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SAS – L’ASCESA DEL CIGNO NERO: AZIONE E TERRORISMO IN QUESTO FILM BRITANNICO

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SAS: L’ascesa del cigno nero è conosciuto anche come SAS: Red Notice, uscito da poco su Netflix, SAS è un film britannico del 2021, diretto da Magnus Martens, ed è basato sull’ononimo romanzo di Andy Mcnab.

Il film ha un ottimo cast che viene anche gestito perfettamente, bella la sottile linea tra buoni o cattivi che fin da subito ci risulta un po’ ingannevole, convinti di aver identificato la protagonista “buona” della storia, quando in realtà è l’opposto, una mercenaria cinica e letale, che fa parte dei cigni neri, un gruppo di mercenari che risolvo le situazioni “spinose” in giro per il mondo, facendosi pagare dai governi di tutto il mondo.

La trama è bella e convince fin da subito, ricorda molto un film anni novanta, dove c’è un uomo che da solo sventa l’attacco terroristico, ma qui è tutto più personale, diventa una sfida tra due personaggi che si somigliano e che non possono sopprimere la propria caratteristica. Sono soldati scelti, assassini eccezionali, all’inizio del film vengono chiamati psicopatici, persone con abilità speciali che spiccano in tutto ciò che fanno. Ottima la fotografia, soprattutto in alcuni spezzoni del film, ogni tanto ha qualche calo e anche la regia diventa un po’ troppo confusionaria soprattutto in qualche scena finale. Questo film è un bel film sotto molti punti di vista, non ha grossi difetti, è un classico film dove c’è di mezzo un attacco terroristico, ma è davvero tutto ben fatto e i due protagonisti sono scritti davvero bene. Ruby Rose nel ruolo di Grace Lewis il capo dei cigni neri, mi ha davvero convinto, un personaggio davvero stupendo, uno dei migliori terroristi che abbia visto in un film, ben scritta e ben interpretata, molto definita e con il giusto cinismo. Realistica con il solo obiettivo di guadagnare i soldi. Molto bello anche il personaggio di Andy Serkins, lui sempre bravissimo in questo film interpreta George Clements un capo dei servizi segreti inglesi, molto devoto al proprio ruolo e un po’ folle.

Meno convincenti invece i personaggi del gruppo anti-terrorismo, il SAS appunto, con il protagonista che pur essendo scritto bene non l’ho compreso del tutto e l’interpretazione di Sam Heughan non è mai del tutto convincente, non so perchè ma sembra uscito da un film a basso budget, uno di quelli catastrofici o dove ci sono mostri assurdi tipo “Sharknado”.

SAS: red notice, mi ha stupido in positivo, grazie ad un ottima trama e a una bella fotografia, personaggi ben scritti e una regia molto curata e idonea al genere di film. Un film che mi ha riportato un po’ agli anni novanta, con un uomo che da solo salva molte vite. Consiglio di guardarlo perchè è un ottimo prodotto del catalogo Netflix.

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GODZILLA I E II: UN MOSTRO SEMPRE PIU’ GRANDE

RECENSIONI COMBINATE: Il primo e il secondo capitolo della nuova saga di Godzilla, che continua ad espandere il Monsterverse.

Godzilla è un film del 2014 diretto da Gareth Edwards, reboot tratto dalla famosa serie cinematografica su Godzilla, grande mostro che distrugge le città, nascosto nelle profondità dell’oceano e assetato di radiazioni. AL trama di questo film è leggermente modificata da quella del solito, perchè deve dare la possibilità di aprire il Monsterverse e quindi dare un identità diversa a Godzilla. Il “mostro” è sempre stato presente sulla terra, ancora prima dei dinosauri, è l’animale Alpha del pianeta terra e quando si sente in pericolo va a caccia dei suoi possibili nemici, altri “mostri” i M.U.T.O. che si nutrono di radiazioni e diventano sempre più grandi.

La trama di per se è abbastanza grottesca e nel complesso può far anche sorridere perchè sembra un po’ una storia scritta da bambini che non vedono l’ora di vedere mostri giganti che combattono, ma questo in fondo è Godzilla, e in questo film è davvero ben fatto, disegnato benissimo e la storia si adatta perfettamente al “personaggio”. Il film nel suo contesto è forse uno dei più belli, film di questo genere non possono che guadagnare punti con le tecnologie attuali che ti permettono di creare effetti visivi davvero spettacolari. In ogni film Godzilla è sempre più grande, e incute sempre più paura, bellissimo com’è stato presentato qui, con una scena molto ben fatta, quando nella notte viene solo illuminato di rosso dai bengala. Difficile gestire la parte emotiva di un film del genere, infatti i protagonisti sono un po’ piatti e insensibili, sembrano fuori dal contesto, i numeri di morti sono incalcolabili ma a nessuno importa molto, qualche errore da questo lato c’è. Parlano di città evacuata, di persona al sicuro e poi ci sono persone che lavorano tranquille in ufficio quando fuori è da ore che ci sono mostri giganti che spaccano tutto, in più Godzilla crea tsunami solo quando capita, poi basta, può uscire dall’acqua tranquillamente. Anche le linee temporali sono un po’ confusionarie, film un po’ disordinato, non montato benissimo.

A livello di scontri e di contesto invece, il film è davvero ben fatto, è tutto molto spettacolare, con un super Godzilla, quasi difensore del pianeta terra, un mostro gigantesco che vuole far capire chi comanda, con mosse e skills davvero niente male, ottima l’uccisione finale, scenicamente molto di impatto. Il film si presta bene ad essere parte di un universo cinematografico ed è forse il miglior film su Godzilla che abbiano mai fatto. Ha molti difetti, ma allo stesso tempo è talmente ben fatto visivamente che per quello che vuole trasmettere va benissimo.

Deluso un po’ dagli attori in generale che non mi sono mai sembrati del tutto sul pezzo, bravissimo Brian Craston, anche se rimane poco nel film è il personaggio che ha più senso, mentre sono rimasto un po’ deluso da Aaron Taylor-Johnson, lui abbastanza bene, ma il suo personaggio l’ho trovato un po’ troppo sfortunato e fortunato allo stesso tempo, troppo fuori contesto e piatto. Anche Elizabeth Olsen interpreta la classica infermiera dei film catastrofici, ma il suo lavoro è marginale e anche il suo personaggio risulta abbastanza inutile. Ken Watanabe è messo solo li per dire Godzilla in modo spettacolare, ma nulla di più sembra quasi tonto e pur essendo uno scienziato che studia da anni le creature, viene a sapere le cose dal primo che passa, che ne sa più di lui su Godzilla e i M.U.T.O.

Un film che poteva essere curato un po’ meglio, soprattutto in quei dettagli che il pubblico nota facilmente e che sono un po’ grossolani nel percorso narrativo, un film che si dimentica della propria sceneggiatura non è mai un buon film, ricordare la scena precedente e cosa si è detto è importante ed è forse questo il difetto più grande del film.

Godzilla II King of monsters è un film del 2019 diretto da Michael Dougherty ed è il sequel del primo film sopra citato, un film che continua il Monsterverse e che ci porterà poi allo scontro con King Kong nel prossimo capitolo uscito quest’anno. Questo film rispetto al primo risulta un po’ troppo forzato, la trama fa fatica a decollare ed è tutto troppo distaccato dalla realtà.

L’ambientazione del film è spesso confusa, in giro per il mondo, dove le città sono già state svuotate e dove ormai sono dei semplici “Ring” per i pugili giganti che in questo caso sono Godzilla e altri mostri giganti, chiamati titani. In questo capitolo della saga si scopre che il mondo è piano di mostri e che c’è un terrorista ecologico che vuole liberarli per ristabilire l’ordine della natura. Il Villain risulta così terribilmente debole e come se non bastasse viene poi affiancato da una professoressa con la visione del mondo alquanto distorta.

Non mi sono piaciuti per nulla i personaggi, tanto che il migliore forse, è un personaggio che nel primo film contava poco o nulla, cioè il Dottor Serizawa interpretato da Ken Watanabe, che in questo film trova più spazio e finalmente riesce a fare qualcosa di utile senza il consiglio di nessuno. Gli altri personaggi sembrano buttati li a caso, un contorno inutile che non fa altro che far sorridere perchè davvero banale e forzato.

Anche la trama perde valore rispetto al primo capitolo, è tutto più confuso e davvero molto povero, non ci sono colpi di scena e non si fa altro che inseguire mostri che si scontrano in giro per il mondo senza un vero perchè, come cani randagi, con Godzilla che vuole uccidere tutti i mostri i diventa un cucciolo per bambini.

Gli scontri sono abbastanza epici e spettacolari anche se non come nel primo, è tutto troppo esagerato e fa perdere troppo il contatto con la realtà. Godzilla era famoso come distruttore di città giapponesi, qui non ci sono le persone che scappano, ci sono solo i protagonisti che seguono gli scontri da aerei o da terra e cercano di aiutare il loro animale preferito a vincere. L’obiettivo principale della trama è evidente che sono gli scontri, tutto deve essere spettacolare, esagerato e i mostri devono essere sempre più grandi e potenti, ma tutto questo penalizza il resto del film.

Nel complesso è un film che si fa vedere, soprattutto perchè è collocato in un universo specifico, e non si hanno grandi aspettative, anzi forse, le aspettative che si hanno vengono rispettato con scontri epici e mostri giganti che sparano raggi atomici dalla bocca.

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GLI STAGISTI : COME ENTRARE IN GOOGLE

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Gli stagisti (The Intership) è un film del 2013 diretto da Shawn Levy con protagonisti la coppia fantastica Owen Wilson e Vince Vaughn, che in questo film è anche co-autore della sceneggiatura.

Il film ti conquista fin da subito per la coppia di protagonisti è già rodata grazie al film “due single a nozze”, ne conosciamo le capacità e sinceramente Vince Vaughn raramente sbaglia un film commedia, almeno una scena farà morire dalle risate nei suoi film, la sua comicità mi piace un sacco. i due protagonisti sono dei venditori di orologi, ma a causa della modernizzazione globale perdono il proprio lavoro e in un atto di “follia” decidono di provare ad entrare in Google, una delle aziende migliori del mondo.

Loro sono negati, non hanno una laurea e non hanno idea di come funzioni un computer, eppure hanno un estrema capacità a trattare con le persone, hanno molta volontà e riescono a cavarsela in qualsiasi situazione, un film che ci fa ammirare Google ma che in piccola parte ci insegna anche qualcosina sul mondo del lavoro. Un film con una sceneggiatura ben scritta, bello e divertente, con scene davvero molto ben congeniate, tant’è che con il senno di poi, essenzialmente il personaggio di Vince Vaughn vuole creare un sito uguale ad Instagram, quando Instagram c’era già hai tempi, ma è arrivato a un centimetro da inventare le Instagram stories, praticamente quattro anni prima che apparissero davvero su Snapchat e poi su Instagram. Questo ci fa capire due cose, che delle volte è questione di millimetri per avere un idea geniale e che a volte i film spingendosi con la fantasia sono precursori e prevedono quasi il futuro.

Un film leggero, un spot fantastico per una azienda moderna e attuale, un esempio di luogo di lavoro armonioso, innovativo e sempre alla ricerca dell’innovazione. Non ci sono scene complesse la trama semplice e anche la comicità è per tutti con battute anche forse banali ma perfette per questo genere di film. Anche i personaggi sono scritti davvero bene, e il film ha lanciato un attore come Dylan O’Brien che adesso sta facendo un ottima carriera.

Gli stagisti ci insegna che nulla è perduto, che bisogna inseguire i propri sogni, che nulla è impossibile se fatto con impegno e dedizione, l’ambizione e la curiosità sono motori della vita. Bello il rapporto di amicizia che c’è tra i protagonisti, la sintonia tra nuova generazione e vecchia, tra digitale e analogico. Scontato a tratti, forse si, ma davvero un ottimo film divertente e da guardare in compagnia, con un finale molto simile al primo film della saga di Harry Potter.

Questo film riesce ad essere un spot pro Google e un ottimo film allo stesso tempo, un film unico nel suo genere perchè ci fa immergere in qualche modo in un’azienda che realmente esiste, un film che volendo potrebbe creare un genere, farci vedere più da vicino queste super aziende, con un occhio ironico e divertente ma che allo stesso tempo ci crea curiosità.

Il contrasto “uomo analogico” in un mondo digitale, fa da padrone per tutto il film e la comicità gira intorno a questo. Bellissima la scena del colloquio con Google, in quella scena c’è tutta l’essenza del film, comicità e ingegno puro, quello che ti fa uscire a testa alta in qualsiasi situazione, i due protagonisti, escono da una situazione “critica” e addirittura spaziano viaggiano con la mente e non si pongono limiti, questo è il modo vincente di pensare. Solo questa scena vale il prezzo del biglietto e riesce a riassumere il concetto dell’intero film in pochi minuti, è da queste cose che si capisce il livello della sceneggiatura.

Questo film è ancora troppo conosciuto e sottovalutato, è un ottimo film, anche se simile a molti, allo stesso tempo è unico del suo genere, con una coppia che spero assolutamente di rivedere ancora una volta insieme in qualche film, quindi non vi resta che andare a guardarlo.

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FREE GUY – EROE PER GIOCO: RECENSIONE DI UN FILM INASPETTATO, MA MENO DIVERTENTE DEL PREVISTO

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Free Guy è un film del 2021, diretto da Shawn Levy e interpretato da Ryan Reynolds, prodotto dagli stessi produttori di “Deadpool”, dichiarato più volte nelle promo, per attirare più pubblico possibile, e per creare delle grosse aspettative sul lato comico del film.

Guy è un personaggio di un videogioco, inconsapevole di essere un PNG di un mondo digitale, vive la sua vita in modo regolare, non cambia mai nulla e lui appare come l’essere più felice del mondo. Un giorno però vede una ragazza e da li tutto cambia, Guy vuole conquistarla e inizia a comportarsi in modo differente a come era stato programmato. Una trama semplice, ma per comprenderla tutta bisogna essere degli appassionati di videogiochi, il film è pieno di termini “tecnici” e di citazioni e molta comicità si basa anche su quello.

Il film stupisce per la sceneggiatura, per il suo complesso ben fatto e con una storia che convince davvero. Un bel film, inaspettatamente completo, con anche degli spunti di riflessione abbastanza interessanti, un mix perfetto tra vita reale e digitale, con personaggi ben scritti e che convinco. Bellissimo il finale, anche un po’ romantico e dal significato profondo, che essenzialmente ci fa capire che delle volte siamo alla ricerca della persona giusta, quando è sempre stata li al nostro fianco, si fa in quattro per noi, ci ama, ma noi non ci rendiamo conto di tutto quello e delle volte ci devono aprire gli occhi gli altri, addirittura in questo caso, un videogioco. La lettera d’amore più bizzarra che io abbia mai visto, ma davvero bella e unica che da un tocco decisivo al film e lo rende piacevole e completo.

Sono rimasto invece un po’deluso dalla comicità del film, mi aspettavo di ridere di più, mi aspettavo che il film fosse un susseguirsi di risate ed eventi non-sense in perfetto stile Ryan Reynolds. Un film che si basasse tutto sulla comicità e le battute e che non avrebbe avuto il resto, invece nulla di troppo divertente e assurdo. Una comicità semplice, piacevole che ti fa sorridere spesso, ma mai di gusto, ti strappa qualche piccola risata, ma non si è mai del tutto soddisfatti, sembra sempre mancare qualcosa, da questo lato avevo aspettative alte e sono rimasto deluso, ma il tutto è stato compensato dal fatto che in fondo il film, è davvero un bel film, mi ha stupito.

Belli i personaggi principali, in particolare Antwan, capo dell’azienda proprietaria del videogioco e interpretato dal regista Taika Waititi, regista di Jojo Rabbit e Thor: Ragnarok. Antwan è un personaggio divertente, particolare ed eccentrico, fa quasi innervosire e ha la faccia da schiaffi, è perfetto in quel ruolo ed è quello che da un tocco in più al film. Ryan Reynolds è perfetto, riesce a mescolare la sua comicità con questa faccia da bravo ragazzo che esterna i suoi sentimenti con tutto se stesso, molto bella come cosa, perchè mette allegria.

Il film è davvero pieno di easter eggs e citazioni, anche nello sfondo durante tutta la durata del film si vedono citazioni o elementi presenti nei videogiochi, è un omaggio a quel mondo li e da quel lato è fatto davvero bene. Bello anche cercare di trovare i riferimenti, capirli o ricordarsi da dove provengono, rendono anch’essi il film più completo e unico. Reynolds è così e si conferma un’altra volta un maestro di questo genere e con i suoi film ci ricorda quanto è bello e divertente il mondo del cinema e in questo caso anche quello dei videogiochi. Le citazioni e gli easter eggs piacciono a tutti, lui lo fa particolarmente bene, ormai è il suo tratto distintivo.

Un film da cui non bisogna aspettarsi nulla ma che ci fa stupire, ci soddisfa e ci regala anche qualche piccola risata, un film che consiglio assolutamente e che merita di essere visto anche solo per il bel finale. Free Guy è un esperienza, un mix di ricordi malinconici di giochi che abbiamo giocato e perchè no delle volte anche vissuto, proprio come Ryan Reynolds.

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KISSING BOOTH 3: RECENSIONE DI UNA FIN “TROPPO” FORTUNATA, SAGA DI NETFLIX

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The kissing booth 3 è l’ultimo capitolo di una fin troppo fortunata saga di Netflix, che in 3 capitoli a provato e riprovato a fare dei film sulla generazione Z, su un intreccio amoroso che non ha mai convinto del tutto e con una regia e una scrittura che non hanno mai dato la giusta qualità ai tutti e tre i film. Netflix ha bisogno di questi film, ma anche il pubblico, infatti la saga ha avuto comunque successo ed è diventata il simbolo del romanticismo targato Netflix.

Elle, si ritrova come sempre in una situazione abbastanza complicata, deve scegliere il college in cui andare e decide di seguire il suo cuore ed andare a Boston con Noah, deludendo così (l’assillante) Lee, suo migliore amico e fratello del suo ragazzo. Elle è confusa e non si sa perchè delude tutto e tutti, perchè tutti sono egoisti e vogliono per forza qualcosa da lei, senza effettivamente dargli nulla. L’unico che cerca di aiutarla un po’ è Marco, suo “spasimante” nel secondo capitolo, che appare ogni tanto da qualche colonna, ma che degenera anche lui, nella versione “tu devi essere mia e fare qualcosa per me”.

Il film prova a descrivere la generazione degli anni 2000, ma in moltissimi concetti e forse anche nello stile e tremendamente fermo negli anni 90′. Pur avendo i pregi di essere un film leggero, poco impegnativo e abbastanza carino per i suoi personaggi, il terzo capitolo è certamente il peggiore dei tre, fatto solo per cavalcare l’onda del successo. Pessima regia, pessima recitazione, fotografia inesistente e un montaggio davvero insostenibile rendono il film davvero troppo amatoriale e poco credibile, è disordinato e nessuna scelta ha senso. Va guardato senza pensarci, cogliendo il poco di buono che c’è. Infatti scavando bene, qualcosa di buono nel finale c’è. Infatti i toni cambiano, c’è qualche momento in più di serietà e riflessione e vengono posti con un attimo più di attenzione i problemi della generazione Z, il vuoto tremendo che sentiamo quando finiamo le scuole e ci chiediamo cosa vogliamo fare realmente della propria vita. Dura solo un momento, però è bello che anche in un film semplice e banale come questo, ci sia un attimo, un piccolo attimo su cui vale la pena riflettere, allo stesso tempo ci fa capire che poteva avere un potenziale ma che si è perso in scelte davvero un po’ stupide e troppo scontate.

Se si passa sopra sulla marea di difetti del film, può risultare piacevole, è davvero leggero e servono anche film del genere, senza impegno che anche se sono fatti male non annoiano mai, ci fanno fare magari qualche risata e passare poco più di un oretta piacevole. Un film che non ha pretese e che quindi si può perdere pure nella sua banalità e semplicità.

Sinceramente non so se consigliarlo o meno, penso in fondo di si, non è proprio tempo sprecato, nel complesso si può catturare qualcosa di positivo in ognuno dei tre film, l’importante è mantenere le aspettative basse.

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THE SUICIDE SQUAD – MISSIONE SUICIDA: UNA BANDA FUORI DI TESTA

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The suicide squad – missione suicida è un film del 2021, diretto da James Gun, un film che cerca di cancellare il proprio passato e che prova a voltare pagina, prendendo con se uno dei registi e autori più iconici dell’universo Marvel, già regista de “guardiani della galassia”.

La DC affida alle capacità artistiche di Gun praticamente tutto, una carta bianca su cui esprimere le proprie idee e la propria arte, avendo solo dei vincoli dati dai personaggi e dalle loro caratteristiche. Questo film rappresenta in tutto e per tutto il suo regista, a tratti folle come i suoi personaggi, con un ritmo incalzante scandito dal ritmo delle canzoni, con un grande musical dov’è lazione ad essere protagonista. Ci sono molte similitudini ai suoi film precedenti, sia per l’ironia che passa da essere quasi infantile a molto tagliente e più di nicchia. Le musiche sono spettacolari e si legano perfettamente con ciò che vediamo. Il film è davvero folle a tratti con personaggi dell’universo DC che Gun è andato pescare con cura per la loro assurdità e particolarità, davvero divertenti solo per le loro movenze e caratteristiche con poteri davvero ridicoli e paradossali. Il film è una presa in giro di se stesso, tutto molto giocoso, assurdo e aggiungerei colorato.

L’elemento mare anni 70/80 è sempre ben presente scenograficamente e da davvero un bellissimo tocco artistico al film, tutto anche se assurdo e credibile, con uno squalo/uomo nella squadra, con un tizio che spara puah e che ogni tanto deve vomitarli, con una ragazza che comanda i topi e con una stella marina gigante come nemico finale. Tutto estremamente assurdo e pittoresco allo stesso tempo, con scene d’azione molto chiare, belle e nitide, non troppo complicate ma visivamente sempre molto vivaci con colori nitidi e accesi. Il film prova a far ridere e ci riesce, niente di clamoroso ma mette di buon umore, con addirittura una citazione a Maccio Capatonda nell’adattamento per il doppiaggio, inaspettata e spettacolare, molto divertente.

I personaggi non erano facili da gestire eppure li ho trovati tutti molto credibili, ben fatti e perfettamente collocati nel film, un po’ deluso da Harley Quinn, l’ho trovata un po’ più “debole” del primo, anche se Margot Robbie è sempre eccezionale in quel ruolo. Idris Elba nel ruolo di Bloodsport non mi ha sempre convinto, ma è l’unico elemento stabile del film ed è super necessario, il contorno è pura follia, con John Cena nei panni di Peacemaker che nonostante la pessima recitazione fa davvero un sacco ridere. Quello che i personaggi non possono dare, viene compensato da un ritmo incalzante, dalle canzoni suonate a palla e dalla gestione dell’azione da parte di Gun, con una violenza inaspettata ma tremendamente adatta al genere di film.

Mi piacciono i film che sono la vera espressione del loro regista e autore e devo dire che Gun ha trovato la sua dimensione in questo film, si è vero nel complesso non è nulla di speciale, ci sono film di questo genere migliori, non è ai livelli di “Guardiani della galassia”, ma per certi elementi è sicuramente un ottimo film, uno spettacolo a 360 gradi con un sacco di elementi e scelte artistiche su cui vale la pena soffermarsi. Uno dei difetti, forse, è la troppa confusione. La storia si capisce è abbastanza lineare e semplice, ci sono alcuni salti temporali ma sono chiariti perfettamente. Però ci sono molti personaggi, molte caratteristiche e molte cose che i personaggi fanno e devono fare, il tutto rende un po’ un gigantesco minestrone e non si capisce a tratti quale sia il vero obiettivo, cadendo un po’ nel disordine. Anche in questo film evidente come James Gun si soffermi spesso sul rapporto tra padri e figli, con il giusto tocco, il momento più intenso del film.

Un film che consiglio di vedere per la sua capacità di distinguersi dal primo capitolo e che proietta la DC a scelte differenti anche per il futuro, non ha tutti piace, ma se vi piace James Gun qui c’è dentro tutto di lui, divertente con un buon ritmo e molta follia, tutto questo e The Suicide squad.

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PROJECT X : UN FILM CHE SPACCA

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Project X è un film del 2012, girato nello stile del falso documentario, è una commedia girata quasi completamente del punto di vista di una sola telecamera e diretto dal regista Nima Nourizadeh. Questo film ha la capacità di stupire fin dai suoi primi attimi con questa particolare inquadrature inusuale per un film da cinema, perchè la prospettiva è sempre quella di una videocamera, come se qualcuno stesse filmando poco a poco tutto. Questo ci incuriosisce e ci fa entrare di più nelle dinamiche del film, quasi da sembrare parte del gruppo.

Si presenta quasi come un film su youtube, sembra una storia vera, è un film con giovani, fatto per i giovani, i film che ci risveglia qualche ricordo e che ci fa esaltare per ciò che succede, tra risate e incredulità. La trama è semplice ma super efficace, è il compleanno di Thomas, i suoi due amici, un po’ “sfigati” come lui, decidono di organizzare una festa per il suo compleanno a casa sua, approfittando del fatto che i suoi genitori saranno in vacanza per il weekend. Costa uno dei suoi amici ha grande carisma e riesce a cerare un enorme passaparola che è talmente efficace che la festa diventa sempre più grande con sempre più persone, fino alla quasi devastazione della casa e parte del quartiere.

Project X è un sogno di ribellione dei giovani, la voglia di divertirsi di vivere le serate senza pensare al futuro, o al proprio passato, vivere il momento come se non ci fosse un domani, sono giovani, spensierati, ma allo stesso tempo sembrano avere problemi molto più grandi degli adulti, Thomas vuole che la sua festa sia indimenticabile e per molti versi lo sarà. Il film ci butta dentro la festa, ci vuole coinvolgere e lo fa splendidamente, tutti noi vorremmo essere stati li, perchè in certe occasioni quello che conta e esserci stato anche se ognuno vive il divertimento a proprio modo. Un film che non ha grosse pretese ma che sa stupire in modo positivo fin da subito e che è difficile da non apprezzare, perchè va a toccare i sogni di ogni giovane, quella voglia di ribellione e di festa che abbiamo tutti in un certo periodo della nostra vita.

Project X diventa quasi un cult del suo genere, diventando uno dei film meglio riusciti su feste ed eccessi giovanili, un film che piace a tutti e che penso sia da vedere assolutamente, non è diseducativo e semplicemente più reale di quanto si crede, perchè tutti anche se in più piccole dimensioni hanno vissuto momenti simili da raccontare agli amici. Questo film è una estrapolazione dei sogni di una notte della generazione Z che vuole sempre l’eccesso, il divertimento estremo, la popolarità, vuole staccare dal mondo, perchè il mondo è troppo grande per loro. Sta collassando tutto, va tutto a fuoco, la pandemia, il pianeta che muore, il futuro è estremamente buio e triste, i giovani hanno bisogno della loro festa alla Project X, e questo film ti da l’occasione di sognare e di immedesimarti nei protagonisti, insegnandoci la bellezza di vivere almeno un giorno nella vita come se fosse l’ultimo. Il bello di questo film è proprio al leggerezza, non c’è filtro, c’è realtà, impatto, anche droghe, alcol a fiumi, musica a palla e sesso, perchè delle volte la vita è anche questo, anzi noi non facciamo altro che inseguire momenti del genere.

Mi spiace che questo film non sia conosciuto come dovrebbe, è un ottimo film per giovani che hanno voglia di qualcosa di alternativo, qualcosa di estremamente vicino a loro, qualcosa in cui identificarsi veramente. Assolutamente da vedere.

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KONG – SKULL ISLAND: L’INIZIO DI UN NUOVO UNIVERSO CINEMATOGRAFICO IL “MONSTERVERSE”

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Kong: Skull island è un film del 2017 e fa parte di un nuovo universo cinematografico chiamato Monsterverse, e iniziato con il film Godzilla (2014). Kong è in parte un reboot del famoso film “King Kong”, ma la storia è completamente diversa e vuole collocarsi in questo universo ben preciso, dove ci sono delle mega creature (mostri) presenti sulla terra. Come in Godzilla, Kong è un protettore del pianeta, da creature molto più spaventose che vengono dal sottosuolo.

In questo film la storia si svolge praticamente tutta sull’isola, un isola piena di strane creature misteriose, tra cui la famosa scimmia gigante, un isola misteriosa nascosta da una grande tempesta e praticamente irraggiungibile. La trama si concentrata di più su Kong rispetto ai film precedenti e ci da qualche informazione in più, dimostrando il potere di combattimento di King Kong, un film che serve principalmente per prepararci allo scontro con Godzilla nel sequel. Devo ammettere che King Kong è un prodotto che invecchia bene, come Godzilla è facile da riutilizzare e con le nuove tecniche di CGI rendono sempre di più, sono davvero fatti bene, quasi reali.

Kong: Skull island è un film che mette un po’ da parte la trama e i dialoghi per lasciare spazio all’azione e alle scene di lotta tra le diverse creature dell’isola. Visivamente è sicuramente un film spettacolare, e punta tutto su quello, un grosso cast ne fa da contorno e aggiunge qualcosa ad un film che nel complesso non sembra avere molte idee. Kong è davvero spettacolare, curato nei dettagli ed è il più grande di sempre, le sue dimensioni crescono in ogni film. Mi è piaciuta l’interpretazione di Tom Hiddlestone, mentre il resto del cast non mi ha convinto del tutto. Il film non annoia mai, perchè sia visivamente che come ritmo non smette mai di stupire.

Bella l’idea di cambiare la trama dai famosi film precedenti, ma in molti suoi aspetti non mi ha convinto più di tanto, anzi a volte risulta troppo banale e alcuni personaggi sono difficili da capire, anche la rivalità tra Kong e il tenente Packard (Samuel L. Jackson), è difficile da capire, troppo forzata. Bella invece la storia del soldato americano intrappolato sull’isola da anni.

Nel complesso un film piacevole che non risulta mai noioso, lo consiglio anche perchè fa parte del Monsterverse e da la possibilità di capire qualcosa in più per vedere altri film di questa “saga”.

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FAST AND FURIOUS 9: LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO

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Fast and Furious 9 è il nono capitolo di una delle saghe più lunghe del cinema, un film che continua a mantenere sempre il suo stile e che non smette di premere sull’acceleratore. Diretto e scritto da Justin Lin, questo capitolo non smette di stupire e alza l’asticella dell’inverosimile, soddisfacendo tutta la sete di azione ed esplosioni che lo spettatore si aspetta da questo film. Con l’assenza di The Rock, il caro buon vecchio Vin Diesel si prende tutta la scena e lo fa come sempre in modo irruento, sempre più forte e incredibile il suo Dominic Toretto.

I personaggi iniziano ad invecchiare a vista d’occhio, la difficoltà di fare sempre cose nuove è palese, ma il film sembra comunque cavarsela nonostante tutto, la trama non è male, scorre abbastanza bene, ho apprezzato molto il montaggio che mi è apparso sempre molto ordinato e scorrevole, bello l’intreccio delle storie in diverse parti del mondo. Ci sono delle vecchie conoscenze che includo praticamente tutto il mondo di Fast and Furious, non mance più nessuno all’appello, ci sono un sacco di attori, eppure sono tutti gestiti molto bene, con piccole parti divertenti e ironiche o con ruoli più importanti e centrali. Un nuovo personaggio fa il suo ingresso e devo dire che vedere il passato di Dom è davvero un piccola chicca all’interno del film, gli da un tocco in più e lo collega molto in qualche modo al primo capitolo che ha dato il via alla saga.

A livello visivo è sicuramente un film spettacolare con effetti visivi che si mescolano perfettamente alla computer grafica, macchine, esplosioni, sparatorie, risse, questo film mantiene le aspettative e ci da tutto e più volte ci fa sorridere per le cose assurde che ci mostra, Il bello di questo film è proprio questo non ti devi aspettare un opera lirica alla scala di Milano, quelli sono i film d’autore, Fast and Furious è un mega motorshow fatto di fiamme e fuoco, azione e adrenalina e non vogliamo altro. Peccato che ormai le auto siano passate in secondo piano, sono sempre presenti, ci fanno tutto, ma proprio tutto e capirete il perchè, però non ne parlano più, non c’è più l’esaltazione dell’auto come nei primi capitoli. Il divertimento è assicurato, ci sono un sacco di battute e molta autoironia forse mai così presente.

Il punto centrale è sempre è solo la famiglia, il film nonostante tutto cerca sempre di trasmetterci un senso di unione con la classica grigliata di famiglia alla fine del film e con un piccolissimo omaggio al compianto Paul Walker, di cui si sente ancora inevitabilmente la nostalgia. Ormai i personaggi le conosciamo, sono anche la nostra famiglia e per noi è come se fosse una serie tv, si ride, si scherza e ci si stupisce ancora una volta di cosa fanno con le auto i protagonisti, davvero non smetterò mai di stupirmi.

Nel complesso devo ammettere che il film mi è piaciuto molto, forse anche perchè finalmente riesco a vedere qualche film al cinema dopo tanto tempo e quindi ho un forte residuo di nostalgia che mi condiziona, Però il film funziona e devo ammettere che per me si colloca tra le prime posizioni dei film della saga. Ha qualche spunto interessante nella trama, a parte i villain davvero ridicoli e senza senso, ci sono delle dinamiche interessanti e i flashback di Toretto rendono davvero un sacco. Mi ha stupito in positivo devo ammettere, quindi consiglio assolutamente di vederlo, anche perchè ci sono veramente delle scene d’azione assurde da vedere, ne vale davvero la pena. E ricordatevi, prima di tutto viene la famiglia, vivendo sempre un quarto di miglio alla volta.

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FAST AND FORIOUS – HOBBS & SHAW: IL PRIMO SPIN-OFF DELLA SAGA

Recensione nel tempo di un caffè

Hobbs & Shaw è il primo spin-off della saga, un film che mantiene solo due dei personaggi e ne fa un film cucito su misura per loro, il film è del 2019 ed è diretto da David Leitch, i protagonisti sono Hobbs, famoso poliziotto presente nella saga dal capitolo 5 ed interpretato da Dwayne Johnson e poi c’è Jason Statham che per la terza volta veste i panni di Shaw. Il film punta soprattutto sulla comicità e l’azione grottesca, tutto si prende in giro alla perfezione e si esagera apposta per far divertire il pubblico.

L’obiettivo è stupire, colpire lo spettatore con evoluzioni spettacolari e rendendo i due protagonisti fortissimi e imperturbabili, praticamente dei supereroi, tutto è volutamente così, come se fosse tratto da un fumetto, Hobbs e Shaw, sembrano come John Wick o Machete, volutamente esagerati e sopra le righe, inverosimili si ma adatti a questo tipo di film che ormai è un giusto mix tra azione e fantascienza, esagera e lo fa nel modo corretto. Le aspettative non sono altissime e infatti quando si inizia a vedere il film si intuisce già quali saranno le sue dinamiche con un Idris Elba che interpreta un super cattivo bionico, una specie di androide, mezzo uomo con dei super poteri, forse è proprio lui l’elemento di fantasia che si discosta di più dalla saga originale.

La trama è debole e semplice e passa in secondo piano rispetto alla battute dei protagonisti e il loro rapporto di amore e odio, l’azione vince su tutto e presto ci dimentichiamo della debolezza della storia che non ci da grandi motivazioni su ciò che succede, succede e basta non bisogna farsi troppe domande. Tutto sembra un fumetto, ma questo rende il film piacevole, divertente e che non annoia mai, è fatto per essere così ed è fatto anche bene, come il resto dei film della saga. C’è sempre molta dedizione negli effetti speciali e non si fa un uso spropositato di computer grafica, forse il bello è anche quello. Si ha le sensazioni come molte scene siano reali, come esplosioni e alcune, solo alcune, evoluzioni con le auto, il finale pirotecnico è piacevole anche se troppo prevedibile, ma fa sorridere per l’esagerazione dei contenuti. I personaggi sono tutti a loro agio, nulla di che dal lato recitativo, ma sembra che si divertono e questo e positivo, la coppia The Rock e Statham funzione e penso che l’idea sia di fare altri film con loro due. Nel complesso però ci sono parecchi difetti, che vengono mascherati con scene d’azione e esagerazioni di ogni genere, quasi da sfogare nel trash, però è giusto così perchè questo film è fatto per quello.

Il film è un vero è proprio spin-off, si discosta dalla saga originale, non fa molti riferimenti e anzi fa di tutto per crearsi una propria dimensione per poter creare una trilogia, di Fast and Furious mantiene lo stile, l’azione e quella volta di esagerare che no finisce mai. Un film che risulta piacevole e che si fa guardare facilmente con una qualità visiva molto elevata e con comicità e azione proprio per tutti, sono film complessi dal lato visivo ed effetti speciali, ma forse davvero troppo banale nella propria trama che sembra scritta da un bambino con i buoni e cattivi, ecco forse da quel lato di poteva fare qualcosa di meglio.