Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

NEL NOME DEL CIELO: RECENSIONE MINISERIE, LOTTA TRA FEDE E GIUSTIZIA

Recensione nel tempo di un caffè

In nome del cielo è una miniserie creata da Dustin Lance Black e basata sul romanzo Under the banner of Heaven: a story of violent faith di Jon Krakauer.

La serie con protagonista Andrew Garfield vede un giovane detective mormone che deve indagare su un violento caso di omicidio, di una donna e di sua figlia, all’interno della comunità religiosa. Fin da subito dovrà confrontarsi con la propria fede che sembra proprio essere al centro di questo caso.

La serie riesce a trattare in modo molto inciso un forte confronto tra fede, fanatismo religioso e giustizia con il protagonista detective che si ritrova in mezzo ad una situazione che fa dubitare il suo credo e vacillare la sua fede. Il lato oscuro della religione, del fanatismo e della sete di potere e di controllo che essa può portare. La serie non si ferma sulla superficie ma ci mostra a fondo la comunità Mormone nelle vicinanze di Salt Lake city, un’indagine che rivela l’aspetto negativo e da setta che può portare la troppa fede.

La presenza di un co-protagonista detective più esperto e di origini Indiane d’America, rende il contrasto ancora più duro e forte con una religione che non accetta estranei e li tratta con un tatto differente, ovviamente è tutto estremizzato, ma è tratto da una storia vera che testimonia quanto la fede si possa trasformare in violenza se usata come strumento di potere e di controllo.

Sicuramente è ben recitata, Andrew Garfield rimane ancora un attore fin troppo sottovalutato anche se sempre di grandissimo talento, difficilmente i dialoghi sono banali, anzi sono una profonda riflessione su una religione e sulla fede, uno sguardo profondo, verso la caratteristica dell’uomo della necessità di avere una bussola e di come essa possa perdere facilmente la direzione.

Un serie che ha fatto discutere perché rappresentazione cruda e fin troppo cinica di una comunità religiosa abbastanza importante in America, però una serie fatta bene, con i giusti toni e con i dialoghi che sono centro importante dell’evolversi della storia con una fotografia che migliora episodio dopo episodio.

Quando una serie o un film trasmettono curiosità, voglia di ricerca, voglia di leggere e di saperne di più, voglia di raccontarle, vuol dire che hanno fatto davvero un buon lavoro. In nome del cielo è così, è incisiva, crea curiosità e ti fa andare oltre alla semplice visione della serie stessa.

Categorie
Quattro Chiacchiere

MRS. DAVIS: UNA SERIE DALLE PREMESSE ALQUANTO PARTICOLARI

QUATTRO CHIACCHIERE: Ieri è uscita su Peacock la nuova serie di Damon Lindelof, creatore di Lost e Leftovers, Mrs. Davis si presenta come una serie tra fede, religione e fanatismo da Intelligenza Artificiale.

Per chi conosce Damon Lindelof, sa come questo autore giochi spesso con il tema della fede e della tecnologia, creando storie serie che si mescolano in misteri, teorie e situazioni in cui in qualche modo la religione entra sempre in gioco.

Il suo stile è abbastanza evidente, e anche in prodotti non originali come Watchmen o in film come World War Z, Cowboys and Alines e Star Treck, questo confronto tra fede e tecnologia c’è sempre. Sicuramente le due serie emblematiche di questo suo stile sono The Leftovers e Lost, dove si va molto in profondità nel concetto di religione, speranza e fede e anche di redenzione.

Mrs. Davis quindi si propone di tutti questi elementi, amplificando anche la sua visione a volte folle e onirica di alcune situazioni, come una ascesa nei cieli della propria anima. Mrs. Davis prende un concetto molto attuale come l’intelligenza artificiale e lo mette in una serie tv dalle diverse sfumature.

Mrs. Davis è una serie ambientata in un futuro non meglio definito, dove ormai l’intera popolazione mondiale o quasi, ha degli auricolari dove ascolta la voce di una IA che li guida nei percorsi e nelle scelte della propria vita, facile che questa situazione si trasforma in una venerazione divina, come una religione. Persone che per fede fanno gesti sconsiderati e che sono completamente devoti a questo Dio digitale. la protagonista della serie è una suora (Betty Gilpin) lontana dal mondo digitale e dalla tecnologia e grande contrapposizione a Mrs. Davis. Essa sarà bersagliata da questo Dio moderno, e dai suoi seguaci e aiutata invece dai non adepti. Come ad esempio un uomo che la accompagnerà nel suo viaggio. La suora si è ripromessa che troverà il sacro Graal e se questo accadrà, l’intelligenza artificiale ha promesso di disattivarsi e lasciare libera l’umanità da questa fanatica fede.

Già dalla trama principale si percepisce un po’ di follia, lo stile di Lindelof che ha sicuramente di creare fin da subito un certo tipo di curiosità, un numero di domande crescenti e una voglia di sapere la soluzione. Questa serie si prospetta moderna e anche in qualche modo attuale, che paragona a suo modo, le antiche e famose religioni, con un fanatismo tecnologico sempre più crescente. Come se l’essere umano non fosse in grado di camminare da solo senza fede. Il fatto che la protagonista vada alla ricerca di un simbolo religioso, significa che non vuole allontanare gli adepti di Mrs. Davis dalla fede, ma vuole dimostrarli che la fede in Dio aveva un fondo di verità e rimetterli sulla retta via.

Mi immagino questo forte contrasto interiore del personaggio che lotta contro una fede, per difendere la sua fede e il suo credo. Da quanto si vede dal trailer, sembra una serie quasi assurda e a tratti trash e cringe, fatta apposta per alimentare dell’assurda verità del mondo moderno, enfatizzata, stilizzata e amplificata in un racconto alquanto particolare.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE: LA STORIA DI UN EROE DI GUERRA

Recensione nel tempo di un caffè

La battaglia di Hacksaw Ridge è un film del 2016, candidato a diversi premi Oscar e diretto da Mel Gibson, un film tratto da una storia vera di un eroe di guerra americano.

Il protagonista Andrew Garfield interpreta un giovane soldato americano Desmond Doss che durante la seconda guerra mondiale si arruola nell’esercito come medico, ma che per motivi religiosi si rifiuta categoricamente di usare armi. Il primo Obiettore di Coscienza a ricevere una medagli al valore, un eroe che ha salvato molte vite da morte certa.

Un film di guerra, con una battaglia lunga e ben congeniata a farne da protagonista, Mel Gibson ci immerge nella cruda verità della guerra, in una battaglia, quella di Hacksaw Ridge, combattuta in terra Giapponese. Sangue, mutilati e feriti ovunque con un ragazzo che fa di tutto per salvare più vite possibili. Un film che ci mostra che in guerra non ci sono vincitori, ma solo morte e distruzione, e Desmond Doss è un esempio di integrità morale, devozione e dedizione.

Il film funziona molto bene, la parte introduttiva sottolinea la follia del protagonista di andare in guerra senza armi, ma ci mostra al tempo stesso la sua immensa forza di volontà. La regia non mi ha convinto del tutto in alcuni passaggi, soprattutto nella battaglia, alti e bassi molto soggettivi che possono cambiare un po’ la percezione del film, anche nella sua fotografia, a volte spettacolare a volte un po’ deludente. Un’ottima recitazione di un sempre sottovalutato Andrew Garfield arricchisce un film che si muove bene tra la fede e la violenza, tipico di questo regista.

Scorre bene, la battaglia è chiara nella sua confusione, con immagini nitide anche nelle scene più buie, una buona rappresentazione della guerra e della sua violenza, con una escalation particolare di coraggio e devozione, con un protagonista sempre più eroico e determinato.

Nel complesso un film da Oscar, uno di quei film che ti lascia il segno dopo che l’hai visto.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

HELLHOLE: LA PORTA DELL’INFERNO

Recensione nel tempo di un caffè

HellHole è un film polacco del 2022, un horror ambientato in un monastero dai mille misteri e sparizioni.

Un detective si finge un prete pellegrino per entrare nel monastero e indagare sulla sparizione di diverse ragazze, fin da subito si rende conto che in quel monastero di frati, nulla è come sempre e ci sono molti inganni e misteri. Il cibo stesso che viene servito a pranzo è disgustoso, una zuppa putrida che tutti faticano a mangiare, le ragazze subiscono un esorcismo, ma anche in quel caso non tutto sembra tornare.

Un horror abbastanza classico che non punta sullo spavento, quanto più sull’orrore e il disgusto su ciò che accade. Il film funziona bene soprattutto nella prima parte, si perde un po’ troppo nel finale perdendo un po’ tutti i punti di forza visti in precedenza. Un bel mistero da risolvere, gli inganni e il disgusto, tutto funziona alla perfezione e sia la fotografia che i dialoghi funzionano e anche bene. Nel finale si vuole fare un passo un po’ troppo lungo, si vedono i difetti e la storia vacilla, con una fine davvero scarna e forse fin troppo esagerata.

Non fa molta paura ma certamente l’ambientazione ha il suo perché, lo stile e apprezzabile, anche se si nota il low budget e la produzione non di altissimo livello. Grazie al doppiaggio la recitazione non sembra affatto male, le parti in latino danno anche il giusto tocco in più.

Nel complesso si può dire che sia un film che funziona dentro nei suoi limiti, e che appena esce da questi sbaglia e cade un po’ nel ridicolo, però apprezzabile il lavoro che c’è dietro, la trama ordinata e ben scritta e una sensazione di orrore sempre bene presente collocandosi perfettamente nel genere.

Categorie
Quattro Chiacchiere

LEONARDO DICAPRIO INTEPRETERA’ JIM JONES

QUATTRO CHIACCHIERE: Leonardo DiCaprio sarà Jim Jones, capo di una setta religiosa che negli anni 70′ portò al suicidio più di 900 persone.

Il nuovo progetto di Leonardo DiCaprio lo vedrà protagonista come attore e produttore in una pellicola che ci mostrerà la storia di Jim Jones. Leader della setta religiosa Peoples Temple che negli anni 70′ portò alla morte oltre 900 persone. Una storia vera molto tragica e intesa, ma che si adatta alle caratteristiche recitative di Leonardo di Caprio, molto bravo nei monologhi e nei discorsi “motivazionali”.

CHI ERA JIM JONES?

La tragedia avvenne il 18 Novembre del 1978 a Jonestown in Guyana. Jim Jones era un predicatore che negli anni 50′ fondo una setta religiosa, la “Peoples Temple”. Iniziò il suo percorso di predicazione filo cristiana ad Indianapolis per poi spostarsi in altri luoghi degli stati uniti tra cui San Francisco alla fine degli anni 60′.

Jim Jones era uno dei classici predicatori di quegli anni, un ottimo oratore che tramite la fede religiosa e il fanatismo rivolto ad esse, riusciva a coinvolgere un sacco di persone verso i suoi ideali e la sua filosofia. Ben presto il suo percorso spirituale si distacco da quello cristiano e la setta divenne sempre più pericolosa e enigmatica. L’uso di droghe costante, condizionava il comportamento delle persone che erano ormai totalmente devote a lui. Un uomo folle, ambizioso che usava la religione per soddisfare il suo ego.

La sua congregazione fu accusata di frode finanziaria e abusi tra gli adepti, Jones decise quindi di andarsene dagli Stati uniti e di spostare la sua setta nella giungla del Sudamerica, più precisamente in Guayana, dove fondò Jonestown e si proclamò Dio. Nel 1978 emersero delle accuse secondo le quali a Jonestown venivano commessi dei crimini contro l’unità, tra cui abusi e schiavitù. Così un membro del congresso statunitense, Leo Ryan, decise di andare con una delegazione sul luogo, per capire cosa stava succedendo. Ryan e la sua delegazione furono uccisi a colpi di mitra dai membri della setta di Jones. Poco dopo Jones comunicò ai suoi adepti che per “difendersi dagli attacchi del male” avrebbero dovuto ingerire cianuro, è fu così che istigo al suicidio 918 persone tra cui 304 bambini, Jim Jones si sparò alla testa subito dopo.

PRODUZIONE

Questa storia ha già avuto un sacco di trasposizioni, tra cui docuserie, film ispirati, e miniserie. La sceneggiatura di questo film è stata scritta da Scott Rosenberg, a DiCaprio è piaciuta e ha voluto produrci un film con la MGM, adesso sono in cerca del regista adatto (speriamo Scorsese). Oltre a questo non si hanno ancora molte notizie a riguardo, ci vorrà qualche mese e sicuramente il progetto potrebbe prendere forma anche molto presto.

La storia è davvero molto curiosa oltre che scioccante soprattutto perché lontani da un mondo fatto di sette e adepti, una storia sicuramente da film, che merita di essere raccontata e che potrà anche fare riflettere. DiCaprio non è solo un ottimo attore sul set, ma anche fuori sceglie con molta cura i ruoli da interpretare e difficilmente fa la scelta sbagliata. Leonardo DiCaprio è un ottimo “ricercatore” di progetti validi e sono sicuro che anche questa volta non ci deluderà, e chissà magari potrebbe prendersi un’altra statuetta.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

MIDNIGHT MASS: TRA MISTERI OSCURI E FANATISMO RELIGIOSO

Recensione nel tempo di un caffè

Midnight Mass è una miniserie creata Mike Flanagan. Una miniserie che si strizza l’occhio agli horror più classici ma che nel complesso è più drammatica con un genere non del tutto definito. La trama distribuita su sette episodi da un’ora è a tratti lenta ma sembra densa di significato, ci incuriosisce e ci cattura per la cura particolare dei suoi dialoghi, mescolando religione e oscurità in modo perfetto.

Crockett Island è una piccola isola a largo degli stati uniti, non è specificato bene dove, un isola con poco più di cento abitanti, fatta di pescatori e con una forte impronta religiosa, cristiana cattolica. Veniamo subito introdotti in questa forte fede, fin dalla prima scena, subito un forte contrasto tra la volontà di Dio e una morte ingiusta. Questo sarà il filo conduttore di tutta la serie. Un giovane prete appare per la prima volta sull’isola e da quel giorno iniziano dei miracoli ma allo stesso tempo degli eventi particolarmente macabri e misteriosi.

Il bello di questa miniserie è la capacità costante di giocare molto con le scritture, con il fanatismo religioso, passi della bibbia e del vangelo che sembrano giustificare l’orrore di certe azioni in cui il sangue diventa il protagonista. Religione, scienza e fantasia si mescolano lasciandoci il dubbio di quale sia la vera risposta. Come nella serie, anche la fede dello spettatore viene messa alla prova e deve decidere quale onda di pensiero seguire, costringendolo quasi a prendere la via più facile, quella della fantasia. Quello che accade non è ne il volere di Dio, ne un evento che la scienza può provare, è semplicemente una cosa mostruosa che non ha nulla a che vedere con la religione e la scienza.

Una fotografia davvero spettacolare e coinvolgente, una scenografia adatta, un gioco di colori ben congeniato, dando valore a delle albe stupende. Dialoghi davvero ben scritti, convincenti e personaggi con una loro personalità forte e ben definita. Livello di recitazione molto alto e attori particolarmente ispirati. Qualche piccola incongruenza nella trama, qualche dettaglio non del tutto curato e qualche personaggio un po’ spento sono dei piccoli difetti di questa miniserie.

Nel complesso davvero una bella serie, con i giusti tempi e che co intriga con il suo mistero, ci lascia mille dubbi e domande con un po’ di amaro in bocca, volutamente fatta così. Visivamente molto bella ed è bello anche soffermarsi su alcune parole, un miniserie in cui il dialogo torna protagonista e lo fa in modo stupendo. La consiglio davvero anche per chi non ama il genere horror, perchè c’è la giusta dose di paura e violenza, ma non è mai esagerata, è solo un contorno per dare un impatto emotivo adatto in base a cosa sta succedendo. Guardate la serie e fatevi anche voi un idea di ciò che sta accadendo, è religione? Scienza? o semplicemente fantasia irrealistica?