Fast X è un film del 2023 diretto da Louis Letterier e parte finale di una delle saghe cinematografiche più grandi e importanti, Fast and Furious.
Questo film è la prima parte di tre di quella che sarà il grande finale della saga, una saga che nonostante non sia grande cinema ha sempre un livello d’azione elevatissimo e con il tempo ha conquistato un po’ tutti. Non importa se è realistica o meno o se non c’entra nulla con il primo film, l’importante è stupire il pubblico con la magia del cinema e anche in questo caso, il film ci riesce.
Dominic Toretto e la sua famiglia deve confrontarsi con nemici inaspettati del proprio passato, il figlio di Hernana Reyes, Dante vuole vendicare la morte del padre, ucciso durante la rapina a Rio de Janeiro presente nel quinto capitolo e scena intro di questo film. Ovviamente non bisogna pensare al realismo e al senso di alcune scene ma godersi un’azione costante e potente che dura per tutto il film. Si passa da Roma, in cui Dante vuole fare esplodere la città con una bomba rotolante gigante alle strade del Portogallo con Dom che deve salvare suo figlio (Che magicamente ha cambiato etnia da un film all’altro).
A livello visivo e di effetti speciali è davvero un’ottima pellicola e risulta anche tutto molto realistico, finché la fisica lo permette, sa essere divertente e non annoia praticamente mai. Ci sono citazioni e tributi ai film precedenti che rendono un po’ l’idea che siamo sempre più vicini alla conclusione. Jason Momoa nei panni di Dante è forse il Villain più complesso e meglio riuscito della saga, con un atteggiamento folle e distruttivo, un’ottima interpretazione dell’attore che da questo lao stupisce non solo lui ma l’intero cast con un’interpretazione di ottimo livello.
Rispetto agli altri film, forse, stupisce un po’ meno, e le assurdità presenti nel film non riescono più a colpire del tutto lo spettatore se non a farlo sorridere, un pubblico abituato ormai ai supereroi non si stupisce più di nulla e questa pellicola per certe caratteristiche ricorda un po’ gli Avengers.
Un film che punta sullo spettacolo l’azione, ma anche sull’affetto verso i protagonisti, ormai presenti in moltissimi film con un cast davvero ampio e di livello Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Ludacris, Jason Momoa, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster, Sung Kang, John Cena, Jason Statham, Alan Ritchson, Daniela Melchior, Scott Eastwood, Helen Mirren, Charlize Theron, Brie Larson, Rita Moreno e due che non si possono dire per evitare grossi spoiler già molto presenti in rete. Ovviamente un cast così ampio comporta che molti attori hanno piccole parti o che non si hanno più loro tracce senza una dovuta spiegazione.
Fast X nel complesso è un buon film d’azione, ha dei colpi di scena semplici ed efficaci ed è il film della saga con il nemico più convincente e meglio interpretato. Una saga che risulta comunque essere un po’ stanca e che rischia di diventare troppo scontata e ripetitiva. A volte rendere tutti così immortali toglie forse troppa tensione e ci consegna nelle mani un finale assurdo quanto scontato. Ovviamente non bisogna pensare al senso, alla fisica o altre leggi dell’universo, bisogna salire in auto con Dom e godersi lo spettacolo.
Tutti i soldi del mondo è un film del 2017 diretto da Ridley Scott, il film è tratto da un famoso saggio di John Pearson e tratta la storia vera del rapimento avvenuto negli anni 70′ di uno dei nipoti dell’uomo più ricco del mondo a quell’epoca, il magnate del petrolio e collezionista d’arte Jean Paul Getty.
Il film è famoso per la controversia che riguarda Kevin Spacey che è stato tagliato dalle scene in cui interpretava J.Paul Getty e sostituito un mese prima dell’uscita del film dall’attore Christopher Plummer. Una situazione che attirato molto l’attenzione su questo film tratto da una storia vera e incentrato sull’avidità del suo protagonista.
Il rapimento è solo spunto per mostrarci una dinamica assai particolare e una situazione famigliare molto contrastante, tra soldi, potere e avidità. Jean Paul Getty ci viene mostrato come un uomo solo, tremendamente avido e sempre più ricco e attaccato ai soldi, il resto della famiglia invece sembra essere un po’ distaccato da questo mondo d’affari e appena viene coinvolto si perde in alcol e droghe. Un film che ci mostra quanto il potere e i soldi possono condizionare le persone che sono disposte a perdere un nipote pur di non perdere un solo dollaro.
Il contrasto con la madre del rapito e suo suocero è forte e determinante, lei disposta a tutto, distaccata dai soldi e del loro potere, lui che fa di tutto per difendere i propri affari e impedire ovviamente che altri suoi nipoti vengano rapiti per la sua troppa “generosità”. Il film è molto sceneggiato e semplicemente tratto dalla storia vera, forte nei suoi dialoghi, ma si perde un po’ in alcune sue parti, un po’ troppo deboli e lente.
Il film si adatta bene alla storia vera, la modifica, aggiunge dei personaggi che danno una spinta in più e rappresenta in modo scenografico l’avidità di questo uomo super ricco degli anni 70′. Ridley Scott gestisce bene il tutto, con un film piacevole e ben fatto, che non esalta del tutto, ma che rimane nei suoi binari e che racconta una particolare storia vera. Un vero peccato non aver potuto vedere Kevin Spacey nel ruolo di Getty.
La Rosa Velenosa è un film del 2019 diretto da George Gallo, Francesco Cinquemani e Luca Giliberto, loro due anche sceneggiatori di questa pellicola che si presenta come un Neo Noir per trama, personaggi e per lo stile abbastanza marcato del genere. Una classica detective stories del dopo guerra.
Un viaggio tra eventi del passato 1952 e presente 1978, nell storia di un investigatore privato, Carson Phillips (John Travolta) Texano con l’abitudine di cacciarsi nei guai e di essere sempre inseguito da qualcuno. Da Los Angeles torna nella sua città natale Galveston dove incontra dopo tanti anni vecchie conoscenze. Si ritrova ad indagare non solo su una clinica per anziani, ma anche su un omicidio di una star sportiva locale. Tra ricordi del suo passato a Roma e un presente molto pericoloso e pieno di corruzione.
Il film di presenta con un ottimo cast, Morgan Freeman, Brendan Fraser, Peter Stormare, Famke Janssen. In un film molto particolare, in uno stile di altri tempi, in tutte le sue dimensioni, dalla recitazione, allo stile narrativo e alla caratterizzazione dei personaggi. Uno stile difficile da capire a fondo per un ragazzo di diversa generazione, a tratti forse un po’ troppo elogio a film di quell’epoca in una trama che se pur piena di misteri, non riesce a coinvolgere del tutto e a tratti e facile annoiarsi. Si rimane un po’ spiazzati da una recitazione volutamente enfatizzata e romanzata, con atteggiamenti talvolta inverosimili. Tanti cliché ma che nel complesso della trama funzionano bene.
Una fotografia particolare che riporta un po’ indietro nel tempo, facendoci un po’ dimenticare che si tratta di un film del 2019. Una cosa che stranamente mi ha deluso, è il doppiaggio in Italiano che è davvero fatto molto male, voci strane e scollegate del personaggio, sicuramente la più terribile e Famke Janssen doppiata talmente male, quasi da dare fastidio.
Nel complesso un film che fa un po’ fatica ad esprimersi, affascinante sotto certi aspetti e un po’ noioso e confusionario sotto altri. Belli i toni classici da detective noir, ma per il resto fa un po’ fatica a rimanere impresso e a soddisfare del tutto.
Bello l’omaggio a Fellini, molto romantico e nostalgico del grande cinema italiano.
FANTASCENEGGIATURA: Uno dei film più iconici di Ridley Scott avrà un sequel, forse ambientato vent’anni dopo il film originale.
Inutile dirvi di cosa si tratta, Il gladiatore è uno dei film più famosi della storia recente, un bellissimo film che ha reso Ridley Scott uno dei registi più acclamati di Hollywood, collegato inevitabilmente a film storici da quel giorno.
La bellezza del Gladiatore era la sua epicità, ogni scena era amplificata da una colonna sonora strabiliante diretta da Hans Zimmer, e dalla trama gloriosa che ci riportava nell’antica Roma, dopo anni che i Kolossal stavo ben lontani da quel mondo. Roma è affascinante, si potrebbero fare mille film a riguardo e non stancarsi mai di raccontare storie è così che nasce l’idea del Gladiatore 2.
No, in realtà il Gladiatore 2 è puramente una grande mossa commerciale, un pubblico assicurato, un ritorno ai film storici e una visione di Scott dell’antica Roma, non ne avevamo bisogno, perchè questi sono film che non andrebbero mai toccati, ma il nome della “pellicola” vende un sacco e quindi ormai è ufficiale che il Gladiatore avrà un sequel.
Ridley Scott sempre al comando, Russell Crowe Massimo Decimo Meridio sarà il produttore esecutivo, però dopo le riprese di Kitbag, il film sull’ascesa di Napoleone, con protagonista Joaquin Phoenix. Quindi quando finiranno le riprese di Kitbag partiranno quelle del Gladiatore 2.
Dalle prime teorie, sembrerebbe che lo sceneggiatore sarà Peter Craig, autore di recente di The Batman e Top Gun: Maverick. Compito difficile per uno sceneggiatore che deve fare un sequel di un film che difficilmente può averlo. La storia si svolgerà vent’anni dopo gli avvenimenti del primo film e seguirà le vicende di Lucio, il bambino già presente nel primo film e nipote di Commodo.
COLLOCAZIONE STORICA
Il primo film prese spunto dal fatto che l’imperatore Commodo fu assassinato da un ex-Gladiatore, tale Narcisso, naturalmente tutto il resto della storia è sceneggiata e inventata e solo in parte descrive la Roma di quel tempo. Essendo un sequel sarà impossibile distaccarsi troppo dalla storia reale della Roma di quel periodo. In quegli anni dal 182 D.C. al 202 D.C. non furono anni molto sereni, al potere c’era Settimio Severo, un imperatore che riprese i pieni poteri, escludendo quasi del tutto il senato, detto in parole povere. Riprese la persecuzione contro i cristiani il che potrebbe essere uno spunto interessante, ma a parte questo non ha il fascino folle di Commodo e il protagonista Lucio difficilmente potrà avere il fascino glorioso di Massimo Decimo Meridio. Quindi siamo nel 202 D.C. potrebbe essere interessante esaminare il rapporto tra i figli dell’imperatore che dopo la sua morte, uno dei due Caracalla, uccise l’altro Geta.
COSA POTREBBE FARELUCIO?
Se il film fosse ambientato nel 202 A.C. la famiglia Antonina non avrebbe più potere a Roma, molto probabilmente qualche membro nel senato, ma sarà sicuramente stata una famiglia facoltosa a stretto contatto con i successivi imperatori. La morte clamorosa di Commodo come vista nel film, avrebbe creato non pochi problemi a Roma, dove un soldato tradito, un generale dell’esercito, divenne Gladiatore per trovare vendetta. Quindi guerra civile inevitabile con un forte contrasto tra politica e esercito. Lucio seguendo le orme di Massimo, potrebbe essere un generale romano, ma visto il suo alto rango sociale, si potrebbe immaginare che sia stato assegnato come guardia e protettore del figlio dell’imperatore. Caracalla in quegli anni aveva solo 14 anni, ma proprio nel 202 D.C. si sposò con la giovane Fulvia Plautilla anche lei solo 14enne e riluttante nei confronti di Caracalla. Il matrimonio può essere parte della trama, perchè particolare con un gigantesco banchetto a base di cibo crudo o addirittura vivo. Tra i due non scorreva buon sangue tanto che nel 205 il divorzio, poi Plautilla venne esiliata a Lipari per poi essere giustiziata nel 212 quando Caracalla divenne imperatore.
Detta così si potrebbe già intuire come potrebbe andare la trama, Lucio prende le parti della giovanissima moglie di Caracalla, e per punizione non viene esiliato ma mandato a combattere come Gladiatore nel Colosseo. Un classico del sequel riutilizzare parti del primo film. Il problema del film il Gladiatore è proprio questo. Se parli di Gladiatori vieni accusato che è uguale al primo, se non lo fai vieni accusato che non c’entra nulla con i Gladiatori e quindi il titolo serve solo a fare soldi. Il pubblico vuole battaglie, mi piacerebbe vedere un inizio con un forte contrasto, il lusso sfrenato del matrimonio con la dura vita del legionario che sta combattendo una battaglia.
Un Lucio buono, a favore della libertà di credo che salva i cristiani dalla persecuzione, protettore di Caracalla, ma che trama dietro all’imperatore Settimio Severo. Rispetto al primo vorrei vedere più sfumature della Roma di quel tempo, sempre mantenendo un ritmo incalzante. Una battaglia, uno scontro di idee, e i combattimenti tra Gladiatori erano gli elementi cardine del primo film, esaltato dalla epicità delle parole e dei momenti.
Lucio dovrà rappresentare la reincarnazione di Massimo, con la sua visione di una Roma onesta, pura e libera, in contrasto con la visione dittatoriale di Settimio Severo, con magari il finale ambientato in Britannia, in una grande battaglia, dove l’imperatore perde la vita proprio per mano di Lucio, che tradisce Roma per non tradire i propri ideali e tornando in città con tutto il favore dell’esercito, esercito che storicamente era grande amico di Caracalla.
Quindi ricapitolando, Lucio soldato protettore di Caracalla, viene fatto combattere come Gladiatore per aver preso le parti della moglie esiliata del figlio dell’imperatore. Se sopravvivrà a tre scontri nel Colosseo sarà libero, ma non del tutto, sarà libero di andare in battaglia in Britannia come umile soldato romano. Tutto l’esercito lo ricorda però come “erede” di Massimo Decimo Meridio e si schiera con lui, si ribellano, uccidono Settimio Severo e vanno a Roma per riprendersi il potere.
Settimio Severo fece molte campagne militari nella Britannia Romana, l’odierno Regno Unito, soprattutto al nord del paese, nelle zone della Scozia e del famoso vallo di Adriano, una location sicuramente suggestiva, che potrebbe dare un tocco in più al film e mostrarci la vastità dell’impero romano. Nella storia originale l’imperatore morì per malattia, nella odierna York. I suoi figli erano presenti con lui in quelle guerre. Nella trama che sto immaginando per il sequel del gladiatore invece, mi immagino un Lucio che rivolta l’esercito contro il proprio imperatore, mentre Caracalla se ne sta beato a Roma tra sfarzo e ricchezza. Come all’inizio del film si ripete il contrato tra la battaglia e la bellezza e il lusso di Roma, con magari un Caracalla immerso nelle sue terme.
Roma è meravigliosa, ciò che il film ci ha dato è solo una rappresentazione gloriosa del Colosseo, come giusto che sia, questo film però ci può mostrare altre meraviglie di Roma, come ad esempio le Terme di Caracalla. Un film che visivamente ci potrà sicuramente stupire, sia nelle battaglie che negli scontri nella famosa arena, ma che allo stesso tempo ci mostrerà la bellezza dei monumenti del tempo. Sarebbe bello anche uno discorso tra Caracalla e Lucio sulla grandezza di Roma e ciò che rappresenta per entrambi, solo loro due che parlano al centro del Pantheon per poi inevitabilmente uccidersi a vicenda, proprio come nel primo film, con i due nemici che soccombono.
Chi potranno essere gli Attori principali?
Come attore protagonista, nel panni di Lucio, nonché nipote dell’unico e vero imperatore Marco Aurelio, io metterei Chris Hemsworth, c’è una lontana somiglianza con il bambino, ha un ottima fisicità, è un ottimo attore e può davvero essere perfetto per questo ruolo. Connie Nielsen dovrebbe essere riconfermata nel ruolo di Lucilla, figlia di Marco Aurelio e sorella di Commodo, nonché madre del piccolo Lucio. Dopo la morte di Massimo Decimo Meridio, il figlio di Lucilla, non solo vuole diventare un generale romano, ma prende anche il nome del suo “idolo”, chiamandosi Lucio Aurelio Decimo Meridio. La volontà della madre però lo fa subito rientrare a Roma dopo anni di battaglie, per proteggere il giovane Caracalla.
Per interpretare Caracalla, a livello estetico sarebbe stato perfetto Jamel Debbouze che è perfettamente identico, ma purtroppo troppo vecchio per questo ruolo.
So che Hollywood non darà peso a queste cose, già non l’ha fatto nel primo, e il Gladiatore non è molto storico, però mi piacerebbe che ci fosse un tentativo almeno di carattere estetico di rappresentare gli imperatori. Non molti sanno che Settimio Severo era di origini nord africane, per questo sarebbe molto bello e adeguato che gli attori abbiano determinate caratteristiche, è un politically correct storicamente adatto, che ci fa capire molte cose sulla storia della nostra amata penisola. Per il ruolo di Caracalla ho pensato a Mehdi Dehbi, immaginando nel film un Caracalla che si sposa dopo i 14 anni, magari già verso i 20 anni. Attore già presente nella serie tv il Messiah.
Per il ruolo dell’imperatore Settimio Severo ho pensato a Naveen Andrews il famoso Sayd della serie Lost. Non si è più visto i ruoli di rilievo e potrebbe essere il suo riscatto, ovviamente scelto per lo più con la somiglianza con l’imperatore romano. Sicuramente non avrà un ruolo centrale come i due protagonisti, per via delle sue campagne nelle terre scozzesi, ma sarà un altro punto di vista sull’impero romano di quei tempi. Rivale con Lucio per la persecuzione dei cristiani e magari anche per una possibile esecuzione di madre che ha troppo potere nel senato, potrebbe essere un elemento della trama interessante.
Un sequel degno del primo film, con determinate ambientazioni, con Lucio che deve combattere nel Colosseo per la propria vita, magari uno degli incontri può essere una battaglia navale, visto che in base ad alcune testimonianze storiche il Colosseo veniva riempito d’acqua per certe occasioni.
Le Naumachie, così venivano chiamate le rappresentazioni delle battaglie navali negli anfiteatri, questo potrebbe essere un elemento in più per il sequel di questo glorioso film. Un elemento spettacolare a livello cinematografico. Potrebbe essere l’ultima battaglia dove Lucio esce vincitore e dopo di essa mandato in battaglia in Scozia.
Riassumendo quanto detto, per fare un punto conciso della situazione, una breve sinossi di come mi immagino la trama per questo sequel.
Lucio Aurelio Decimo Meridio, viene richiamato a Roma, dopo anni di battaglie in giro per l’impero romano, per volere di sua madre Lucilla e dell’imperatore Settimio Severo, sarà il protettore del futuro imperatore Caracalla. Lucio si trova alle nozze di Caracalla, intanto Settimio Severo parte per la Scozia. Negli anni successivi Lucio vede la persecuzione dei cristiani a Roma e si schiera a loro favore, sua madre viene giustiziata dall’imperatore perchè aveva troppo potere in senato, e Caracalla divorzia e esilia sua moglie Fulvia Plautilla. Lucio fa di tutto per proteggerla e viene accusato di tradimento. Caracalla conoscendo il legame di Lucio con Massimo Decimo Meridio, decide di farlo diventare un Gladiatore se sopravvivrà a tre incontri, sarà spedito a combattere in Scozia con suo padre. Caracalla sottovaluta non solo le abilità da combattente di Lucio, ma anche il suo forte legame e influenza sull’esercito romano. Lucio uccide Settimio Severo e decide di vendicarsi anche di Caracalla che nel frattempo è diventato imperatore ha giustiziato Fulvia e non solo, ha fatto giustiziare tutti i legami affettivi della famiglia aureliana di Lucio e suo fratello Geta, grande amico di Lucio. Nel finale c’è lo scontro nel Pantheon tra Lucio e Caracalla che nello combattimento perdono inevitabilmente la vita entrambi. Il senato romano decide di seppellire il corpo di Lucio vicino alla Tomba di sua madre e a quella di Massimo Decimo Meridio.
Guy Ritchie è uno di quell’esempio di regista e autore di cinema che lascia il segno sulle sue opere, il suo stile è abbastanza incisivo e per certi aspetti anche unico, perfetto per trasformare la violenza e la serietà in qualcosa di più leggero e divertente.
Operazione U.N.C.L.E è un film del 2015 interpretato principalmente da tre attori che ne sono i protagonisti, Henry Cavill, Alicia Vikander, Armie Hummer ed è un adattamento cinematografico di una serie tv americana andata in onda negli anni 60′. Uno spy movie divertente, leggero con un contrasto che all’epoca aveva sicuramente molti più effetto, in piena guerra fredda non era facile vedere lavorare insieme americani e russi, penso che la storia giocava molto su questo fatto, mentre nel film, essendo recente, perde un po’ quella tematica.
I due protagonisti sono due spie di fazioni opposte, lavorano per governi rivali ma dovranno collaborare per evitare una guerra nucleare, infatti sembrerebbe che in Italia, grazie ad uno scienziato tedesco, stiano per vendere i segreti della bomba atomica ad altri paesi, le due spie, Napoleon Solo ex ladro internazionale e il russo Illya Kuryakin dovranno per forza collaborare.
La bellezza di questo film è la sua ironia in ogni sua scena e ogni evoluzione della trama, c’è u a particolare leggerezza nei personaggi in tutto ciò che fanno, rendendo le situazioni di pericolo come una passeggiata al lago la domenica, non si capisce se non hanno paura di nulla o sono semplicemente tutti pazzi. Ottima la scelta degli attori, tutti ben centrati, ben collocati e adatti al loro ruolo, anche Henry Cavill, che è sempre il solito, è adatto in un ruolo dove essenzialmente fa le cose con calma ed eleganza senza troppo necessita di espressioni facciali. Guy Ritchie scrive sempre bene i propri personaggi li caratterizza, li rende talvolta divertenti nelle loro particolarità.
Il confronto Russia e stati uniti diventa leggero e divertente, sfruttando stereotipi e divergenze degli anni 60′, il film è anche un omaggio alla bellezza dell’Italia, alle canzoni del tempo e allo stile di vita del tempo, in una costiera amalfitana sempre bellissima e in una Roma che non delude mai.
Un film che consiglio per la sua bellezza ironica, perchè fa sorridere senza troppo impegno, divertente e coinvolgente, con una trama forse un po’ troppo banale con nessun colpo di scena degno di nota e con dialoghi un po’ poveri, ma che non compromettono la bellezza del film. Niente di speciale ovviamente, ma comunque un prodotto che merita di essere visto e a differenza di quanto ho letto in giro, secondo me Guy Ritchie ha fatto ancora centro.
Ho voluto fare la recensione di questo film, non tanto perchè lo rivisto di recente, ma perchè è un film che mi piace particolarmente, mi fa ridere stupidamente ed è legato a dei ricordi positivi della mia adolescenza.
Il film è quello che in America viene classificato come “Sex comedy”, quindi per intenderci il genere dei più famosi “American pie”, ed effettivamente il primo metodo per descrivere questo film è appunto il paragone con le commedie sul sesso più famose.
Eurotrip è un film del 2004 che basa gran parte della sua comicità su i classici stereotipi, nel complesso è una presa in giro di come gli americani considerano l’Europa facendone una grossa parodia del continente.
La trama è semplice, il giovane Scott (Scottie) è stato lasciato bruscamente dalla ragazza perchè è troppo noioso e prevedibile, lui ha un amico tedesco con cui si sente ogni giorno online e con cui ha un bellissimo rapporto, convinto che Mieke sia un uomo rifiuta di incontrarlo. Quando poi scopre da suo fratello che quello in Germania è un nome femminile decide di fare la follia e di partire per l’Europa alla ricerca di Mieke. Non sarà facile e con altri suoi amici dovrà affrontare un lungo viaggio in diverse nazioni d’Europa.
Il film praticamente è una serie di scene comiche che si svolgono sempre in nazioni o città differenti, sfruttando appunto tutti i possibili stereotipi del caso e rendendo però il film davvero divertente e con scene parecchio memorabili.
Eurotrip è davvero divertente e sfrutta al meglio tutte le situazioni e le battute anche a noi familiari estremizzandole e facendone una parodia, l’Europa appare come una gabbia di matti, piena di pregi e di difetti con caratteristiche identificative per ogni paese.
Loro essendo Americani si sentono i padroni, sminuendo un po’ il continente europeo, ma anche questo è sinonimo di risate e nel complesso il film è pieno di attimi di divertimento e di battute ben congeniate.
Mi piace l’idea iniziale e devo ammettere che è ben sviluppata, peccato non ci sia mai stato un sequel o qualcosa di simile, l’idea del viaggio, della scoperta e della parodia di esso è bella semplice, ma molto efficace.
Un film perfetto per passare una serata divertente con gli amici e per farsi della grandissime risate, con scene e battute che vi rimarranno in testa e che vorrete citare spesso.
Con l’uscita del film di De Sica e Boldi (Vacanze su Marte) la domanda torna di attualità…
Questa è una delle domande che affolla i salotti della discussione cinematografica, un cinema italiano che non è più lo stesso da moltissimi anni e che non riesce più a farsi sentire e vedere nel resto del mondo.
Ci sono mille motivazione per la situazione critica in cui si trova il nostro cinema, ma sono così correlate a degli “innocui” cinepanettoni? proviamo a capire quanto questi film possano aver influenzato la decaduta dell’universo cinematografico italiano, uno dei più amati del mondo.
Il primo cinepanettone è considerato proprio “Vacanza di Natale” del 1983, con i fratelli Vanzina alla regia e alla sceneggiatura e con Boldi e De Sica già nel cast come attori principali.
Quella data per molti è la fine del cinema italiano di alto livello, guidato da Fellini e con maestri della comicità come Totò e Alberto Sordi, con attrici come Sofia Loren e Virna Lisi.
Partiamo con l’analisi più importante e che già in parte potrebbe darci una risposta in poco tempo e farci rendere conto di come e perchè il cinema italiano non riesca più a farsi valere e si sia totalmente perso negli anni con solo qualche piacevole eccezione.
Pensiamo anche solo al lato economico, che come in tutti i settori in Italia ha avuto una grossa crisi, anche aziende importanti in altre settori sono sparite e non sono riuscite a reggere il confronto con la globalizzazione.
Il cinema italiano perde potere quando perde la forza economica, quando nei primi anni 90′ in America arriva la CGI l’Italia perde potere perchè eravamo e siamo una nazione che nel campo dell’elettronica e dell’informatica non siamo ad alti livelli, perso il potere economico è una catena di eventi inevitabile.
Prima avevi la forza di poterti paragonare, grazie all’ingegno scenografico e artistico, grazie alla manualità e grazie ad un settore in pieno “boom” economico, dove tutto era più facile e ti potevi permettere i migliori.
Dalla fine degli anni 90′ l’Italia ha avuto sempre meno potere e sempre meno case di produzione di una certa portata, molte sono fallite altre sono fuggite all’estero e poco a poco si è persa la base per creare prodotti cinematografici di un buon livello, o meglio prodotti che potessero piacere alle persone ed essere migliori di quelli di Hollywood.
Tutta questa situazione ha portato a doversi adattare a creare prodotti poco costosi ma che potessero portare il pubblico e in contemporanea l’avvento della nuova tv nazionale gratuita, “Mediaset” non ha fatto altro che alimentare questo nuovo stile di prodotto televisivo e cinematografico, più improntato sui giovani, che negli anni 80′ erano davvero tanti.
I cinepanettoni non fanno altro che prendere in giro un certo tipo di società italiano, un parodia grottesca di certe caratteristiche del popolo italico, e questa mossa funziona sempre.
Il periodo e per afflusso il migliore per le sale cinematografiche che nel periodo di natale si riempiono non in base ai film in sala, ma perchè è bello andare al cinema in quel periodo.
Quindi in un colpo solo il cinepanettone, si costruisce un pubblico di fanatici, divertiti dalla presa in giro del proprio “vicino di casa”, con stereotipi serviti su un piatto d’argento e con battute grezze, scontate ma che in quel periodo erano leggere e forse necessarie.
I cinepanettoni non sono concepiti come veri e propri film, ma come macchine da soldi che possano portare guadagno con il minimo sforzo, alle persone piacciono e quindi sia Mediaset che le case di produzioni supportano questi prodotti rendendoli simboli del paese e cambiando per sempre le basi per un ottima comicità italiana che si salverà solo in certi casi.
Arrivano la fine degli anni 90′, Hollywood sta schiacciando tutti, e le sue produzioni sono di un altro livello, arriva Titanic che fa il record di incassi, arrivano produzioni importanti e effetti visivi e speciali sempre speciali, che portano il pubblico lontano dai film italiani e li porta a vedere solo prodotti semplici e scontati come appunto cinepanettoni.
Lo sforzo produttivo è sempre meno importante, un cinepanettone si scrive in due giorni e lo si realizza in dieci, costa poco e garantisce un guadagno immediato e alla case di produzione questo piace, in più si utilizzano personaggi del palinsesto televisivo e li si butta a caso nella trama per attirare il pubblico ma bloccando la crescita di nuovi attori.
Boccata d’aria con “La vita è bella” che torna a dare importanza al cinema italiano, ma lo fa in modo semplice, geniale e stupendo, un film scritto in modo perfetto, divertente e che fa riflettere moltissimo.
“La vita è bella” però non è una grande produzione, non può rilanciare e spingere in alto di nuovo tutto il settore, non lo può fare anche perchè la produzioni non vogliono rischiare tempo e denaro e si punta sempre alle solite satire dall’incasso sicuro.
La cosa peggiore di questo settore è che le giovani menti, i giovani sceneggiatori, artisti e attori sono tutti bloccati da un sistema che non ne sente il bisogno e la necessità di averli, non servono grandi attori, non servono nuovi registi e nuovi talenti, non serve nulla di tutto questo.
In Italia, serve l’usato sicuro, ciò che ti garantisce un incasso, e quindi si va avanti con i vari registi, Neri Parenti, Vanzina e con le produzioni che non vogliono rischiare, mettendo da parte registi come Tornatore e Salvatores che nonostante tutto ci provano a tenerci in alto.
Negli anni duemila il sistema si blocca totalmente i soldi sono sempre meno e un sacco di “studios” a Roma chiudono, e cinecittà non è più la stessa.
cinecittà set del film Gangs of New York di Martin Scorzese
Il cinema italiano si è bloccato, non ha fatto emergere nuovi talenti perchè il mercato non ne aveva la necessità e si fa schiacciare da una Hollywood che ormai ha pienamente conquistato il cuore degli italiani, poco a poco anche i cinepanettoni spariscono, ma la comicità e l’intenzione produttiva rimane la stessa, guadagnare molto con il minimo sforzo.
Le scuole di cinema hanno sempre meno studenti e gli studenti che ci sono non sono all’altezza, non per colpa loro ma per la poca passione e ambizione che questa situazione a creato, il cinema è ovunque una pura opera commerciale, ma all’estero c’è voglia di stupire, di creare e l’arte in certi casi è al primo posto.
Al cinema italiano non servono più bravi attori, ma macchiette, ragazzini e personaggi televisivi, non serve la passione, ma l’essere pragmatici e ovviamente essere costretti ad accettare qualsiasi progetto per far carriera.
Meno produzioni, meno lavoro, meno possibilità di crescita, che tu sia un regista, un fotografo, un attore o uno sceneggiatore, c’è pochissimo spazio e quello che c’è è occupato da persone che devono fare semplicemente copia e incolla del film precedente.
I cinepanettoni sono come un morbo che entrato nel cinema italiano nel momento di difficoltà e si è nutrito della sua carcassa bloccando un sistema che ha bisogno di giovani, di idee e di passione, non solo di stereotipi e parodie stupide e ripetitive.
Come fa uno sceneggiatore a crescere se nulla li viene prodotto, se nessun film un po’ più ambizioso che scrive viene mai preso in considerazione? come fa un attore a crescere se nessuno gli da la possibilità di fare film un po’ più liberi e complessi, opere come quelle di una volta trasportate dalle esperienze e dalla passione per il cinema.
Il sistema è rimasto bloccato per anni, condizionando non solo il cinema ma anche l’universo delle serie televisive, che non riesce a competere con quello estero, un domino che distrugge le piccole produzioni italiane e indebolisce l’intero sistema, che senza soldi deve di nuovo puntare al commerciale, vedi (Baby e Summertime).
Finalmente arrivano i soldi!
è inutile girarci intorno, per salvare un settore servono sempre e solo i soldi, anche per farlo rinascere, devi avere i soldi per pagare i talenti che creano prodotti di un certo livello, l’ha fatto Netflix con Fincher che crea House of Cards e l’ha fatto Sky con Paolo Sorrentino e Guadagnino, con produzioni di un certo livello.
Appena arrivano i soldi qualcosa si sblocca, e poco a poco arrivano nuovi registi, nuovi attori come ad esempio Garrone e Mainetti alla regia, e Favino e Borghi come attori, qualcosa si muovo e poco a poco crescono tutti.
Quindi si, i cinepanettoni sono stati un “tappo creativo” un elemento che ha bloccato un sistema che era già in crisi e che aveva bisogno di scommesse e di nuovi talenti, e che purtroppo è rimasto indietro con il resto del mondo.
Possiamo discutere di quanto poco talento ci sia in Italia, ma la verità è che c’è ma non può emergere, o comunque fa fatica a farlo, forse bisognerebbe essere più umili e cercare di ripartire da zero con prodotti di qualità, dispendiosi si ma che aiutano a crescere, bisogna fare tutti dei sacrifici e magari sacrificare il fatturato per una volta, guadagnare un po’ meno ma crescere e creare qualcosa di vero e non vincolato.
I cinepanettoni non ci rappresentano, basta prendersi in giro, basta dire che l’Italiano medio è così, basta buttarsi merda addosso, sappiamo essere degli artisti pazzeschi, ma dobbiamo partire dal basso, osare con nuovi sceneggiatori o con nuove idee.
Osare e scommettere, queste devono essere le parole chiave per il rilancio di un intero settore, per far tornare il mondo del cinema ad un ottimo livello, senza buttare soldi per lo Stagecraft nel nuovo film di Boldi e De Sica, ma magari usarli per qualcosa di più ambizioso e perchè no meno sicuro.
Ho visto il Trailer dell’ultimo film di Mainetti, “Freaks Out” e devo ammettere che sembra una boccata, sulla strada giusta, ed è a cose del genere che il cinema italiano devo puntare, deve innovare e stupire il pubblico.
Per le serie tv poi è davvero ora di darci da fare, non accettare raccomandazioni di puntare sui giovani e di fare un prodotto che non sia condizionato dall’ombra del commerciale e aleggia su ogni serie tv italiana, osare e scommettere sempre.
Le persone sono scettiche, hanno bisogno di qualcosa che le colpisca, anche qualcosa di basso livello ma che abbia un’idea autoriale talmente potente da conquistare l’Europa e il mondo (come la banale serie spagnola “la casa di carta”), puntare su Netflix per farsi vedere per attirare l’attenzione e per poi avere la possibilità di creare qualcosa di davvero bello.
Non ricadiamo nella banalità assoluta, solo utile per il nostro paese, con film e serie tv che possono capire e concepire solo gli italiani, non facciamo di nuovo lo stesso errore, sarebbe ora di ampliare il raggio di azione e di pensare alla possibilità di conquistare anche il pubblico all’estero come ha fatto la Germania con “Dark”.
Nuovi progetti, nuove storie, e di conseguenza, nuovi lavoratori nel settore, nuovi sceneggiatori, registi e attori, è così che si rilancia un settore che purtroppo si è zappato le gambe da solo.
Questa discussione non avrà mai fine, ma devo ammettere che personalmente e per gusti prettamente soggettivi, mi ha dato davvero fastidio che anche questa volta in un momento di difficoltà per l’intero settore come questo, siano stati prodotti due film come “Lockdown all’italiana” e “Vacanze su Marte”, facendo per l’ennesima volta da tappo a tutto il reparto creativo che ha bisogno di essere prodotto.
Anche questa volta si è puntato sul guadagno facile e banale, rinunciando a qualche progetto più ambizioso e con magari dei volti nuovi, davvero un grande peccato, davvero brutto vedere situazioni del genere.
Questa è l’idea che mi sono fatto in questi anni, e credo che purtroppo i cinepanettoni siano stati davvero un grande problema per il cinema italiano di livello, spero solo che questi anni siano gli anni della rinascita.