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ONLY MURDERS IN THE BUILDING: RECENSIONE SECONDA STAGIONE

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Only Murders in the Building è una serie americana del 2022 arrivata alla sua seconda stagione, la serie e stata creata anche da Steve Martin che è anche il protagonista con Selena Gomez e Martin Short.

La prima cosa che si nota e che i tre attori sono più amalgamati e convincenti della prima stagione, un paio di personaggi spariscono senza preavviso però la trama funziona ugualmente con solo il personaggio di Selena Gomez che ha un’evoluzione non del tutto canonica e forzata. Questa stagione ha un legame più profondo con lo spettatore che inizia a prendere confidenza con i personaggi.

L’Arconia è teatro di un nuovo omicidio e anche questa volta i tre autori del podcast sono sotto attacco, con minacce e delle tracce fasulle per provare ad incastrarli. La soluzione finale è complicata e si viene spesso ingannati dalla miriade di possibilità, tutti sembrano un possibile assassino. Il finale è risolutivo e sembra dare un respiro diverso per la terza stagione che potrà staccarsi un po’ dal solito edificio. In questa seconda stagione il format non solo viene confermato ma anche rimarcato, con n approfondimento del passato dell’edifico, il suo “scheletro” e il suo possibile futuro.

Le sottotrame sono interessanti e completano alla perfezione la trama principale, con questa stagione che ha davvero puntato molto sul rapporto tra padri e figli ce non sempre e facile e con coppie ormai divise da mille motivi. Quindi c’è sempre una piacevole leggerezza, in cui ogni tanto ci si immerge in momenti più profondi ricalcando un po’ quelle che sono le caratteristiche del personaggio interpretato da Martin Short.

Only Murders In The Building rimane una serie leggera e piacevole, adatta un p’ a tutti e che non prende troppo tempo per essere vista, un prodotto piacevole e comunque sempre abbastanza innovativo del catalogo Disney Plus.

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DOWN TO EARTH – CON I PIEDI PER TERRA: RECENSIONE DELLA SECONDA STAGIONE DEL DOCUMENTARIO CON ZAC EFRON

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Down to Earth, il documentario Netflix con protagonista Zac Efron è arrivato alla sua seconda stagione, una stagione sempre a favore dell’ambiente ma essendo girato in periodo di pandemia, si svolge tutta in unica e spettacolare nazione, L’Australia.

Anche in questa stagione Zac Efron e Dalin Olien girano una nazione intera, alla ricerca di soluzioni e idee ecosostenibili, dagli allevamenti, alla riduzione di plastica e emissioni, si immergono totalmente nel mondo green.

La bellezza di questo documentario è che non c’è nessun tipo di ipocrisia, non sono li per salvare il mondo, ammettono i loro errori e l’inquinamento che provocano girando questo documentario, ma il loro intento è quello di sensibilizzare e di mostrare come l’essere umano stia cercando di trovare delle soluzioni alternative per vivere inquinando di meno. Un sistema salutare non solo per l’ambiente ma anche per l’essere umano. Ogni episodio, in totale sono 8, con un argomento diverso, con elementi che riguardano sempre le soluzioni migliori per vivere sano e fare meno danni al nostro pianeta.

Ovviamente tutto quello che ci viene mostrato sono piccole realtà, difficili da applicare su larga scala, come ammesso da loro in più situazioni, ma vedere queste nuove idee, innovazioni, anche solo sul cibo, ci fanno capire quanto è importante essere solidali gli uni con gli altri, in una nazione a stretto contatto con la natura. Rimane uno dei documentari più affascinanti di Netflix di questa categoria, perché c’è un’interazione pura e semplice tra i protagonisti.

L’Australia è davvero un posto magico, unico e spettacolare, è una terra dentro la terra, come lo sono molte isole staccate ormai da millenni dagli altri continenti. Questa seconda stagione è stata bella quanta la prima, forse ancora più interessante, più ordinata e centrata. Penso che l’obiettivo sia stato raggiunto, ti lascia quell’idea e voglia di green giusta, non per salvare il mondo, ma per vivere meglio con noi stessi e con ciò che ci circonda, per trovare perché no? il vero segreto della felicità.

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UNO DI NOI STA MENTENDO: RECENSIONE SECONDA STAGIONE

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Uno di noi sta mentendo è una serie del canale streaming peacock e distribuita in Italia da Netflix, ecco perché la prima stagione è uscita appena a febbraio 2022 e la seconda a novembre dello stesso anno. (Recensione prima stagione).

La serie porta avanti il mistero mostrato nella prima stagione, in cui sembrava che i guai per i ragazzi protagonisti i guai non fossero finiti, anzi c’è qualcuno che via messaggio gli ricatta e gli minaccia perché sa esattamente cosa hanno fatto la sera di Halloween e ha un video con sé per testimoniarlo. L’alone di mistero verso il ricattatore funziona alla grande, il gruppo è sempre più coeso e le seconde trame sono meno invadenti, rendendo questa stagione, per certi versi migliore della prima.

Nonostante la forte tensione di base di tutta questa stagione, ci sono momenti anche di dolce leggerezza in cui ci si dimentica di ciò che hanno commesso i ragazzi e di ciò che stanno facendo. Meno realistica della prima sicuramente, delle volte davvero troppo esagerata, però coinvolgente e convincente.

Il format semi investigativo funziona ancora, anzi si migliora e diventa il tema centrale della serie, rispetto alla prima stagione conosciamo il mistero, non sospettiamo più dei protagonisti come possibili colpevoli ma sospettiamo di tutti quelli che gli circondano. Nel complesso questo teen drama funziona bene e lo fa senza aggiungere troppa carne al fuoco, senza calcare troppo sulle sottotrame o sulle vicende amorose sentimentali dei protagonisti. Dritto deciso verso gli inganni, i ricatti e i misteri e la soluzione funziona alla grande.

Un po’ di paura rimane per la stagione 3 dove forse tutto sarà troppo esagerato complicato e dove le vittime stanno diventando troppe e incontrollabili. Come in ogni teen drama, ogni stagione aumentano il carico degli eventi, la scuola diventa una zona di guerra per numero di vittime e non si ha più quel leggero alone di realismo che rende bella una storia.

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JAMES MAY – OUR MAN IN ITALY

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James May Our man in Italy è una documentario di Amazon Video. Con protagonista, conduttore e narratore, il famoso conduttore televisivo britannico James May. In questa seconda stagione, dopo averci mostrato il magnifico Giappone, James atterra sulle sponde del bel paese, L’Italia! alla ricerca della dolce vita.

Partendo dalla Sicilia fino a su verso il nord, James ci mostra aspetti dell’Italia, meno conosciuti e nascosti al grande pubblico e al classico turista, ci mostra l’aspetto vero e sincero del nostro paese, quello più puro, fatto di buon cibo e artigianato. Ma ci mostra anche le eccellenze tecnologiche sparse per il nostro stivale.

L’ironia è sempre la stessa che contraddistingue programmi di questo tipo, con James May che fa spesso delle brutte figure a provare a fare cose in cui non è capace, ed è facile divertirsi. Un bel documentario che riesce ad abbinare la lezione al gioco ed è molto coinvolgente.

Rispetto alla prima stagione, per ovvi motivi, c’è meno il fascino della sorpresa, ma c’è la curiosità e l’orgoglio di vederlo in Italia e sapere che questo documentario sarà visto in tutto il mondo. L’Italia ha davvero un sacco di cose, quindi non è facile mostrare tutto, in più è comunque un documentario atipico e non riesce a mostrare del tutto la bellezza del nostro paese.

Il format funziona alla perfezione e ti viene subito voglia di vedere un altro episodio e addirittura una nuova stagione per vedere dove andrà il protagonista. Questa stagione forse è stata ancora più divertente della prima, forse per un italiano un po’ meno stupefacente sapendo già cosa lo aspettava, ma sicuramente sullo stesso livello del primo documentario, quello fatto in Giappone.

Un piccolo Plauso al monologo finale, su cos’è l’Italia e su cosa sono gli italiani, davvero bello, vero e commovente.

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THE WITCHER 2: RECENSIONE SECONDA STAGIONE, CHE CI APRE UN MONDO EPICO.

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La seconda stagione di The Witcher era forse una delle serie più attese dell’anno, memori di un’ottima prima stagione tutti si aspettavano che il livello rimanesse lo stesso e con questa stagione The Witcher, rispetta le aspettative e per certi versi si migliora.

Rispetto alla prima stagione formata da grandi salti temporali e da tre storie che si intrecciavano tra di loro nel tempo, questa stagione ha una linea temporale lineare e tutto scorre nella stessa direzione, con i personaggi che sono tutti collocati sulla stessa linea temporale.

Proprio come i libri, da qui in poi inizia la vera storia, una vera e propria parte narrativa, non più una serie di racconti come i primi due libri, da cui era stata tratta la prima stagione. Perso l’effetto sorpresa che tanto aveva meravigliato gli spettatori che si approcciavano per la prima volta al mondo creato dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski, la seconda stagione amplifica ancora di più i personaggi, le ambientazioni e la storia.

L’universo di “The Witcher” si espande e ci vengono mostrati nuovi personaggi, nuovi poteri e nuovi regni, tutto perfettamente calibrato e ben esposto. Gerart (Henry Cavill) pur essendo il protagonista è meno al centro della trama, per lasciare il posto a Cirilla (Freya Allan) che è il vero fulcro di tutta la storia. In questa stagione i personaggi mostrano i loro punti di forza, ma soprattutto le loro debolezze e il loro punti di vulnerabilità. Yennefer (Anya Chalotra) è in difficolta. molto più spaesata e confusa di quella vista nella prima stagione, mentre la giovane Cirilla prende coscienza di sé stessa e dei suoi poteri, il legame tra lei e Gerart si fa sempre più forte e intenso.

Questa serie è perfettamente riuscita, un fantasy che definirei magnetico, perché fa parlare di sé, e ti cattura con i suoi personaggi e le sue trame, è tutto molto epico ed estremamente affascinante. I personaggi sono ben scritti, ben strutturati e l’evoluzione della storia è spesso inaspettata con un fondo di magia persistente. Il finale a sorpresa ci fa porre mille domande e crea curiosità.

Ci viene mostrato qualcosa di più dei Witcher, il loro “Rifugio”, le loro usanze e ci viene mostrato qualcosa di più del loro passato, principalmente accennato dai loro racconti. Un po’ deluso dagli altri Witcher che non hanno minimamente lo stile e il fascino fantasy di Gerart di Rivia, sono tutti abbastanza anonimi, tranne il maestro Vesemir che rimanda tantissimo ai videogiochi.

Nonostante la linearità temporale della trama, la serie rimane comunque molto complessa, ci sono un sacco di nomi e situazioni da ricordare che è facile perdersi ed è difficile orientarsi nello scorrere del tempo, non si capisce mei bene quanto tempo passa da un evento all’altro. Un universo comunque molto grande, con molte dinamiche e molti personaggi che talvolta si contorce e si allontana un po’ dallo spettatore lasciandolo confuso. Solo verso la fine si prende davvero confidenza con i personaggi e i loro ruoli e ci risulta tutto un po’ più chiaro anche se lo scopo finale di molti rimane ancora un mistero.

Una serie che nonostante sia alla seconda stagione, ci sta solo adesso introducendo davvero in questo mondo fantasy, e lo fa in modo preciso e impeccabile, bella l’epicità di un po’ tutta questa stagione, visivamente molto bella anche se con qualche difetto grafico. Una serie fantasy tra le migliori mai realizzate, con un’infinita possibilità di espandersi. Una delle migliori serie presenti nel catalogo Netflix.

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SNOWPIERCER: LA SECONDA STAGIONE ALZA IL LIVELLO

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La seconda stagione di Snowpiercer è attualmente in corso su Netflix, che ha deciso per questa serie tv di far uscire un episodio a settimana, come per la prima stagione, una scelta che può essere condivisa perchè cambia le carte in tavola e perchè ritengo che sia una serie che si adatta molto a questo tipo di modalità di visione.

Già avevo recensito la prima stagione, sottolineando i suoi pregi e i suoi difetti e devo dire che questa stagione mi sta piacendo di più della prima, e amo quando le serie riescono a darsi un marcia in più con scelte giuste.

Mancano pochi episodi alla conclusione, e siccome non parlerò della trama posso soffermarmi su qualche scelta e sulle qualità che la seconda stagione dimostra di avere.

I personaggi sono meglio caratterizzati, meno confusione e una storia che prende differenti sfumature e che ci permettono di proiettarci anche fuori dal treno, togliendoci un po’ quei limiti che la prima stagione presentava.

La seconda stagione allarga il mondo di Snowpiercer, ne aggiunge pezzi, trame e personaggi arricchendo il “piatto” in cui destreggiarsi tra personaggi e situazioni, la scelta migliore è quella sicuramente di aggiungere personaggi e attori importanti come Sean Bean che da decisamente un tocco in più alla serie dando una spinta decisiva alla trama.

Lo Snowpiercer è un arca della sopravvivenza ma nel lungo dei sui vagoni e dei suoi episodi rischia del perdersi nella monotonia come stava succedendo con la prima stagione, ma grazie a nuovi vagoni e storie, crea una curiosità inaspettati e ci affascina con il passato di questo mondo ormai completamente ghiacciato.

Grazie a Sean Bean nei panni del signor. Wilford i personaggi prendono una forma ben precisa, più delineata e collocata perfettamente nella trama, con i personaggi di Layton (Daveed Diggs) e Melanie (Jennifer Connelly) che fanno da protagonisti.

Il treno è più lungo con nuove stanze, nuove idee e nuove possibili svolte per il futuro, grazie a questa stagione, la serie Snowpiercer di apre a più possibilità proprio come la vita dei protagonisti.

Sono molto soddisfatto quando vedo un evoluzione, una crescita in tutti gli elementi che costituiscono la serie, nonostante abbia ancora un sacco di margini di miglioramento e una serie che sta migliorando e questo per me è già un fattore super positivo.