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Controcorrente Quattro Chiacchiere

JAMES GUNN E GUY RITCHIE: IL MODO GIUSTO (?) E MODERNO DI FARE CINEMA

QUATTRO CHIACCHIERE: Due dei registi più amati degli ultimi anni, ritmo alto, deciso, azione e divertimento, è forse questo il modo giusto di fare cinema oggi?

James Gunn è un Americano nato nel 1966, fa un po’ di tutto, anche il musicista arte fondamentale nei suoi film, mentre Guy Ritchie è un Britannico nato nel 1998, meno poliedrico ma anche lui autore dei film che dirige.

Ovviamente hanno stile differenti ma certi versi anche molto simili, sembra infatti che entrambi abbiamo capito come fare film che stiano a passo con i tempi, in mondo dalla soglia di attenzione bassissima e in cui la profondità deve passare in secondo piano, facendo una scrittura dei personaggi dettagliata e caratteristica.

Entrambi lasciano il loro segno distinto sulle proprie opere, la loro regia si vede e hanno muno stile ben preciso, ritmo alto, ironia, azione e una musica che spesso da ritmo alle cose. Personaggi particolari, con molte sfumature, anch’essi quasi delle caricature del mondo reale, con un mix vincente di divertimento e violenza caotica.

Entrambi sono condizionati dal mondo da cui vengono, quindi un Gunn più Americano, con un’ispirazione quasi da Michael Bay e a volte da Tarantino e invece un Ritchie, più inglese e composto con una ispirazione a James Bond o da Holligans, sia il film che la realtà stessa. James Gunn tratta di supereroi di storia assurde e fantasiose dai colori psichedelici e da scenografie davvero emozionanti, mentre Guy Ritchie tratta spesso di gangster, criminali o di spie e missioni segrete, anche lui come il collega, non dimentica di metterci un tocco di colore, con una cura al dettaglio molto particolare.

Ovviamente non si può dire con certezza che sia il modo giusto di fare cinema, anche perché in realtà non c’è un modo giusto per farlo, ma entrambi hanno sicuramente trovato il modo giusto per intrattenere il pubblico moderno. Un pubblico spesso complicato e pretenzioso. Sono dei registi anche tanto discussi, spesso troppo esaltati, altre volte troppo denigrati, eppure bene o male non sbagliano un colpo.

James Gunn è sicuramente più famoso e cinematografico, mentre Guy Ritchie ormai e più per lo streaming, con i suoi prodotti che ci arrivano in Italia sulle piattaforme streaming, anche qui un mistero, perché anche Ritchie ha fatto cose più commerciali come Sherlock Holmes, King Arthur e Aladdin, eppure con gli ultimi film, almeno qui in Italia, passa solo praticamente online, sminuendo un po’ il suo lavoro.

Il loro segreto e punto principale è il ritmo elevato con cui è difficile annoiarsi, in più c’è sempre una piacevole e divertente ironia nei loro film, non mancano le battute e personaggi alquanto assurdi e particolari. Sono maestri nel rendere i film una splendida playlist musicale, con scene d’azione davvero ben congeniate.

Il cinema è arte e loro la fanno bene e in modo sicuramente moderno stando perfettamente a passo con i tempi, ultimamente ogni film che esce ha degli spunti interessanti e risulta essere piacevole e coinvolgente. Gunn ha espresso tutto e stesso in Suicide Squad e ha concluso alla perfezione Guardiani della Galassia. Ritchie ha raggiunto il mix perfetto con The Gentlemen e creato altri prodotti interessanti come Operation Fortune e Wrath of a Man, in attesa di poter vedere The Covenant.

Sono due registi che ammiro e apprezzo molto, ma prima di tutto sono autori di altissimo livello, che anche con un soggetto tra le mani, riescono a creare dei prodotti che sembrano davvero originali e nuovi. Se vi state annoiando, guardatevi uno dei loro film.

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MIDNIGHT IN THE SWITCHGRASS – CACCIA AL SERIAL KILLER: UN THRILLER CHE SI PERDE NEL FINALE

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Midnight in the Switchgrass è un film del 2021 diretto da Randall Emmet e con protagonista Megan Fox, Emile Hirsch e Bruce Willis che fa più da comparsa.

Un serial killer ha appena fatto un’altra vittima, la settima ragazza che sparisce e di cui viene ritrovato il corpo il giorno seguente, nessuno vuole indagare e la polizia di stato non sa più cosa fare, solo un detective sembra intenzionato a dare la caccia al killer. L’incontro con una agente della FBI da una svolta alle indagini.

Un thriller abbastanza classico soprattutto nella sua fotografia dai toni più spenti e grigi, con una colonna sonora molto immersiva e azzeccata. La recitazione aleggia sulla sufficienza, Megan Fox se pur bellissima non sembra mai al top e non riesce dare animo al suo personaggio. il serial killer viene mostrato quasi subito, questo toglie un po’ di tensione e curiosità, ma allo stesso tempo ci regala una sorta di angoscia quando scopriamo che il mostro ha una moglie e una figlia e continua le sue due vite in tranquillità.

Il film risulta un po’ spento nelle sue dinamiche e nei dialoghi e i personaggi sembrano cambiare da una scena all’altra, sia nelle intenzioni che nelle proprie parole. Un film che rispetta molto bene i canoni del genere ma che si perde clamorosamente nel finale, montato male e molto frettoloso. Il momento più cruciale si trasforma in salti temporali di ore privandoci di un po’ di azione e lotta tra il killer e la giustizia. Ci si perde in una sequenza di immagini che dovrebbero essere forti ma non lo sono, anzi sembrano distaccate e spente.

Lo stesso Bruce Willis sembra estraneo al film e quando si vede non è mai sul pezzo, ma distaccato e con poca voglia, come più o meno tutto il cast e la produzione nel finale. Alti e bassi che rendono il film mediocre, dispersivo in parole superficiali e in scene frettolose che non sono mai violente o davvero significative. Sicuramente più un film da Tv che da cinema, adatto agli amanti del genere, per la fotografia (solo a tratti) e la colonna sonora.

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FRAMMENTI DEL PASSATO – REMINISCENCE: TRA RICORDI, PRESENTE E AMORE.

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Il film ha una trama abbastanza complicata che si svolge tra ricordi. presente e passato che si sovrappongono tra di loro senza darci troppi indizi sulla linea temporale in cui siamo. Questo condiziona molto la percezione del film e lo rende abbastanza complicato. Hugh Jack è un detective in una Miami ormai sommersa nell’oceano che si scagli con forza con le sue onde, protetta da barriere con l’acqua che ha riempito le parti più basse della città. Nel suo lavoro usa una tecnologia che fa rivivere i ricordi. Userà lui stesso questo macchinario per ritrovare una donna scomparsa di cui si era innamorato.

Reminiscence – Frammenti del passato è un film del 2021 diretto e scritto da Lisa Joy al debutto alla regia in un lungo metraggio. Un Noir in un Miami in un futuro distopico con protagonista Hugh Jackman.

A livello di regia e visivo è un film con caratteristiche interessanti, il futuro dispotico immaginato da Lisa Joy è realistico anche se alcune cose non tornano del tutto e non c’è una grande cura dei dettagli. I personaggi principali sono caratterizzati troppo superficialmente ed è difficile essere pienamente coinvolti nella storia, che tutto sommato è una romantica storia d’amore, con un finale dolce amaro.

Il film fa fatica a trasmettere le giuste emozioni, non crea mai la giusta tensione e il ritmo lento fa perdere un po’ l’attenzione ed non è facile capirlo del tutto, solo nel finale tutti i pezzi vanno al loro posto ma sembra comunque troppo flebile nella sua trama principale, un Noir che non stupisce nella sua indagine, ma che si perde forse troppo nel sentimento del protagonista verso la donna scomparsa.

Uno dei quei film che ti lascia un po’ l’amaro in bocca perché colpisce in alcuni suoi aspetti, ma lascia perplessi in altri, in cui è facile perdersi e non capire più ne il genere ne l’obiettivo di questa pellicola. Nel complesso è un buon film, che rimane però nella sufficienza, senza meravigliare o stupire come avrebbe potuto fare. Rimane un film che sembra parte di una storia più articolata e lunga un po’ come se fosse un finale di una serie televisiva.

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THE LOST CITY: UNA COMMEDIA AVVENTUROSA

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The Lost city è un film del 2022 diretto da Adam e Aaron Nee, una classica commedia romantica, un po’ avventurosa con protagonisti Sandra Bullock e Channing Tatum.

Questa commedia romantica ricorda sotto certi aspetti il film un matrimonio esplosivo, uscito recentemente su amazon, è una commedia con aspetti molto avventurosi, paradossali e divertenti. L’inizio della trama è abbastanza alternativo, ma poi si perde forse un po’ troppo nei cliché classici del genere.

Sandra Bullock interpreta una scrittrice di romanzi d’amore e passione, di molto successo, ha perso il marito archeologo qualche anno prima e ne risente ancora di quel tragico evento. Viene rapita da un ricco pazzo in cerca di tesori antichi (Daniel Radcliffe) che vuole che lei lo aiuti a tradurre una lingua che ha visto scritta in uno dei suoi libri. Channing Tatum interpreta il ragazzo da copertina dei libri della scrittrice e invaghito di lei parte per salvarla con un suo particolare Trainer ed ex marine super preparato e grottescamente abilissimo interpretato da Brad Pitt. Naturalmente questa avventura farà nascere qualcosa tra i due protagonisti che inizialmente non si vedono di buon occhio.

Molte similitudini con altri film lo fanno sembrare un film già visto, i personaggi sembrano quasi riciclati e scopiazzati e il tutto risulta fin troppo prevedibile, la trama però funziona è divertente e visivamente non è affatto male e quasi sorprendentemente curato per il genere.

Nel complesso è un film che funziona, ha una giusta ironia, le battute sono buone e i personaggi divertenti, pecca un po’ in originalità e similitudini e nei troppi cliché da commedia romantica. Leggero e divertente, il film si presta perfettamente ad essere un buon film da vedere in compagnia a casa, un po’ meno in una sala cinematografica.

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FALLING FOR CHRISTIMAS: UN CLASSICO (ANCHE TROPPO) FILM DI NATALE

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Falling for Christmas è un classico film di natale del 2022 distribuito da Netflix e diretto da Janeen Damian al suo esordio alla regia. Tra i protagonisti c’è il ritorno della tormentata Lindsay Lohan.

La Lohan interpreta in questo film una ricca ereditiera, figlia di un grande imprenditore e proprietario di un sacco di hotel e resort. Per natale si ritrova in montagna, in un resort di lusso, pronta ad accogliere il suo ragazzo influencer, viziato come lei. Dopo aver battuto la testa ha un’amnesia che le cambierà la vita.

Un film estremamente leggero, in certi casi anche fin troppo, la trama ricalca perfettamente i classici film di natale in ogni suo aspetto e la semplicità della regia, della fotografia e di un po’ tutto il film in ogni suo aspetto e quasi spiazzante, fin troppo bassa anche per Netflix. Sembra un classico film di natale che le piccole case di produzione fanno per racimolare qualche soldo.

Giustamente non si aspetta nulla da un film del genere, ma in certi casi si rimane comunque delusi dalla bassa qualità delle riprese e da una recitazione molto piatta e a tratti falsa, non del tutto autentica. Il lato positivo è che riesce a trasmettere una bella atmosfera di natale, ed è così semplice che diventa quasi piacevole da vedere mentre si fa una chiacchiera con gli amici, un qualcosa di sottofondo che ogni tanto ti fa fare qualche piccola risata.

A parte la giusta atmosfera Natalizia c’è poco da salvare, Netflix dovrebbe puntare si su questo tipo di film, ma con magari delle produzioni leggermente più impegnative.

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THE GOOD NURSE: UN PARTICOLARE SERIAL KILLER

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The Good Nurse è un film del 2022 distribuito da Netflix diretto da Tobias Lindholm e tratto dalla crime story di Charles Cullen, un serial killer che uccideva le sue vittime grazie al suo ruolo di infermiere in diversi ospedali. I due infermieri protagonisti sono interpretati da Jessica Chastain e Eddie Redmayne.

Il film segue le vicende di una storia vera, un’infermiera con problemi al cuore, intuisce che il suo nuovo collega nasconde qualcosa di spaventoso, dopo una morte sospetta nel suo reparto, la donna proverà a smascherare il suo collega e ormai amico per capire se è lui a commettere gli omicidi. Purtroppo si scopre che molti ospedali pur intuendo la situazione non denunciavano Cullen ma semplicemente lo licenziavano, lui trovava sempre lavoro e continuava nelle sue particolari uccisioni. Charles Cullen iniettava dosi di insulina o alterava le flebo negli ospedali per provocare vittime, è stato accusato di 29 vittimi ma si teme che possano essere anche più di 400.

Una storia particolare e delicata da raccontare, questo film lo fa con i giusti toni e i giusti ritmi avendo un grande rispetto per la morte e per le vittime e concentrandosi di più sulla vita e il coraggio di un’infermiera che è stata l’unica ad avere il coraggio di affrontare questa situazione e di aiutare la polizia. I suoi problemi di cuore, l’attesa di un’operazione che non poteva fare per mancanza di assicurazione sanitaria. Tutto era estremamente complicato ed è anche un po’ una denuncia al sistema sanitario americano.

La recitazione è ottima, c’è un po’ una mancanza generale di emotività, il film non riesce del tutto a tramettere le giuste sensazioni, le due ore passano in fretta nonostante a tratti sia un po’ noioso, ma non c’è mai una vera sensazioni di angoscia, di pericolo, sembra tutto molto pacato e ovattato, come se ci fosse una dose di morfina anche per chi guarda il film.

Netflix punta nuovamente sui serial killer e anche questa volta lo fa ancora da un punto di vista differente, meno violento, molto pacato nei suoi modi. Una donna forte come protagonista che nonostante le difficoltà prova a far emergere la verità. Un film un po’ per tutti, lento e riflessivo, senza violenza ma che ha molto rispetto per le vittime e per la morte, una storia vera particolare, di cui non si conosco ancora le vere motivazioni dell’assassino.

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LA RAGAZZA PIU’ FORTUNATA DEL MONDO: UN FILM MOLTO INTENSO

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La ragazza più fortunata del mondo è un film del 2022 diretto da Mike Barker e scritto da Jessica Knol che è anche l’autrice del libro da cui è tratto il film. Non avendo mai letto il libro o appreso informazioni a riguardo, leggendo la trama del film ci appare un po’ come un thriller, ma in realtà è un drama di denuncia molto profondo e intenso.

Mila Kunis interpreta una donna tenace e bella che ha fatto carriera e sta per diventare una giornalista di successo e sposarsi con un uomo bello, ricco e altolocato. La sua serenità verrà messa a dura prova quando un programma true crime, vuole la sua testimonianza per gli eventi del suo passato.

Molto bella e intensa l’escalation degli eventi, nel corso del film ci vengono dati solo pochi indizi su cosa sia successo nel passato della protagonista, che ci viene mostrato in piccole scene, con i suoi ricordi di quegli anni al liceo. Si intuisce che è successo qualcosa di grave e che un ex compagno la accusa di essere la colpevole di ciò che è accaduto. Un film che riesce a mantenere dei toni abbastanza leggeri e che strizza un po’ ai thriller più classici, ma che più va avanti si trasforma in un intenso drama di denuncia sociale, con al centro una forte resilienza femminile.

Gli argomenti portati sullo schermo sono molto seri e tosti, si parla di stupro di gruppo, di bullismo, e di una sparatoria nel liceo. Ci viene mostrato anche l’intensità e la gravità di alcuni momenti, cosa che troppo spesso in molte serie e film viene evitata. Questo film nel finale va dritto al punto, nonostante la situazione è facile empatizzare con la protagonista, con il suo dolore e soprattutto con la sua forza, la voglia di riscatto e il senso di liberazione finale.

Una vita estremamente difficile segnata dagli eventi, le paure e le insicurezze che si portano dietro e si trascinano dietro pesantemente fino ad eventi importanti come al proprio matrimonio. La maschera che indossiamo diventa parte di noi stessi, perdiamo gli obiettivi e non ricordiamo più chi siamo realmente, con il dolore ben nascosto e soppresso più del dovuto.

Un film molto intenso nei suoi argomenti, che fa riflette e su cui è giusto soffermarsi a valutare ciò che succede, come è perché, c’è dentro tanta sofferenza, ma anche una rinascita, un riscatto finale, con una scena davvero intensa, reale e densa di significato. C’è tempo di tenere il dolore con sé e tempo di condividerlo, per aiutarsi a vicenda, per dare coraggio alle persone che non ne hanno e per salvare altre persone che potrebbero essere in pericolo.

Un bel film, ben scritto, che i giusti toni e tempi, inaspettatamente bello.

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PAPILLON: UN REMAKE BEN RIUSCITO

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Papillon è un film del 2017 diretto da Michael Noer. Remake dell’omonimo film del 1973 diretto da Franklin Schaffner che a sua volta è basato sull’autobiografia di Henri Charrière sulla sua prigionia nella colonia penale francese in Sudamerica.

I protagonisti sono essenzialmente due Charlie Hunnam (Henri Charrière “Papillon”) e Rami Malek (Louis Dega) che interpretano i ruoli di Steve McQueen e Dustin Hoffman nel film originale. La trama si basa tutta sui tentavi di fuga dei due criminali, Papillon tenta più volte la fuga perché si trova ingiustamente accusato di un omicidio che non ha commesso, è un semplice ladruncolo non un assassino. Fa la conoscenza di Dega nella deportazione al carcere, un falsario molto ricco che potrebbe aiutarlo ad uscire da quell’inferno. Ci saranno diversi tentativi di fuga che non faranno altro che peggiorare le condizioni di prigionia di Papillon.

Questo film ha dei classici cliché del genere, la fuga dalle prigioni ha sempre un certo fascino cinematografico, un remake ben riuscito che riposta le sensazioni del film originale, forse un po’ meno di livello del punto di vista recitativo. Il Dega di Hoffman era più iconico, senza nulla togliere a Rami Malek sempre molto sul pezzo anche in questo film. Il difetto principale è essenzialmente che il film non riesce del tutto a raggiungere il suo obiettivo, ciò mostrare le condizioni pietose di quelle prigioni e i crimini che venivano commessi al loro interno. Rimane tutto nello schermo e nulla esce fuori, non riesce a trasmettere le giuste sensazioni, risultando molto leggero rispetto a quello che dovrebbe essere.

Semplice, a tratti lento e a tratti fin troppo sbrigativo, l’ultima prigione in cui vengono spostati in due protagonisti ci appare meno opprimente, più libera e rilassante, penso che questo abbia un po’ rovinato il finale. Nel complesso però un buon film ben scritto e con dialoghi sempre ben centrati e mai casuale, la complicità tra i due protagonisti funziona.

Papillon del 2017 è un ottimo remake, non ha intaccato la bellezza del primo film, ne ha solo cambiato alcune sfumature senza cadere nel ridicolo, il livello rimane alto e nel complesso si presenta davvero come un ottimo film.