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JAMES GUNN E GUY RITCHIE: IL MODO GIUSTO (?) E MODERNO DI FARE CINEMA

QUATTRO CHIACCHIERE: Due dei registi più amati degli ultimi anni, ritmo alto, deciso, azione e divertimento, è forse questo il modo giusto di fare cinema oggi?

James Gunn è un Americano nato nel 1966, fa un po’ di tutto, anche il musicista arte fondamentale nei suoi film, mentre Guy Ritchie è un Britannico nato nel 1998, meno poliedrico ma anche lui autore dei film che dirige.

Ovviamente hanno stile differenti ma certi versi anche molto simili, sembra infatti che entrambi abbiamo capito come fare film che stiano a passo con i tempi, in mondo dalla soglia di attenzione bassissima e in cui la profondità deve passare in secondo piano, facendo una scrittura dei personaggi dettagliata e caratteristica.

Entrambi lasciano il loro segno distinto sulle proprie opere, la loro regia si vede e hanno muno stile ben preciso, ritmo alto, ironia, azione e una musica che spesso da ritmo alle cose. Personaggi particolari, con molte sfumature, anch’essi quasi delle caricature del mondo reale, con un mix vincente di divertimento e violenza caotica.

Entrambi sono condizionati dal mondo da cui vengono, quindi un Gunn più Americano, con un’ispirazione quasi da Michael Bay e a volte da Tarantino e invece un Ritchie, più inglese e composto con una ispirazione a James Bond o da Holligans, sia il film che la realtà stessa. James Gunn tratta di supereroi di storia assurde e fantasiose dai colori psichedelici e da scenografie davvero emozionanti, mentre Guy Ritchie tratta spesso di gangster, criminali o di spie e missioni segrete, anche lui come il collega, non dimentica di metterci un tocco di colore, con una cura al dettaglio molto particolare.

Ovviamente non si può dire con certezza che sia il modo giusto di fare cinema, anche perché in realtà non c’è un modo giusto per farlo, ma entrambi hanno sicuramente trovato il modo giusto per intrattenere il pubblico moderno. Un pubblico spesso complicato e pretenzioso. Sono dei registi anche tanto discussi, spesso troppo esaltati, altre volte troppo denigrati, eppure bene o male non sbagliano un colpo.

James Gunn è sicuramente più famoso e cinematografico, mentre Guy Ritchie ormai e più per lo streaming, con i suoi prodotti che ci arrivano in Italia sulle piattaforme streaming, anche qui un mistero, perché anche Ritchie ha fatto cose più commerciali come Sherlock Holmes, King Arthur e Aladdin, eppure con gli ultimi film, almeno qui in Italia, passa solo praticamente online, sminuendo un po’ il suo lavoro.

Il loro segreto e punto principale è il ritmo elevato con cui è difficile annoiarsi, in più c’è sempre una piacevole e divertente ironia nei loro film, non mancano le battute e personaggi alquanto assurdi e particolari. Sono maestri nel rendere i film una splendida playlist musicale, con scene d’azione davvero ben congeniate.

Il cinema è arte e loro la fanno bene e in modo sicuramente moderno stando perfettamente a passo con i tempi, ultimamente ogni film che esce ha degli spunti interessanti e risulta essere piacevole e coinvolgente. Gunn ha espresso tutto e stesso in Suicide Squad e ha concluso alla perfezione Guardiani della Galassia. Ritchie ha raggiunto il mix perfetto con The Gentlemen e creato altri prodotti interessanti come Operation Fortune e Wrath of a Man, in attesa di poter vedere The Covenant.

Sono due registi che ammiro e apprezzo molto, ma prima di tutto sono autori di altissimo livello, che anche con un soggetto tra le mani, riescono a creare dei prodotti che sembrano davvero originali e nuovi. Se vi state annoiando, guardatevi uno dei loro film.

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GOLDEN GLOBE 2023: TRIONFA SPIELBERG!

QUATTRO CHIACCHIERE: I vincitori del Golden Globe 2023, poche sorprese e alcune splendide conferme.

Come tutti gli anni, nei primi mesi dell’anno arrivano i premi del mondo del cinema, quelli più commerciali, americani e blasonati e sinceramente anche quelli più seguiti. Incuriositi dalla critica diamo una piccola occhiata ai vincitori per capire se un prodotto, serie o film che sia, vale la pena di essere visto.

Quest’anno ai Golden Globe, non ci sono stata particolari rivelazioni, i premi erano già da prima annunciati, bello vedere che passano gli anni, ma Spielberg non smette mai di vincere premi. La serie Amazon “Gli Anelli del potere” non risulta nemmeno tra i candidati ai premi, questa è vera testimonianza del suo fallimento.

Ma andiamo a vedere chi sono stati i vincitori dei Golden Globe 2023

PREMI CINEMATOGRAFICI

Miglior film, drammatico

VINCITORE: The Fabelmans

Avatar: La via dell’acqua

Elvis

Tár

Top Gun: Maverick

Migliore attrice, film drammatico

VINCITORE: Cate Blanchett, Tár

Olivia Colman, L’impero della luce

Viola Davis, Il re delle donne

Ana de Armas, Blonde

Michelle Williams, The Fabelmans

Miglior attore, film drammatico

VINCITORE: Austin Butler, Elvis

Brendan Fraser, The Whale

Hugh Jackman, The Son

Bill Nighy, Living

Jeremy Pope, L’ispezione

Miglior film, musical o commedia

VINCITORE: Gli spiriti dell’isola

Babylon

Everything Everywhere all At Once

Glass Onion: Knives Out

Triangle of Sadness 

Miglior attore, musical o commedia

VINCITORE: Colin Farrell, Gli spiriti dell’isola

Diego Calva, Babylon

Daniel Craig, Glass Onion: Knives Out

Adam Driver, White Noise

Ralph Fiennes, The menu

Migliore attrice, musical o commedia

VINCITORE: Michelle Yeoh, Everything Everywhere all At Once

Lesley Manville, La signora Harris va a Parigi

Margot Robbie, Babylon

Anya Taylor-Joy, The menu

Emma Thompson, Buona fortuna a te, Leo Grande

Miglior attore non protagonista

VINCITORE: Ke Huy Quan, Everything Everywhere all At Once

Brendan Gleeson, Gli spiriti dell’isola

Barry Keoghan, Gli spiriti dell’isola

Brad Pitt, Babylon

Eddie Redmayne, L’infermiere buono

Miglior attrice non protagonista

VINCITORE: Angela Bassett, Black Panther: Wakanda per sempre

Kerry Condon, Gli spiriti dell’isola

Jamie Lee Curtis, Everything Everywhere all At Once

Dolly de Leon, Il triangolo della tristezza

Carey Mulligan, She Said

Miglior regista

VINCITORE: Steven Spielberg, The Fabelmans

James Cameron, Avatar: La via dell’acqua

Daniel Kwan e Daniel Scheinert, Everything Everywhere all At Once

Baz Luhrmann, Elvis

Martin McDonagh, Gli spiriti dell’isola

Migliore sceneggiatura

VINCITORE: Martin McDonagh, Gli spiriti dell’isola

Todd Field, Tár

Tony Kushner e Steven Spielberg, The Fabelmans

Daniel Kwan e Daniel Scheinert, Everything Everywhere All at Once

Sarah Polley, Women Talking

Miglior colonna sonora originale

VINCITORE: Justin Hurwitz, Babylon

Alexandre Desplat, Pinocchio di Guillermo del Toro

Hildur Guðnadóttir, Women Talking

John Williams, The Fabelmans

Carter Burwell, Le banshee di Inisherin

Migliore canzone originale

VINCITORE: “Naatu Naatu”. RRR

“Carolina”, La ragazza della palude

“Ciao Papa”, Pinocchio di Guillermo del Toro

“Tieni la mia mano”, Top Gun: Maverick

“Sollevami”, Black Panther: Wakanda per sempre

Miglior film d’animazione

VINCITOREPinocchio di Guillermo del Toro

Marcel the Shell with Shoes On

Il Gatto con gli stivali: L’ultimo desiderio

Diventa rosso

Inu-oh

Miglior film in lingua non inglese

VINCITORE: Argentina, 1985 (Argentina)

RRR (India)

Niente di nuovo sul fronte occidentale (Germania)

Vicino (Belgio)

Decision To Leave (Corea del Sud)

PREMI TELEVISIVI

Miglior serie drammatica

VINCITORE: House of Dragon

Better Call Saul

The Crown

Ozark

Severance

Miglior mini serie o film per la TV

VINCITORE: The White Lotus

Black Bird

Dahmer-monster: La storia di Jeffrey Dahmer

Pam e Tommy

L’abbandono

Miglior serie musicale o commedia

VINCITORE: Abbott Elementary

The Bear

Hacks

Only Murders in the Building

Mercoledì

Miglior attore in una serie drammatica

VINCITORE: Kevin Costner, Yellowstone

Jeff Bridges, The Old Man

Diego Luna, Andor

Bob Odenkirk, Better Call Saul

Adam Scott, Severance

Miglior attrice in una serie drammatica

VINCITORE: Zendaya, Euphoria

Emma D’Arcy, House of Dragon

Laura Linney, Ozark

Imelda Staunton, The Crown

Hilary Swank, Alaska Daily

Miglior attore in una serie comica o musicale

VINCITORE: Jeremy Allen White, L’orso

Donald Glover, Atlanta

Bill Hader, Barry

Steve Martin, Only Murders in the Building

Martin Short, Only Murders in the Building

Migliore attrice in una serie comica o musicale

VINCITORE: Quinta BrunsonAbbott Elementary

Selena Gomez, Only Murders in the Building

Jean Smart, Hacks

Jenna Ortega, Mercoledì

Kaley Cuoco, L’assistente di volo

Miglior attore in una serie limitata o antologica o in un film per la televisione

VINCITORE: Evan Peters, Dahmer-Monster: La storia di Jeffrey Dahmer

Taron Egerton, Black Bird

Colin Firth, The Staircase

Andrew Garfield, Sotto la bandiera del cielo

Sebastian Stan, Pam & Tommy

Migliore attrice in una serie limitata o antologica o in un film per la televisione

VINCITORE: Amanda SeyfriedL’abbandono

Jessica Chastain, George & Tammy

Julia Garner, Inventing Anna

Lily James, Pam & Tommy

Julia Roberts, Gaslit

Miglior attore non protagonista in un musical-commedia o film drammatico

VINCITORE: Tyler James Williams, Abbott Elementary

John Lithgow, The Old Man

Jonathan Pryce, The Crown

John Turturro, Severance

Henry Winkler, Barry

Migliore attrice non protagonista in un musical-commedia o film drammatico

VINCITORE: Julia Garner, Ozark

Elizabeth Debicki, The Crown

Hannah Einbinder, Hacks

Janelle James, Abbott Elementary

Sheryl Lee Ralph, Abbott Elementary

Miglior attore non protagonista in una serie limitata o antologica o in un film per la televisione

VINCITORE: Paul Walter Hauser, Uccello nero

F. Murray Abraham, The White Lotus

Domhnall Gleeson, The patient

Richard Jenkins, Dahmer: La storia di Jeffrey Dahmer

Seth Rogen, Pam & Tommy

Migliore attrice non protagonista in una serie limitata o antologica o in un film per la televisione

VINCITORE: Jennifer Coolidge, The White Lotus

Claire Danes, Fleishman è nei guai

Daisy Edgar-Jones, Sotto il segno del cielo

Niecy Nash-Betts, Dahmer-Monster: La storia di Jeffrey Dahmer

Aubrey Plaza, The White Lotus

Questi Golden Globe risultano a tratti un po’ vuoti rispetto agli Oscar, mille premi che si perdono in mille categorie, però allo stesso tempo danno un po’ la sensazione della direzione che prenderanno poi gli Oscar.

Spielberg trionfa con il suo The Fabelmans, praticamente lui c’è sempre e anche quest’anno con il suo film ha fatto centro, con una regia impeccabile. Incuriosisce molto, non avendolo visto, L’Isola degli spiriti con un Colin Farrell sempre più in forma e vicino ad un possibile Oscar, come già sottolineato in altri articoli.

Jenna Ortega a malincuore non ha vinto nulla, il fenomeno mondiale del suo ballo, non ha conquistato del tutto la critica, peccato, si rifarà con la seconda stagione. Mentre nelle serie è un piccolo trionfo di The White Lotus.

Il trono di spade con il suo spin-off, House Of Dragon si porta a casa un premio e certifica il suo valore nel mondo fantasy, mentre Netflix si consola con Even Peters che si prende un meritato premio per la sua interpretazione nella serie Dahmer.

Tutto abbastanza nella norma aspettando di essere sorpresi dagli oscar, dove con i premi tecnici, Avatar troverà sicuramente più spazio.

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HENRY CAVILL NON SARA’ PIU’ SUPERMAN, MA CHI LO SOSTITUIRA’?

QUATTRO CHIACCHIERE: James Gunn nuovo Co-Ceo dei Dc Studios ha annunciato un nuovo film su superman, ma Henry Cavill non ci sarà.

I Dc Studios sono sempre stati un gran disordine e confusione da quando sono nati, un continuo cambio di guide e direzioni che non fanno altro che far uscire fuori prodotti non all’altezza. L’idea di mettere James Gun a capo di tutto, non è male, ma questo comporta l’ennesima rivoluzione all’interno degli studios, che non porta mai nulla di buono.

In questo momento la Dc è in totale confusione, con prodotti eccellenti come il Joker di Todd Philips o il Batman di Matt Reeves che rimangono dei film indipendenti dall’universo cinematografico da cui sono tratti. James Gunn ha una visione lontana a livello stilistico da quei due film e il suo Suicide Squad, cioè i nemici di Batman, non c’entra assolutamente nulla con l’ultimo Batman interpretato da Robert Pattison, due film dello stesso universo narrativo che non c’entrano nulla tra loro. Una confusione che non si sa bene a cosa porterà, con i vecchi progetti che vengono cancellati o sospesi, come Black Adam il cui finale non ha molto senso, visto che Cavill non sarà più superman o Wonder Woman, che per fortuna è stato bloccato e poi si vedrà anche il destino degli altri supereroi. La verità è che forse sarebbe meglio mandare avanti due universi, uno più serio, impostato, con progetti singoli mandati avanti da registi importanti e un altro completamente gestito da James Gunn, cosa che penso saranno obbligati a fare.

Come Batman, penso proprio che superman sia più legato alla storia di cui si parla, in base ad essa il personaggio di adatta e un attore ci sembra buono in quel ruolo. Ripensando alle diverse interpretazioni viste in tv e cinema, difficilmente l’attore che ha interpretato superman non ha convinto.

Nel Superman di Zack Snyder era perfetto un serioso e già adulto e formato Henry Cavill, hai tempo poco conosciuto, per la serie tv distribuita in questo momento in tv l’attore Tyler Hoeclin ben si adatta e che dire del perfetto Tom Welling in Smallville, serie per teenagers che forse ci ha offerto il miglior Lex Luthor e la miglior Lana Lang di sempre.

Henry Cavill è in caduta libera, si dice per dipendenza videoludica, recentemente dopo aver perso il ruolo di Gerart in The Witcher, ha perso anche questo ruolo così iconico, un po’ per scelta di trama troppo lontana da lui e un po’ magari per gli stessi motivi di cui si parla in Netflix. Peccato perché lui era davvero un ottimo superman. Per capire chi potrebbe essere il nuovo superman e perché bisogna analizzare lo stile e le idee di James Gunn.

L’idea di creare un superman di colore è allentante, ma penso troppo estraniante per i fan di questo personaggio, il candidato numero uno sarebbe stato Michael B. Jordan che sarebbe stato sicuramente un bel colpo, che ben si adatta allo stile di James Gunn. Devo ammettere che mi aspetto qualcosa di completamente diverso dal solito, un superman meno timido, più chiacchierone e spiritoso, qualcosa che non sia cupo, ma allo stesso tempo che sia violento. Le prime indiscrezioni parlano di una trama basata molto sulla vita da giornalista di Clark Kent, già trasferitosi a Metropolis ma ancora molto giovane e acerbo, come il Batman di Matt Reeves. Quindi in pratica la Dc studios, passa da quelli quasi in pensione a quelli appena assunti nel mondo dei supereroi. Pensare ad un Superman appena uscito dal college fa un certo effetto, un effetto Smallville, anche se dicono che il film riprenderà un po’ lo stile dei primi film di superman, anche se io dubito molto di questa cosa.

Da ricordare anche che James Gunn è stato produttore esecutivo anche di Brightburn, horror in cui veniva mostrato un Kal’el bambino e cattivo, violento, quasi demoniaco. Questo mi può far pensare, che essendo giovane e inesperto, qualche errore di violenza e vendetta, il suo superman lo farà. Un superman troppo in preso dai suoi poteri, un ragazzino ancora ingenuo che sta capendo solo in quel momento le suo responsabilità, qualcosa che strizzi pure l’occhio al film Chronicles, in cui dei ragazzini ottenevano dei superpoteri che li rendevano dei cattivi più che dei buoni.

Passato lo spauracchio Nicolas Cage nei panni di Superman, come detto prima, gli interpreti sono sempre stati di livello, a parte forse Brandon Routh che non è stato un pessimo superman, era in un pessimo film. Penso ad un superman più estroverso, mano cupo, appena uscito dal college e che muove i primi passi nel mondo del giornalismo, serve sempre un attore alto e con un fisico ben allenato e di impatto. Un Clark Kent un po’ diverso dal solito insomma e ben collocato nello stile di Gunn.

I tre nomi che circolano in questo momento sono quelli di Adam DiMarco, Austin Butler e Jacob Elordi.

Tutti e tre sono attori che mi convincono, proprio per quanto detto prima, la giovane età soprattutto nel loro aspetto, lo stile e la possibilità di fare un ragazzino più loquace e estroverso del solito Clark Kent. Per quanto riguarda Butler penso sia quello che potrebbe avvicinarsi di più a quello che potrebbe essere il superman di James Gun, gli serve sicuramente qualche chilo e muscolo in più ma vedo in lui un possibile giovane superman che lotta tra bene e il male.

Adam DiMarco gli manca forse, così a primo impatto la serietà di Clark Kent, però anche lui sarebbe sicuramente qualcosa di nuovo, qualcuno con cui è più facile stupire ma anche più facile sbagliare. Mentre Elordi sembra un po’ più classico, ricorda anche il superman più famoso quello interpretato dal mitico Christopher Reeve. Sembra quasi lui da giovane e magari si decide per optare per una scelta più classica. In base a quanto detto mi immagino un Clark Kent appena trentenne che si appresta ad iniziare il suo lavoro al Dayli Planet, che fa conoscenza con Lois Laine e che incontra Lex Luthor per un’indagine giornalistica.

Perché il Villain è tanto importante quanto il Protagonista e purtroppo negli ultimi film, nonostante uno sia stato interpretato addirittura da Kevin Spacey, Lex Luthor non ha convinto, e deve essere una parte fondamentale del film, una tentazione a cui Clark deve resistere, un superman tentato dalle offerte di potere e soldi del suo futuro rivale.

Su Internet è pieno di provocazioni e idee stupende su Lex Luthor e i suoi possibili futuri interpreti, come ad Esempio Bryan Craston, vorrei uno spin-off solo per quello, oppure Robert Downey Junior. Mi piace pensare che Lex abbia più o meno l’età di Clark, un figlio di papà viziato, non ancora a pieno nell’azienda che è sopravvissuto per miracolo all’arrivo della navicella di Kal’el. Un ragazzo che sta entrando adesso nel mondo degli affari, cinico, imprevedibile e terribilmente ambizioso.

Io propongo Alex Pettyfer, con uno sguardo da cattivo e da bravo ragazzo allo stesso tempo, un attore duttile che può dare nuova vita a questo Villain, appena sopra i trent’anni, ben si adatta alla visione che potrebbe avere Gunn di questo personaggio.

Un altro nome che mi intriga è quello del figlio di Daniel Day Lewis, Gabriel-Kane, forse però troppo giovane per il ruolo, ma se avesse anche solo un terzo del talento del padre, sarebbe perfetto. Poi ci sarebbe Tom Ellis, più adulto e forse più famoso per il suo ruolo in Lucifer, ma con caratteristiche interessanti per il ruolo. Travis Fimmel famoso protagonista di Vikings, con i suoi occhi di Ghiaccio sarebbe un buon Lex Luthor. Oppure Provocazioni come Cillian Murphy e Tom Hardy e perché no, Christian Bale. In un film del genere penso sia più importante il ruolo del nemico che quello del protagonista, bisogna solo decidere che direzione prendere, se anch’esso giovane e inesperto o più formato adulto e già leader della sua azienda. Anche il protagonista della serie Damnation, Killian Scott, non sarebbe affatto male, ad esempio.

Fatto il “Fantacasting” dei due possibili interpreti principali si dà una pensata veloce agli altri personaggi, con la famiglia Kent che penso avrà un’importanza marginale, non troppo invasiva, essendo che Clark vive ormai a Metropolis.

Come Lois Lane mi piacerebbe che ci fosse Ana de Armas, un’attrice che ammiro molto anche e soprattutto per la sua bellezza e penso che ci starà bene in quel ruolo. D’altra parte questo ruolo è sempre stato interpretato da bellissime ragazze, con un carattere molto forte e deciso. Una giornalista che deve tenere testa a Superman, deve avere un carattere forte e voglia di scoprire la verità. Aiutare Superman nel momento del bisogno e aiutare Clark nel suo lavoro come giornalista alle prime armi.

Mentre per la famiglia Kent devo ammettere che mi erano piaciuti molto quelli presenti negli ultimi film, con Kevin Costner nel ruolo del padre di famiglia Jonathan Kent, anche nella serie Smallville erano perfettamente azzeccati. Quindi non penso sia così importante ma andando con la fantasia mi piacerebbe vedere qualcuno di abbastanza anziano, per far capire come quella famiglia avesse ormai rinunciato ad avere un figlio, con ancor più difficoltà ad essere genitori e con la fattoria che fa ormai fatica ad andare avanti e che lotta con la azienda dei Luthor che percepiscono che c’è qualcosa di strano in quella fattoria (la navicella di Kal’el).

Un altro personaggio che potrebbe sicuramente tornare utile alla trama è quello di Lana Lang altro “LL” dei fumetti del supereroe, un personaggio legato molto alla sua adolescenza e suo primo amore, potrebbe essere anche il punto di contatto con la sua vita precedente e il suo inizio come giornalista al Dayli Planet. Magari come in Smallville, Lana, potrebbe avere un forte legame anche con Lex, mettendo poi in difficoltà Clark in diverse scelte. Un personaggio tutto da sfruttare che è il simbolo del Clark che sta crescendo ma che è inevitabilmente legato al suo passato, soprattutto ad un’amica che gli ah dato tanto.

Per il ruolo di Lana Lang ho pensato a Madelyn Cline, attrice emergente vista in Outer Banks e di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro e non solo per la sua bellezza. Giovane, bella, spigliata, un po’ fuori dai soliti canoni della Lana vista nelle serie ma più simile a quella dei fumetti e della serie animata.

Nel complesso nel film sarebbe bello un duello non troppo importante che non devasti tutta la città, un forte contrasto con le sue debolezze, la sua criptonite, sia fisica che sentimentale. Un duello tra lui è Lex Luthor in cui deve contenere i suoi poteri per non fare più danni del previsto, un superman più umano, invincibile sì, ma allo stesso tempo ancora fragile e facile da condizionare. Chiedere a Superman di usare i suoi immensi poteri per salvare il mondo e come chiedere a Jeff Bezos di fermare la fame del mondo con i suoi soldi. Non lo farà mai e anche se ci provasse e impossibile. Voglio vedere un Clark Kent indeciso su cosa sia davvero il bene e il male, cosa sia meglio per lui. Impreparato alle scelte più difficile, incapace di fare sacrifici per dei beni superiori, un superman che farà la scelta decisiva proprio a fine film e lo consacrerà supereroe.

Sinceramente non mi stupirei se a tratti questo film di James Gunn ricordasse un po’ la serie The Boys, come tipo di ironia e splatter, ma anche come filosofia di contrasto di eroe e antieroe. Il punto cruciale è, tutto quel potere è più probabile che porta ad essere cattivi o buoni? E suo Cripton, qual è il concetto di buono o cattivo? Nonostante la confusione che ormai alleggia sui Dc Studios, ho grande curiosità per questo possibile film. Non ci resta che aspettare.

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QUATTRO CHIACCHIERE: LA LISTA DEI CANDIDATI AI GOLDEN GLOBE

Le candidature sono buone, in un anno anomalo che conferma il potere di Netflix

I Golden Globe sono un po’ il prequel degli Oscar, ci danno delle indicazioni sui possibili vincitori e ci danno un po’ un quadro generale di ciò che è successo nel mondo cinematografico nell’anno passato.

Il 2020 è stato un anno difficile per tutti, compreso il settore del cinema, dalle sale alle produzioni le abitudini sono cambiate totalmente, con sfuriate sul set (Tom Cruise) e sale cinematografiche che non si sa tutt’ora quando potranno riaprire.

Un anno strano che ha consentito a piattaforme come Netflix di ascendere e di conquistare posizioni elevate, sia nelle serie che con i film, che sicuramente potranno anche ambire a qualche Oscar, battendo forse la MGM dopo 85, il cui ha ancora il record di candidature agli Oscar ottenute in unico anno.

I Golden Globe hanno stilato le candidature e devo dire che non ci sono clamorose sorprese, qualche tocco femminile in più e una bellissima notizia per noi italiani con la candidatura di “La vita davanti a sé” con Sophia Loren che non smette mai di stupirci un icona unica!

Netflix si inserisce prepotentemente con due film nello specifico come “Mank” e “il processo ai Chicago 7” (di cui trovate le recensioni su questo sito), che hanno ottenuto il maggior numero di candidature.

Ecco la lista delle candidature ai Golden Globe 2021

Miglior attrice in una miniserie
Cate Blanchett – Mrs. America
Daisy Edgar Jones – Normal People
Shira Haas – Unorthodox
Nicole Kidman – The Undoing: Le verità non dette
Anya Taylor-Joy – The Queen’s Gambit

Miglior serie tv comedy
Emily in Paris
The Flight Attendant
The Great
Schitt’s Creek
Ted Lasso

Miglior film straniero
Another Round
La Llorona
The life ahead (La vita davanti a sé)
Minari
Two of Us

Miglior attore in una miniserie
Bryan Cranston – Your Honor
Jeff Daniels – Sfida al presidente – The Comey Rule
Hugh Grant – The Undoing: Le verità non dette
Ethan Hawke – The Good Lord Bird – La storia di John Brown
Mark Ruffalo – Un volto, due destini – I Know This Much is True

Miglior miniserie
Normal People (BBC/ Hulu)
The Queen’s Gambit (Netflix)
Small Axe (BBC1/ Amazon Prime video)
The Undoing: Le verità non dette (HBO)
Unorthodox (Netflix)

Miglior attrice non protagonista in una serie
Gillian Anderson – The Crown
Helena Bonham Carter – The Crown
Julia Garner – Ozark
Annie Murphy – Schitt’s Creek
Cynthia Nixon – Ratched

Miglior colonna sonora originale
Alexandre Desplat – The Midnight Sky
Ludwig Göransson – Tenet
James Newton Howard – Notizie dal mondo
Trent Reznor and Atticus Ross – Mank
Trent Reznor, Atticus Ross and Jon Batiste – Soul

Miglior attore non protagonista in una serie
John Boyega – Small Axe
Brendan Gleeson – Sfida al presidente – The Comey Rule
Daniel Levy – Schitt’s Creek
Jim Parsons – Hollywood
Donald Sutherland – The Undoing: Le verità non dette

Miglior sceneggiatura
Emerald Fennell – Una donna promettente
Jack Fincher – Mank
Aaron Sorkin – Il processo ai Chicago 7
Florian Zeller e Christopher Hampton – The Father
Chloé Zhao – Nomadland

Miglior attrice in una serie tv comedy
Lily Collins – Emily in Paris
Kaley Cuoco – The Flight Attendant
Elle Fanning – The Great
Jane Levy – Zoey’s Extraordinary Playlist
Catherine O’Hara – Schitt’s Creek

Miglior attore in una serie tv comedy
Don Cheadle, Black Monday
Nicholas Hoult, The Great
Eugene Levy, Schitt’s Creek
Jason Sudeikis, Ted Lasso
Ramy Youssef, Ramy

Miglior film d’animazione
The Croods: A New Age
Onward
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria
Soul
Wolfwalkers – Il popolo dei lupi

Miglior attrice in una serie drammatica
Olivia Colman, The Crown
Jodie Comer, Killing Eve
Emma Corrin, The Crown
Laura Linney, Ozark
Sarah Paulson, Ratched

Miglior attore in un film musical o in una commedia
Sacha Baron Cohen – Borat: Seguito di film cinema
James Corden – The Prom
Lin-Manuel Miranda – Hamilton
Dev Patel – La vita straordinaria di David Copperfield
Andy Samberg – Palm Springs

Miglior regista
Emerald Fennell – Una donna promettente
David Fincher – Mank
Regina King – Quella notte a Miami…
Aaron Sorkin – Il processo ai Chicago 7
Chloé Zhao – Nomadland

Miglior serie drammatica
The Crown (Netflix)
Lovecraft Country (HBO)
The Mandalorian (Disney+)
Ozark (Netflix)
Ratched (Netflix)

Miglior attrice non protagonista in un film
Glenn Close – Hillbilly Elegy
Olivia Colman – The Father
Jodie Foster – The Mauritanian
Amanda Seyfried – Mank
Helena Zengel – Notizie dal mondo

Miglior canzone
“Fight for You” – Judas and the Black Messiah
“Hear My Voice” – Il processo ai Chicago 7
“Io Sì (Seen)” – The life ahead (La vita davanti a sé)
“Speak Now” – Quella notte a Miami…
“Tigress & Tweed” – The United States vs. Billie Holiday

Miglior attore in una serie drammatica
Jason Bateman – Ozark
Josh O’Connor – The Crown
Bob Odenkirk – Better Call Saul
Al Pacino – Hunters
Matthew Rhys – Perry Mason

Miglior attore non protagonista in un film
Sacha Baron Cohen – Il processo ai Chicago 7
Daniel Kaluuya – Judas and the Black Messiah
Jared Leto – Fino all’ultimo indizio
Bill Murray – On the Rocks
Leslie Odom Jr. – Quella notte a Miami…

Miglior attrice in un film drammatico
Viola Davis – Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day – The United States Vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby – Pieces of a Woman
Frances McDormand – Nomadland
Carey Mulligan – Una donna promettente

Miglior attrice in una commedia o in un film musical
Maria Bakalova – Borat: Seguito di film cinema
Kate Hudson – Music
Michelle Pfeiffer – French Exit
Rosamund Pike – I Care a Lot
Anya Taylor-Joy – Emma

Miglior attore in un film drammatico
Riz Ahmed – Sound of Metal
Chadwick Boseman – Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins – The Father
Gary Oldman – Mank
Tahar Rahim –The Mauritanian

Miglior film musical o commedia
Borat: Seguito di film cinema
Hamilton
Music
Palm Springs
The Prom

Miglior film drammatico
The Father
Mank
Nomadland
Una donna promettente
Il processo ai Chicago 7

Sicuramente i Golden Globe sono più accessibili, meno complessi, e trattano più argomenti coinvolgendo anche le serie Tv, i premi tecnici non ci sono e si concentrano molto sul lato recitativo e creativo più semplice, mi piace molto come premio per questo motivo.

Il mio favorito è il film di David Fincher, una pellicola davvero straordinaria per molti aspetti, quindi il mio candidato alla Regia è sicuramente lui, anche miglior film e Gary Oldman può vincere anche come miglior attore.

La sceneggiatura de “Il processo ai Chicago 7” mi è piaciuta moltissimo, quindi spero possa vincere un premio, e vorrei sottolineare anche la colonna sonora di Tenet che è davvero stupenda.

Serie Tv purtroppo non mi posso esprimere perchè non le ho viste quelle candidate, anche se sono sicuro che “The Crown” porterà a casa qualche premio e anche qui siamo sempre su un prodotto targato Netflix.

Per concludere spero che Anya Taylor-Joy possa vincere il premio come miglior attrice in un miniserie, se lo merita davvero, ottima attrice dal futuro assicurato.

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TRAVELERS: VIAGGI NEL TEMPO CHE NON CONVINCONO DEL TUTTO

Recensione nel tempo di un caffè

Travelers è una serie Netflix fatta in collaborazione con il canale Canadese Showcase, è una serie del 2016 ed è composta da 3 stagioni.

Parla di un gruppo di persone che viaggiano nel tempo per sistemare alcune dinamiche e avvenimenti che potrebbero influire sul loro futuro, un futuro dispotico e in cui la terra sta per morire.

Mi piace il fatto che il futuro non venga mai mostrato, ci viene raccontato e fatto immaginare, questo da un po’ libertà e fantasia allo spettatore, bella anche l’idea secondo cui chi viaggia nel tempo trasporta solo la propria coscienza nel passato entrando spesso nel corpo di una persona che sta per morire.

Le persone arrivate nel futuro si devono adattare al nuovo corpo e alle loro vite, con affetti e famiglie da mantenere per non essere sospettati.

Le premesse erano abbastanza buone, ma lo sviluppo della serie è un po’ troppo debole e nel complesso un po’ in carenza di idee, la serie fa fatica a prendere il giusto ritmo e la trama non convince mai del tutto.

Diciamo che fa della semplicità la sua arma migliore, però non è adatta al genere trattato, perchè la fantascienza ha sempre bisogno di una buona qualità e di un budget un po’ più elevato.

La scrittura dei personaggi è ottima, soprattutto per quanto riguarda alcuni protagonisti, purtroppo sia la recitazione che la regia non hanno del tutto valorizzato un ottima base da cui partire.

Travelers si perde un po’ nel banale, è piacevole perchè semplice, ma non mi ha mai convinto del tutto nel suo sviluppo e nelle dinamiche della trama, che davvero non riesce mai a conquistarti.

Non posso suggerire a gran voce di vedere questa serie, non è bellissima ed è facile rimaner delusi, di positivo ha comunque che è piacevole e può essere vista con tranquillità e leggerezza.

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Quattro Chiacchiere

QUATTRO CHIACCHIERE: DAVID FINCHER FA IL PUNTO SUL CINEMA MODERNO

Il famoso regista spiega perchè la sua ultima opera uscirà su Netflix e della filosofia dei produttori di Hollywood.

David Fincher a mio parere è uno dei registi migliori dei nostri tempi, perchè riesce a rendere tutte le sue opere quasi perfette e apprezzabili, gestisce alla perfezione i dettagli ed è facile essere conquistati dal suo stile.

Tra qualche settimana uscirà in Italia sul catalogo Netflix la sua ultima creazione, Mank che ha già avuto il favore della critica e le cui recensioni sono già molto positivo.

Mank segue la storia tormentata dello sceneggiatore di “Quarto potere” Herman J. Mankiewicz interpretato da Gary Oldman, girato tutto con una stupenda fotografia in bianco e nero.

E proprio per la promozione di questo film che Fincher ha fatto le sue dichiarazioni riguardo il mondo del cinema, delle forti accuse che secondo me vanno analizzare e ci fanno riflettere, visto che lui ha firmato un contratto di quattro anni con Netflix e Scorzese con la Apple, sembra proprio che i registi più affermati stiano “fuggendo” dal cinema.

A meno che tu non stia girando un film che prevede già l’uscita di un Happy Meal, nessuno è interessato.

Le stagioni dei film ormai sono due. C’è l’estate dello spandex e la sofferenza invernale. Si fanno film solo per queste due stagioni. E se le perdi vai a finire nelle stagioni rimanenti, che di norma sono discariche. Ha senso tutto questo?
Non sono un brontolone stanco. Sono un brontolone che conosce la situazione ed è stanco.

Questa stagione ci fa riflettere molto su ciò che pensano i grandi registi della situazione del cinema attuale, un opinione molto critica, quasi offesa, come se ormai il cinema e l’arte fossero due cose differenti, come se ormai fosse solo questione di soldi.

Fincher va diretto al punto e si definisce “stanco” delle pressioni date dalle major, dalle pressioni della prima al cinema e dall’impossibilità di esprimere la propria creatività perchè quello che importa è solo l’incasso.

I registi si rifugiano in luoghi più protetti lontani magari da supereroi e reebot, luoghi come Netflix o Amazon dove è più facile esprimere la propria creatività senza avere l’infinità di vincoli che ha ormai Hollywood.

Le sue dichiarazioni hanno qualcosa di simile con quelle di Scorzese sui film della Marvel e sembra che l’opinione dei registi sia molto lineare non gli piacciono i film già confezionati, fatti per fare soldi e non per fare cinema, prodotti dal sicuro successo.

Fincher è stanco di un cinema con un fine materiale come il denaro, dove nessuno ha più il coraggio di sperimentare e di fare qualcosa di nuovo, tutto bloccato dai soliti film e dalle solite idee.

In questo articolo non voglio espormi, non voglio dire cosa penso delle sue dichiarazioni, penso solo che fanno riflettere e che mettono sotto i riflettori una situazione un po’ strana per il mondo del cinema, in un momento in cui è già pieno di mille difficoltà visto la situazione di pandemia.

Sono contento egoisticamente che Fincher abbia firmato con Netflix, nella speranza che porti avanti Mindhunter e che possa fare uscire un altro suo film sulla piattaforma, dispiace solo di come l’arte si stia allontanando dalla sale del cinema e stia fuggendo dal suo luogo di origine.

Ormai sembra essersi formata una netta divisione tra film per il cinema e film d’autore ormai più presenti nelle piattaforma streaming, con anche HBO Max pronta ad esibire i suoi prodotti.

Non mi stupirei se quest’anno fosse un film Netflix o simile a vincere il premio oscar come miglior film e anche senza averlo visto sono sicuro che Mank possa essere proprio quello che prenderà più premi, vista anche la scarsa concorrenza.

Sempre che rispetti le nuove assurde regole che devi seguire per essere candidato agli Oscar, altre scelte che non fanno altro che costringere la creatività in una piccola camicia di forza con vincoli che ne privano la libertà e la sua bellezza.