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OPERATION FORTUNE: AZIONE E DIVERTIMENTO

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Operation Fortune è un film del 2023 diretto da Guy Ritchie con protagonisti Jason Statham, Audrey Plaza, Hugh Grant e Josh Hartnett. Un film d’azione in pieno stile del suo regista, tra spionaggio, armi e missioni segrete.

Operation Fortune segue le vicende di alcuni agenti segreti Inglesi che devono fermare il commercio di una misteriosa arma segreta, non conoscono il contenuto, ma ben presto conoscono che si occupa dell’affare e per completare la missione, assumono una star di Hollywood per intrepretare sé stesso.

Come sempre Guy Ritchie scrive degli ottimi personaggi, con caratteri specifici che tengono un po’ in piedi tutta la storia, spesso i “cattivi” sono molto espansivi e particolari e Hugh Grant si trova a perfezione in questo ruolo, con una interpretazione davvero di ottimo livello. Statham è sempre lo stesso, ma non c’è personaggio migliore per questo genere di film. Un film che ricorda molto il passato del suo regista, con spezzoni e pellicole già viste, forse uno dei suoi difetti, è proprio la similitudine.

Questo film ha un ritmo elevato e una bella ironia, non annoia mai e la storia pur se piena di cliché dele genere, riesce ad avere un finale un po’ diverso dal solito, ovviamente i protagonisti sono molto abili e praticamente imbattibili e non hanno molti problemi a concludere la missione. Nonostante ci sia un po’ di violenza è molto mitigata dall’ironia presente nel film. Le location sono affascinanti e il finale ha un certo livello anche nei propri dialoghi con una scena molto scenografica e iconica.

Una regia, più pulita e meno artistica del solito e con delle musiche meno incisive rispetto alle sue precedenti pellicole, però anche in questo caso Ritchie non sbaglia il colpo e regala un prodotto davvero molto piacevole, moderno e adatto un po’ a tutti. Lasciandoci senza impegno, con ottimi personaggi e con anche qualche risata che non guasta mai.

Operation fortune è un film piacevolmente riuscito, io sono un po’ di parte perché apprezzo molto questo regista e autore, però è davvero un buon film. Ovvio niente di eccezionale o da oscar sia chiaro, ma nel panorama dei prodotti in streaming si difende davvero bene.

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TERMINAL LIST: UNA SERIE D’AZIONE, DOVE LA VENDETTA E LA GIUSTIZIA PERSONALE, SONO TUTTO

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Terminal list è una serie del 2022 distribuita da Amazon Prime video, tratta dall’omonima opera di Jack Carr. Ha come protagonista Chris Pratt nei panni di un Navy Seal tradito che ha sete di vendetta.

La trama di Terminal list non convince del tutto, è in perfetto stile Tom Clancy, con sparatorie, soldati e spionaggio internazionale, ma in questo caso tutto risulta un po’ troppo debole e non del tutto convinvcente. Un soldato americano è l’unico superstite di una missione in Siria, da subito lui capisce che si è trattato di una trappola e tornato a casa gli viene uccisa la sua famiglia e lui si salva per un pelo dai suoi assassini. Da li parte una ricerca ossessionata contro i mandanti degli omicidi, che sembrano essere sempre più potenti, sparsi un po’ ovunque nelle gerarchie di potere.

Il colpo di scena finale non aiuta la trama, che anzi la rende prevedibile e davvero troppo forzata, con il clichè di lasciare il protagonista solo contro tutti, una macchina da guerra implacabile, il miglior soldato del mondo che nessuno può fermare. Classico di questo genere, ma che se si vuole dare un po’ un senso di realismo, si perde un po’ tutto il senso della serie, che diventa banale e forzata.

Dal lato visivo, davvero molto ben fatta, bella la regia (Antonie Fuqua) e la forografia, scene d’azione gestite alla perfezione e il livello di recitazione è molto buono, anche Chris Pratt mi è piaicuto molto, perfettamente a suo agio nel suo ruolo. Non ho apprezzato i flashback e le visioni costanti del protgonista, tutta confusione di cui non si a bisgono e che a volte quasi fa innervosire, perchè interrompe la scena e la rende davvero confusa.

Nel complesso una buonissima serie d’azione e spionaggio, perfetta nel suo genere, bella da vedere senza troppe pretese, un po’ prevedibile e con colpi di scena un po’ annunciati e deboli, ma vale la pena di essere guardata.

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THE KING’S MAN – LE ORIGINI: LA STORIA CONTINUA CON IL PROPRIO PASSATO

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The King’s Man – le origini è il terzo capitolo della saga targata Matthew Vaugh, un film del 2022 diretto e scritto dallo stesso Vaugh, questa pellicola è il prequel del primo film King’s man secret service.

Questo film ci mostra le origini dell’agenzia segreta nascosta dietro ad un famoso negozio di vestiti eleganti di Londra, servizi segreti con alta tecnologia e potenza economica che lavorano al di sopra delle nazioni e delle leggi. A differenza dei primi due capitoli che hanno reso famoso Taron Egerton, questo film si sofferma di più sull’origine della King’s man, con un cast un po’ più vario e più complesso.

Il film cambia leggermente i toni rispetto ai primi due capitoli, più impostato, mano assurdo e dalla trama forse più completa e sicuramente più storica, un falso storico davvero ben congeniato e divertente con personaggi realmente esistiti rivisti in una chiave più assurda e paradossale. King’s man è anche questo, una versione del mondo reale vista in ottica un po’ più grottesca ai limiti del trash, con il fascino dell’eleganza dei gentlemen.

Questa pellicola ha un po’ il difetto di far fatica a trovare una direzione, discosta molto dai film precedenti, ma così facendo si perde un po’ tanto da non sembrare il prequel di qualcosa, ma un film a sé stante con una sua storia e dinamica a parte. Ha molti pregi, tra cui una buona sceneggiatura che non annoia mai, facile da seguire e con qualche colpo di scena perfettamente ideato.

I personaggi li ho trovati un po’ più deboli e meno convincenti di quelli presenti nei primi capitoli, anche i protagonisti non sono riusciti a raggiungere i livelli di Colin Firth nel primo film. Non scritti benissimo e che si perdono un po’ durante lo scorrere della storia.

Mi aspettavo di più da questo film, ma sembra non decollare mai e non raggiungere mai il livello di follia e azione del primo capitolo, non so se conviene portare avanti questo progetto, che sicuramente con questo film sta cercando di rilanciarsi in una nuova forma, più storica e composta.

Nel complesso lo consiglio a tutti, anche chi non ha visto i primi due film, questa è comunque una pellicola ben fatta, divertente e con molta azione, un po’ più debole, ma comunque di ottimo livello, due ore molto piacevoli.

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ALLIED: L’AMORE TRA SPIE AL TEMPO DELLA GUERRA

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Allied è un film del 2016 diretto da Robert Zemeckis. La trama scritta da Steven Knight prende spunto da una storia che aveva sentito da giovane, tramite un parente di quella che ai tempi era la sua ragazza.

Allied mette al centro non solo lo spionaggio, ma soprattutto la difficoltà dell’amore al tempo della seconda guerra mondiale, ancor più difficile e complesso se questo amore nasce tra due spie, di nazionalità differenti e con il proprio passato nascosto nell’ombra.

Brad Pitt interpreta Max Vatan agente segreto Canadese che lavoro per il Regno Unito, mentre Marion Cotillard interpreta una giovane spia francese Marianne Beausejour. I due si conoscono in Marocco, per una missione molto importante, tra i due nasce subito un forte legame dettato dal proprio lavoro. Entrambi sono affascinanti e abili, molto preparati e devono fare finta di essere una coppia sposata da anni. Finita la missione tra i due non sembra finire l’amore, anzi cresce sempre di più, ma una spia, non smette mai di essere una spia.

Il film ci mostra molto bene aspetti della seconda guerra mondiale, non spesso trattati, per lo spionaggio di punta alla guerra fredda, invece questo film lo fa in modo particolari, mostrandoci una Casablanca invasa da Tedeschi e ricchi Francesi. Ci mostra la difficoltà di una Londra martoriata dai bombardamenti. Allied è molto realistico, mai sopra le righe, non annoia anche se non ha un forte ritmo. Ottimi i dialoghi e i personaggi principali scritti davvero molto bene, ottima anche la sceneggiatura, composta davvero bene e con il giusto livello di suspense.

Non ci viene mostrata tanta violenza, ma la difficoltà di vivere in certe situazioni, con bombe che piovono dal cielo da un momento all’altro, ci fa vedere che l’amore va oltre ogni cosa, ma che allo stesso tempo era un periodo in cui non potevi fidarti di nessuno. Bello il finale, idoneo alla trama, molto forte e d’impatto.

Il film mi è piaciuto per un punto di vista diverso all’interno di un tema storico utilizzato mille volte nel cinema, come la seconda guerra mondiale. è tutto di ottimo livello e lo si percepisce, un bel film che riesce a non annoiare nonostante alcune parti un po’ deboli e lente. Raccontato bene e recitato con molta convinzione. Unico difetto forse, i colpi di scena un po’ troppo prevedibili e annunciati. Bellissima però la tensione e il livello di suspense che il film riesce a mantenere per tutta la sua durata.

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THE ACCOUNTANT: TRA AZIONE E CONTABILITA’

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The Accountant è un film del 2016 diretto da Gavin O’Connor con protagonista Ben Affleck. Il film è stato scritto da Bill Dubuque, interessante il fatto che sia un contenuto completamente originale non tratto da un soggetto completo come ad esempio un libro.

Il lato positivo e centrale del film è la scrittura del personaggio principale interpretato proprio da Ben Affleck. Christian Wolff è un ragazzo autistico, cresciuto da un padre militare e severo, che cerca di proteggerlo dal mondo esterno, creando così un assassino eccezionale, Chris però ama la tranquillità dei numeri, il loro ordine e sa che non verrà mai tradito dalla matematica così diventa un contabile, ma non un qualsiasi. Collabora con le più grandi organizzazioni criminali, per la loro revisione dei conti, dove gira un sacco di nero ed è facile perdere soldi o che qualcuno voglia rubarli in bella vista. Il personaggio principale è davvero ben scritto con molte sfumature, ha la sua etica, il suo ingegno, una calma a volte inverosimile, una sua visione del mondo ben precisa che ci viene mostrata durante il film. Anche Ben Affleck in questo ruolo è stato perfetto, la sua faccia da “tonto” un po’ persa nel suo mondo si adatta perfettamente ad un personaggio serio e composto.

Il film si presenta bene con la giusta dose di azione e con scontri a fuoco elaborati davvero bene, un po’ confusionarie le scene più affollate e di lotta e la trama risulta un po’ complessa a tratti, troppi salti temporali non meglio specificati e tentativi di colpi di scena un po’ forzati. Il passato di Christian è un po’ confuso e la linea temporale non si capisce del tutto. Un po’ isolata e timida Anna Kendrick che mi è parsa un po’ fuori contesto e mai totalmente nel personaggio.

Per essere un contenuto totalmente originale mi è piaciuto molto, a tratti sembra quasi un thriller di spionaggio, a tratti quasi un film sul talento matematico di un contabile e in altri casi ci mette anche un pizzico di ironia, tanto che una delle uccisioni sembra quasi una parodia di questo genere di film.

Un film che mi ha stupito piacevolmente, bello da vedere, con un buon ritmo e che non annoia, un ottimo Ben Affleck e nel complesso scritto e diretto bene, un contenuto originale ben fatto e che da respiro un po’ ad un cinema pieno di reboot e soggetti già completi.

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22 MILE: UN FILM FORSE UN PO’ TROPPO CAOTICO

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Mile 22 è un film del 2018 diretto da Peter Berg con protagonista Mark Wahlberg. Un film d’azione che vede la coppia Berg e Wahlberg di nuovo insieme, ma che a mio parere sembra avere funzionato meno del solito, con un trama un po’ confusionaria e un montaggio caotico e troppo frettoloso.

Due maestri dell’azione come Berg e Wahlberg, ormai sempre perfettamente collocati in questo genere, ma che qui in 22 Mile non mi hanno convinto, ne Berg alla regia nel il caro buon vecchio Mark come attore protagonista, non tanto per demeriti tanto quanto per il suo personaggio scritto davvero troppo male. Non sono riuscito mai a definirlo e a capirlo fino in fondo, scelte troppo forzate e il tentativo di creare un personaggio per una saga di azione secondo me è completamente fallito. Il suo carattere sembra non influire con la trama che rimane sempre molto confusionaria e senza molto senso, l’azione non basta e rende il film estremamente caotico e difficile da comprendere.

Anche le scene di azione mi hanno deluse, a tratti non si capiva cosa stesse accadendo e la regia da questo lato è stata proprio deludente, i combattimenti risultano davvero troppo confusionari e non ti fanno mai capire come stanno andando realmente le cose. Un film che vuole essere tutto ma alla fine non è nulla, ne spionaggio ne guerra e nemmeno poliziesco.

Non si capisce bene il collocamento dei personaggi, la linea temporale, i loro rapporti personali, nulla, scritto molto male in tutti i suoi aspetti, riesce solo a salvarsi per l’aspetto visivo e qualche sparatoria un po’ più esaltante, il ritmo comunque e buono, sempre di alto livello, veloce e scorrevole, non ci sono momenti lenti significativi, l’azione comunque è la protagonista.

Non mi è dispiaciuto il personaggio di John Malkovich, peccato sia stato poco approfondito, sembrava quello meglio caratterizzato e interessante, mentre gli altri non mi hanno conquistato per nulla, anzi, mi sembrano davvero contorti, poco approfonditi e a tratti davvero inutili ai fini della trama, anche lo stesso Wahlberg mi è sembrato un po’ perso non sapendo bene che fare di quella caratterizzazione, a parte una strana forma di iperaggressiva il suo personaggio non aveva nulla.

Nel complesso un film che mi ha deluso in molti suoi aspetti, deluso soprattutto perchè di solito i film diretti da Berg mi sono sempre piaciuti e parchè in coppia con Wahlberg funziona sempre, invece in questo film ho trovato troppi difetti ed è davvero troppo caotico, rovinando quel poco di buono che c’era, peccato.

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CELEBRITY HUNTED: QUANDO LA NOVITA’ NON BASTA

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Anche quest’anno mi sono imbattuto in questo format di Amazon prime video, un misto tra reality e serie tv, una novità che difficilmente però riesce a farti capire il fine e il senso di ciò che stai guardando.

Ci sono dei VIP che devono scappare da dei “Cacciatori”, in giro per l’Italia per quattordici giorni senza farsi prendere, tipo acchiapparella, i Cacciatori hanno a loro disposizioni le tecnologie e in mezzi della polizia e dell’intelligence, tracciamento dei conti bancari, cellulari ecc.

Il format è sicuramente una novità, ma il suo sviluppo, sia nella prima che nella seconda stagione lascia più di qualche dubbio, perchè effettivamente tutto ciò che si va a vedere sembra non avere senso. Non si capisce quanto sia reale e quanto sceneggiato, non si capisce la dinamica reale del personaggi e non si capisce il fine di tutto ciò, sembra una esercitazione per un film d’azione. A livello di regia ci sono degli elementi davvero ottimi, anche la scenografia merita un elogio, tutto è ben congeniato per cercare di dare adrenalina, e devo dire che un po’ di suspense riesce a crearla, ma di per se nulla di più, qualche piccola risata ogni tanto e basta. Sia la prima che la seconda stagione sono troppo condizionate dal “nonsense” di ciò che accade all’interno della serie, che a tratti non è neanche ben recitata, un po’ impacciati i VIP che nemmeno loro sanno cosa stanno facendo.

Merita visivamente, per la gestione delle scene un po’ più movimentate e per alcuni attimi ben elaborati anche a livello di situazioni di fuga, la prima stagione soprattutto. La seconda è ancora più debole, i protagonisti meno convinti e senza voglia e le altre persone coinvolte sembrano un po’ perse e confuse.

Nel complesso Celebrity hunted è una cosa nuova, a tratti innovativa ma che non va oltre a questo, una serie piatta e senza senso, non so se consigliarla perchè sembra più una scuola di regia che altro. Sinceramente non lo so, forse rimane curiosa se si è interessati ai VIP presenti nel programma, che sono comunque sempre molto famosi, rispetto a altri reality anche se questa si presenta di più come serie.

Difficile da definire, da delineare e da recensire, Celebrity hunted è questo, una buon idea che non basta.