THE WITCHER: PRIME IMPRESSIONI SULLA TERZA STAGIONE

Recensione nel tempo di un caffè

Da poco è uscita la terza stagione di The Witcher, divisa in due volumi, con Henry Cavill per l’ultima volta nei panni di Geralt di Rivia, che verrà poi sostituito da Liam Hemsworth.

Uno dei prodotti di punta di Netflix, la serie fantasy per eccellenza della piattaforma e famosa trasposizione dei libri e dei videogiochi. The Witcher torna su Netflix, in una terza stagione fatta di combattimenti più elaborati e di un Geralt più umano, molto legato a Cirilla.

Una delle cose difficili della serie è ricordarsi tutti i personaggi, quindi prima di iniziare la terza stagione sarebbe un bene cercare qualche veloce riassunto della storia, magari preso da YouTube. Ciri cresce molto ogni stagione e questo non fa altro che creare confusione nella linea temporale e mettere ancor di più in difficoltà lo spettatore che viene bombardato di nomi e luoghi di cui non ricorda quasi nulla.

La serie e visivamente in crescita, la CGI è sempre in miglioramento e i duelli sono belli ed elaborati già dal primo episodio di questa stagione. Cavill ormai è un Witcher e sarà davvero difficile toglierli questo ruolo, bello anche l’amore e odio verso Yennefer, ben recitato e facile da percepire.

La crescita del personaggio di Ciri è molto interessante, sembra davvero un videogioco a tratti, in questa stagione più delle prime due, con dialoghi e inquadrature molto videoludiche.

Il primo impatto sulla serie, pur essendo positivo, da sempre una sensazione di mancanza, come se la serie avesse un grande potenziale inespresso. il vero punto di forza è e rimane Henry Cavill e il suo personaggio, quello veramente collocato dentro alla storia, altri personaggi sono deboli non sembrano parte di quello mondo, ma quello che sono, attori.

Un fantasy ha sempre bisogno di catturare lo spettatore e di fargli dimenticare che sta guardando un film, l’esempio principe di questa caratteristica è sicuramente la trilogia del signore degli anelli. A The Witcher gli manca un po’ questo fascino e a tratti sembra una rappresentazione teatrale in una fiera comics, come per il trailer di One piece.

Netflix, a parte con un prodotto che ha sospeso per questione di costi (Mindhunter), non riesce mai a fare quel salto di qualità e si percepisce sempre troppo la sua impronta ovattata da teen drama, sia nella fotografia che in alcune situazioni e dialoghi. Un vero peccato perché The Witcher sta migliorando a poco a poco, i duelli sono di alto livello e bastava forse un azzardo più e per una volta essere più canonici proprio come voleva l’attore principale, cacciato anche per questi motivi.

Anche questa prima parte della stagione sembra un po’ rilassarsi sulla potenza del soggetto, un fantasy davvero di altissimo livello, che nella serie viene espresso solo in minima parte, lasciando un po’ di amaro in bocca.

Nel complesso però se paragonata ad altre serie e non al suo soggetto da cui è tratta, The Witcher a mio parere rimane comunque una serie piacevole e di ottimo livello, una di quelle che appena esce a catalogo la guardi con piacere e con cui è bello confrontarsi e se un film o una serie crea dialogo e confronto, vuol dire che ha fatto bene il suo lavoro.

Lascia un commento