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MONSTER – IL CASO DEI FRATELLI MENENDEZ

QUATTRO CHIACCHIERE: MONSTER LA SERIE CHE CI HA RACCONATATO DI JEFFREY DAHMER, CI RACCONTERA’ IL CASO DEI FRATELLI MENENDEZ

Dahmer è forse una delle serie più di successo di Netflix e uno dei prodotti meglio riusciti della piattaforma, cura dei particolari, ottimi dialoghi e un livello di recitazione sempre di alto livello, hanno reso fin da subito la serie una delle più apprezzate. Seguita da molte polemiche per la crudeltà e freddezza di Rayn Murphy di raccontare alcuni eventi, la serie è stata rinnovata per altri stagioni, ovviamente in stile antologico, diventando così la serie Monster, che racconterà la storia di diversi serial killer o almeno così si pensava.

La notizia che Ryan Murphy si allontani così tanto dalla prima stagione non penso sia molto positiva, annullando completamente l’antologia della serie e forse anche il senso di essa, Monster non è nemmeno quindi da considerare una serie antologica, quanto un prodotto a sé stante in ogni su stagione.

Infatti sembrerebbe che nella seconda stagione al centro di tutto ci sarà il caso dei fratelli Menendez, che non hanno nulla a che vedere con il mondo dei serial killer ma che sono invece parte della classica cronaca nera dei delitti in famiglia, rendendo così la serie forse fin troppo simile ad American Crime Story.

La storia dei fratelli Menendez è un classico, purtroppo classico, omicidio in famiglia, dove i figli uccidono i propri genitori per appropriarsi dell’eredità. in una storia in cui dal lato psicologico c’è solo il fatto di come si arrivati a tanto e di come Lyle e Erik, i fratelli Menendez abbiano uccisi i propri genitori con una freddezza inaudita e che presero il processo con un sorriso surreale. Difficilmente però potrà essere paragonata a Dahmer perché è davvero un prodotto a sé stante, diverso sicuramente dal suo predecessore.

Evidentemente le pesanti critiche rivolte a Ryan Murphy hanno avuto il loro effetto e si è spostato su un caso più semplice, gestibile, senza dover mettere troppo in risalto la psicologia di un mostro. Molto probabilmente l’intento principale era quello di portare sullo schermo due mostri e di raccontare una storia molto diversa senza affossarsi in troppe similitudini raccontando ad esempio la storia di Glancy (il pagliaccio).

Questa sarà un po’ un banco di prova per questa serie, e Murphy lo sa bene, in ogni caso lo sarebbe stato, cercare di ripetersi cavalcando lo stile della prima stagione e immergersi in acque diverse ma comunque ben conosciute grazie alle produzioni precedenti. Una scelta che allontana forse un po’ il pubblico, ma che cerca nuovi spunti, nuove psicologie da analizzare e da vedere dal punto di vista del killer e della sua vittima e non del poliziotto

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SPACE JAM – NEW LEGACY: NON PARAGONABILE AL PRIMO SPACE JAM

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Space Jam: New legacy è un film del 2021 diretto da Malcom D. lee, un film a tecnica mista, con protagonista il campione NBA Lebron James e sequel del famoso film del 1996 Space Jam che vedeva come protagonista Michael Jordan.

Il difetto più grande del film penso siano le inaspettate distanze dal primo film, che non viene mai accennato o nominato se non in qualche frangente dai Looney Tunes. Un distacco anche nell’iconiche musiche che erano davvero l’emblema di quel film. Il primo Space Jam solo per i filmati di Michael Jordan era un piccolo spettacolo. Momenti in cui il basket era davvero al centro, si vedeva il parquet, la palla era fisica e nonostante fosse assurda e fantasiosa anche la trama aveva un certo fascino, con i Looney Tunes che uscivano dal “cartone” e andavano in cerca delle scarpe di Jordan.

In questo sequel si perdono molte caratteristiche importanti, si cerca di modernizzarlo ma ci si allontana troppo dallo stile che l’ha reso iconico. Troppa digitalizzazione, non si respira mai il vero basket e la sensazione di vivere un bellissimo sogno. Lo stesso Lebron James viene usato più come un burattino che come un atleta e un giocatore che è già una leggenda di questo sport. Forse era merito di Michael Jordan che ancora tutt’ora un’icona impareggiabile di questo sport. Non si può pretendere molto da un film del genere, ma non si è vista nessuna scena reale senza nemmeno un pochino di CGI, un’azione un po’ realistica, è tutto estremizzato e fin troppo esagerato. Le canzoni presenti nel film non sono paragonabili a quelle del primo capitolo e il video tributo a Lebron non ha nulla a che vedere con quello di Michael.

Ricordo che da bambino ogni volta che trasmettevano in tv Space Jam non vedevo l’ora di vedere le azioni di Michael Jordan con quella musica che ti caricava un sacco, ecco questo film ho paura che non riesca a trasmettere quelle sensazioni nemmeno ai più giovani. Ci si ritrova catapultati invece in un cartellone pubblicitario Warner Bros. con Lebron a fare da testimonial, più che in un film ci si ritrova immersi in una lunga pubblicità dei prodotti WB, che non è del tutto un difetto, ma che anche in questo caso viene sfruttato davvero male.

Sembra che si va sempre dalla parte opposta, questa volta che serviva un prodotto che fosse un elogio al primo film, una trasposizione con le stesse canzoni, ma con un campione come Lebron James, si è fatto tutto il contrario, cercando di modernizzare un prodotto che ha bisogno della sua origine, del suo stile in cartone disegnato a penna a poco a poco sulla pellicola come Roger Rabbit.

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GLASS ONION – KNIVES OUT: RIAN JHONSON FA ANCORA CENTRO.

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Glass Onion – Knives Out è un film del 2022 scritto e diretto da Rian Jhonson e sequel del primo film Knives Out – cena con delitto. Il film è distribuito da Netflix che ne ha pagato i diritti di produzione e distribuzione per una cifra davvero importante, segno di come il canale streaming punta su questo prodotto.

Il cast stellare e il successo del primo film attira sicuramente l’attenzione del primo film, ovviamente del primo capitolo rimane solo il detective Benoit Blanc interpretato da un ottimo Daniel Craig. Detective che se vogliamo un po’ una parodia dei classici detective Noir. Poi tra gli altri ci sono Edward Norton nei panni di un miliardario un po’ eccentrico, Kate Hudson, Dave Bautista, la bellissima Madelyn Cline che dopo sto film inizierà sicuramente ad aver successo e tanti altri attori di spicco.

Questo sequel riesce a mantenere le caratteristiche del primo film, aggiungendo forse un po’ più di ironia, con situazioni davvero divertenti e con l’omicidio che viene preso con leggerezza, le somiglianze con il gioco da tavolo Cluedo sono evidenti, ma viene rivisitata la classica cena con delitto, rendendo la trama di contorno davvero interessante. Con eccentrico miliardario che ogni anno organizza con i suoi vecchi amici una cena con delitto in diverse parti del mondo, questa volta la fa in Grecia, nella sua isola privata, in una villa con una gigantesca cipolla di vetro sul tetto.

Nonostante il cast stellare e l’ottima regia, la cosa che colpisce di più, come nel primo film, è la scrittura, il film è scritto davvero bene e anche sta volta sembra che Rian Jhonson riesca esprimere tutto sé stesso e la sua creatività. Anche qui la trama si sovrappone tra passato e presente e ci mostra diverse angolazioni della stessa scena, ogni movimento dei personaggi e monitorato ma ci viene mostrato in momenti diversi del film. Rispetto al primo film il caso è meno difficile e intrigante, ma ha una storia dietro più forte e convincente, meglio narrata e più completa. I personaggi sono ancora scritti molto bene, tutti legati uno dall’altro e soprattutto legati al miliardario loro amico.

Un format che sicuramente funzionerà ancora, se Jhonson avrà ancora idee di questo valore, questo sequel a qualcosa in meno del primo, ma anche elementi in più che lo valorizzano, l’ironia è migliorata e sta prendendo forma un genere tutto suo e anche abbastanza iconico, uno dei film con cast corale meglio gestito, che mescola diversi elementi e generi in modo impeccabile.

Per Knives Out 2 avevo grosse aspettative e direi che sono state ampiamente superate. Un film che consiglio a tutti e che nonostante non abbia nulla di natalizio, si colloca perfettamente in questo periodo, bello da vedere tutti assieme in compagnia. Quindi bravo Rian Jhonson, hai fatto ancora centro!

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DYLAN O’BRIEN NEL REVIVAL DI PIRATI DEI CARAIBI?

QUATTRO CHIACCHIERE: Disney ha in mente da tempo un revival della saga dei pirati, e Dylan sembra uno dei candidati per esserne il protagonista.

Come ormai ci ha abituati a fare, si sa che Disney vuole spremere fino all’osso tutti i franchise e le saghe che ha disposizione. Ancor di più se il prodotto in questione è originale Disney, creato direttamente da una delle attrazioni del parco a tema. Unico problema di questi film è che c’era e un unico protagonista assoluto e simbolo di tutti i film Capitan Jack Sparrow. Con Johnny Depp che difficilmente tornerà nel ruolo del pirata più famoso del cinema.

Si è parlato molto di un possibile sesto capitolo senza Jack, ma effettivamente sanno già che non funzionerebbe, meglio ripartire da capo, lanciare una nuova saga a tema pirati e chiamarla allo stesso modo, con magari ogni tanto qualche comparsa di eccellenza, per poi usare il caro buon vecchio Jack Sparrow in futuro, magari a partire dal secondo film, con un finale a sorpresa del primo con lui che appare.

Ovviamente serve un rilancio, un nuovo personaggi che si discosti un po’ dai primi e con le navi che suonano come leggenda ma non vengono mai mostrate, un giovane pirata alle prese con gli ultimi anni della pirateria, con le compagnie delle grandi nazioni come Francia, Spagna e Gran Bretagna che stanno prendendo possesso di tutti i caraibi e con sempre meno pirateria nelle acque cristalline di quei luoghi.

Serve ripartire da Tortuga e serve riprendere un po’ le caratteristiche del primo film, un sequel revival come tanti che sicuramente verrà paragonato agli ormai vecchi film e perderà miseramente il confronto come sempre accade nel cinema. Per il ruolo di protagonista si vocifera quindi il nome di Dylan O’Brien, conosciuto al più per Maze Runner e Teen Wolf. Un ruolo da pirata, nella saga di pirati più famosa del cinema, non male.

Difficilmente resisteranno dal collegare i film, e quindi difficilmente Dylan non sarà figlio di qualche protagonista visto negli altri film, se non direttamente figlio di Capitan Jack Sparrow. Sarà abbastanza inevitabile. Per gli appassionati di pirati, si sa che ci sono altre storie e tanti altri pirati di cui parlare, tra cui un possibile ritorno di David Jones, anche se sembra che quella trama sia stata abbandonata. Magari questa volta l’elemento misterioso è proprio la scomparsa di Jack Sparrow e il pirata interpretato da Dylan parte alla sua ricerca. Disney farebbe di tutto per avere Johnny Depp e se non può riaverlo, farà di tutto per sfruttare il suo personaggio, come sempre ha fatto in passato con altre saghe.

Due famosi Corsari passati poi alla pirateria sono sicuramente Henry Morgan e l’ancor più famoso William Kid, rapiti dal mondo affascinante della pirateria e sicuramente dal senso di potere e libertà che dava. Penso che questi personaggi possano a loro modo far parte del film per creare una parte realistica con una piccola impronta storica. Poi entrerà sicuramente il lato fantasy, che tendeva sempre ad esagerare negli ultimi film rendendoli fin troppo assurdi. Difficile continuare su questo onda, bisogna tornare un po’ ai livelli del primo film, con un po’ più di equilibrio e meno fantasia, la presenza di due personaggi realmente esistiti potrebbe aiutare a prendere questa direzione.

Dylan O’Brien nel ruolo del pirata protagonista non mi dispiace, la trovo una scelta azzeccata, sperando che la trama non perda l’ironia dei rimi film, penso sia un attore che si può ben collocare in questo mondo. Per adesso sono semplice rumor, ma è sempre bello avere la possibilità di fantasticare, pur essendo un po’ contrario ad un Revival di questo tipo, si sa che alcune cose, soprattutto alla Disney sono inevitabili.

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ENOLA HOLMES 2: HA FATTO CENTRO!

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Enola Holmes 2 è un film del 2022 distribuito da Netflix e diretto Harry BradBeer. Il film è tratto dai romanzi di Nancy Spinger ed è il sequel del film uscito nel 2020.

Enola Holmes (Millie Bobby Brown) è la sorella poco conosciuta del grande detective Sherlock Holmes (Henry Cavill), una ragazzina forte e intraprendente che rispetto al primo film sta cercando la propria indipendenza. Il suo primo caso sembra innocuo e semplice ma nasconde qualcosa di molto più grosso, un caso che dovrà coinvolgere suo fratello Sherlock che si scontrerà con il suo arcinemico Moriarty.

Rispetto al primo film il più famoso detective della letteratura ha un ruolo più importante e il rapporto tra fratello e sorella si rafforza, a Cavill esce perfettamente il ruolo di fratello maggiore e alla Brown che per noi sarà sempre “Undici” esce perfettamente il ruolo di ragazza sveglia e ribelle. Un cast azzeccato che porta avanti la filosofia leggera e dinamica del primo film e l’amplifica con una rottura costante della quarta parete che da sicuramente una marcia in più al film.

La trama l’ho trovata molto convincente, anche se nel complesso il personaggio di Enola viene un po’ schiacciato da Sherlock che rimane un soggetto letterario e cinematografico perfetto e imbattibile, nonostante questo l’intricato mistero c’è, ed è bello vedere come Enola esprima tutti i suoi talenti per risolverlo. Il film si migliora rispetto al primo, soprattutto nella sua storia e l’affezione ai personaggi fa il suo gioco. Qualche sbavatura nella regia e fotografia, con qualche scena buia e un po’ confusionaria, per il resto molto interessante e dinamica, con un bel passaggio dai disegni alla realtà.

Nel complesso un ottimo film che si migliora nel suo seguito, dinamico, divertente e spigliato come la sua protagonista, il film funziona ed è piacevole da vedere. Piccola chicca sul finale, ci viene fatto vedere finalmente Watson. Inutile dire che molto probabilmente ci sarà un nuovo film e a questo punto non escluderei uno spin-off con Cavill nei panni di Sherlock Holmes.

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RETURN TO SILENT HILL: IN ARRIVO UN NUOVO FILM, SULLA SAGA DI VIDEOGIOCHI HORROR TARGATA KONAMI

QUATTRO CHIACCHIERE: Il regista Christophe Gans, vuole andare avanti dopo il film del 2006, tornando nella città più famosa dei videogiochi, Silent Hill.

Silent Hill è forse il videogioco horror più iconico di sempre, non c’è persona appassionata di videogiochi che non conosce questo titolo. Forse non tutti ci hanno giocato, ma la loro mente, sentendo questo nome, si ricollega subito ad una immagine ben precisa, un uomo che cammina in una spettrale cittadina, avvolta nella nebbia.

Ha un’ambientazione perfetta, la nebbia, il nome della città, tutto è già estremamente cinematografico, infatti nel 2006 è già stato prodotto un film di discreto successo, sempre diretto dal regista Christophe Gans, in lui si vede una vera e propria passione per questa storia e i risultati saranno sicuramente buoni.

A questo film basta poco, basta il nome Silent hill, la scritta all’ingresso della città, e quella fitta nebbia che ci crea subito terrore e ansia. La paura di non vedere e di non sapere, la paura che quelle terre siano ormai state conquistate dal male più puro.

Da quanto si può leggere sul web, sembra che la storia parlerà di una persona che torna a Silent Hill per ritrovare una persona amata, ma si ritroverà in un vero e proprio incubo. La solita ricerca disperata di una persona cara, in un paese strano, misterioso in cui il male sembra nascondersi in ogni angolo. Una giusta colonna sonora e una trama convincente potranno da subito rendere questo film un ottimo film.

Ovviamente ci sono tutti gli ingredienti giusti per fa sì che sia creato un ottimo prodotto, poi si sa che molto spesso i prodotti tratti da videogiochi non sono i migliori. il bello di Silent Hill è che molti lo conoscono ma pochi ci hanno giocato a fondo e conoscono bene la trama, questo è un vantaggio per il film che attira pubblico, e può ancora stupirlo e spaventarlo.

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TOP GUN MAVERICK: EPICO!

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Top Gun Maverick è un film del 2022 diretto da Jospeh Kosinski. Si tratta del sequel del film cult del 1986 con Tom Cruise nei panni di Maverick. La pellicola è dedicata alla memoria di Tony Scott regista del film originale.

Tom Cruise torna nei panni di Pete Maverick Mithcell, questa volta nei panni di un insegnante che deve formare i giovani migliori Top Gun per una missione apparentemente impossibile. Il film rispecchia le caratteristiche del primo, le migliora e le esalta, con un livello di cinema davvero altissimo. Ritmo incalzante, adrenalina e scene mozzafiato sono gli elementi cardine di questo film che risulta agli occhi di tutti, davvero spettacolare. Tutto è ha ritmo con una super colonna sonora che rende ancora tutto più epico.

Tom Cruise non sembra essere invecchiato e sembra esaltato e felice di essere tornato nei panni del pilota migliore del mondo, non sbaglia un colpo ed è il perfetto protagonista di questo film, forse a volte anche troppo dominante. Le nuove leve non raggiungono mai il suo livello ma si forma un bel gruppo unito che trasmette le giuste emozioni.

La trama è semplice, ma è l’azione ad essere padrona del film, con la sensazione di essere davvero dei piloti di aerei, adrenalina pura che è presente nel corso di tutto il film, con il picco ovviamente sul finale. Tutto è perfettamente epico, dalla colonna sonora, ai voli alle scene anche meno di azione ma con dialoghi sempre resi un po’ più epici di quello che sono realmente.

Questo Top Gun, è l’esaltazione dello schermo e del suono del cinema, per goderselo al massimo bisogna vederlo al cinema e possibilmente in una sala adatta. Realistico, bello e potente, coinvolge le persone grazie all’azione senza basarsi troppo sulla trama. Anche le cose più estreme ci sembrano credibili e reali, perché poco CGI e tanta realtà,

Bello vedere Val Kilmer che nonostante la malattia, partecipa nei panni di Iceman che ha fatto carriera e ha un posto importante nella sezione Top Gun della marina. Bello come un sequel non solo renda onore al primo film ma che per certi versi lo migliora e lo supera, perfetto mix tra anni 80′ e giorni nostri, anche negli aerei stessi e nei personaggi principali.

Un film consigliatissimo, in cui il vero protagonista è il volo.

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IO SONO LEGGENDA: IL SEQUEL

QUATTRO CHIACCHIERE: Annunciato il sequel di “Io sono leggenda”, tra dubbi e domande, cerchiamo di capire cosa ci aspetta.

Io sono leggenda è un film ormai famoso, per molti un bel film, per altri una spazzatura che non merita di essere vista. Uno dei film con un contesto post apocalittico dei migliori, con delle scelte e dei momenti affascianti e altri che sicuramente fanno discutere e non sono dei migliori.

Sicuramente la scelta di fare un sequel, come molto spesso capita in questi casi, è una scelta di marketing e prettamente economica, attira la curiosità del pubblico e può ravvivare un film che aveva un ottimo potenziale per raccontare più storie, magari antologiche tra loro.

L’idea è partita tutta da Michael B. Jordan, che essendo fan del primo film, voleva avere la possibilità di interpretarne un sequel, per farlo, dopo molti tentativi ha convinto Will Smith nella co-produzione e nella partecipazione come attore. La sceneggiatura è affidata a Akiva Goldsman già scrittore del primo film.

In questo caso non si hanno libri da cui partire, anche se già il primo film si era semplicemente ispirato e senza finale alternativo, uscito nella versione DVD, non sarebbe possibile un sequel temporale con la presenza di Robert Neville (Will Smith) morto proprio alla fine del film con un sacrifico per salvare l’antidoto e dare speranza al mondo.

Il film però ci aveva mostrato che c’erano dei sopravvissuti, un villaggio chiuso tra delle mura con controlli alle persone e dove il virus sembrava solo un lontano ricordo, penso che il film di possa basare su questo, partire proprio da quel villaggio li.

Non è detto che usino il finale in cui Robert sopravvive, ma che facciano due storie in parallelo tra passato e futuro, una con Will Smith e un con Michael B. Jordan.

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BAD BOYS FOR LIFE: UN SEQUEL CHE MANTIENE IL SUO LIVELLO

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Bad Boys for Life è un film del 2022 diretto da Adil el Arbi e Bilal Fallah, sequel dei due famosi film Bad Boys, sempre con protagonisti Will Smith e Martin Lawrence.

Questo è uno degli ultimi film visti al cinema prima del covid, un film che mi aveva, nel complesso, piacevolmente colpito e che ho deciso di rivedere e farne una recensione. In questo capitolo di quella che ormai sta diventando una saga, si vedono giustamente tutti i personaggi invecchiati, quasi 20 anni dopo l’ultimo film. Marcus Burnett è vicino alla pensione, mentre il più giovane e dinamico Mike Lowry non vuole mai smettere, ma non trova la sua strada, sembra un eterno ragazzino. I due dovranno fare un altro sforzo e con l’aiuto di giovani cadetti hi-tech dovranno capire chi vuole uccidere Mike.

Una trama che convince abbastanza, forse perché da film del genere non ti aspetti molto, ti aspetti più qualche battuta e scene di azione fatte bene, con Mike e Marcus al centro di tutto, con i loro litigi, il loro modo di essere diversi e la loro voglia di fare il loro lavoro da veri “Bad Boys”. L’età avanza e viene sottolineato quasi in ogni scena, anche se il finale fa presupporre che non finisce qui.

La regia non è affatto male, la mano di Michael Bay si vede praticamente per tutto il film anche se lui non è il regista, appare pure come cameo in una scena del matrimonio e gli viene tributata la sua inquadratura più famosa. Il film è costellato di piccole citazioni alle precedenti pellicole di successo, il bello di Bad Boys è che è simile ad un sacco di altri film, ma allo stesso tempo è unico, forse grazie proprio al suo stile un po’ alla “Arma Letale” ma molto più tamarro se così si può definire.

Strettamente collegato alla città in cui è ambientato Miami, con Mike Lowry che ne rappresenta l’essenza festaiola, con questi figli di papà che passano la vita a divertirsi in una delle città costiere più belle e dinamiche del mondo. Invece Marcus Burnett rappresenta il padre di famiglia che aspetta la pensione e non vede l’ora di godersi il sole della florida. Una location perfetta per questo tipo di film, con un forte legame anche con il narcotraffico e il Messico.

Bad Boys for life riesce a mantenere lo stile e le caratteristiche dei primi due film, non ha troppe complicazioni o pretese, è quello che è, un film poliziesco d’azione molto piacevole dove ci si aspettano spari ed esplosioni e qualche inseguimento in auto. Un sequel che c’è l’ha fatta, ma che come sempre si porta dietro qualche difetto, la nuova squadra non mi ha per nulla convinto, personaggi stupidi, inutili e davvero mal caratterizzati. Un film che però merita di essere visto.

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DOCTOR SLEEP: UN TRIBUTO A SHINNING

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Doctor Sleep è un film del 2019 scritto, diretto e montato da Mike Flannagan e si tratta del sequel del film cult di Kubrick, Shinning del 1980.

Doctor Sleep si presenta come un film horror dai toni tenui, non troppa violenza e orrore quanta una leggera soglia di tensione ben orchestrata da Flannagan che riesce sempre a creare dei progetti interessanti. La storia segue le vicende di Danny Torrance il bambino di Shinning che ormai adulto lotta con i suoi poteri psichici (luccicanza) e ha gravi problemi di alcolismo.

Questo film ci porta fuori dall’Overlook hotel e ci mostra molto più ampiamente i poteri della luccicanza, i suoi misteri e strane sette che uccido per mantenere i loro poteri e vivere per sempre. Sicuramente ha molto meno fascino di Shinning, ma riesce tributarlo molto bene riproducendo alcune scene storiche del film. Belli alcuni riferimenti e bella la gestione dei personaggi. Una storia abbastanza complicata che all’inizio risulta misteriosa ma che man mano prende forma e si spiega tutto.

La regia mi ha molto affascinato, mentre il film nel complesso lo percepito un po’ debole non del tutto convincente, non riesce a coinvolgerti del tutto e l’unica cosa che davvero lo sorregge e che è il sequel di Shinning e che fa riferimento ad esso, in pratica tutta la storia funzione per il fascino del film del 1980. Ha sicuramente i suoi pregi, già citati in precedenza ma anche nei propri protagonisti come Ewan Mcgregor che interpreta Danny, non si vede la giusta convinzione e sembrano un po’ fuori posto, quasi schiacciati dall’interpretazione magistrale di Jack Nicolson in Shinning.

Questo film usa il suo predecessore come stampella, come salvezza, ma è al tempo stesso la sua condanna perché non riesce ad avere un’identità propria, anche perché la storia di partenza è molto più debole, tanto che la “luccicanza” nei nostri occhi pian piano svanisce.

Consiglio di vederlo per gli amanti del genere e gli amanti di Shinning, Mike Flannagan è davvero un maestro e lo sta dimostrando sempre di più, mi piace il suo stile e la sua visione del genere horror, fatto di profondità, tensione e con la giusta dose di violenza.