Recensione nel tempo di un caffè

Ambulance è un film del 2022 diretto da Michael Bay. Questo film è un remake di un omonimo film danese del 2005 e vede come protagonisti Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II e Eliza Gonzales.
Un film in perfetto stile Michael Bay, che si può definire come un suo pezzo o una parte di lui, ci sono tutte le inquadrature che lo hanno reso iconico, quel distinto elogio alla bandiera americana e personaggi “pompati” da situazioni al limite e un’azione incessante contornata da qualche esplosione ad effetto.
La trama è abbastanza semplice e si concentra per lo più su tre personaggi, un ex Soldato che si affida ad un suo vecchio amico per risolvere i suoi problemi economici e salvare la moglie da una grave malattia. La rapina non va bene e parte un lungo inseguimento con i due rapinatori su un’ambulanza con all’interno un poliziotto in fin di vita e un’infermiera di primo soccorso molto determinata e coraggiosa. I due rapinatori, unici sopravvissuti del gruppo della rapina, non vogliono che il poliziotto muoia, soprattutto l’ex soldato che fa di tutto per salvarlo. La differenza di carattere e ambizioni dei due vecchi amici e “fratelli” porterà per le lunghe l’inseguimento per la città di Los Angeles con conseguenza letali.
Un ritmo davvero frenetico, inquadrature iconiche e tipiche del regista, rendono il film molto interessante e la trama si presta molto a questo genere di film. Spettacolare in alcune sue scene, non mancano esplosioni, tensioni e atti eroici, non c’è un vero e proprio cattivo, ma più una sorta di follia e disperazione. Quando non si ha più nulla da perdere, l’unica cosa che si può perdere e il controllo su noi stessi. La recitazione è buon a volte un po’ grossolana e sorretta principalmente dal talento di Jake Gyllenhaal. Il film non è mai noioso e trova sempre nuovi spunti e azione per alzare il livello di tensione. Coinvolgente e ben girato, rispecchia il talento di Bay che viene forse sempre troppo criticato, ma che qui dimostra il suo talento nel gestire l’azione.
Per molti versi in alcune sue dinamiche ricorda un po’ un film anni novanta, ma con la qualità visiva del presente, l’enfatizzazione americana è sempre presente forse a volte fin troppo, ma nel finale il film è anche un bellissimo elogio a medici e infermieri che ogni giorno ci salvano la vita nelle situazioni più estremo, una piccola denuncia al sistema sanitario americano che abbandona anche i suoi soldati e le loro famiglie.
Si può dire tanto di Michael Bay, ma ha sicuramente la capacità di tenerti attacato allo schermo, che sia per eloggiarlo e per criticarlo i suoi film in fondo sono sempre piacevoli, veloci e dinamici, una visione grottesca del cinema e del mondo americano che funziona sempre.