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ONLY MURDERS IN THE BUILDING: RECENSIONE PRIMA STAGIONE – UNA SERIE UN PO’ PARTICOLARE

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Only Murders in the building è una serie statunitense creata da Steve Martin e John Hoffman e con tre protagonisti molto distinti tra loro, Steve Martin stesso, Selena Gomez e Martin Short.

La trama è particolare e sinceramente innovativa sotto certi punti di vista, la serie si presenta un po’ come un Crime comedy, con tre protagonisti molto ben caratterizzati che vivono nello stesso enorme palazzo nel centro di New York, due ormai ex star del cinema e della tv, uno un attore e latro un regista e autore e una ragazza un po’ più misteriosa, che sta mettendo a posto l’appartamento della zia. I tre grandi appassionati di un podcast true crime, decidono di aprirne uno loro dopo che nell’edificio è capitato un omicidio.

Praticamente si svolge tutto all’interno di un palazzo che è talmente grande da sembrare un piccolo paese con i suoi abitanti e con le sue vicissitudini, un’esperienza diversa dal solito, con un giallo che appare leggero, un po’ all’antica in stile Agatha Christie. Bella anche l’idea del podcast che rende la serie molto originale oltre che a passo con i tempi.

L’alchimia tra gli attori è ottima e la serie è scritta bene, eppure va vista tutta fino in fondo questa prima stagione per essere apprezzata del tutto, l’ambientazione leggera rendono sì la serie più divertente, ma allontana un po’ lo spettatore dal caso rendendo i colpi di scena meno efficaci. Perdendosi un po’ a tratti e non mettendo la giusta suspense, la serie funziona ma non del tutto.

Ha suo favore ha sicuramente l’originalità e la qualità della recitazione, la prima stagione rimane piacevole in tutte le sue puntate, in alcuni momenti anche molto divertenti, la trama è facile da seguire anche se il caso risulta un po’ complesso, tutto viene spiegato molto bene, c’è un finale apertissimo pronto per la seconda stagione.

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THE BEAR: UNA SERIE SEMPLICE MA GENIALE

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The Bear è una serie FX del 2022 creata da Christopher Storer e resa disponibile su Hulu e in Italia su Disney +. Una serie semplice ma che molti versi è forse la miglior serie del 2022.

La trama segue le vicende di Carmen “Carny” Berzatto (Jeremy Allen White), uno chef di alta cucina è dal grande talento, che passa dal lavorare in un ristorante super stellato, alla paninoteca Italiana di famiglia, lasciatogli in eredità dal fratello suicida. Una serie drama, breve fatta da otto episodi, semplice, ma molto profondo e intensa, che parla di cibo, di lavoro, della vita stressante del lavoro in cucina e anche delle amicizie e dei dissapori che possono nascere in situazioni simili.

La serie oltre a stupire per un livello di recitazione sempre eccellente, stupisce per un utilizzo sensazionale della semplicità, praticamente si svolge tutta nella cucina, il ristorante non viene praticamente mai mostrato, eppure nessun momento è mai banale. Una serie curata, ben scritta e girata che trasmette davvero un sacco di sensazioni ed emozioni, in cui la tensione lavorativa e palpabile, ma anche la passione e il talento dei protagonisti della storia.

The Bear fa poche cose ma le fa in modo eccellente e ben centrato, sfruttando un po’ lo stile e il blasone di programmi televisivi ormai decennali come cucine da incubo o Master chef, si respira realtà e le emozioni sono vere e forti, tanto da percepire a volte una sensazione di claustrofobia dentro quella piccola, folle e affollata cucina. Riesce a farti venire fame, a stupirti anche a livello culinario, la cura nei dettagli è fenomenale e si vede quanto tutto il cast fosse pienamente coinvolto in questa storia.

Questa serie è un po’ la dimostrazione che con poco si può fare davvero tanto, con una buon’idea e un buon lavoro, anche una semplice serie che parla di ristorazione e cucina, può essere variegata, profonda e davvero piena di splendide sfumature. Sicuramente è la sorpresa del 2022 e per molti versi penso davvero possa essere uno dei prodotti di più alta qualità che ho visto ultimamente. Se ne parla ancora troppo poco, non è nel giro mainstream, eppure è davvero un prodotto che merita davvero un sacco. C’è purezza verità, e la crudeltà della vita ci viene sbattuta in faccia senza troppi complimenti. The Bear è passione travolgente, che parte dal suo creatore e arriva fino agli attori e poi allo spettatore che si trova davanti ad un prodotto di davvero altissima qualità.

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LA RAGAZZA PIU’ FORTUNATA DEL MONDO: UN FILM MOLTO INTENSO

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La ragazza più fortunata del mondo è un film del 2022 diretto da Mike Barker e scritto da Jessica Knol che è anche l’autrice del libro da cui è tratto il film. Non avendo mai letto il libro o appreso informazioni a riguardo, leggendo la trama del film ci appare un po’ come un thriller, ma in realtà è un drama di denuncia molto profondo e intenso.

Mila Kunis interpreta una donna tenace e bella che ha fatto carriera e sta per diventare una giornalista di successo e sposarsi con un uomo bello, ricco e altolocato. La sua serenità verrà messa a dura prova quando un programma true crime, vuole la sua testimonianza per gli eventi del suo passato.

Molto bella e intensa l’escalation degli eventi, nel corso del film ci vengono dati solo pochi indizi su cosa sia successo nel passato della protagonista, che ci viene mostrato in piccole scene, con i suoi ricordi di quegli anni al liceo. Si intuisce che è successo qualcosa di grave e che un ex compagno la accusa di essere la colpevole di ciò che è accaduto. Un film che riesce a mantenere dei toni abbastanza leggeri e che strizza un po’ ai thriller più classici, ma che più va avanti si trasforma in un intenso drama di denuncia sociale, con al centro una forte resilienza femminile.

Gli argomenti portati sullo schermo sono molto seri e tosti, si parla di stupro di gruppo, di bullismo, e di una sparatoria nel liceo. Ci viene mostrato anche l’intensità e la gravità di alcuni momenti, cosa che troppo spesso in molte serie e film viene evitata. Questo film nel finale va dritto al punto, nonostante la situazione è facile empatizzare con la protagonista, con il suo dolore e soprattutto con la sua forza, la voglia di riscatto e il senso di liberazione finale.

Una vita estremamente difficile segnata dagli eventi, le paure e le insicurezze che si portano dietro e si trascinano dietro pesantemente fino ad eventi importanti come al proprio matrimonio. La maschera che indossiamo diventa parte di noi stessi, perdiamo gli obiettivi e non ricordiamo più chi siamo realmente, con il dolore ben nascosto e soppresso più del dovuto.

Un film molto intenso nei suoi argomenti, che fa riflette e su cui è giusto soffermarsi a valutare ciò che succede, come è perché, c’è dentro tanta sofferenza, ma anche una rinascita, un riscatto finale, con una scena davvero intensa, reale e densa di significato. C’è tempo di tenere il dolore con sé e tempo di condividerlo, per aiutarsi a vicenda, per dare coraggio alle persone che non ne hanno e per salvare altre persone che potrebbero essere in pericolo.

Un bel film, ben scritto, che i giusti toni e tempi, inaspettatamente bello.

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IL GIORNO SBAGLIATO: UN ALTRO GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA

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Dopo tanti anni un altro uomo non sopporta più i comportamenti scortesi delle persone, le ingiustizie della vita, il traffico cittadino e molte altre cose che lo fanno sfociare in una rabbia impetuoso.

Un Russell Crowe grasso e arrabbiato, interpreta un signore con molta rabbia repressa che non vede l’ora di punire e giustiziare chi gli manca di rispetto. il film è diretto da Derrick Borte e scritto da Carl Ellsworth. Ho citato un giorno di ordinaria follia, perchè in molte sue parti e nella dinamica principale questo film lo ricorda molto.

Infatti il personaggio interpretato da Russell Crowe è un uomo burbero che dopo che una signora (Caren Pistorius) gli suona il clacson perchè lui non è partito al semaforo verde, lui la prende male e pretende delle scuse, la sua rabbia diventa ossessione e persecuzione, con una follia omicida che lo porta a commettere molti crimini.

Il lato positivo di questo film è sicuramente la tensione che riesce a mantenere per tutta la sua durata, c’è molta ansia e paura in tutto il film, ed è il suo pregio migliore, perchè aiuta il ritmo e la trama, che ho trovato molto positiva in alcuni dialoghi e scelte narrative.

Penso sia tutto molto equilibrato senza troppe pretese, fin da subito capiamo cosa stiamo guardando e quale sarà il livello generale del film, questo aiuta lo spettatore ad immergersi subito a non restare deluso e in questo caso anche a dargli la giusta dose di adrenalina e tensione.

Un film nel complesso positivo, anche abbastanza breve per gli standard attuali, forse un finale un po’ frettoloso e troppo diverso dal resto del film, ma assolutamente rimane un film piacevole da vedere tutto di un fiato.