QUATTRO CHIACCHIERE: Due dei registi più amati degli ultimi anni, ritmo alto, deciso, azione e divertimento, è forse questo il modo giusto di fare cinema oggi?
James Gunn è un Americano nato nel 1966, fa un po’ di tutto, anche il musicista arte fondamentale nei suoi film, mentre Guy Ritchie è un Britannico nato nel 1998, meno poliedrico ma anche lui autore dei film che dirige.
Ovviamente hanno stile differenti ma certi versi anche molto simili, sembra infatti che entrambi abbiamo capito come fare film che stiano a passo con i tempi, in mondo dalla soglia di attenzione bassissima e in cui la profondità deve passare in secondo piano, facendo una scrittura dei personaggi dettagliata e caratteristica.
Entrambi lasciano il loro segno distinto sulle proprie opere, la loro regia si vede e hanno muno stile ben preciso, ritmo alto, ironia, azione e una musica che spesso da ritmo alle cose. Personaggi particolari, con molte sfumature, anch’essi quasi delle caricature del mondo reale, con un mix vincente di divertimento e violenza caotica.
Entrambi sono condizionati dal mondo da cui vengono, quindi un Gunn più Americano, con un’ispirazione quasi da Michael Bay e a volte da Tarantino e invece un Ritchie, più inglese e composto con una ispirazione a James Bond o da Holligans, sia il film che la realtà stessa. James Gunn tratta di supereroi di storia assurde e fantasiose dai colori psichedelici e da scenografie davvero emozionanti, mentre Guy Ritchie tratta spesso di gangster, criminali o di spie e missioni segrete, anche lui come il collega, non dimentica di metterci un tocco di colore, con una cura al dettaglio molto particolare.
Ovviamente non si può dire con certezza che sia il modo giusto di fare cinema, anche perché in realtà non c’è un modo giusto per farlo, ma entrambi hanno sicuramente trovato il modo giusto per intrattenere il pubblico moderno. Un pubblico spesso complicato e pretenzioso. Sono dei registi anche tanto discussi, spesso troppo esaltati, altre volte troppo denigrati, eppure bene o male non sbagliano un colpo.
James Gunn è sicuramente più famoso e cinematografico, mentre Guy Ritchie ormai e più per lo streaming, con i suoi prodotti che ci arrivano in Italia sulle piattaforme streaming, anche qui un mistero, perché anche Ritchie ha fatto cose più commerciali come Sherlock Holmes, King Arthure Aladdin, eppure con gli ultimi film, almeno qui in Italia, passa solo praticamente online, sminuendo un po’ il suo lavoro.
Il loro segreto e punto principale è il ritmo elevato con cui è difficile annoiarsi, in più c’è sempre una piacevole e divertente ironia nei loro film, non mancano le battute e personaggi alquanto assurdi e particolari. Sono maestri nel rendere i film una splendida playlist musicale, con scene d’azione davvero ben congeniate.
Il cinema è arte e loro la fanno bene e in modo sicuramente moderno stando perfettamente a passo con i tempi, ultimamente ogni film che esce ha degli spunti interessanti e risulta essere piacevole e coinvolgente. Gunn ha espresso tutto e stesso in Suicide Squad e ha concluso alla perfezione Guardiani della Galassia. Ritchie ha raggiunto il mix perfetto con The Gentlemene creato altri prodotti interessanti come Operation Fortune e Wrath of a Man, in attesa di poter vedere The Covenant.
Sono due registi che ammiro e apprezzo molto, ma prima di tutto sono autori di altissimo livello, che anche con un soggetto tra le mani, riescono a creare dei prodotti che sembrano davvero originali e nuovi. Se vi state annoiando, guardatevi uno dei loro film.
QUATTRO CHIACCHIERE: Warner Bros. fa le cose in grande e apre un nuovo canale streaming nato dalla fusione di HBO e Discovery +.
Warner Bros. vuole fare concorrenza alle grandi piattaforme streaming e dopo HBO Max lo sostituisce con un nuovo canale che include anche i prodotti Discovery, diventando così MAX.
HBO è da sempre uno dei network che crea i migliori prodotti televisivi in America, serie che sono rimaste nella storia per la loro qualità e che ultimamente non sembra perdere il proprio tocco, ma che anzi viene rafforzato e giustificato da prodotti del livello di The Last Of Us e House Of The Dragon.
Questa notizia non è affatto positiva per gli altri canali streaming, anche perché le serie create da HBO hanno sempre avuto un ottimo budget di partenza e non mi stupirei che sarebbero in grado di “rubare” prodotti da Netflix che non possono essere più portati avanti per i costi e la propria filosofia, vedi Mindhunter. Cosi ci ritroviamo davanti ad un nuovo canale streaming che promette davvero cose interessanti. Partendo con il botto e con l’annuncio di cui tutti parlano che a livello pubblicitario suono come l’annuncio di Prime Video della produzione della serie de Il signore degli anelli.
Max annuncia che produrrà una Serie su Harry Potter che riprodurrà fedelmente i libri e che quindi sarà un reboot dei film che hanno avuto un successo mondiale. Un annuncio che a livello pubblicitario è una bomba e che attira a tutti gli effetti l’attenzione su questo canale, che avrà con sé prodotti come le seconde stagioni delle serie citate prima, altri possibili spin off del trono di spade, la nuova stagione di True Detective e questo solo grattando un po’ sulla superficie.
Tra gli altri annunci interessanti svelati fino adesso, c’è quello che riguarda una serie tratta dalla saga Horror The Conjuring e che potrebbe portare a raccontare nuove storie sulla famiglia Warren, anch’esso un prodotto di punta del suo genere e una serie che se curata da HBO e Peter Safran e James Wan potrebbe essere davvero interessante. Una serie che viene definito più come un drama che come un horror che molto probabilmente lascerà da parte paranormale per dare una testimonianza più veritiera ma comunque misteriosa di alcuni eventi che hanno coinvolto la coppia protagonista anche dei film, rendendo la serie quasi un thriller in cui linea tra pazzia e possessione diventa molto sottile. Effettivamente non ci sono prodotti simili, anche perché una serie così rischia di essere noiosa, eppure gli spunti interessanti ci sono. Immaginare una serie che per la prima volta ci mette davanti ad un mistero ma lo fa in modo tangibile e più realistico non sarebbe poi così male, una serie che ci fa vedere la storia da due punti di vista, quello scettico e scientifico e quello paranormale e credente.
Un altro annuncio fatto dal canale streaming MAX è l’idea di produrre uno spin off di una comedy molto amata, The Big Bang Theory, per ora non si sa praticamente nulla a riguardo, ma è possibile che i protagonisti della serie originale appariranno come guest star di qualche episodio della nuova serie.
Max si presenta quindi come un ottimo nuovo canale streaming con offerte davvero interessanti su cosa poter vedere.
QUATTRO CHIACCHIERE: il Mio rapporto con i film, le serie e il cinema, una passione profonda che crea forti emozioni.
Per il mio compleanno ho deciso di fare un articolo speciale, molto più personale e meno distaccato e obiettivo, in realtà in ogni mio articolo o recensione metto una parte di me, ma voglio scrivere qualcosa di più, qualcosa di leggermente diverso dal solito. 30 anni sono già pesanti, con la consapevolezza che gli obiettivi della propria vita sono ancora distante e che i sogni ad occhi aperti siano ancora troppo distanti e lontani dalla realtà.
In fondo perché no? ogni giorno degli ultimi anni è sembrato un po’ un episodio di una lunga serie pre apocalisse, con pandemie e guerre e con un’incertezza sul futuro che pesa sulle nostre generazioni. Tutto questo si ripercuote anche nel mondo del cinema, con film di successo che sono fatti per distrarre il pubblico, farlo sognare con storie di supereroi e fantasia. Più si hanno cosa da perdere e più si ha paura di perderle, una volta si aveva poco o nulla, quindi una crisi ti tipo economico sociale aveva un peso minore e conseguenze meno evidenti.
Al giorno d’oggi siamo legati indissolubilmente ad una connessione come il fungo di The Last of Us che tiene tutti collegati sotto il terreno, noi con le nostre connessioni i nostri cellulari, tutti a messaggiare e stare in contatto, non più abituati e non sentire qualcuno anche solo per qualche ora. Il cinema e le serie sono uno degli argomenti più popolari nelle compagnie di amici e sui social, perché ci fanno sognare e staccare dalla realtà, sogniamo si fare una rapina che ci renda ricchi e liberi, oppure di fare surf alle Outer Banks e perché no essere belli e sicuri come tutti i personaggi delle nostre serie preferite. Teenagers belli e speciali come in Elite, Riverdale o Mare Fuori di cui tanto si parla adesso, principalmente perché gli attori sono attraenti.
La bellezza estetica al giorno d’oggi è un punto fondamentale del cinema, in realtà lo è sempre stata, dove non c’è peso e sceneggiatura, si punta a qualcosa di estetico che possa attirare il pubblico con una copertina stupenda e un contenuto scarno. Siamo abituati a vedere e sentire, non ci bastano più le scritte quindi anche l’occhio vuole la sua parte. Immagina un Titanic senza la bellezza di Leonardo DiCaprio, la storia diventerebbe poco credibile, con la ricca che va con il povero e brutto. Il cinema ha bisogno di bellezza e talento e spesso in questo mondo le cose coincidono.
I film e le serie sono sempre uno specchio della nostra società, se una cosa fa troppo controcorrente la sentiamo estranea e non veritiera. Distanti sempre dal mondo del lavoro, con lavori stupendi e poco monotoni o con vite con mille avventure ed esperienze, perché il mondo cinematografico serve a questo a farci sognare con le sue sfumature e colori, con le sue storie assurde, fantastiche e uniche.
C’è un’infinita scelta per tutti i gusti, difficile non trovare qualcosa adatto a noi, qualcosa che ci faccia dimenticare tutto per quelle tre ore, staccare dal mondo e perdersi nella fantasia. La bellezza del cinema è un gruppo di persona che crea arte visiva, musicale e di scrittura, un mix unico di forme d’arte tutte insieme. Perdersi in monologhi stupendi come in Will Hunting, oppure in viste di mondi alieni come in Avatar, o viaggiare nel tempo e nello spazio in Interstellar. Il cinema può tutto ed è questa la sua bellezza.
Il mio rapporto con il cinema è sempre dei migliori, lo amo immensamente, mi piace studiarlo a fondo capirne i segreti e immaginare una mia versione dei film, non faccio solo recensioni, ma scrivo storie, serie, libri e perché no anche pensieri e poesie. Le serie e in i film sono pezzi di sogni della nostra mente, creati e messi in scena, una cosa bellissima e unica. Abbiamo la possibilità di creare mondi con il solo potere della scrittura, dove tutto parte.
Il cinema per me è passione, non mi guardo solo un film, ma lo studio, lo analizzo per migliorare l’esperienza visiva, non c’è cosa migliore che avere una passione per ciò che si fa, avere la possibilità di sognare e di crederci che prima o poi questo possa diventare un lavoro, non importa quanto sia difficile, ma quanta passione e impegno ci metti, in modo che anche se non si realizzerà avrai comunque riempito la tua vita, Poi Tolkien ci insegna che molte opere hanno bisogno del loro tempo per essere davvero apprezzate.
30 anni sono tanti, ma sono ancora pochi pensando a quante cose posso fare per il mondo del cinema, per la mia creatività e non vedo l’ora di vedere nuove opere d’arte, nuove storie, nuovi attori che crescono e nuovi effetti visivi sempre più incredibili. Reboot, sequel, spin off, fate quello che volete, l’importante e che mi fate perdere nel mondo dei sogni del cinema.
La notte del giudizio (The Purge) è ormai una saga importante del mondo cinematografico, con il primo film che risale al 2013 scritto da James DeMonaco che ne è l’ideatore. Un film che ha un’idea di base davvero curiosa e geniale e che proprio per questo motivo gli ha permesso di diventare una saga e anche una serie tv.
Il primo film del 2013 con protagonista Ethan Hawke ci mostrava solo la superficie di questo futuro dispotico, in cui gli Stati Uniti per uscire da una crisi di identità ed economica hanno cambiato forma di governo, con questi “Padri fondatori” che governano e che hanno deciso di concedere alla nazione una notte in cui non esistono le leggi e le persone possono fare ciò che vogliono. Questo causa una notte di violenza e follia che si ripete una volta all’anno, la gente si sfoga e si purifica e il resto dell’anno, stando ai media, le persone sono più calme e meno violente e non commettono crimini.
Nel corso della saga ci vengono mostrate diverse situazioni, la prima dentro una abitazione assediata da dei giovani ricchi che usano la notte per sfogare la loro voglia omicida. Già nel primo film c’è un po’ di stile horror e di pura follia che lo hanno reso abbastanza emblematico, soprattutto per le maschere usate dagli assassini. Nel corso dei film successivi invece abbiamo una visione più ampia di ciò che succede in quella notte e impariamo a conoscere un po’ le due fazioni, chi è a favore e chi contro.
Ovviamente per molti aspetti le trame sono forse un po’ troppo surreali, ma nel corso dei film e anche della serie, ci viene data una spiegazione specifica del perché le persone siano così esageratamente violente in quella notte. Nei primi tre capitoli partiamo che lo sfogo c’è già da anni e arriviamo al terzo film dove una rivolta cambia le cose e fa finire per sempre questa situazione. Nel quarto capitolo ci viene mostrato il primo sfogo, un esperimento fatto in una zona povera di New York e veniamo a scoprire che il vero scopo dello sfogo è massacrare i poveri per diminuire la popolazione che ha bisogno di aiuto durante il resto dell’anno. C’è chi si arricchisce tantissimo grazie allo sfogo e chi diventa ancora più povero e verrà ucciso lo sfogo successivo.
Nel quinto capitolo viene ricostituito lo sfogo, ma la violenza è sempre più presente nelle persone, la situazione degenera e lo sfogo non dura una notte ma continua per tutta la nazione e per sempre, gli Stati Uniti si auto annientano.
Tutti i film sono ben scritti e in generale penso sia una saga un po’ sottovalutata, è una storia che prende sempre, ci sono delle belle scene di azione e anche il lato Horror è sempre ben gestito e utilizzato per creare la giusta tensione. L’idea iniziale penso sia geniale e perfetta per una saga cinematografica e nei diversi film è stata esaminata bene la situazione e i diversi aspetti di questa notte di follia. Molto realistico sotto certi aspetti e forse fastidiosamente esagerato sotto altri, questi film riescono però sempre ad avere i giusti protagonisti, che molto spesso sono abili con le armi. Sono dei film che si completano a vicenda e ci danno risposte che prima non avevamo, essendo antologici tra loro funzionano sempre e si possono davvero creare mille storie a riguardo. The Purge è un format, che funziona sempre, sia per i film che per la serie tv perché offre davvero mille possibilità.
L’ultimo film si stacca un po’ dalla sua classicità e vedere la violenza di giorno in questo film fa un certo effetto, ma nel complesso la trama funziona e trova anche il tempo per fare qualche piccola denuncia sociale come il resto dei film. Fondamentalmente il film condanna quello che mostra ed è sempre contro la notte dello sfogo, ma al suo interno ci sono sempre invece personaggi che sono a loro favore, si spacca in due l’opinione pubblica e la nazione stessa e penso che l’ultimo film uscito in ordine cronologico sia la giusta evoluzione della storia.
CONTROCORRENTE: In un mondo senza idee, fatto di sequel e reboot e IA che prima o poi sostituiranno i poveri sceneggiatori, idea bizzarra, ma efficace, per rendere le trame interessanti.
Il mondo sta cambiando, le storie perdono di fascino e di potere e i soggetti interessanti per il cinema sono sempre meno. Anche i miglior libri fanno fatica ad essere rappresentati con dedizione, e l’attacco dei fan è sempre dietro l’angolo. C’è bisogno di soggetti originali e nuovi, di storie intriganti in cui basta una prima e veloce lettura.
Solitamente una storia, se non è tratta dalla realtà parte del viaggio dell’eroe dei classici dell’antica Grecia, storie che raccontano, e non che partono da un interprete specifico e poi vengono raccontate. Storie che si creano per poi scegliere il loro protagonista reale, le loro canzoni ecc.
Questo meccanismo inverso viene già utilizzato moltissimo dagli scrittori di tutto il mondo ma con i mezzi produttivi che si hanno oggi diventa tutto più semplice, con gli attori stessi che sono produttori esecutivi.
Il punto di partenza diventa quindi l’attore o l’attrice in carne d’ossa. La sua storia i suoi ruoli e il suo Background, l’intuizione che può dare di più e l’assegnazione di una storia che gli possa calzare a pennello. Scavare nel suo passato e studiare nel dettaglio tutti i suoi ruoli in modo da creare una bellissima storia adatta a lui o ad un altro con le stesse caratteristiche.
In questo articolo cercherò di fare un esempio partendo da un attore dal passato glorioso, un attore che ha fatto cose meraviglioso ma che negli anni si è un po’ perso e di cui viviamo il suo passato con grande nostalgia. Voglio come esempio, sfruttare questi elementi per scriverci sopra una storia che calza a pennello con la realtà dei suoi fatti, con le sue caratteristiche del passato e con le caratteristiche attuali. Un mix ideale di tutti gli elementi che ho appena elencato.
Jim Carrey, sarà lui il protagonista della nostra storia, un attore unico, dai mille volti ed espressioni che ha portato moltissima felicità nelle nostre case grazie alle sue interpretazioni, chi è nato negli anni 80/90 non può non amare questo attore. Un attore versatile che è passato da film come The Mask, di cui ne è l’essenza stessa, a The Truman Show o Eternal Sunshine of the Spotless mind. Era una garanzia, se c’era lui il film era sicuramente piacevole e portava con sé tutte le sue mille espressioni, imitazioni e leggerezza. Un attore che per qualche motivo mi ricorda molto un’icona del cinema come Robin Williams, forse perché entrambi felici sullo schermo e depressi nella propria vita.
Ultimamente Jim non è più protagonista, ha fatto qualche film ma nulla di particolare, in Sonic di è vista un po’ della sua splendida e amata follia ma nulla di particolare, serve qualcosa in cui lui possa essere sé stesso ed esprimere tutto il suo talento. Sfruttare tutti questi elementi per creare un piccolo soggetto che possa conquistare il pubblico.
ESEMPIO – SOGGETTO – BREVE SINOSSI
Jim è un ex attore di successo di Hollywood, autore e attore di bellissime commedie del passato, famoso per la sua capacità interpretativa ed espressiva. Negli anni ha lasciato il mondo “malato” di Hollywood per tornare nella sua scuola, un piccolo liceo di una cittadina sperduta in mezzo agli stati uniti. Li è diventato professore e per uscire dalla depressione decide di insegnare ai ragazzini l’arte della recitazione.
Jim diventa il loro insegnante e mentore e a poco a poco, lui e la sua classe creeranno un’opera teatrale sul riscatto personale, la bellezza della vita e l’amore incondizionato verso la semplicità. Negli occhi di Jim rispunterà una luce che non si vedeva da anni, trasmettendo ai suoi allievi tutto il suo talento.
Una storia fatta di ricordi, di voglia di riscatto e la bellezza di trasmettere qualcosa alle nuove generazioni, Jim diventa come un padre per quei ragazzi che coltivano grazie a lui la voglia e la passione per la recitazione, quella più pura e semplice. Una storia che parla di cinema, recitazione, amore e talento. Con un Jim Carrey assoluto protagonista, con sfumature di sé stesso e della sua vera storia personale.
Molti penseranno che questo piccolissimo soggetto sia stata pensato per ore, invece è nato così nel corso di questo articolo, immediato, diretto, breve ma che racchiude diverse caratteristiche dell’attore su cui ho deciso di cucire sopra questa storia. Un piccolo esempio di questa semplice tecnica, che può essere utile per scrivere delle belle e interessanti storie. Mi piacerebbe ci provaste anche voi, anche voi che leggete questo articolo.
Sceglietevi un attore che conoscete bene, di cui conoscete tutte le sue caratteristiche o di cui vi piacerebbe vederlo in un determinato ruolo o storia e scriveteci sopra qualcosa, vedrete che sarà molto più semplice che partire dal nulla. Sbizzarritevi, non opprimete la vostra creatività, siate liberi di scrivere ciò che volete, senza vincoli e pressioni e uscirà sicuramente fuori, un soggetto davvero interessante.
Un’altra tecnica bellissima e simile a questa, è partire da una canzone, ascoltatela per bene, leggetene il testo, soffermatevi sulle parole e da lì iniziate a scrivere la vostra storia. Mixate le due tecniche, musica più attore e vedete cose vi viene fuori. Non fermatevi al primo fallimento, creare mondi, avventure e amori, siete liberi di creare tutto ciò che volete, questo è il potere della scrittura.
Questo ultimo passo che ho scritto, lo posso riutilizzare nel film, come monologo di Jim Carrey che parla con i propri studenti. Imparate a sfruttare ciò che vi circonda perché il cinema è fatto di tanti piccoli momenti di realtà.
QUATTRO CHIACCHIERE: James Gunn nuovo Co-Ceo dei Dc Studios ha annunciato un nuovo film su superman, ma Henry Cavill non ci sarà.
I Dc Studios sono sempre stati un gran disordine e confusione da quando sono nati, un continuo cambio di guide e direzioni che non fanno altro che far uscire fuori prodotti non all’altezza. L’idea di mettere James Gun a capo di tutto, non è male, ma questo comporta l’ennesima rivoluzione all’interno degli studios, che non porta mai nulla di buono.
In questo momento la Dc è in totale confusione, con prodotti eccellenti come il Joker di Todd Philips o il Batmandi Matt Reeves che rimangono dei film indipendenti dall’universo cinematografico da cui sono tratti. James Gunn ha una visione lontana a livello stilistico da quei due film e il suoSuicide Squad, cioè i nemici di Batman, non c’entra assolutamente nulla con l’ultimo Batman interpretato da Robert Pattison, due film dello stesso universo narrativo che non c’entrano nulla tra loro. Una confusione che non si sa bene a cosa porterà, con i vecchi progetti che vengono cancellati o sospesi, comeBlack Adam il cui finale non ha molto senso, visto che Cavill non sarà più superman o Wonder Woman, che per fortuna è stato bloccato e poi si vedrà anche il destino degli altri supereroi. La verità è che forse sarebbe meglio mandare avanti due universi, uno più serio, impostato, con progetti singoli mandati avanti da registi importanti e un altro completamente gestito da James Gunn, cosa che penso saranno obbligati a fare.
Come Batman, penso proprio che superman sia più legato alla storia di cui si parla, in base ad essa il personaggio di adatta e un attore ci sembra buono in quel ruolo. Ripensando alle diverse interpretazioni viste in tv e cinema, difficilmente l’attore che ha interpretato superman non ha convinto.
Nel Superman di Zack Snyder era perfetto un serioso e già adulto e formato Henry Cavill, hai tempo poco conosciuto, per la serie tv distribuita in questo momento in tv l’attore Tyler Hoeclin ben si adatta e che dire del perfetto Tom Welling in Smallville, serie per teenagers che forse ci ha offerto il miglior Lex Luthor e la miglior Lana Lang di sempre.
Henry Cavill è in caduta libera, si dice per dipendenza videoludica, recentemente dopo aver perso il ruolo di Gerart in The Witcher, ha perso anche questo ruolo così iconico, un po’ per scelta di trama troppo lontana da lui e un po’ magari per gli stessi motivi di cui si parla in Netflix. Peccato perché lui era davvero un ottimo superman. Per capire chi potrebbe essere il nuovo superman e perché bisogna analizzare lo stile e le idee di James Gunn.
L’idea di creare un superman di colore è allentante, ma penso troppo estraniante per i fan di questo personaggio, il candidato numero uno sarebbe stato Michael B. Jordan che sarebbe stato sicuramente un bel colpo, che ben si adatta allo stile di James Gunn. Devo ammettere che mi aspetto qualcosa di completamente diverso dal solito, un superman meno timido, più chiacchierone e spiritoso, qualcosa che non sia cupo, ma allo stesso tempo che sia violento. Le prime indiscrezioni parlano di una trama basata molto sulla vita da giornalista di Clark Kent, già trasferitosi a Metropolis ma ancora molto giovane e acerbo, come il Batman di Matt Reeves. Quindi in pratica la Dc studios, passa da quelli quasi in pensione a quelli appena assunti nel mondo dei supereroi. Pensare ad un Superman appena uscito dal college fa un certo effetto, un effetto Smallville, anche se dicono che il film riprenderà un po’ lo stile dei primi film di superman, anche se io dubito molto di questa cosa.
Da ricordare anche che James Gunn è stato produttore esecutivo anche di Brightburn, horror in cui veniva mostrato un Kal’el bambino e cattivo, violento, quasi demoniaco. Questo mi può far pensare, che essendo giovane e inesperto, qualche errore di violenza e vendetta, il suo superman lo farà. Un superman troppo in preso dai suoi poteri, un ragazzino ancora ingenuo che sta capendo solo in quel momento le suo responsabilità, qualcosa che strizzi pure l’occhio al film Chronicles, in cui dei ragazzini ottenevano dei superpoteri che li rendevano dei cattivi più che dei buoni.
Passato lo spauracchio Nicolas Cage nei panni di Superman, come detto prima, gli interpreti sono sempre stati di livello, a parte forse Brandon Routh che non è stato un pessimo superman, era in un pessimo film. Penso ad un superman più estroverso, mano cupo, appena uscito dal college e che muove i primi passi nel mondo del giornalismo, serve sempre un attore alto e con un fisico ben allenato e di impatto. Un Clark Kent un po’ diverso dal solito insomma e ben collocato nello stile di Gunn.
I tre nomi che circolano in questo momento sono quelli di Adam DiMarco, Austin Butler e Jacob Elordi.
Tutti e tre sono attori che mi convincono, proprio per quanto detto prima, la giovane età soprattutto nel loro aspetto, lo stile e la possibilità di fare un ragazzino più loquace e estroverso del solito Clark Kent. Per quanto riguarda Butler penso sia quello che potrebbe avvicinarsi di più a quello che potrebbe essere il superman di James Gun, gli serve sicuramente qualche chilo e muscolo in più ma vedo in lui un possibile giovane superman che lotta tra bene e il male.
Adam DiMarco gli manca forse, così a primo impatto la serietà di Clark Kent, però anche lui sarebbe sicuramente qualcosa di nuovo, qualcuno con cui è più facile stupire ma anche più facile sbagliare. Mentre Elordi sembra un po’ più classico, ricorda anche il superman più famoso quello interpretato dal mitico Christopher Reeve. Sembra quasi lui da giovane e magari si decide per optare per una scelta più classica. In base a quanto detto mi immagino un Clark Kent appena trentenne che si appresta ad iniziare il suo lavoro al Dayli Planet, che fa conoscenza con Lois Laine e che incontra Lex Luthor per un’indagine giornalistica.
Perché il Villain è tanto importante quanto il Protagonista e purtroppo negli ultimi film, nonostante uno sia stato interpretato addirittura da Kevin Spacey, Lex Luthor non ha convinto, e deve essere una parte fondamentale del film, una tentazione a cui Clark deve resistere, un superman tentato dalle offerte di potere e soldi del suo futuro rivale.
Su Internet è pieno di provocazioni e idee stupende su Lex Luthor e i suoi possibili futuri interpreti, come ad Esempio Bryan Craston, vorrei uno spin-off solo per quello, oppure Robert Downey Junior. Mi piace pensare che Lex abbia più o meno l’età di Clark, un figlio di papà viziato, non ancora a pieno nell’azienda che è sopravvissuto per miracolo all’arrivo della navicella di Kal’el. Un ragazzo che sta entrando adesso nel mondo degli affari, cinico, imprevedibile e terribilmente ambizioso.
Io propongo Alex Pettyfer, con uno sguardo da cattivo e da bravo ragazzo allo stesso tempo, un attore duttile che può dare nuova vita a questo Villain, appena sopra i trent’anni, ben si adatta alla visione che potrebbe avere Gunn di questo personaggio.
Un altro nome che mi intriga è quello del figlio di Daniel Day Lewis, Gabriel-Kane, forse però troppo giovane per il ruolo, ma se avesse anche solo un terzo del talento del padre, sarebbe perfetto. Poi ci sarebbe Tom Ellis, più adulto e forse più famoso per il suo ruolo in Lucifer, ma con caratteristiche interessanti per il ruolo. Travis Fimmel famoso protagonista di Vikings, con i suoi occhi di Ghiaccio sarebbe un buon Lex Luthor. Oppure Provocazioni come Cillian Murphy e Tom Hardy e perché no, Christian Bale. In un film del genere penso sia più importante il ruolo del nemico che quello del protagonista, bisogna solo decidere che direzione prendere, se anch’esso giovane e inesperto o più formato adulto e già leader della sua azienda. Anche il protagonista della serie Damnation, Killian Scott, non sarebbe affatto male, ad esempio.
Fatto il “Fantacasting” dei due possibili interpreti principali si dà una pensata veloce agli altri personaggi, con la famiglia Kent che penso avrà un’importanza marginale, non troppo invasiva, essendo che Clark vive ormai a Metropolis.
Come Lois Lane mi piacerebbe che ci fosse Ana de Armas, un’attrice che ammiro molto anche e soprattutto per la sua bellezza e penso che ci starà bene in quel ruolo. D’altra parte questo ruolo è sempre stato interpretato da bellissime ragazze, con un carattere molto forte e deciso. Una giornalista che deve tenere testa a Superman, deve avere un carattere forte e voglia di scoprire la verità. Aiutare Superman nel momento del bisogno e aiutare Clark nel suo lavoro come giornalista alle prime armi.
Mentre per la famiglia Kent devo ammettere che mi erano piaciuti molto quelli presenti negli ultimi film, con Kevin Costner nel ruolo del padre di famiglia Jonathan Kent, anche nella serie Smallville erano perfettamente azzeccati. Quindi non penso sia così importante ma andando con la fantasia mi piacerebbe vedere qualcuno di abbastanza anziano, per far capire come quella famiglia avesse ormai rinunciato ad avere un figlio, con ancor più difficoltà ad essere genitori e con la fattoria che fa ormai fatica ad andare avanti e che lotta con la azienda dei Luthor che percepiscono che c’è qualcosa di strano in quella fattoria (la navicella di Kal’el).
Un altro personaggio che potrebbe sicuramente tornare utile alla trama è quello di Lana Lang altro “LL” dei fumetti del supereroe, un personaggio legato molto alla sua adolescenza e suo primo amore, potrebbe essere anche il punto di contatto con la sua vita precedente e il suo inizio come giornalista al Dayli Planet. Magari come in Smallville, Lana, potrebbe avere un forte legame anche con Lex, mettendo poi in difficoltà Clark in diverse scelte. Un personaggio tutto da sfruttare che è il simbolo del Clark che sta crescendo ma che è inevitabilmente legato al suo passato, soprattutto ad un’amica che gli ah dato tanto.
Per il ruolo di Lana Lang ho pensato a Madelyn Cline, attrice emergente vista in Outer Bankse di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro e non solo per la sua bellezza. Giovane, bella, spigliata, un po’ fuori dai soliti canoni della Lana vista nelle serie ma più simile a quella dei fumetti e della serie animata.
Nel complesso nel film sarebbe bello un duello non troppo importante che non devasti tutta la città, un forte contrasto con le sue debolezze, la sua criptonite, sia fisica che sentimentale. Un duello tra lui è Lex Luthor in cui deve contenere i suoi poteri per non fare più danni del previsto, un superman più umano, invincibile sì, ma allo stesso tempo ancora fragile e facile da condizionare. Chiedere a Superman di usare i suoi immensi poteri per salvare il mondo e come chiedere a Jeff Bezos di fermare la fame del mondo con i suoi soldi. Non lo farà mai e anche se ci provasse e impossibile. Voglio vedere un Clark Kent indeciso su cosa sia davvero il bene e il male, cosa sia meglio per lui. Impreparato alle scelte più difficile, incapace di fare sacrifici per dei beni superiori, un superman che farà la scelta decisiva proprio a fine film e lo consacrerà supereroe.
Sinceramente non mi stupirei se a tratti questo film di James Gunn ricordasse un po’ la serie The Boys, come tipo di ironia e splatter, ma anche come filosofia di contrasto di eroe e antieroe. Il punto cruciale è, tutto quel potere è più probabile che porta ad essere cattivi o buoni? E suo Cripton, qual è il concetto di buono o cattivo? Nonostante la confusione che ormai alleggia sui Dc Studios, ho grande curiosità per questo possibile film. Non ci resta che aspettare.
QUATTRO CHIACCHIERE: Cos’è più importante nel cinema, l’aspetto visivo o i dialoghi? il nuovo capolavoro di James Cameron sembra darci una risposta.
Si sa il cinema è nato muto, quindi ovviamente le immagini hanno la loro importanza, anzi sono fondamentali, rispetto alle parole che il più delle volte risultano solo inutili e superflue. Il cinema è stato però anche fonte di monologhi meravigliosi, a volte estratti da libri, altri invece semplicemente scritti con maestria dai migliori sceneggiatori o da un autore particolarmente ispirato.
Il bello di questi due elementi non dipendono esattamente l’uno dall’altro, anzi quando uno prevale nettamente ci soddisfa senza troppo bisogno di qualcosa di più, il bello delle parole è che sono semplici, incisive, le immagini, pur se spettacolari, sono meno incisive, più difficili da ricordare con esattezza e necessitano di un immenso lavoro anche in post produzione.
Avatar riporta al centro di tutto l’aspetto visivo, come già fatto da Top Gun questa estate, lo fa in modo clamoroso e attrattivo, quasi a farci dimenticare che il cinema è fatto anche di parole. Un cinema che per avere successo deve essere immediato, dinamico e che non ha molto tempo per soffermarsi sulla profondità. Nonostante c’erano tematiche dense e possibilità di dialoghi importanti, James Cameron gli evita abilmente e punta tutto sulla qualità delle immagini e degli effetti visivi, creando forse il film più immersivo di sempre.
Le parole passano in secondo piano quando un film ha tanto da offrire a livello visivo, la mente è concentrata più sulle immagini che sulle parole. Nel caso di Avatar tutto questo è amplificato, tanto che in alcuni momenti di entrambi i film, non si ha nemmeno la percezione di cose è appena stato detto perché si è rapiti dalla bellezza delle immagini. Così le parole perdono potere e sarebbe quasi del tutto inutile scrivere monologhi di un certo livello.
Così i film diventano azione e non più dialogo, allontanandosi da quella capacità degli anni 90′ di fare film “teatrali”, dove bastavano due attori e un dialogo ben scritto per sostenere un intero film, con scene che vengono postate e replicate ancora oggi, mentre con la bellezza delle immagini che si perde nel tempo e non viene più ricordata. Il dialogo sa viaggiare nel tempo, essere il passato, il presente e il futuro, l’immagine invece rimane intrappolata nel presente con una bellezza che muta, cambia e migliora nel corso degli anni.
Lo stesso Avatar ha fatto passare 13 anni, per migliorarsi visivamente, per portare qualcosa di meglio, evidentemente più spettacolare. Mentre i dialoghi hanno sempre la stessa forza, bellezza e impatto se sono scritti bene. Va data profondità anche a livello umano e il regista insieme all’attore deve essere capace ad esprimerla. Intere serie e film basano la loro intera struttura sul dialogo, lasciando che le immagini siano solo il luogo dove tutto accade e dove si lasciano parole stupendamente incisive.
Questi film così visivi, ci riportano anche un po’ indietro al cinema muto, dove sono solo le immagini a parlare, una qualità video che a volte supera quasi la realtà. Interi mondi che vengono creati digitalmente con una maestria sempre più aggiornata e meravigliosa. Con effetti visivi da lasciarci a bocca aperta. A volte ci basta questo poter sognare con i nostri occhi, commuoverci anche senza aver per forza la necessità di avere un dialogo iconico e che rimarrà nella storia del cinema.
Pensando al cinema moderno la risposta rimane chiara e scontata, la cosa che conta di più in un film è sicuramente l’aspetto visivo, i nostri occhi sono abituati troppo bene ormai e la nostra mente non ha voglia di impegnarsi nella comprensione di dialoghi e parole troppo contorte.
Non solo Avatar ma anche altri film sono la dimostrazione concreta che le immagini sono la forza e il motore del cinema moderno, le uniche che possono regalare una differenza sostanziale tra la sala cinematografica e la nostra Tv di casa. L’importanza delle immagini è fondamentale, e poco importa se ormai le parole sono semplice sfumature in un film fatto di opere d’arte visive.
QUATTRO CHIACCHIERE: In questi giorni è uscito il sequel di Avatar, uno dei film più famosi dell’era moderna del cinema.
Avatar è forse il film più iconico e famoso degli ultimi 20, e sinceramente fa strano vedere un sequel così tanti anni dopo, 13 anni dal primo capitolo. Famoso per i suoi effetti visivi, un pioniere di tecnologie che sarebbero arrivate nel cinema qualche anno dopo, con una visione 3d di livello altissimo, l’unica per cui vale la pena provare.
Mentre scrivo questo articolo il film è già presente nella sale da qualche giorno, un paio di giorni di recensione abbastanza positive, affascinati più che altro dalla sfarzosa qualità video, unica nel suo genere, capace di far sognare il pubblico solo con le immagini. Avatar 2 è una espressione visiva di quello che ci può donare il cinema al giorno d’oggi, con effetti speciali che possono creare interi mondi realistici.
Rispetto al primo, si noterà sicuramente come la tecnologia visiva abbia fatto dei passi importanti e sono sicuro che anche questo capitolo sarà il pioniere di nuove tecnologie che rivedremo in altri film in futuro. Avatar può peccare anche un po’ nella trama, perché è più una esperienza immersiva, non è solo un film. Parliamoci chiaro, anche il primo film, tolto l’aspetto visivo, non aveva molto, la trama era semplice, perfettamente creata per poi stupire con gli effetti visivi. In questo capitolo James Cameron mette insieme le sue più grandi passioni, il cinema e l’acqua, aumentando sicuramente il livello di spettacolarità.
Avatar rappresenta la difficile percezione della realtà che si ha ormai nel cinema, anche la cosa più assurda sembra che visivamente possa essere plausibile e reale ed è solo la razionalità a staccarci dalla finzione. I famosi alieni blu ritorneranno a difendere il loro pianeta con rivalità con altre etnie locali e con ancora gli esseri umani, bramosi di avere le loro risorse.
Ancor più del primo film, questo capitolo, prenderà a cuore la salute del nostro pianeta, lancerà sicuramente dei messaggi per salvaguardare i nostri oceani, la flora e la fauna nel pianeta terra, come fanno i Na’vi con Pandora. Ci sarà anche un nuovo aspetto, quello famigliare, che poco era stato approfondito nel primo film, mi aspetto una certa lentezza nella prima parte, una parte molto serena, in cui ci vengono mostrate altre meraviglie di Pandora, per poi sfociare in grandi battaglie e azione nel finale. Mi aspetto che ci sarà qualche vittima tra i protagonisti, per ricreare ancor di più l’unione della famiglia e mi aspetto che i figli di Jake e Neytiri siano una sorta di evoluzione nella razza Na’vi, un passo avanti per la protezione del proprio pianeta.
La trama non sarà il punto forte, anzi penso ci saranno delle scelte un po’ assurde e azzardate, forse al limite del trash, sarà tutto concentrato sugli effetti visivi e sulla capacità di stupire il pubblico visivamente, più che con le parole e la storia. Proprio come il primo film, anche questo ci terrà a bocca aperta per la spettacolarità delle immagini, immergendoci letteralmente in Pandora per circa 3 ore di film.
Il mio consiglio è quello di godersi il film in un cinema con delle belle sale e schermi, con la massima qualità possibile, in modo da potersi godere il film come il regista l’ha veramente pensato. Come ad esempio la sala energia del cinema Arcadia di Melzo, è una delle sale migliori al mondo dove poter vedere questo film, un posto dove godersi la massima esperienza visiva e uditiva che Avatar – le vie dell’acqua può offrire.
QUATTRO CHIACCHIERE: Forse il primo e vero universo horror, con spin-off e prequel, con i Warren come spunto narrativo.
The Conjuring Universe ha rivoluzionato un po’ il mondo dell’horror e lasciato una traccia importante nel genere, rendendolo più accessibile a tutti e creando una grossa curiosità nelle sue storie, grazie alla storia vera dei Warren.
Tutto è partito con il primo film del 2013, un film dalla storia classica di esorcismo, ma che attirò molto la curiosità del pubblico essendo tratto in parte da una storia vera, qui si viene a conoscenza di Ed Warren e sua moglie Lorraine due famosi demonologi che hanno passato la loro vita alla ricerca di forza oscure e di possessioni. Nella loro casa è presente una stanza piena di oggetti posseduti che hanno trovato durante le loro esperienze paranormali. La forza di questo franchise è stata quella di puntare su di loro e non sulle storie che raccontano. Il primo film racconta dei Perron una famiglia che ha subito eventi inspiegabili appena si sono trasferiti in una casa del Rhode Island.
L’evocazione è il classico esorcismo, ma con una cura dei dettagli e della regia davvero degna di nota, con unJames Wan che conquista tutti con il suo stile, l’Horror fa un passo in più e finalmente dopo anni dal film più iconico di sempre nel suo genere “L’esorcista”, un film horror non viene più considerato film di seconda categoria. The Conjuring non è solo paura, tensione e grossi balzi sul divano, ma anche un film con una trama che mette grande curiosità e che ti innesta la necessità di sapere altro sui Warren.
Tutto si evolve velocemente, viene prodotto uno spin-off sulla bambola posseduta vista nel primo film, Annabelle, che però non riscuote delle recensioni positive, ma il franchise non si ferma e mette in produzione altri progetti. Il vero film di questo universo è sicuramente The Conjuring 2 – Il caso Enfield, una storia che molti già conoscevano e che non vedevano l’ora di vedere sul grande schermo in un film. Questo è un film che viaggia da solo anche senza la presenza dell’horror, un thriller a tutti gli effetti, con una grossa traccia di vero paranormale solo nel finale. Come nella storia vera rimane il dubbio tra realtà e finzione, sembra quasi sia la bambina a fare tutto. Nonostante sia un film Horror il dubbio si insinua nel pubblico anche se è consapevole di ciò che lo aspetta. Anche qui i Warren sono i grandi protagonisti, portano amore e mistero nella trama. C’è un bellissimo mix di canzoni, si passa dai The Clash con un bellissimo spaccato della Londra anni 70′ ad un momento di pace e amore con la canzone di Elvis Presley cantata dai protagonisti.
Veniamo a conoscenza del demone Valak, una suora demoniaca di cui ci viene mostrata la storia nel “The Nun“.
Il sistema funziona, si parte con un film che si avvicina alle storie dei Warren, per poi farne un prequel per spiegare l’origine di quel male e di quell’oggetto indemoniato. Un sistema che permette di creare un universo cinematico horror senza precedenti. I due veri film di livello sono i primi due The Conjuring, forti di essere tratti da storie vere, di cui è possibile leggere le storie online. Anche gli altri seguono lo stile ben preciso, ma si perdono facilmente in cliché classici del genere con lo sforzo di dover far paura a tutti i costi.
Uno stile ben preciso, segnato nel profondo da James Wan e dagli sceneggiatori dei primi due film. La capacità di portare il cinema nell’horror e non viceversa, con piani sequenza davvero molto interessanti e con la fotografia che supera l’obiettivo unico e solo di spaventare lo spettatore. Con questa saga, l’utente non si ferma al film, ma può fare ricerche, confrontare il cinema con le storie vere e alimentare la sua paura verso il paranormale. La storia dei Warren ha il suo fascino e ha un fascino estremamente cinematografico. Sono storie che valgono la pena di essere narrate, che spesso hanno un lieto fine e che si prestano molto ad una sceneggiatura, ovviamente con molte aggiunte di fantasia.
L’obiettivo, come nell’esorcista, non è solo quello di creare paura con la scena in se, ma con tutto il contesto, insistendo con il fatto che siano degli eventi realmente accaduti, le foto reali nel finale non sono altro che una preparazione al film successivo e ci predispongono ad avere più ansia e paura prima ancora di vedere un film della saga. The Conjuring Universe si basa su tutto ciò che ha prodotto, guardi The Nun con la curiosità di sapere chi è il demone Valak e con l’illusione che ciò che stai guardando potrebbe essere successo veramente. Nessuno potrà mai battere il fascino intrinseco che ha un film tratto da una storia vera e non potendolo fare per tutti i film, il franchise sfrutta i Warren proprio per trasmettere questa sensazione e fascino.
The Conjuring poi, porta nel mondo dell’horror la figura cinematografica e narrativa del Villain, non si combatte più con spiriti ed entità astratte, ma con qualcosa di più concreto che ha una forma e delle caratteristiche precise. Si sono visti già in altri film del genere, ma in questi c’è un’evoluzione, una cura dei dettagli e degli spin-off creati per rafforzare le caratteristiche. Annabelle ha un aspetto fin da subito terrificante, inquietante e al tempo stesso che crea curiosità, tanto da avere tre spin-off comunque di alto livello. The Nun ci mostra Valak, anch’essa da subito iconica, questa suora demoniaca che ci mette soggezione fin dal primo istante in cui la vediamo e da subito sentiamo il bisogno di saperne di più sulle sue origini.
The Conjuring Universe ha una grande capacità di creare curiosità ed è stato perfettamente ideato per questo, prima della paura viene la sete di sapere di conoscere e di informarsi e poi quando siamo già belle pronti e condizionati arriva lo spavento alimentato da ciò che sappiamo, da ciò che ancora non sappiamo e dall’esperienze dei film precedenti. Come tutti gli universi narrativi funziona man mano che si vedono i film nell’ordine in cui sono usciti.
L’obiettivo finale non è solo quello di darti il film in se da vedere ma di darti qualcosa di più, una storia vera, la curiosità sui Warren e sul mondo di cui trattano, un Villain e una regia e fotografia sempre di ottimo livello in modo da essere appagato anche a livello visivo, portando il mondo dell’horror ad un livello superiore.
QUATTRO CHIACCHIERE: La mia teoria folle e provocatoria su chi sia il vero Sauron nella serie Amazon del “signore degli anelli – gli anelli del potere”
Una cosa che sicuramente caratterizza la serie Gli Anelli del Potere, sono le teorie che riguardano Sauron, chi è Sauron? Dove si nasconde?
Internet è davvero piena di video di questo tipo, in cui ogni utente fa giustamente le proprie teorie, portando avanti a volte delle prove molto convincenti. Ovviamente che non ha ancora visto la serie non può comprendere di cosa io stia parlando e potrebbe imbattersi in qualche spoiler. Una delle cose che sicuramente appassiona di più è il mistero e il colpo di scena, solitamente in sceneggiatura vengono utilizzati dei Plot Twist e dei Plot point, che sono entrambi dei colpi di scena, solitamente nel finale ma che nel primo caso cambiano la percezione di tutta la trama, mentre nel secondo non cambia la trama, ma semplicemente ci lascia a bocca aperta con qualcosa che non ci aspettavamo.
Nel caso degli anelli del potere siamo in bilico da queste due tipi di rivelazioni, la teoria che ha più successo ovviamente è quella del plot twist, cioè che Sauron sia uno dei personaggi già presentati all’interno della serie, e il fatto che lui sia stato tutto il tempo all’interno della trama, sapere che è sempre stato Sauron cambierebbe la percezione rispetto alla storia. Tutti sono propensi a questa teoria che sarebbe sicuramente più di effetto che un’apparizione sul finale di un nuovo personaggio che sappiamo essere subito Sauron. Annatar è la versione di Sauron in mezzo agli elfi, almeno seguendo la canonicità degli scritti, ma prima non si sa poco o nulla e nella serie potrebbe essere chiunque.
Il più gettonato è ovviamente Halbrand, eletto da quattro scappati di casa con quattro capanne, re delle terre del sud, il Giuseppe Conte degli anelli del potere. Halbrand effettivamente ha un sacco di elementi a suo favore, nonché forse quello che sarebbe il colpo di scena più clamoroso, il plot twist più potente sicuramente. Sappiamo poco del suo passato, ha chiesto ad Adar se si ricordasse di lui, rimane lì vicino a Galadriel, ora sta andando dagli Elfi, è abile in battaglia, è misterioso, ha mostrato qualche piccolo gesto di violenza. Ha tutto è niente per essere accostato a Sauron, potrebbe essere davvero lui, ma sembra una trappola per tutti.
Seguendo lo stile di sceneggiatura visto fino ad adesso e dopo gli ultimi colpi di scena che ho visto in serie e film recenti, ho il presentimento che Sauron debba essere qualcuno di completamente inaspettato qualcosa di estremamente forzato che anche se lascia qualche indizio, non avrebbe senso che fosse davvero lui il personaggio misterioso. Essenzialmente per come sta andando questa serie, penso che vogliono si un colpo di scena, ma vogliono creare anche un sacco di polemica, fare arrabbiare le persone, e far sorridere chi invece aveva scommesso su altro. Come quelle risposte beffarde nell’ultimo gioco dei quiz che sembra che gli autori truffino e ci prendano in giro. Io mi aspetto una cosa così, clamorosa, stupida e inaspettata, totalmente inaspettata.
Prima che uscisse la serie, tutti erano convinti che Sauron sarebbe stato questo personaggio qui sopra, dalla dubbia sessualità, c’è chi dice siano tre sacerdotesse e chi dice che lui sia un uomo e che sia appunto Sauron. Non ha ancora detto una parola, si vede pochissimo e vaga all’inseguimento molto molto lento dello stregone caduto dal cielo, nonché altro candidato ad un possibile Sauron. Tutto si contorce in strane teorie e possibilità, ma questo ci fa capire che effettivamente in nostro amato villain del signore degli anelli, può essere davvero chiunque e si balla tra plot point e plot twist, perché ormai il colpo di scena è garantito.
Disa è Sauron!
Adesso voglio spiegare questa mia folle teoria, una teoria un po’ provocatoria, ma secondo me comunque affascinante, la metto come segna libro, visto che oggi è il 13/10/22 e molto probabilmente domani la mia teoria verrà subito smentita dall’ultimo episodio de gli anelli del potere. Sicuramente non è così, ma ho visto talmente tante teorie che mi piace questa così estrema e che porterebbe con sé davvero un mare immenso di polemiche.
Per questa folle teoria sono partito da un punto fondamentale, Sauron deve fare in modo che gli anelli vengano creati!
In questo momento non ci sono molti personaggi non canonici che abbiamo fatto qualcosa per cui ciò accadesse, forse perché la loro forgiatura è ancora lontana nella trama, ma effettivamente, nessuno dei personaggi esposti nelle teorie, si è mosso in quella direzione e non ha fatto nulla per permettere che siano forgiati. Sauron deve ammaliare e convincere gli elfi a far sì che i nani estraggano il Mithril e che Celebrimbor forgi gli anelli.
Lo so Sauron dovrebbe per forza apparire, non dovrebbe avere un passato ben definito, e dovrebbe essere uomo, ma nel corso della storia, il personaggio non canonico che ha permesso più di tutti che gli anelli possano essere forgiati è sicuramente Disa.
Disa è la moglie di Durin IV, una donna nana molto forte, con un carattere autoritario e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, molto amorevole ma che nell’episodio 7 ci ha mostrato anche un lato molto cinico e ambizioso. Nel corso della trama, se vedeva che qualcosa non andava come voleva lei, si alterava e iniziava a far sentire la sua forza e autorità. Lei ha permesso che Durin e Elrond facessero pace, ha convinto Durin ad andare contro le volontà del padre e sta continuando ad insistere che devono scavare per prendere il Mithril. Ipnotica e sa persuadere chiunque fino a questo momento, tutto ciò che ha fatto sta causando una possibile forgiatura degli anelli, tolta lei dalla trama, non ci sarebbe mai stata una pace e un accordo tra il principe Durin e gli elfi e quindi niente Mithril per loro e niente anelli per Sauron.
Il fatto che Sauron sia di sesso femminile è in perfetto allineamento con i tempi moderni, un villain query che può essere chiunque in qualsiasi momento, che non si definisce prettamente in un essere o in un sesso ben preciso. Poi sinceramente le caratteristiche di Sauron di una parte della seconda era si prestano più ad un personaggio femminile, ammaliante e incantatore che riesce a fare agli altri tutto ciò che vuole, come con quel canto ipnotico di Disa che ha “salvato” i nani nel crollo della grotta. Sarebbe un colpo di scena in linea con alcune scelte discutibili viste nel corso della serie, non se lo aspetterebbe nessuno, ma allo stesso tempo qualche indizio c’è stato.
Diciamo che ovviamente è una teoria totalmente folle e sicuramente non sarà così, ma anch’io avevo voglia di provare a estrapolare una folla idea su chi potesse essere il fantomatico Sauron. Così ho puntato sul personaggio non canonico che con le sue scelte sta portando di più la storia verso la creazione degli anelli del potere.
Diamo una collocazione anche ad Halbrand e “l’uomo meteora”.
L’uomo meteora, così viene chiamato, è un personaggio molto misterioso, è arrivato dal cielo e molti sostengono possa essere Sauron, più che altro per il mistero che lo avvolge e perché quando atterrato si è creata una sorta di occhio simile a quello del signore degli anelli. Molti sostengono che sia Gandalf più che altro per avere un personaggio molto importante e conosciuto dei film, anche se il suo arrivo nella seconda era non sarebbe canonico. Adesso però voglio scrivo un estratto della descrizione di un personaggio presente nel signore degli anelli.
“Aveva un viso lungo, dalla fronte alta, ove due occhi profondi, ch’era impossibile scandagliare, parevano ora gravi e benevoli, e un po’ stanchi. Capelli e barba erano bianchi, ma intorno alle labbra e alle orecchie si scorgeva ancora qualche ciocca nera.“
Questa è la descrizione di Saruman la prima volta che appare nel signore degli anelli, a parte la il colore dei capelli, la parte del viso e degli occhi coincide perfettamente, ma proprio perfettamente con l’attore scelto per gli anelli del potere. Nemmeno Saruman appare nella seconda era, ma ha un aspetto importante che lo accomuna con l’uomo meteora. Molto spesso fa del male, volendo fare del bene. Saruman era un grande studioso delle arti oscure del nemico, fece una ricerca incessante dell’anello perso da Isildur perché lo voleva per sé, per sfruttare il suo potere e sconfiggere Sauron. Purtroppo vinse il male e fu corrotto dal nemico contro cui combatteva. In questo momento secondo me è il personaggio che coincide di più con le caratteristiche dell’uomo meteora.
Come già detto prima, Halbrand è il candidato numero uno per essere Sauron, anche perché sicuramente farà qualcosa con Galadriel (in produzione avevano dichiarato che ci sarebbero state scene di sesso se non ricordo male) e sarebbe il plot twist più efficace e di impatto, ma siccome devo portare avanti la folle teoria che Disa sia Sauron, Halbrand potrebbe essere ad esempio il re stregone di Angmar anche a sostegno di questa teoria ci sono prove importanti.
La teoria che mi piace di più però è quella secondo cui Halbrand potrebbe essere il futuro re dei morti, un re del sud che tradì Isildur e non partecipò alla battaglia per combattere Sauron perché non voleva perdere il suo esercito in una causa persa, maledetto per sempre solo nel signore degli anelli riesce a redimere i suoi peccati grazie ad Aragorn.
Né il signore degli anelli, Elrond sembra conoscere il re dei morti quando ne parla con Aragorn dopo che gli ha consegnato la famosa spada Anduril. Qui nasce la mia teoria strampalata e folle, come tutto questo articolo. Elrond tra poco conoscerà Halbrand quasi sicuramente e nel signore degli anelli, Aragorn tira fuori la spada come segno di rispetto e simbolo del debito che il re dei morti ha con i discendenti di Isildur. In una scena de gli anelli del potere si intuisce che Halbrand non è solo un ottimo combattente ma anche un ottimo fabbro, tipo William Turner in pirati dei caraibi. Siccome a livello canonico la storia della spada di Elendil, utilizzata da Isildur e ricostruita per Aragorn non è molto affascinante, sarà proprio Halbrand a forgiare la spada Narsil originale e a donarla a Elendil come simbolo dell’Alleanza tra i due popoli ecco perché nel signore degli anelli è così colpito di rivedere la spada da lui forgiata, ormai emblema del suo tradimento verso i discendenti di Isildur Tra l’altro come visto nella serie, abbiamo conosciuto Halbrand come uno che fuggiva dalle proprie responsabilità.
Come detto in precedenza, ci sono loro le tre streghe, cosi vengono chiamate, dalle sembianze e dall’atteggiamento sembrano dei guardiani. Personaggi che controllano il tempo e il suo scorrere e che fanno in modo che ogni cosa segua il suo destino, non sono presenti negli scritti di Tolkien, ma ricordano molto quelli visti in Fringe e il film appunto i guardiani del destino. Prendendo spunto da quelli potrebbe essere che sia dei guardiani di Sauron, dei suoi sudditi, che in mancanza del loro padrone stanno inseguendo lo stregone venuto dal cielo, che potrebbe essere una minaccia per i piani di Sauron.
Come fatto prima vi porto un estratto della possibile descrizione di un personaggio, in particolare del Re stregone di Angmar.
Dalle descrizioni rinvenute neIl Signore degli Anellie nei volumi diThe History of the Middle Earth, si può presumere che prima di diventare uno spettro maligno egli fosse in realtà unDúnedain: infatti è descritto come molto alto e dagli occhi grigi, caratteristiche tipiche del popolo dell‘Ovesturia.
Nel libro appare come un’inquietante e maestosa figura nera, avvolto da un mantello ugualmente nero, ma il suo volto e il suo corpo, a meno che non siano coperti da vestiti, non sono visibili agli occhi dei mortali e l’unica cosa chiara alla vista di questi sono i suoi occhi rossi fiammeggianti.
Frodolo vide quando entrò nel loro mondo grazie al potere dell‘Anello e poté osservare come la sua pelle fosse bianca e i capelli ugualmente bianchi.
L’estratto è stato preso dal sito LOTR.FANDOM.COM dove ci sono altri link utili per capire al meglio gli scritti di Tolkien e tutto il mondo narrativo da lui creato.
Leggendo la descrizione è evidente che ci sono delle clamorose somiglianze con i personaggi in questione, soprattutto quello che sembra essere il leader di queste strane streghe dalla dubbia sessualità, ovviamente è interpretato da una donna Bridie Sisson, ma se Disa è Sauron, perché quello definito the Dweller nella serie, non potrebbe essere il Re stregone? Quando Frodo lo vide poté osservare che la sua pelle fosse bianca e i capelli ugualmente bianchi, occhi grigi, alti e ci hanno mostrato che sanno utilizzare le magie oscuro dando fuoco alle carovane dei pelopiedi.
Anche in questo caso non è molto canonica come cosa, non rispecchia nulla degli scritti di Tolkien, ma la descrizione fisica, a parte il sesso della persona in questione, coincide perfettamente e non si hanno molti indizi sul vero passato del Re Stregone, non abbastanza per affermare che nella seconda era non possa già essere stato corrotto dal potere di Sauron, prima ancora della creazione degli anelli. L’inseguimento che sta facendo verso l’uomo meteora mi ricorda molto quello presente nei film nei riguardi di Frodo, lento ma sempre presente.
Si lo so siamo un po’ tutti come Elendil in questa foto dopo queste mie scottanti rivelazioni, per farle ho usato un approccio diverso dagli altri, sono partito dalle descrizioni e nel caso di Sauron, dal suo obiettivo. Non che sia la tecnica migliore visto che molti personaggi non solo sono diversi da quelli canonici ma non sono nemmeno simili a quelli dei famosi film di Peter Jackson, vedi ad esempio Elrond in formato 16:9. Eppure alcune coincidenze sono particolari, folli, ma che stuzzicano la fantasia tanto quanto le altre teorie che stanno invadendo YouTube e altri canali. Non ci resta che aspettare, già domani potrà essere tutto smentito.