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THE HUNT: QUANDO LA PREDA È L’UOMO

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The Hunt è un film del 2020 diretto da Craig Zobel e scritto da Damon Lindelof (Lost) che n’è anche prodotto esecutivo insieme alla Blumhouse.

Questo film parla di ricchi e annoiati che in una così detta “Fattoria” portano delle persone per essere cacciate come animali. Prendono i fucili e sparano verso le ignare vittime che si ritrovano li inconsapevoli di ciò che sta accadendo. Il finale non manca di un colpo di scena abbastanza interessante, un plot point particolare che regala una nuova chiave alla trama del film.

Sinceramente, viste le premesse mi aspettavo qualcosa di meno ironico, ma il tratto distintivo della Blumhouse che solitamente mette insieme commedie e horror si vede ed è incisivo all’interno del film, con scene paradossali e un po’ troppo splatter e grottesche.

Questo però rende il film più leggero e ne toglie quasi ogni tipo d tensione, fin da subito intugliamo chi sarà la protagonista, ma difficile intuire quale sarà il finale. La trama è ben scritta, a tratti anche divertente con personaggi davvero molto particolari e molto folli.

C’è un vortice di follia fin dalle prime scene in cui ci ritroviamo su un aereo con dei ricchi viziati, c’è da subito violenza e una sorta di splatter forse eccessivo. La svolta finale rende il film meno banale di quello che sembra, ma l’ironia e la parte parodistica e grottesca rimane fino all’ultimo frame del film.

The Hunt è molto più banale e stupido di come si presenta, è il classico film molto trash che esagera ma che allo stesso tempo si fa vedere non annoia e una volta inquadrato e anche piacevole. Ovviamente non è un film che può superare la sufficienza, ma è un prodotto che sa quello che vuole, ordinato che una trama che nonostante qualche follia ha un senso e una logica e funziona bene.

Ho scelto questo film principalmente perché scritto da Lindelof, ma ho trovato davvero poco della sua traccia e del suo stile, se non nella dettagliata e quasi spirituale follia di alcuni personaggi.

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THE FORGIVEN: UN IMMERSIONE NEL MAROCCO

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The Forgiven è un film del 2021 diretto e scritto da John Michael Mcdonagh. Il film è presente su Now Tv, canale streaming di Sky, tra gli attori protagonisti ci sono Ralph Fiennes, Jessica Chastain e Matt Smith.

The Forgiven parla di due ricchi turisti inglesi che stanno andando ad una festa di un amico, in mezzo al deserto del Marocco, durante il viaggio di andata investono accidentalmente un ragazzo del luogo e lo uccidono. Presi dalla paura fanno in modo di nascondere l’identità del ragazzo, ma presto arriverà il padre che vuole una redenzione da parte del turista inglese. La situazione sembra risolversi facilmente, ma poi il padre del ragazzo morto, chiede che chi ha ucciso suo figlio, venga con lui nel suo villaggio per assistere alla sepoltura.

Nonostante il film duri le classiche due ore, c’è una forte e radicata crescita e cambiamento nei personaggi, immersi in una situazione opposta ma significativa. Una terra splendida come il Marocco in una storia di perdono, vendetta e redenzione. Mentre David Henninger (Ralph Fiennes) parte con il padre della vittima per qualche giorno, sua moglie Jo (Jessica Chastain) ritrova sé stessa e tradisce suo marito con un turista americano presente alla festa. David inizia un viaggio che lo cambia nel profondo e alimenta in sé un forte senso di colpa.

Il film gioca molto sul dubbio e il contrasto, dubbio su che fine farà David e il contrasto tra questi piccoli villaggi di cacciatori di fossili e i ricchi turisti viziati che invadono il Marocco, in queste enormi ville in mezzo a deserto. Un’ottima fotografia immersiva rende questa pellicola un piccolo viaggio nel deserto, come una piccola immersione in una piccolissima parte della cultura in Marocco, in posti lontani dal mondo, in cui i sogni sono soppressi dal sole e dal caldo.

La recitazione è buona, anche la scrittura lo è, anche se ha tratti vacilla un po’ con scelte non molto utili ai fini della trama e con un’evoluzione non meglio giustificato del personaggio di Jo, che appare come la vera “cattiva” di tutta la storia e con cui è difficile empatizzare per le scelte che commette.

Un ottimo film che riesce a nascondere bene i propri difetti e con un finale molto deciso, che si fa riflettere ma che conclude alla perfezione, l’evoluzione dei personaggi. Un po’ noioso a tratti, forse un po’ lontano dallo stile moderno, frenetico e senza profondità, ma che invece si allinea di più a un cinema più complesso con una retorica e un significato.

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THE MENU: UN FLM DI CUCINA MA SOLO SULLA SUPERFICE

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The Menu è un film del 2022 diretto da Mark Mylod e scritto da Seth Reiss, tra i produttori di spicco c’è pure Adam Mckay regista che spesso fa denunce sociali nei propri film.

Questo film in effetti parla di cucina, ma lo fa solo sulla sua superficie, una superficie davvero ben curata, con piatti realistici e scene che regalano comunque un momento di satira e realismo rispetto a quello che il mondo della cucina al giorno d’oggi, estremizzato e a volte forse fin troppo esagerato. Gli ospiti rappresentano un po’ questo sistema la voglia di sentirsi diversi ed esclusivi, e c’è un bellissimo e forte contrasto tra Margot (Anya Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas Hoult), la prima estranea a questo mondo e lontana da questo tipo di lusso e cucina, l’altro invece un fanatico invaghito, quasi a venerare lo chef Julian Slowik (Ralph Fiennes).

The Menu ci mostra una serie di clienti ricchi che hanno voglia di pagare 1200 dollari a testa per una cena in un ristorante famosissimo collocato su un’isola privata, a poco a poco, portata dopo portata, si rendono conto che non sarà una cena come tutte le altre ma che sta per accadere qualcosa di inaspettato.

Andando a fondo con il film ci rendiamo conto che la parte culinaria è solo un bellissimo contorno e una metafora, il film si presenta più come una denuncia verso un certo tipo di società benestante che mangia e beve sulle spalle degli altri, una classe operaia (i cuochi) che con ritmi e pressioni sempre maggiori non reggono più la propria vita e vogliono concluderla con gesti clamorosi. I ricchi che invece solo alla fine accettano il proprio destino e anche loro in qualche modo accettano questa strampalata e lussuosa cena, dal finale violento e cinico.

Nonostante il film abbia una cura dei dettagli e qualche particolarità davvero interessante, fa un po’ fatica ad essere davvero coinvolgente e lasciare il proprio messaggio, l’esponenziale follia dela situazione e dei cuochi, sembra troppo surreale e ci allontana fin troppo dalla realtà. Questo rene lo spettatore confuso e distaccato, e ti fa considerare “The Menu una cagata pazzesca” Cit.

Il messaggio sulla società, sull’ingordigia, l’egoismo, la pressione sociale, il lusso a volte esagerato e inutile, passa in secondo piano, perché la follia prende troppo il sopravvento, con un finale che si allontana totalmente dalla normalità quindi anche dal pubblico. Ci si aspetta un thriller/horror per certe dinamiche e ci si ritrova invece in una specie di dark Comedy in cui il cibo passa all’improvviso in secondo piano per dà spazio ad una profondità che non è da tutti. The Menu rimane così, come una poesia ermetica, da cui è difficile estrarre la prosa, un film con aspetti creativi davvero interessanti, ma che passano quasi in secondo piano per la sua voglia di esagerare, proprio come il mondo della cucina di cui parla.

Alla fine ci ritroviamo proprio come nel film, ad avere un piatto di pane senza il pane. Un film che aveva ottimi spunti, ma che perde la sua vera essenza, per dar troppo spazio alla metafora.

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YOU: RECENSIONE PRIMA PARTE – QUARTA STAGIONE

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Dopo la prima bella e soprattutto innovativa, sotto certi aspetti, prima stagione, difficilmente si pensava che un prodotto come YOU potesse avere un seguito, si c’era un finale piuttosto aperto, ma difficile era credere di rivedere le stesse cose. Le prime tre stagioni sono state un po’ ripetitive sotto certi aspetti con il protagonista che per colpa del suo amore malato e ossessivo si ritrovava sempre nella stessa situazione.

Uno stalker a tutti gli effetti incuriosito dalla vita delle donne di cui si innamora facilmente e che si ritrova troppo spesso a dover uccidere qualcuno. In quattro stagioni di soluzioni ne hanno trovate e il livello è rimasto sempre alto, non c’è più il fascino della prima stagione, però c’è sempre un forte senso di curiosità. Questa stagione era un po’ la prova del nove, qualcosa doveva cambiare.

Dopo la prima parte, formata da 5 episodi, si può dire che la prova è stata superata, YOU si rinnova, cambia stile mantenendo però le caratteristiche del protagonista, a tratti sembra un po’ lo schema della serie “Uno di noi sta mentendo“, con il protagonista che non ha più la situazione sotto controllo e che non è più lui il carnefice ma in parte la vittima.

Cambia il look, il nome e la città per Joe, in questo modo si dà nuovo respiro ad un serie che si sta un po’ arenando nella ripetizione delle stesse situazioni, non manca lo stile della serie, ma sembra a tratti quasi un suo spin-off, di genere giallo/Thriller con Joe che diventa quasi un detective improvvisato tra i ricchi viziati di Londra. C’è sempre la stessa follia, le stesse ambiguità, c’è sesso e violenza come nelle stagioni precedenti, ma a prevalere, almeno per questi primi cinque episodi, è il mistero e l’indagine, con il protagonista sotto ricatto.

Una serie che è riuscita a rinnovarsi, che si forse si stacca fin troppo dal proprio passato, ma che ne giustifica il cambiamento sfruttando la propria trama, con Joe Goldberg che deve necessariamente cambiare vita e identità.

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I CAME BY: THRILLER NON MEGLIO DEFINITO

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I Came By è un film del 2022 distribuito su Netflix, un Thriller diretto e scritto da Barak Anvari.

La trama di per sé parte da uno spunto abbastanza semplice, ma nel corso della storia si complica e a tratti diventa poco comprensibile, soprattutto nell’atteggiamento di alcuni personaggi. I colpi di scena sono spenti e non funzionano, non danno il giusto effetto. Gli eventi del film non danno le giuste emozioni, nonostante di fondo la storia è interessante e abbastanza originale.

Un ragazzo come gesto di ribellione e protesta entra di nascosto nelle case dei ricchi per fare dei graffiti sul muro, niente furti o altro, ma solo un segnale di protesta contro i poteri forti e il sistema. Una notte entra in una casa di un ricco e importante giudice, ma scopre davvero qualcosa di strano all’interno della sua casa, da quel momento gli eventi prendono una piega negativa.

C’è un buon livello di tensione, ma il film non è scritto benissimo e patisce un po’ questa situazione, i personaggi sono caratterizzati male, a singhiozzo, appena sembra di averli compresi fanno scelte contrastanti e bizzarre. Alcuni punti rimangono aperti e non si capisce appieno lo scopo del film, che sostanzialmente fallisce nel suo intento. Ha degli elementi da apprezzare e nel complesso risulta comunque un film apprezzabile, nulla di troppo pretenzioso che ti tiene abbastanza interessato a ciò che succede. Si perde nel dettaglio, nei dialoghi e nella marea di film di questo livello presenti nel catalogo Netflix, il classico film che rimane sulla sufficienza, ma che non scende nemmeno nella spazzatura.

Un thriller che non sa del tutto cosa vuole fare, che vuole dare di più ma che alla fine risulta semplice e da prendere per quello che è, si poteva fare sicuramente meglio, ma nel complesso è un film godibile, senza troppe aspettative.

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DO REVENGE: IL SAPORE DELLA VENDETTA

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Do Revenge è un film del 2022 diretto da Jennifer Kaytin Robinson, una classica teen comedy americana, che si presenta però con qualche elemento differente dal solito. Le protagoniste di questo film sono Camila Mendes e Maya Hawke.

La trama è classica ma ha qualche nuovo e inaspettato spunto interessante, è ambientato in una scuola di elite, questo crea già di per sé un ambiente un po’ diverso dal solito. L’ambiente liceale è molto differente dal solito, sembra più un club esclusivo. Tutti viziati e ricchi, persi nel loro mondo di successo. Non c’è la solita squadra di football o altro e non ci viene praticamente mai mostrata una lezione. Il contesto scuola è molto marginale. Drea e Eleanor si incontrano per caso, e hanno sete di vendetta verso delle loro vecchie storie d’amore, Drea è stata umiliata per una revenge porn del suo ragazzo, e Eleanor è stata umiliata da un’amica anni prima. Le due si coalizzano per vendicarsi come si deve.

I nuovi elementi rendono il film più curioso del solito, con un ottimo plot twist verso il finale, i personaggi sono ben scritti anche se totalmente distaccati dalla realtà. La situazione è verosimile, ma l’ambientazione così di elite appare davvero un po’ troppo fantasiosa. Però questi elementi la fanno funzionare, la rendono diversa dal solito, più curiosa da seguire. I rapporti umani sono ben gestiti e c’è un forte “Girl Power” forte fin troppo incisivo ai fini della trama.

Ovviamente rimane tutto molto leggero, ma con il tempo si sta formando un nuovo cliché da teen comedy, che Netflix esegue sempre alla perfezione. Ha trovato la sua comfort zone con prodotti fatti da “finti” teenager per il pubblico più giovane. Un film nel complesso piacevole, che ha comunque una trama più interessante di quello che sembra anche grazie al suo plot twist.