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THE LAST OF US: RECENSIONE QUARTO EPISODIO, SI STRINGE IL RAPPORTO

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The Last of Us è arrivato al suo quarto episodio, ritorna una forte impronta videoludica e il rapporto tra i due protagonisti Ellie e Joel cresce sempre di più.

La trama inizia a fare in modo che lo spettatore si affezioni ai due personaggi principali, il loro rapporto cresce e sembra di vedere una famiglia, un padre con sua figlia in un mondo davvero terribile. Ellie è più sveglia di quello che sembra e Joel inizia a rendersi conto di cosa ha dovuto passare quella bambina. Per la prima volta vediamo uno scontro con i banditi, organizzati e con un loro leader, simbolo che il nemico non sono solo gli infatti ma gli umani stessi.

Un episodio che serve anche un po’ a scavare nel passato dei personaggi grazie a dei dialoghi davvero ben scritti e mai banali. Una bella trama che prosegue in modo lineare e chiaro e che ci permette a poco a poco di capire di più questo mondo, sconosciuto agli occhi dei non videogiocatori.

La somiglianza con il videogioco torna nitida, c’è anche qualche battuta praticamente uguale e alcune scene sembrano davvero uscite dal videogioco anche per le azioni che compiono e iniziano a diventare l’uno dipendente dall’altro, per la prima volta vediamo Joel sinceramente sorridere e divertirsi alle battute di Ellie trovate in un libro.

In questa breve recensione viene ripetuto diverse volte il nome di Ellie e Joel, proprio per far capire che sono parte della centralità della trama, in questo episodio sono loro gli assoluti protagonisti, il loro rapporto e le loro emozioni. Grazie ad un’ottima scrittura questa serie rimane di altissimo livello e qualità, ottima in ogni sua dinamica.

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HELLHOLE: LA PORTA DELL’INFERNO

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HellHole è un film polacco del 2022, un horror ambientato in un monastero dai mille misteri e sparizioni.

Un detective si finge un prete pellegrino per entrare nel monastero e indagare sulla sparizione di diverse ragazze, fin da subito si rende conto che in quel monastero di frati, nulla è come sempre e ci sono molti inganni e misteri. Il cibo stesso che viene servito a pranzo è disgustoso, una zuppa putrida che tutti faticano a mangiare, le ragazze subiscono un esorcismo, ma anche in quel caso non tutto sembra tornare.

Un horror abbastanza classico che non punta sullo spavento, quanto più sull’orrore e il disgusto su ciò che accade. Il film funziona bene soprattutto nella prima parte, si perde un po’ troppo nel finale perdendo un po’ tutti i punti di forza visti in precedenza. Un bel mistero da risolvere, gli inganni e il disgusto, tutto funziona alla perfezione e sia la fotografia che i dialoghi funzionano e anche bene. Nel finale si vuole fare un passo un po’ troppo lungo, si vedono i difetti e la storia vacilla, con una fine davvero scarna e forse fin troppo esagerata.

Non fa molta paura ma certamente l’ambientazione ha il suo perché, lo stile e apprezzabile, anche se si nota il low budget e la produzione non di altissimo livello. Grazie al doppiaggio la recitazione non sembra affatto male, le parti in latino danno anche il giusto tocco in più.

Nel complesso si può dire che sia un film che funziona dentro nei suoi limiti, e che appena esce da questi sbaglia e cade un po’ nel ridicolo, però apprezzabile il lavoro che c’è dietro, la trama ordinata e ben scritta e una sensazione di orrore sempre bene presente collocandosi perfettamente nel genere.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE EPISODIO 7

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Gli anelli del potere si avvia verso la sua conclusione, con uno dei suoi peggiori episodi. Ci viene mostrata un po’ tutta la situazione di tutti i personaggi, divisi, affaticati e molto in difficoltà. Gli unici vincitori in questo momento sono gli orchi.

La battaglia è passata, il vulcano è esploso e vediamo una Galadriel diversa dal solito, molto più pacata e buona. Ci sono molto errori di sceneggiatura che rendono il tutto un po’ stupido, scelte discutibili e senza senso. L’episodio è molto lento e non ci porta a nulla di nuovo, non ci da una direzione precisa e non sembra porci le basi per un finale clamoroso, tutto sembra molto calmo e piatto.

Le scelte discutibili sono molte e anche molto imprecise che rendono la trama a tratti quasi assurda. I personaggi principali sono tutti vivi e quelli in pericolo di vita sono storicamente personaggi che non possono morire in quel momento, quindi la suspense sta a zero.

Ci vengono mostrati un po’ di più i pelopiedi e il misterioso stregone che sembra essere sempre di più Gandalf, poi nuovi personaggi mistici, un po’ stregoni anche loro che mettono in difficoltà i futuri hobbit.

Un episodio che non ha portato a nulla e che ha messo le basi sulla prossima stagione più che sul finale stesso di questa. Si dividono molti personaggi e sembra che la situazione per la forgiatura degli anelli non si sblocchi ma che anzi si complica e si allunga. Visivamente sempre molto bello, ma con dialoghi davvero di basso livello e una trama troppo lenta e inconcludente che porta davvero poco al resto della serie.

L’unico dubbio che ancora ci rimane, è, chi sarà Sauron?

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE EPISODIO 6

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L’episodio 6 degli Anelli del potere è sicuramente più movimentato degli episodi precedenti e si focalizza sulle terre del sud. Forse l’episodio più bello e convincente fino ad ora, con molta azione e uno stile che ricorda molta Peter Jackson.

Sicuramente è l’episodio più convincente e mano noioso, visivamente e sempre ben fatto e anche la trama, a parte qualche scelta rivedibile è molto bella e accattivante, con un colpo di scena finale davvero degno di nota che ha conquistato un po’ tutti, anche i più critici. La battaglia non è certo a livello di quella dei film, ma ci mostra già uno scontro tra Orchi e Umani, con l’intervento finale dei Numeroani. In pratica l’episodio si concentra tutto su quello e su quel tipo di dinamica.

Galadriel continua la sua lenta evoluzione, senza però perdere la sua arroganza e imprudenza, il finale nello specifico che riguarda lei non mi è piaciuto e quella scena non ha senso. Arondir è forse un po’ troppo acrobatico ma nel complesso è il personaggio che fa più cose e ogni scena con lui risulta molto importante.

Pur essendo spesso notte, gli scontri sono molto chiari e la regia è davvero di ottimo livello, c’è anche un giusto livello di violenza e sangue che rende il tutto un po’ più realistico. Pessima la scelta dell’inganno sul finale, davvero troppo banale e inverosimile.

Un episodio che sicuramente alza l’asticella ancor di più, è che fa ben sperare per i due episodi finali, la curiosità di scoprire chi è veramente Sauron si fa sempre più importante.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE QUARTO EPISODIO

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Gli anelli del potere, la serie del momento, arriva al suo quarto episodio e quindi a metà del suo percorso narrativo della prima stagione. Il primo impatto è che ormai è palese che questa serie punta a completarsi nell’arco di più stagioni e che questa molto probabilmente sarà solo un’introduzione e potrebbe non succedere nulla di troppo eclatante e clamoroso. La speranza è che almeno una battaglia a stagione ci sia, visto il budget a disposizione.

Sinceramente a parte un lato visivo sempre molto spettacolare, non ho visto nulla di clamoroso in questo episodio, anzi le location si sono ristrette e semplificate, normalizzando il tutto, molti dialoghi, e molta lentezza. Più mistero del solito e le risposte che sono arrivate non sono del tutto soddisfacenti. I personaggi fanno fatica a trovare una vera e propria identità e alcuni, più ce li mostrano e meno ci convincono. Diverse trame che finalmente ci stanno dando una direzione e ci stanno facendo capire dove vuole andare la trama, per arrivarci però stanno facendo il giro del mondo con dialoghi che purtroppo a volte, non portano nulla. Un episodio al risparmio, con scene di lotta quasi tagliate e prevedibili.

Si potrebbe dire che è l’episodio delle alleanze, non ci svolte clamorose, però c’è unione tra i popoli contro un unico nemico, un nemico che a poco a poco si sta prendendo le terre del sud, rimanendo nell’ombra. Finalmente svelato il vero Villain della stagione, Oren il leader degli orchi, che vuole cambiare il mondo per renderlo un posto migliore. Un classico dei villain moderni che sono spinti sempre da grandi ideali di libertà e pace, ma che per farlo devono annientare tutti.

Galadriel continua la sua battaglia con sé stessa, arrogante e noiosa totalmente a sé in questo mondo, troppo moderna e distaccata dalla trama e dalle situazioni. Elrond continua la sua avventura diplomatica, con secondi fini non del tutto ancora chiari. Alcuni personaggi hanno avuto eventi e narrazioni non molto importanti ai fini della trama, e la principessa di Miriel sta prendendo importanza e consistenza. Per il resto un episodio abbastanza piatto, qualche indizio e appunto una direzione a livello narrativo, ma nulla di più.

Una serie che ha decisamente bisogno di una svolta con più carattere, più azione e più emozioni, siamo solo a metà, c’è tempo e sembra che tutto porterà ad una possibile grossa battaglia negli episodi finali di questa stagione. Le battaglie sono un classico del signore degli anelli, che questa serie non si può permettere di non fare.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE TERZO EPISODIO

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Ogni venerdì su Prime Video esce un nuovo episodio della serie del momento, il signore degli anelli – gli anelli del potere. I primi due episodi di esordio hanno completamente spaccato il pubblico in due, tanto che non si capisce quale sia il vero valore della serie guardando le recensioni.

Siamo tutti comunque d’accordo che visivamente è qualcosa di unico e spettacolare, in questo episodio ci viene mostrata Nùmenor città magnifica e raggiante di essere umani speciali che avevano legami profondi con gli elfi. La bellezza visiva è protagonista della scena, la cura dei dettagli, le armature, tutto molto spettacolare. I momenti di azione sono davvero ben fatti con duelli davvero spettacolari. Si inizia a capire meglio i personaggi e a capirne le loro caratteristiche, anche se serve una “bibbia” del signore degli anelli a portata di mano per capire bene la collocazione dei personaggi.

La serie è epica e tremendamente ben fatta, eppure non sembra convincere ancora del tutto, manca un vero nemico, e l’utilizzo di Sauron come solo una presenza maligna non funziona come nei film, c’è bisogno di una svolta, la serie deve iniziare a prendere un ritmo più deciso e incalzante e ciò non è ancora successo. Il mistero “dell’uomo” meteora non è ancora stato risolto e ho il presentimento chi ci vorrà ancora molto per sapere chi è realmente.

Un episodio che vede ancor più protagonista Galadriel, che mostra altri lati di sé, rimanendo sempre molto “nervosa” e ribelle. Facciamo la conoscenza di un personaggio importante come Elendil e il primo impatto è più che positivo. Sauron è arrivo e spero che arriverà presto, sicuramente, per adesso, la parte più interessante e movimentata e quella che riguarda Arondir, un po’ inaspettata in realtà, ma la sua parte di storia è la più bella di questi tre episodi, soprattutto nel terzo.

Una serie che ha sicuramente bisogno di uno spunto in più di una evoluzione più immediata e di impatto, ma che per adesso si sta muovendo nel complesso bene. Lato visivo pazzesco e una curiosità sempre attiva grazie alla vastità e bellezza dell’universo creato da Tolkien. Nulla è banale, tutto è curato e ben fatto, forse un po’ lento e i dialoghi un po’ spenti, ma per il resto davvero un ottimo episodio che potrebbe equilibrare il giudizio del pubblico.

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THE SANDMAN: RECENSIONE PRIMA STAGIONE

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The Sandman è una serie Netflix Creata da Neil Gaiman, David S. Goyer, Allan Heinberg, Basato sull’omonimo fumetto della DC Comics.

Questa è una di quelle serie tv che doveva uscire da anni ma non ha mai trovato spazio produttivo, nessuno che ne avesse il coraggio, ci sono già stati degli spin-off di questo universo narrativo, come il film Costatine, oppure la serie Lucifer. The Sandman parla di un mondo dove l’astratto diventa concreto e reale, un universo dove gli eterni sono le nostre credenze e in nostri miti. Così veniamo traspostati nel mondo di Morfeo il protettore del reame dei sogni, interpretato da un bravissimo Tom Sturridge. La trama della serie è come se fosse spezzettata in piccole storie che hanno come solo filo conduttore le avventure di Morfeo che si muove tra il mondo dei vivi e quello dei sogni. La storia parte con lui che viene imprigionato per 100 anni, e al suo ritorno nel reame nulla è più come prima e deve sistemare alcune cose. Deve anche recuperare alcuni amuleti che gli servono per il suo lavoro.

The Sandman ha dei ritmi lenti ma adeguati a tutta la situazione, la parlata di Morfeo è precisa, scandita e con un linguaggio forbito e colto. Non ha mai fretta, tanto da apparire distratto e ancora un po’ ingenuo, nonostante la sua vita eterna. Episodio dopo episodio c’è un’evoluzione del personaggio che ondeggia tra l’empatia e l’apatia più totale. All’interno del film ci sono concetti molto profondi, in un episodio c’è un confronto diretto con una della sua famiglia, sua sorella Morte (Kirby Howell-Baptiste). C’è un’ottima profondità, una delicatezza a raccontare un argomento molto tosto e fragile. Anche l’amicizia è ben risaltata in alcuni frangenti della serie.

Questa è un’ottima serie, visivamente una delle più belle di Netflix, e con una trama che convince dell’inizio alla fine, a parte qualche scelta un po’ inutile, in perfetto stile della piattaforma. Una serie molto dinamica con molti personaggi e interazioni, anche se con poca azione ti tiene facilmente incollato allo schermo. Ho visto modernità nel cast e in certe scene, ma di per sé, mi ha ricordato una serie con ritmi anni 90, più precisa e delicata in alcuni frangenti, poco rumorosa e sempre in movimento.

Ovviamente ci sarà sempre un blocco accanito di fan pronti a criticarla, però penso che sia davvero bella come serie tv, coinvolgente al punto giusto, piacevole da guardare e con personaggi che facilmente ti conquistano. Se devo fare un appunto sul cast, non mi è piaciuta la scelta di Lucifer. Volevo Tom Ellis, già protagonista della serie, invece hanno scelto Gwendoline Christie (Brienne del Trono di spade). Sono scelte forzate, che tolgono il clamore e la forza di alcune scene. Un altro difetto è che nel complesso Morfeo appare un po’ troppo stupido e perso, non dà mai la sensazione dei suoi veri poteri. Bello il finale che prospetta una seconda stagione davvero molto interessante.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE: RECENSIONE PRIMI DUE EPISODI

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Il signore degli anelli – gli anelli del potere è una serie di amazon prime video del 2022, che prende spunto dai libri di J.R. Tolkien e che ha come showrunner J.D. Payne e Patrick Mckay. Una delle serie più attese dell’anno che ha fatto il suo esordio il 2 settembre con i suoi primi due episodi.

Le pagine web, i blog e anche YouTube si stanno riempendo rapidamente della recensione di questa serie tanto attesa, una serie che coinvolge un gruppo di fan molto legati ai libri originali e hai primi film di Peter Jackson. Gli eventi della serie si svolgono migliaia di anni prima della storia più famosa del signore degli anelli. Nei primi episodi ci viene fatto un riassunto velocissimo del prima era, forse fin troppo veloce e poco approfondito, un po’ una delusione rispetto alle aspettative. Veniamo immersi nel mondo forse troppo velocemente e la prima parte, oltre ad un aspetto visivo molto particolare, non offre nulla di troppo emozionante e coinvolgente. Ci viene solo mostrata la voglia di vendetta di Galadriel, ma a primo impatto ci sembra un personaggio davvero troppo distante da quello visto nel film. Anche per chi non ha letto i libri ci sembra un personaggio staccato da quel mondo, forse troppo moderno nei modi e negli atteggiamenti, troppo diverso dagli altri elfi, eleganti e sinuosi sia nelle parole che nei movimenti.

Nei due primi episodi ci spostiamo lungo la terra di mezzo, da un lato all’altro e ci vengono introdotti diversi personaggi, nonostante tutto si mantiene un buon ordine e la trama è facile da seguire e in questo modo non risulta noiosa. I personaggi non sono del tutto caratterizzati e alcuni sono un po’ difficili da comprendere, ci sono tante comparse e questo può creare un po’ di confusione. Elrond invece sembra un personaggio più centrato, diplomatico e più simile a quello visto nei film.

Il lato più potente è evidente dei primi episodi, è sicuramente l’aspetto visivo sempre molto maestoso e molto bello, con una qualità di fotografia e scenografia elevatissime, quasi da farti dimenticare che è una serie su un canale streaming. La qualità è elevatissima e ci sono scene che mostrano l’elevato budget sia per la CGI che per le scene reali, con costumi e dettagli davvero ben studiati. Qualche spezzone di battaglia, qualche piccolo scontro, tutto davvero ben fatto anche a livello di regia, firmata tra l’altro da J.A. Bayona che in certe scene riesce a metterci un po’ il suo classico tocco horror.

Nel complesso dei primi due episodi ci si aspettava di più, bella visivamente, ma una trama un po’ troppo debole e non del tutto coinvolgente, il mondo e talmente ampio che è difficile trovare un personaggio cardine che piace un po’ a tutti. Alcune scene se pur molto belle sono solo scenografiche ma non portano molto ai fini della trama. Ci sono aspetti di debolezza anche nei dialoghi a volti troppo poetici e a volte davvero troppo banali. La minaccia è troppo lontana e poco concreta almeno per i primi episodi e l’assenza di un vero nemico e di un vero obiettivo rende il tutto un po’ poco inciso e coinvolgente. Si è vero sono due episodi introduttivi ma mi aspettavo qualcosa di più, una minaccia più evidente o almeno meglio raccontata. Penso che questi primi due episodi spaccheranno in due il giudizio, fan delusi sicuramente, quelli ci saranno sempre e poi un giudizio diviso tra aspetto visivo e trama. Una serie complessa, ampia e sicuramente di impatto ma che per questi due episodi, lascia lo spettatore un po’ perplesso, non sicuramente entusiasmato come vorrebbe e con la speranza di vedere qualcosa in più negli episodi successivi.

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MOONFALL: LA LEGGEREZZA DI DISTRUGGERE IL MONDO

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Moonfall è un film del 2022 diretto da Roland Emmerich. Un film di fantascienza, con protagonisti Patrick Wilson e Halle Berry.

La terra si ritrova in grave pericolo, la luna ha cambiato la propria rotta e sembrerà che in poco tempo l’impatto sarà inevitabile, il suo spostamento cambia fin da subito gli effetti della gravità sulla terra, causando enormi disastri e totale distruzione. La NASA però cerca in qualche modo di capire cosa sta succedendo e sembra che la luna non si stia muovendo in maniera autonoma. Questo darà forse una piccola speranza all’umanità.

Il film inzia come catastrofico, per poi trasformasi in un sci-fi esitenziale, sulle origini della vita e sulla teconologia e la sua evoluzione. Un film che non ha grosse pretese ma che a differenza di molti film di questo genere, prende tutto con leggerezza. La terra sta andando in mille pezzi, città rase al suolo, un disatro planetario, però i protagonisti sembrano abbastanza tranquilli. Nulla è accentuato, rimane tutto abbastanza calmo. Addirittura per salvare la terra partono solo in tre. Non c’è più nessuno disposto a farlo.

Moonfall ha uno stile di fondo molto tranquillo, che riesce ad alleggerire tutto ciò che succede, i personaggi hanno sempre delle reazioni controllate e posate, nonostante quello che sta succendendo. C’è moltisssima apatia in questo film. Tolta la parte prettamente umana e recitativa, il film si muove bene nella sua trama, particolare e nuova. Una storia che soddisfa abbastanza lo spettatore che sa che non si deve aspettare nulla di clamoroso.

Questo film ha tre protagonisti e non esce da questo, rendendo tutto più banale e semplice di quello che è, non c’è un presidente e altre nazioni vengono solo accennate, non sembra proprio stia finendo il mondo, anzi sembra che ci sia solo una piccola alluvione. Questo contrasto tra ciò che si vede nel film, quello che succede nel mondo e la reazione dei protagonisti, penalizza un po’ il film, redendolo sempre meno credibile a molto low budget.

Nel complesso però Moonfall è un film che si fa vedere, piacevole nella sua semplicità e senza troppe pretese, ciò lo rende guardabile senza stupirsi troppo della bassa qualità in alcuni momenti della CGI o di scena scritte di fretta e inconcludenti, lo si guarda per quello che è…Qualche spunto interessante nella storia c’è.