Recensione nel tempo di un caffè

Ocean’s eight è il sequel e spin-off al femminile, della famosa trilogia dell’heist movie Ocean’s, questo film è diretto da Gary Ross. Il titolo del mio articolo non riguarda solo la trama ma il film stesso.
Fin dal progetto di produzione che al cast, si capisce che l’obiettivo del film e fare soldi, e che non è importante di come esce il prodotto finale, tutto è creato appositamente per farsi pubblicità con scelta accurate in ogni particolare.
Partiamo dal fatto che la scelta che questo film sia un sequel al femminile, ci fa capire quanto abbiano voluto attirare l’attenzione, prendendo un film già conosciuto e facendone una nuova versione, in modo che sia più facile catturare il pubblico, poi prendi almeno quattro attrici di valore assoluto, ci aggiungi una popstar e hai già creato un film che farà molti incassi.
Il film nel complesso funziona, non è noioso e la l’idea generale è carina, perchè le protagoniste saranno coinvolte nell’evento più importante dell’anno il MET gala, dove dovranno rubare una grossa collana piena di diamanti.
Bello come sempre, in perfetto stile Ocean’s la spiegazione finale del colpo, con alcuni passaggi inaspettati e la vittoria del gruppo di ladre che diventano milionarie e tra cui nasce una bella amicizia, che però nel film non si percepisce.
Un film un po’ frettoloso, poco curato e buttato li senza troppa voglia di fare qualcosa di bello, alle attrici hanno tolto a tutte la sensualità e la provocazione, e hanno lasciato da parte anche il loro talento con personaggi che sono macchiette.
Sandra Bullock, Kate Blanchett e Helena Bonham Carter interpretano personaggi poco definiti e poco caratterizzati, pur essendo sempre molto brave, sembra quasi che in questo film siano strette in una camicia di forza, come tutto il film.
Non mi è piaciuta la regia a mio gusto personale, avrei voluto vedere più campi larghi e meno primi piani e vie di mezzo, soprattutto quando le ragazze arrivano al gala vengono sempre inquadrate quasi velocemente o tagliate, senza poter vedere la bellezza di Rihanna con un vestito da Gala., proprio lei che ne è stata protagonista nella vita reale.
Un peccato vedere film fatti solo per incassare soldi e intrappolati nel “politically correct” in tutti i loro passaggi, che sopprimono l’arte e il talento di tutti, intrappolando in “paletti” sia il regista che il fotografo, che tutto il gruppo di lavoro a partire dallo sceneggiatore.
Non capisco il senso di fare un film tutto al femminile se poi togli alle attrici la loro femminilità e la loro capacità e bravura, rendendole a tratti maschili e brusche e misandrie (donne che odiano gli uomini).
Sia la Bullock che Kate Blanchett, la stessa Rihanna e l’attrice Awkwafina hanno forti tratti e stili maschili, a cui non riesco a dare un senso, e per cui mi sembrano un po’ costrette nei loro personaggi non facendole del tutto esprimere il proprio talento, anche se evidente che la postar barbadiana e un po’ acerba nella recitazione.
Un nota positiva è Anne Hathaway, mi è piaciuta molto, secondo me ha recitato davvero bene ed era un po’ più a suo agio, in un ruolo che tra l’altro non l’avevo mai vista, quello della modella snob.
dispiace vedere film che sono fatti solo per fare soldi, forse con un seguito le cose potrebbero paradossalmente migliorare.