judge, doppiatore di Kratos nei videogiochi, che si offerto più volte ad interpretare il ruolo nella serie. Viso particolare quello di Judge che a parte la sua voce e un fisico ben piazzato, non sembra essere del tutto l’attore perfetto per questo ruolo, anche se non sarebbe poi così male.

Poi tra i nomi più gettonati dai fan e di cui non si hanno notizie, ci sono quelli di Jason Momoa, messo un po’ ovunque ultimamente, dove si pensa a uomo robusto e forte. Il solito Tom Hardy, candidato ormai a qualsiasi ruolo, ma anche in questo caso, molto suggestivo. Dave Bautista, anch’esso accostato a questi ruoli come Momoa, non sarebbe male, anche per le doti attoriali dimostrate negli ultimi anni, in ruoli anche simili a quello di Kratos nel videogioco.

Il nome sicuramente più suggestivo è quello dell’ex star del wrestling e attuale capo della WWE Triple H, con le caratteristiche fisiche perfette, ma che andrebbe ad interpretare forse un Kratos più maturo come quello negli ultimi capitoli dei videogiochi. Penso che amazon voglia partire dagli inizi e dalla Grecia e i suoi dei.

Il mix giusto sarebbe trovare un ottimo attore con caratteristiche fisiche e fisiologiche adatte, perché Kratos è davvero molto iconico, la serie non ha bisogno di grandi nomi, ma nel ruolo del protagonista forse si, forse renderebbe di più un colpo di scena come Triple H, che un attore da Oscar come ad esempio Tom Hardy.

Di nomi reali e ufficiali non ce ne sono ancora e si sa ancora davvero poco su questa serie, la verità è che Amazon ha paura a fare passi falsi e sa che il terreno dei videogiochi e impervio e pieno di fan agguerriti pronti ad essere delusi dal risultato finale. La critica è appena dietro l’angolo.

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GAME OF THRONES: IL SEQUEL SPIN OFF SU JON SNOW

QUATTRO CHIACCHIERE: Molte erano le voci a riguardo, sembrerebbe ormai certa la decisone di HBO di creare un sequel di GoT con protagonista Jon Snow.

HBO come molte altre piattaforme streaming e non, gli piace attirare l’attenzione su di sé, con HBO MAX ha un canale che deve decollare e deve offrire al più presto nuovi contenuti. GoT è uno dei prodotti televisivi più clamorosi di sempre, una serie che ha cambiato il modo di guardare la tv, con gruppi di amici che si riunivano per vedere gli episodi manco fosse una partita di calcio.

Una serie che faceva molto parlare prima e dopo la messa in onde dell’episodio e che nonostante un finale aspramente criticato a sempre il suo fascino, soprattutto alcuni personaggi. Uno spin off in arrivo, che un po’ un prequel, sembra non bastare “House of Dragon” è comunque una scommessa, perché utilizza personaggi vissuti 300 anni prima agli eventi di GoT, quindi stesso universo ma personaggi completamente nuovi.

Serviva necessariamente qualcosa di nuovo ed eclatante e quale personaggio migliore se non quello interpretato da Kit Harrington? Jon Snow sarà dunque il protagonista del sequel del trono di spade, tutto ciò che noi nel nostro subconscio desideravamo. Una dei personaggi più amati e iconici della serie che forse insieme a Arya Stark, era il personaggio che aveva ancora molto da raccontare, isolato per scelta al di là di una barriera ormai inutile.

La speranza dei fan della serie e che non possa apparire solo lui, ma anche altri personaggi come Arya appunto, o Sansa e perché no una visione sul regno pacifico e illuminato dalla veggenza di Bran Stark. Una serie fatta per farsi perdonare delle ultime due stagioni, ma che si porta dietro un peso davvero grande, una sfida in un certo senso ancor più complessa del prequel.

Un sequel di questo genere fa davvero un sacco clamore, attira l’attenzione ed è sicuramente un’ottima scelta da parte di HBO, ma allo stesso tempo non sarà affatto facile fare una trama potente e intrigante come quella della serie originale. Perché c’è la pace, bisogna inventarsi nuove minacce, e molti personaggi di spicco sono morti. Ovviamente è ancora tutto e solo in lavorazione e la notizia bomba è stata sganciata per testare la reazione del pubblico, che ha risposto fragorosamente con entusiasmo.

JON SNOW è e rimane uno dei personaggi più importanti della serie, forse il vero protagonista, resuscita, ha sangue Targaryen e Stark ed è un perfetto leader. Il finale della serie l’ha fatto un po’ perdere in una storia d’amore debole e troppo fatta per soddisfare i fan, il suo personaggio si è indebolito e ha cambiato carattere troppo velocemente. L’uccisione di Daenerys non ha trasmesso molte emozioni, in questo modo la scelta finale di Jon Snow sembra insensata e ridicola. Lui che dopo tutto quello che ha fatto, con tutto il potere che voleva ottenere se ne torna al di là della barriera in mezzo ai bruti. Una scelta che se motivata con più decisione e correttezza sarebbe stata accettata di più dai fan, ma che così sembra una scelta di metterlo nel solaio come un oggetto di cui non sappiamo più cosa farcene.

Questo sequel può essere l’occasione di dare valore a questa scelta, di darne un senso e di far capire il vero stato d’animo di Jon Snow. Uno stato d’animo che purtroppo nelle ultime due stagioni non si è più compreso, non sembrava ne innamorato ne nulla, completamente annullato e senza uno scopo. La sua lotta contro gli estranei è finita in un lampo, con lui che non ha un ruolo principale. La sua vita perde di significato, come se lui avesse bisogno di un nemico da combattere, di persone da difendere, lui è sempre un guardiano della notte, ha bisogno di difendere le persone se non può farlo, la sua vita non ha senso. Per questo torna dal popolo più indifeso e debole del continente, un isolamento anche spirituale, per un uomo che proprio come un vero Guardiano della notte, non può avere amore nella vita.

Analizzando questi aspetti del personaggio, mi aspetto una nuova minaccia, un’esplorazione solitaria del profondo nord fino alla cima del mondo per trovare delle risposte. Troppo in fretta e in modo banale sono spariti gli estranei, è bastato un pugnale per farli sparire. Perché il mondo magico ha permesso che si creassero questi specie di zombie a stretto contatto con il freddo? Spero che il sequel dia nuove risposte e che sia un riscatto per tutte quelle cose fatte di fretta e male nelle ultime due stagioni. Già House of Dragon in arrivo ad agosto, ci darà un’idea della possibilità di ampliare il mondo narrativo di Game Of Thrones.

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I SOCIAL CONDIZIONANO NETFLIX E LE ALTRE PIATTAFORME STREAMING?

QUATTRO CHIACCHIERE: Quanto conta al giorno d’oggi che una serie tv sia citata spesso attraverso i social? Si può definire oggettivamente bella se è tanto seguita su di essi?

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Netflix, come tante altre ormai, è una piattaforma streaming per la visione online di contenuti, che vanno dai film, alle serie tv e documentari. Famosa in tutto il mondo, Netflix produce ormai un sacco di materiale originale e fa di tutto per distribuire il materiale migliore in giro per il mondo. Ultimamente questa piattaforma ha fatto della pubblicità il suo punto di forza, sponsorizzando i propri contenuti originali al momento giusto e aumentando a dismisura il marketing dove necessario. Una volta Netflix si basava sui feedback diretti, appena più di due anni fa, gli utenti commentavano a raffica direttamente sotto i film e le serie tv esprimendo la propria opinione su ciò che stavano guardando. Per chi era un nuovo cliente era il metodo migliore per scoprire se ne valesse la pena guardare un prodotto o meno, quindi non si basava sui propri gusti e su la propria opinione ma su quella di altri.

C’erano delle stelline in cui si potevano valutare le serie tv, da uno a cinque, come se fosse un ristorante su Tripadvisor, inutile dire quanto questo attirava il pubblico su determinati prodotti che a quei tempi non erano molti, il catalogo era meno della metà di quello che è adesso.

Mentre Netflix conquistava tutti, Amazon partiva con più calma, con un metodo differente, perchè aveva obiettivi differenti, così puntava di più su una pubblicità visiva che incontravi per caso mentre prendevi un pullman in città o sulla metro. Grossi cartelloni pubblicitari per farti sapere che con prime avresti avuto anche delle serie Tv. Quindi attori un po’ più conosciuti e un tentativo di diventare uno studios di tutto rispetto a Hollywood. Non gli importava il feedback sulle proprie serie nello specifico, ma quanto più il giudizio generale del servizio prime di Amazon.

Tutto questo mondo, questi giudizi, tutta l’impressione emotiva del pubblico verso una serie tv appena vista, si sposta sui social network che diventano un motore di marketing eccezionale per le piattaforme streaming e non solo. Canali a tema, discussioni, stories, i social si riempiono come un onda in piena che per qualche settimana parla solo e unicamente di una serie tv. Condizionando così le scelte future di Netflix ad esempio. Che decide di chiudere o ampliare le serie tv in base a questi algoritmi che si basano di più sugli Hashtag che sulle reali visualizzazioni o sul reale valore di un prodotto.

Quindi perchè non scrivere una serie tv per far parlare di se, perchè non studiare la reazione della massa, dei social e capire prima cosa vogliono vedere per poi servirla su di un piatto d’argento? Netflix lavora sempre in modo spettacolare a livello grafico, ti attira solo con qualche immagina dove vuole lei. Delle volte scegliamo la serie tv in base alla scritta, oppure ai costumi e ai colori che vediamo a primo impatto. Ci sono serie tv che ci colpiscono subito e di cui sentiamo il bisogno di parlare, se si scaturisce questo sentimento, la produzione ha fatto centro. Al giorno d’oggi non c’è risultato migliore per una serie tv, che colpire il pubblico, farlo diventare subito appassionato e farlo diventare sponsor gratuito. L’utente vede la “casa di carta” e in modo appassionato e spudorato ne parla ovunque, su Facebook, su Instagram su Tik Tok. Delle volte bastano due episodi e si è già conquistati, non dalla regia, dalla recitazione e essenzialmente nemmeno dalla storia, quanto più dai costumi e dall’idea autoriale in se.

Le persone si vogliono integrare in tutti i modi possibili, attirare l’attenzione e per questo, se percepiscono che una serie tv sta diventando popolare e attira l’attenzione, la ostentano sui social. Il passaggio finale è appunto la stories in cui si fa sapere ai nostri follower che stiamo guardando quella serie. A quel punto li, se vedete tante stories così, vuol dire che quel prodotto è già Mainstream è ha già raggiunto l’obiettivo per cui era stato creato.

L’esempio più potente di questo fenomeno sociale è sicuramente “la casa di carta” che appassiona le persone e di cui se ne parla davvero moltissimo su ogni piattaforma, è la serie tv più ostentata di sempre e viene utilizzata più questa serie tv per “cuccare” che Tinder. Ultimamente però c’è un altro fenomeno, un’altra serie tv che ha conquistato tutti i social nel giro di una settimana, come un onda sta travolgendo tutto, la vedi ovunque e tutti ne parlano bene. Sto parlando di “SQUID GAME”.

Squid Game arriva e si impone su tutti, i social parlano solo di lei, sono tutti conquistati da questa serie tv, e in una settimana è già diventata uno strumento di aggregazione sociale, un qualcosa che va ostentato per far vedere al mondo quando siamo “fighi” che la stiamo guardando. La voglia inconscia di dire a tutti che ci piace, di mostrala e di coinvolgere più persone possibile, diventando così uno strumento di pubblicità gratuita eccezionale e Netflix sorride.

Non ho ancora visto questa serie Coreana, ma vi dico che è geniale, quello che vedo nelle foto, la grafica i costumi, la log line, è tutto estremamente geniale e creato alla perfezione. Squid Game è la Apple delle serie tv, arriva sul mercato ed esteticamente non ce n’è per nessuno. Ti attira subito per quelle tutine colorate, per la grafica della scritta, sembra subito qualcosa di nuovo di particolare e diverso. Questa serie tv è una lezione di marketing che andrebbe insegnata alle università, perchè è davvero una calamita. A quanto pare poi, non lo è solo ad impatto, ma a detta di tutti è bellissima.

Squid Game non è solo una bella serie tv, ma è davvero una creazione fatta per far parlare di se, una cosa che di commerciale sembra non avere nulla, ma che in realtà è stata cerata proprio per piacere al pubblico social, per far parlare di se e per avere un successo mainstream. Questa serie tv è fatta per piacere, ma non è sempre un difetto, anzi il risultato è davvero eccezionale e ha già conquistato tutte le stories di instagram, è la serie del momento.

Questo è l’esempio di come ormai i social siano padroni del destino di Netflix e della altre piattaforme streaming, sono una pubblicità gratuita che condiziona le scelte delle aziende, e in questo caso dei film e delle serie tv. Sono le reazioni su instagram, facebook o tik tok a determinare il valore di una serie tv, non importa il vero livello artistico, ma conta solo e giustamente se vende o meno. Non importa se “la casa di carta” per gli esperti è un disastro o se Squid Game è creato apposta per essere mainstream, quello che importa è la massa, il gusto comune, quello che in fin dei conti fa girare il mondo.