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BRIDGERTON – PERCHE’ L’ITALIA NON FA UNA SERIE DEL GENERE?

CONTROCORRENTE: Bridgerton è una serie tv creata per piacere alle persone e ha funzionato, perché l’Italia non produce una serie del genere?

Costume, attori fotomodelli e reazioni amorose tra di essi. Queste sono le tre basi da cui la serie Bridgerton è partita, una serie creata solo e puramente per piacere al pubblico. Commerciale, studiata e venduto per fare un successo clamoroso, che sulla piattaforma Netflix è riuscita ad avere.

Con questo sistema, il pubblico sorvola sulla trama, sulla fotografia, sulla recitazione, per soffermarsi sulla bellezza degli attori e dei costumi d’epoca che indossano. Una tecnica di sceneggiatura spesso utilizzata, ma che in questa serie è stata amplificata al massimo. Si crea curiosità amorosa, sessuale, amanti e tradimenti, sfruttando la curiosità morbosa dell’essere umano per questi argomenti, e la sua infinita lussuria.

In molte serie tv, come avrete notato, nei primi minuti molto spesso, c’è una scena di sesso o di nudo, questo serve per attirare pubblico e per alzare la soglia di attenzione, vengono stimolate parti del cervello che creano eccitazione, e quindi adrenalina e una soglia di piacere visivo molto più elevata. Bridgerton non è solo una serie tv, ma uno strumento di psicologia umana perfetto che ha funzionato alla perfezione.

Altra tecnica molto utilizzata è la “sospensione dell’amore”, vogliamo fin dalla prima scena che due determinati protagonisti stiano insieme e che finalmente si possano amare e fare l’amore, ma per molti e svariati motivi non riesce ad accadere. Ci tengono in sospeso, fino al solito lieto fine, gli autori della serie sanno come indirizzare i nostri gusti e fin da subito riescono a creare una coppia preferita, facendo diventare lo spettatore come uno sponsor della coppia stessa.

Bridgerton gioca su tutti questi aspetti psicologici, lo fa bene, ma allo stesso anche in modo semplice e basilare, un sistema che può essere riprodotto e ottenere comunque degli ottimi risultati di pubblico. Netflix soprattutto è un mondo in cui bisogna sapersi inserire, basta farsi apprezzare per una serie e poi diventa tutto più semplice, il pubblico arriva speranzoso che quella nazione gli offra sempre prodotti di qualità, o meglio, sempre prodotti che gli piacciono.

Vedi la Spagna con “la casa di carta” si sono aperti un mondo di possibilità, mettendo in risalto una serie precedente come “vis a vis” o cavalcando l’onda e producendo “Elite” che essenzialmente usa le stesse tecniche di “marketing sceneggiato” di Bridgerton. L’Italia non ci ha ancora provato seriamente, ha provato a fare prodotti più complicati, più di nicchia come ha fatto la Germania con Dark, per poi fare altri produzioni molto interessanti.

Il nostro paese quando non sa dove battere la testa punta sulla mafia, il resto lo fa sempre con leggerezza o con prodotti che possiamo capire solo noi, senza cercare di uscire dai confini. Essenzialmente chi guarda Sex Education o Elite si sente più negli stati uniti che in Inghilterra o in Spagna, perché gli autori hanno creato un mondo scolastico simile a quello americano, semplicemente perché più famigliare al pubblico.

L’Italia deve finalmente fare una serie tv che possa conquistare il pubblico di Netflix e non deve essere per forza uno Squid Game, ma io direi più un Bridgerton, più semplice e più efficacie. Basta fare un’intricata trama amorosa ambientata magari nell’epoca degli Sforza e dei Gonzaga, ci metti un titolo in inglese, qualche attore e attrici fotomodelli e il gioco è fatto. Per il resto siamo già ben capaci di fare ottimi costumi e le location non ci mancano. Un Elisa di Rivombrosa più moderna e in stile Netflix con tutto il politically correct che serve. Una serie ideata solo ed esclusivamente per essere vista da più persone possibili.

Non sono per nulla un fan del genere, non ho mai visto nulla, ma sono come sia necessario farsi vedere prima di fare qualcosa di buono, l’Italia deve capire ciò che piace al pubblico e fare un prodotto di conseguenza in modo da inserirsi con prepotenza nel catalogo di Netflix. Per poi poter fare prodotti di qualità con idee perfettamente originali, magari non di mafia, per una volta. Tutti reclamano della scarsa qualità dei nostri prodotti visivi, bisogna fare una serie commerciale. Non sottovalutiamo la bellezza degli attori, quella attira pubblico, l’ha sempre fatto e sarà sempre così, se uno recita male, basta ridoppiarlo sopra, tanto siamo abituati. Una serie non creata solo per noi, ma già proiettata ad un pubblico internazionale.

Quando non si hanno idee e contenuti, bisogna sempre stuzzicare la curiosità amorosa e sessuale del pubblico, il pubblico si deve innamorare dei protagonisti, vederli come la cosa più bella del mondo. Questo non solo attira l’attenzione, ma altera il giudizio, se si crea quella situazione di attrazione, il giudizio finale sulla serie sarà alterato, e giudicata sicuramente in positivo. Chi ha visto Bridgerton, delle volte quasi si vergogna a dirlo, perché sa di essere stato “ipnotizzato” dai suoi contenuti, sa che gli sono piaciuti gli attori più che la trama, e sa che provava attrazione verso di essi. Se si riesce a cerare quella situazione di imbarazzo vuol dire che l’autore della serie ha fatto centro e la serie sarà vista da moltissime persone.

Bisogna puntare ad un prodotto simile. Sono sicuro che l’Italia ha le potenzialità per farlo, anche se il livello di recitazione non è altissimo, l’importante per una serie così, è la bellezza dei protagonisti, lo sceneggiatore farà in modo di creare i giusti intrighi amorosi e indirizzare la volontà del pubblico. Però serve appunto qualcosa di più internazionale, qualcosa che ci faccia svoltare davvero. Un’altra parte fondamentale sono i costumi, un film o una serie fatta in costume d’epoca, rende il prodotto, più serio e professionale, non ci sembra quasi mai fatto male. Devono essere talmente belli da voler essere indossati, tutto deve essere attrattivo, dall’arredo, alla location ai costumi appunto.

Questo è un articolo un po’ paradossale, perché in pratica il mio consiglio è quello di creare anche una pessima serie, per attirare il pubblico, una serie commerciale che serva ad aprire le porte di Netflix all’Italia, con prodotti più incisivi di Curon, Baby o Summertime.

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PER LA PRODUZIONE DI UNA NUOVA SERIE TV NETFLIX ASSUMERA’ UN ESPERTO “TIKTOKER”?

CONTROCORRENTE: Il successo di alcune serie tv Netflix ci ha mostrato quanto Tik Tok possa essere influente ed essere un mezzo pubblicitario eccezionale.

Già in Altre occasioni ho parlato di come Netflix, oltre a fare prodotti di ottimi qualità, punti a fare prodotti visivi che possano essere visti il più possibili, commerciali e facilmente “vendibili”. Serie tv che possano portare nuovi abbonati e nuove visualizzazioni sulla piattaforma streaming più famosa del mondo. Ormai ha un bacino di utenti invidiabile e può sfruttare questo numero elevato a suo favore, creando prodotti studiati nei dettagli per far parlare di se.

Squid game ormai ha battuto tutti, mai visto un clamore così grosso per una serie tv, in trend in qualsiasi social, ma uno in particolare, al giorno d’oggi, è la macchina pubblicitaria più efficacie e potente tra tutti i social. Tik Tok.

Tik Tok ha appena raggiunto il miliardo di profili, cifra clamorosa che fa gola a qualsiasi imprenditore per cercare di pubblicizzare un prodotto, più efficacie di qualsiasi social, immediato e molto visivo, di impatto che cattura subito. Squid game, come la casa di carta prima è arrivata fin li, apparendo sempre più spesso su questo social e avendo degli elementi facili da riprodurre anche in video brevi come quelli di tik tok.

Il futuro di Netflix, potrebbe essere appunto anche quello di studiare serie tv, adatte ad essere emulate e citate in video di breve durata, serie tv studiate per essere pubblicizzate direttamente dagli utenti che ne citano una scena, un personaggio o un costume. Mettere elementi iconici, vendibili, come spesso fa la Disney (Groot, Baby Yoda ecc.).

Quindi non mi stupirei che nella stanza del “table read” dove si discute con lo showrunner, gli sceneggiatori e i produttori esecutivi, non mi stupirei se ci fosse anche un esperto tiktoker, uno che possa dare spunti alla serie facilmente replicabili nel famoso social. Un gioco particolare, una mossa specifica, un vestito, una parrucca, una battuta nel copione che possa catturare l’attenzione dei più giovani ed essere usata come “suono” proprio su tik tok. Serie tv non solo create come opera d’arte, perchè è questo che sono, ma come prodotto pubblicitario che possa catturare l’attenzione di più utenti. Abbassando si la qualità essenziale e più tecnica della serie, ma alzando di gran lunga il numero di spettatori.

Non smetterò mai di dirlo, ma una delle serie tv migliori di Netflix sotto molti punti di vista, è sicuramente Mindhunter ma non è per nulla vendibile, commerciabile, difficile da usare su tik tok, quindi Netflix farà sia prodotti improntati sulla qualità che prodotti improntati sulla capacità di diventare mainstream.

L’utilizzo di esperti tiktoker potrà essere lo strano futuro delle serie tv… aspettare per credere.

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CONTROCORRENTE: BATTLESHIP NON E’ UN PESSIMO FILM

Troppo spesso criticato e massacrato dalla critica, ritengo che il film Battleship abbia degli aspetti positivi e che non sia un film così terribile come dicono.

Battleship è un film del 2021 diretto da Peter Berg e prodotto da Micheal Bay, il film è una trasposizione cinematografica del famoso gioco da tavolo “battaglia navale”, come successo con i “trasformers” e con “G.I. Joe”, la Hasbro e Hollywood provano a trasformare i giocattoli in un film, con risultati che spesso non soddisfano la critica.

Questo film è stato massacrato dalla critica e considerato spazzatura, per lo più per la trama un po’ assurda e per superficialità con cui è stato fatto questo prodotto, un film che puntava solo a fare botteghino grazie alla pubblicità e meno al contenuto, un film che però non è poi così banale a partire dal regista e dalla sceneggiatura. Peter Berg è un maestro del genere, mi piace il suo stile, ma in questo film si vede pesantemente la mano di Bay, tanto da ricordarci subito i film sui “trasformers”, molta azione ed esplosioni, a volte non necessarie o esagerate.

Le critiche vengono fatte maggiormente alla trama e alla sua interpretazione, personaggi molto forzati e poco realistici, stereotipi a non finire e battute pessime con dialoghi poco convincenti, tutte cose evidenti che ho notato anch’io ma che penso siano parte stessa del film ed è ciò che lo rende più piacevole meno noioso, senza pretese e che ci fa anche divertire per le sue parti prevedibili e assurde (chi non a sorriso nella scena dei veterani?). Questo film è tratto da un gioco da tavolo e per questo mantiene le forme lo stile “giocattolo”, infatti Peter Berg crea un enorme film che sembra veramente un gioco, un mix di scene d’azione esagerate, quasi parodia, e personaggi scontati e posizionati a pennello nelle sceneggiatura, proprio come i nostri giocattoli. Anche i nemici, questa misteriosa razza aliena che prende spunto da “Halo” nelle sue armature, sembrano dei grossi giocattoli, quasi goffi e che non fanno paura, ma che permettono alla trama di spaziare ed esagerare con scene di guerra marine.

L’aspetto positivo di questo film è proprio quello di esagerare, di inventarsi un metodo per rendere la battaglia navale, cinema. Sarebbe stato inutile e troppo forzato fare qualcosa di serio, un film impegnato su una guerra marina, magari con soli essere umani, tutto troppo scollegato dal mondo Hasbro, questo film aveva necessità di essere assurdo, prevedibile e proprio perchè è una trasposizione di un gioco, un gioco che molto spesso viene utilizzato dai bambini. Tutto è fatto per stimolare le nostre sensazioni più infantili, non c’è violenza, ma solo azione esaltante e prevedibile, ed è quello che vogliamo, noi vogliamo “Thunderstruck degli AC/DC” così messa a palla e senza senso con gli anziani che riprendono al gloria di un tempo, come da bambino dove i buoni vincono sempre e i cattivi devono perdere.

Penso che il punto fondamentale sia quello di sapere cosa si sta guardando, se uno si mette a guardare questo film convinto che sia un Kolossal sulla guerra in mare sta già sbagliando tutto, un film lo si percepisce anche da come è venduto e Battleship è sempre stato presentato come un possibile Blockbuster da vedere con leggerezza e con cui divertirsi. Sono sicuri che molti di noi quando lo trovano per caso in Tv non cambiano canale, anzi lo guardano tutto e ne sono pure soddisfatti, perchè al pubblico piacciono anche le cose banali, stupide e leggere. L’azione c’è a volte è una parodia di se stessa è evidente, il regista e gli sceneggiatori lo sottolineano più volte in diversi aspetti del film, chi lo prende sul serio forse, non ha ancora capito che è un film giocattolo, come lo era “il tesoro dell’amazzonia” dello stesso Peter Berg, in quel film tutti vogliamo che “The Rock” impugni un arma, si è assurdo, ma ci piace così, in Battleship è lo stesso, vogliamo l’azione esagerata, grottesca, con navi che fanno manovre impossibili e con attori che dicono cose da fighi e solo per fare scena e non convenzionali e poco credibili.

Il film ha mille difetti, sicuramente poteva essere fatto meglio, la recitazione a tratti è davvero imbarazzante, ma sempre nel contesto del film, anzi una recitazione troppo ricercata sarebbe andata in contrasto con tutto il resto. Rihanna è stupenda come sempre, ma la sua recitazione è a dir poco oscena, innaturale e anche un po’ stupida e terribilmente forzata, però non toglie nulla al film, gli da pubblicità e bella presenza il che basta per una pellicola del genere.

La cosa che mi è piaciuta è la capacità con cui sono riusciti ad inventarsi un modo per collegare il film al gioco da tavolo, la scena delle boe e del movimento nemico , trovo sia geniale, molto bella e incredibilmente simile al gioco da tavolo, non era facile ma loro ci sono riusciti. Anzi penso che l’intera trama sia stata concepita partendo da quel concetto e quella scena, per quello hanno optato per i nemici alieni e tutto il resto. A livello visivo il film è ottimo, anche il design di molti oggetti alieni è comunque ben curato e da qualcosa in più a questo film, anche scene un po’ banali come quella del sole che acceca il nemico non è poi così male, anzi a dir la verità ci esalta un pochino, come tutto il film d’altra parte, perchè diciamolo, a volte è bello tornare bambini anche al cinema, senza star li a pensare troppo al regista, l’attore e la trama. Guardare un film come un bambino, esaltarsi e sorridere senza giudicare troppo e questo Battleship lo fa splendidamente.

Vorrei tra l’altro parlare del povero Taylor Kitsch, presente, in questo film, protagonista anche di John Carter e della seconda stagione di True Detective, tutti aspramente criticati dalla critica, in poco tempo a messo a segno delle interpretazioni in film e serie tv che sono state distrutte dalla critica, forse è davvero lui che porta sfiga?

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CONTROCORRENTE: LA HBO IL MIGLIOR NETWORK PER LE SERIE TV

La HBO è sinonimo di garanzia di qualità e le serie tv prodotte e distribuite da essa, sono tra le migliori in assoluto.

HBO è un emittente televisiva statunitense via cavo, forse una delle più famosi al mondo, è una sussidiaria della WarnerMedia, non molto tempo fa, ha lanciato anche la propria piattaforma streaming HBOMAX. Non voglio annoiare nessuno con la lunga storia di questo Network ma semplicemente voglio paragonarlo ad altre piattaforme di distribuzione come le ormai più famose e citate Netflix, Amazon e Disney, che a loro volta negli ultimi anni, hanno prodotto diverse serie Tv.

Molte altre emittenti via cavo e non in America non hanno una quantità di serie di ottimo livello da essere citate tutte, però ogni tanto naturalmente esce fuori qualche prodotto di altissimo livello, come ad esempio Breaking Bad o Prison break di cui ho già parlato.

HBO è una garanzia, se vedo il famoso schermo a puntini con la scritta HBO so che andrò a vedere un prodotto di ottima qualità, con una fotografia e cura dei dettagli sempre molto convincente, con storie e serie tv sempre di livello altissimo, cosa che non accade con le altre famose piattaforme. Ne cito solo alcune così a memoria, True Detective, The Leftovers e il più famoso Trono di spade.

Non c’è paragone con altre piattaforme perchè sembra sempre che la HBO ci metta qualcosa in più, qualcosa di più serio, a volte quasi più da adulto, la giusta dose di violenza, di scene di nudo (Sempre presenti) di voglia di metterti più a contatto con la dura realtà. La fotografia di True Detective o anche quella di Chernobyl sono dei capolavori, la si percepisce subito la qualità. Difficile trovare un prodotto di scarsa qualità. Le trame anche sono punto cardine, sempre ben scritte e trattate con cura, sceneggiature con le giuste evoluzioni e personaggi ben curati, tutto grazie a produzioni sempre di livello assoluto con una selezione del prodotto molto articolata e curata.

Prendiamo ad esempio True Detective, la prima stagione è un esempio di come si struttura una miniserie, con i personaggi che sono scritti meticolosamente da Pizzolatto, con una fotografia magistrale e una regia davvero stupenda di Fukunaga.

Westworld purtroppo nelle stagioni successivi, anche sempre di ottimo livello, non sono mai al livello della prima che per me rimane un capolavoro, forse uno dei più grossi rimpianti della HBO insieme al GoT che per colpa delle ultime due stagioni viene ricordato come pessima serie. Dalla sua però questa emittente ha sempre una grossa possibilità di Budget che ad esempio Netflix non ha mai avuto. Una piattaforma che comunque si affida unicamente a prodotti della propria nazione senza mai andare oltre al proprio confine, ma forse questo può essere anche un punto di forza.

La qualità è sempre al centro del progetto, non ci sono prodotti banali, commerciali, ma si punta sempre a colpire il pubblico con delle produzioni si spessore, serie nella loro esecuzione, che negli anni di rendono un sinonimo di garanzia, perchè tutti siamo rimasti affascinati almeno una vota da una serie tv della HBO, è inevitabile.

Ne ho già parlato nella recensione, ma anche The Leftovers è qualcosa di meraviglioso in alcuni dei suoi aspetti, con una grande forza emotiva, una profondità assoluta per essere una serie tv e una colonna sonora da film, se avete la possibilità andate a ascoltare un pezzo delle musiche che ci sono in quella serie e non potrete far altro che iniziare a vederla.

L’unico difetto è che HBO è distante da noi, difficile da raggiungere, con Sky come unica risorsa per poterla vedere, non trasmettono nulla in tv e le piattaforma non riescono a prendere nessuno prodotto del colosso americano. Un peccato perchè molte serie meriterebbero di essere viste e conosciute anche in Italia, dimostrando come si fanno serie tv di altissimo livello, serie che per un motivo o per un altro ti rimangono impresse nella mente, quasi ad esalarti quando pensi alle scelte intraprese, alla genialità di alcuni loro prodotti, con la bellezza di vedere una produzione serie e fatta bene.

Il compito di una produzione è scegliere gli elementi migliori grazie alla possibilità economica, come nello sport anche nel cinema se prendi i Cristiano Ronaldo o i Lebron James, il prodotto finale sarà eccellente e di ottima qualità, troppe volte si sottovaluta questo aspetto, ma su Netflix, Mindhunter e House of card ad esempio sono su un altro livello grazie ad esempio a David Fincher, nel caso di HBO Westworld, la prima stagione e superba anche perchè c’è un maestro dei monologhi come Anthony Hopkins, The Leftovers ha un certa profondità perchè tra i creatori c’è Damon Lindelof (Lost) e tra i produttori esecutivi Peter Berg che è un ottimo regista. Perchè in fondo è così servono le maestranze di ottimo livello se si vuole un prodotto finale davvero apprezzato dal pubblico. HBO fa questo, un attenta selezione dei talenti, delle maestranze e degli attori che dovranno interpretare le loro serie tv.

Come detto prima per The Leftovers, il livello delle colonne sonore in HBO è pazzesco, come ad esempio quelle curate da Ramin Djawadi che ha composto sia quelle di Westworld che quelle di Game Of Thrones tra cui la famosa e apprezzata sigla. Si può dire tutto delle ultime due stagioni di GoT ma la scena del re della notte nell’ultima stagione, anche se estremamente buia, è un capolavoro in moltissimi suoi aspetti, ma questa è un’altra opinione controcorrente mi sa. Quello che voglio sottolineare di quella scena che per chi la vista sicuramente si ricorderà, è la splendida colonna sonora, un crescendo di ansia ed emozioni incredibile, anche questa vuol dire qualità e garanzia targata HBO.

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CONTROCORRENTE: ADAM SANDLER E’ SOTTOVALUTATO

Cerco di esporre il motivo per cui penso che Adam Sandler sia sottovalutato, non solo come attore

Adam Sandler è sempre visto come un attore stupido di bassa categoria che si magari fa film godibili e divertenti ma nulla di più, un attore famoso, che ha “Sfornato” davvero un sacco di commedie e parodie, personaggi e interpretazioni grottesche, con quel atteggiamento da eterno ragazzino.

I suoi film sono inconfondibili, un po’ perchè appare in quasi tutte le scene nei film che interpreta e un po’ perchè ormai sono delle sue creazioni, li produce, gli scrive e li recita, marchiandoli con il suo stile indelebile, la sparo molto grossa, ma Leonardo Pieraccioni e il nostro Adam Sandler. Eppure Adam Sandler è molto di più e alcuni dei suoi film e delle sue interpretazioni andrebbero viste che più cura.

Siamo spesso offuscati dal pregiudizio, dal fatto che per noi, le sue opere, sono solo spazzatura o cose talmente stupide che non vanno nemmeno considerate, e non parlo della sua recitazione anch’essa spesso criticate fin troppo, parlo della profondità di alcune sue commedie, una morale e un significato spesso nascosto ma davvero significativo.

Sarebbe troppo facile partire dalle prove di recitazioni eccellenti come quella in Diamanti Grezzi (Uncut gems), perchè Adam non si impegna spesso, li piace più far ridere e cercare di mettere fuori un film all’anno, delle volte davvero stupido e frettoloso. Per questi svariati film viene considerato un pessimo attore, anche se a mio modo di vedere, riesce sempre a dare qualcosa a crearsi un personaggio e ad essere credibile.

Spesso si rifugia nell’interpretazione di se stesso, nelle commedie quelle più basilari e fatte a parodia, in altre è un personaggio un po’ più complesso e studiato con qualche sfumatura in più, anche se non perde mai il suo stile, si cuce l storia intorno a se, come spesso fanno gli attori di questo tipo, come ad esempio Ben Stiller.

Le commedie di Adam Sandler, non tutte ovviamente, hanno un certa profondità, un senso del romanticismo molto reale a contatto con la nostra vita quotidiana, a tratti sanno anche essere emotivamente forti, mi viene in mente ad esempio “50 volte il primo bacio”, con la sua trama così assurda quanto profonda nel suo significato, un amore che val al di la di tutto, di un incidente e di una donna che giorno dopo giorno deve ricominciare ad amare da capo.

in “Cambia la vita con un click” c’è una profondità assoluta per quando riguarda l’importanza dei piccoli momenti della nostra vita, i momenti pieni di amore, unici e irrepetibili da vivere a pieno e non con il cervello spento e perso. Questo è uno dei film dove oltre a ridere non puoi fare altro che commuoverti, perchè ci sono sentimenti forti e argomenti che toccano molto la nostra quotidianità.

Quello che mi piace dei suoi film e il modo in cui riesce ad ammorbidire qualsiasi argomento, in Zohan per quanto il film sia essenzialmente una parodia, demenziale, (bellissimo film), Adam Sandler riesce a trattare il conflitto in Palestina in modo superficiale ma allo stesso tempo molto efficacie, senza appesantire, ma facendo riflettere chi lo guarda.

in “Un altra sporca ultima meta”, c’è sport, è un film sportivo di ottimo livello per molti aspetti, fa ridere e anche in questo caso riflettere, sul senso di riscossa, sulla sottile linea tra bene e male, e non lo nasconde, lo mostra chiaramente, ti fa quasi tifare per quello che per tutti è il male, cioè i carcerati, lo fa grazie a una partita di football. Sono commedie complete quelle di Adam Sandler, molto spesso davvero di ottimo livello.

“Un Weekend da Bamboccioni” ha una struttura semplice, però fa ridere, ci emoziona e ci fa anche un po’ invidiare quella situazione, perchè a tutti piacerebbe passare un po’ di tempo con i propri amici di infanzia. Simile a molte altre sue commedie, il suo stile inconfondibile ma che piace, perchè ci è famigliare, ci fa ridere, ma anche qui riflettere sull’importanza dell’amicizia e dello stare insieme. L’importanza di dare priorità alle cose semplici della vita e di non perdersi sempre in lavoro e complicazioni, elementi che espone spesso nei suoi film.

Adam Sandler è l’eterno ragazzino, quello che ci riporta indietro nel tempo, ci ricorda il lato bello della vita, ci fa sorridere, ci fa commuovere e perchè no, delle volte anche arrabbiare perchè ci aspettavamo qualcosa di più. Adam è un attore che ha dimostrato anche il suo talento e che è riuscito ad interpretare anche personaggi diversi tra di loro, un attore e un produttore che ci tiene compagnia ogni anno con qualche nuovo film, con il suo stile e la sua comicità.

Troppo spesso sottovalutato o non considerato, perchè si guarda sempre troppo spesso la superficie o ci si concentra sui progetti in cui ha toppato clamorosamente, eppure se si scava più a fondo non si rimane mai delusi, e i suoi film sono sempre un piacere da vedere e soprattutto guardare.

La bellezza di saper raccontare la vita in modo ironico, a volte grottesco senza dimenticarsi mai dell’importanza di sentimenti, come l’amore, sempre al centro delle sue commedie e dei suoi film, unione, perchè tutti insieme ci si diverte di più, quindi grande Adam, continua così.

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CONTROCORRENTE: LA PRIMA TRILOGIA DI TRANSFORMERS E’ UNA BUONA TRILOGIA

Considerato da tutti immondizia, io vedo in Transformers molti lati positivi, ecco il mio pensiero…

Ecco una di quelle opinioni controcorrente potenti, una di quelle che ci lascia con il gli occhi spalancati e increduli, una di quelle opinioni che hai tutti contro e nessuno a favore, ma delle volte è davvero bello pensarla in modo differente.

Uno dei difetti del mondo del cinema e di chi ci lavora, è la saccenza, la convinzione di sapere tutto e che l’opinione sia oggettiva, sopra un gradino, sopra tutti, chi ne sa di cinema si sente migliore, e questo allontana un po’ le persone dai film veramente belli, perchè sono difesi con gli scudi dai saccenti.

Transformers, anche per motivi validi bisogna ammetterlo, verrebbe massacrato da praticamente qualsiasi esperto di cinema, perchè secondo loro l’arte e altro e cinema è altro, in cinema non contempla tutto questo trash.

Eppure il cinema è evoluzione, deve sempre stare al passo con i tempi, muta e cambia di generazione in generazione, seguendo le mode e ciò che il pubblico vuole vedere, deve farlo per sopravvivere e per essere apprezzato.

Io voglio partire dal fatto che Transformers è tratto da dei giocattoli, insieme ad altri film prodotti dalla Hasbro ritengo comunque che sia un impresa alquanto ardua scriverci qualcosa su che abbia una parvenza di essere un film.

Io apprezzo già moltissimo la persone che si vogliono spingere oltre nel cinema, e fare qualcosa di nuovo, originale e poco conta se esce fuori una “cagata”, l’importante è muovere il mondo della creatività e del cinema.

Buona Trilogia perchè non è monezza, perchè alcuni attimi di sceneggiatura sono buoni, gli effetti speciali e visivi sono di livello altissimo, ed è stato il precursore dei film dell’universo Marvel per molti aspetti visivi e di azione.

Michael Bay viene sempre osteggiato, preso un po’ in giro per il suo stile un po’ sopra le righe, per le sue esplosioni e per i suoi film che si perdono nella trama per dare spazio ad uno stile fatto di olio, muscoli ed esplosioni con ben impressa sullo sfondo la bandiera americana.

Io ritengo che Transformers sia comunque pieno di scene di azione di altissimo livello, con un sacco di elementi, esplosioni e personaggi, molti in digitale, non facile da coordinare, Bay lo fa bene, lo fa con il suo stile ed è perfetto per un film che essenzialmente parla di Robot che si trasformano in macchine e vicerversa.

Transformers ha la necessità di essere assurdo, luccicante, devi essere coinvolto dall’azione dei robot più che dalla trama, devi sorridere per qualcosa di assurdo. Stupore visivo è quello a cui punta questa trilogia, che deve colpire i bambini per fargli comprare i giochi.

Delle volte penso a come potrebbe essere Transformers con un altro regista, poi l’ho visto e ci prede molto, questo film non ha bisogno di essere fatto bene, con una belle trama diventerebbe solo noioso, noi vogliamo i bazooka cazzo!

Anche gli attori seguono questo stile, Shia LeBeouf era solo un ragazzino, amato dalle teenagers di Nickelodeon e Disney Channel, e poi Megan Fox che con la recitazione c’entrava poco nulla, ma che ti rapiva e faceva schizzare alle stelle gli ormoni dei ragazzini (e non solo), che guardavano il film.

Recitato male, ma in un contesto e in una sceneggiatura che non necessità di una grande prova attoriale, anzi, un po’ di quel piattismo, di “pezzi di legno” inespressivi, serve, perchè è un film su dei giocattoli.

I film ha un ottima colonna sonora, una comicità di buon livello anch’essa molto stile Marvel, degli effetti speciali molto costosi, ma visivamente spettacolari, e i robot sono disegnati e fatti davvero bene, tremendamente realistici.

Nel complesso i primi due film hanno anche una buona sceneggiatura, il terzo incespica un po’ ed è meno convincente, i primi due invece hanno una trama lineare e convincente, non ha grossi difetti se pensata in quel contesto.

Essenzialmente proviamo una forte disapprovazione per questo film perchè abbiamo visto qualcosa di meglio, sicuramente è così, ma è giusto paragonare Transformers a film più fallimentari e dello stesso stile come Battleship o G.I. Joe e qui siamo tutti d’accordo che forse Transformers non è così male a confronto.

Penso che essenzialmente se passa in tv è un film anche piacevole da vedere, ti fermi volentieri a rivederlo, magari è solo per Megan Fox e per una Ferrari, ma ti fermi, lo guardi senza annoiarti e questo per me è già un grande pregio.

Il primo film della trilogia, come spesso capita, è quello più bello, quello con la trama più bella e convincente, gli altri due si perdono forse un po’ troppo nell’azione, per non parlare degli ultimi due al di fuori di questa trilogia con Sam (Shia LeBeouf).

Delle volte mentiamo a noi stessi, ma quello che vogliamo è comunque un film che non ci annoi, poco importa della cera qualità del film, Transformers è bello visivamente e quindi poco ci importa del resto, questo mi basta per dire che è una buona Trilogia.

La differenza sostanziale tra i primi tre film e gli ultimi due con Mark Wahlberg è sicuramente la trama, praticamente assente negli ultimi e il modello dei robot, molto più belli e realistici nei primi capitoli, con chiari riferimenti alle auto, con magari una ruota come comito e i fanali sul petto.

Tutti questi piccoli dettagli a confronto, con altri film Transformers, sempre diretti da Bay, mi fa dire che la prima trilogia è una buona trilogia, e meriterebbe dei giudizi più positivi, più pragmatici.

Bisogna sempre valutare il film, per come si pone e per qual è il suo obiettivo, ovvio non vinceranno mai un oscar film cosi, se non magari per gli effetti visivi, però sono ottimi film da vedere in una noiosa domenica pomeriggio di pioggia o magari al venerdì un po’ brilli con gli amici, film diretti un po’ trash e con la giusta dose di adrenalina.

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CONTROCORRENTE: BASIC INSTINCT E’ UN FILM SOTTOVALUTATO

Questo film non è solo un accavallamento di gambe!

Molti film sono legati, a volte soppressi da una propria scelta stilistica, da una trama diverse dal solito o come in questo caso da una semplice scena.

Basic Instinct è un film 1992 che ebbe davvero molto successo al botteghino, incuriosendo le persone per il suo lato erotico, genere che era sempre considerato per pochi o che comunque non veniva molto preso in considerazione, perchè legato solitamente a prodotti giudicati banali.

Tutti collegano questo film alla famosa scena in cui Sharon Stone accavalla le gambe, mostrando a tutti che non porta la biancheria intima, questa è forse la scena erotica più famosa e emblematica della storia del cinema.

Ma allo stesso tempo anche la scena che penalizza di più il giudizio finale sul film, rendendolo a parer di molti, solo una mercificazione del corpo femminile, e un film erotico senza nulla da raccontare.

Il film è diretto da Paul Verhoeven regista che spesso mischiava la violenza con un po’ di erotismo, ma anche famoso per film come Robocop e Atto di forza.

Il punto di forza di Basic Instinct è sicuramente la trama, un po’ thriller e un po’ giallo noir, con una sfumatura di erotismo a renderla più iconica e originale, non che elemento fondamentale della trama stessa.

La trama è in perfetto stile noir, è molto avvincente, e con anche qualche colpo di scena, c’è tensione, violenza e passione che si intersecano perfettamente rendendo la sceneggiatura molto apprezzabile in molti suoi passaggi.

Il film ha la capacità di catturarti come il protagonista Nick (Michael Douglas) viene catturato da Catherine (Sharon Stone), infatti la sceneggiatura fu coinvolta in una specie di asta per produrre questo film che ebbe davvero dei cast importanti, infatti furono presi in considerazione davvero un sacco di attori, ancor di più di attrici per il ruolo della protagonista.

Il film ha anche un ottima colonna sonora di Jerry Goldsmith, e la regia prende il giusto ritmo e stile fin da subito, anche gli attori sembrano sempre essere a loro agio, anche se poi si è scoperto che la famosa scena dell’interrogatorio è stata girata un po’ a tradimento, ingannando la giovane Sharon Stone.

Il film è provocante e lo è fin da subito, nelle scene, nelle parole e nella struttura dei personaggi, che risultano tutti condizionati dalle proprie perversioni e istinti primordiali.

Oltre ad un ottimo Michael Douglas il punto davvero forte di questo film è proprio lei, Sharon Stone, stupendamente magnetica e perfetta per questa personaggio. Lei sa essere estremamente sensuale e maliziosa, trasmette bellezza, mistero e anche un pizzico di follia, quasi di violenza.

Il personaggio di Catherine è davvero scritto benissimo nelle sue sfumature più profonde, una conquistatrice infallibile che ha il pieno controllo degli uomini ma anche delle donne, l’amante perfetta.

La trama è centralizzata su questo personaggio così misterioso e ambiguo che a tratti ci sentiamo anche noi coinvolti e che quasi giustifichiamo il folle amore che hanno gli altri personaggi verso di lei.

Sharon Stone in questo film sa conquistarti con la sua malizia e bellezza, ma allo stesso tempo incute quasi paura e disorientamento con il sospetto dietro ad ogni sua azione, una manipolatrice esperta che entra nelle menti anche dello spettatore.

L’erotismo è solo la ciliegina sulla torta, in un film che ha molto altro da dire a da mostrarci, con scene di violenza adeguate al genere giallo, e con quella curiosità specifica del genere, con qualche picco di thriller.

Tutto ben calcolato in una escalation di passione e violenza, con l’apice del desiderio nel finale, e con il sospetto sempre dentro di noi, con la sensazione che ci dice che anche noi come Nick, ci saremmo cascati.

Talmente condizionante quasi da farci dire, uccidi pure adesso, l’importante è averti amata.

Penso che un film debba avere la capacità di trasmettere qualcosa, questo lo fa in modo impeccabile, tanto da diventare iconico e forse uno dei film a sfondo erotico più famosi del mondo del cinema, con una delle scene più famose del genere e non solo.

Nel complesso ha anche una certa eleganza, eleganza difficilmente replicabile al giorno d’oggi, tanto che il sequel fallisce miseramente.

Basic Instinct è un passaggio importante del cinema, una novità che riesce a mixare perfettamente diversi generi, un film che sa colpire dove vuole e lo fa alla perfezione, un film che sinceramente è invecchiato benissimo e che riguardo volentieri quando mi capita facendo zapping con la TV.

Mi spiace sia sottovalutato da molti, mi spiace che sia ricordato solo per una scena e mi spiace che non sia data la giusta importanza all’interpretazione di Sharon Stone, che comunque per questo film nominata ai Golden Globe come miglior attrice.

Il mio consiglio è quello di vedere questo film come un bellissimo thriller, e non con la convinzione di vedere qualcosa di puramente e solo erotico, bisogna farlo senza pregiudizi e fatevi catturare anche voi negli “artigli” di Catherine Tramell (Sharon Stone).

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CONTROCORRENTE: LA SAGA CINEMATOGRAFICA DE IL SIGNORE DEGLI ANELLI E’ MIGLIORE DI QUELLA DI HARRY POTTER

Una sfida epica, per due saghe tanto simili quanto differenti. Paragone difficile da fare ma che a livello cinematografico va fatto.

Sono due delle saghe Fantasy più amate e più conosciute di sempre, sia a livello cinematografico che a livello di libri, due generazioni diverse, due tempi differenti, con Harry Potter che è sicuramente più collocato nei giorni nostri, mentre il signore degli anelli è più antico nella sua esposizione essendo stato scritto anni prima.

La saga di Harry Potter è composta da 8 film, compreso il film finale diviso in due parti, per questione di marketing, ben 8 film che vanno dal 2001 all’ultimo uscito nel 2011, quindi dieci anni di produzione, con davvero delle piccole pause, un progetto cinematografico clamoroso e imponente.

La saga de il signore degli anelli è composta da tre film, che vanno dal 2001 al 2003, tutti girati in Nuova Zelanda, con un gigantesca produzione che ha coinvolto un sacco di lavoratori per molti anni, includiamo pure “Lo Hobbit”, composto da tre film dal 2012 al 2014, anche questo davvero imponente. Nel complesso quindi 6 lunghissimi film.

La cosa che lega queste due saghe è sicuramente la parte Fantasy, molto più rimarcata ne il signore degli anelli, ma che trova delle ottime basi anche in Harry Potter, sicuramente visto in chiave moderna.

Sono usciti più o meno negli stessi anni, almeno per quanto riguarda i “primi passi”, conquistando più o meno la stessa fetta di pubblico, anche se il signore degli anelli aveva una “fanbase” costruita negli anni grazie ai libri di Tolkien, mentre Harry Potter era ancora in piena crescita.

Non so perchè succede, ma capita spesso che queste due saghe vengono paragonate, non so se per il loro genere, o perchè il primo episodio è uscito lo stesso anno.

Ho visto “battaglie e scontri” su questo argomento, e penso che in fondo il discorso finisca sempre con il 50% dei consensi, da qualsiasi parte decidi di stare, l’equilibrio è quasi perfetto.

Voglio essere scorretto e partire subito pesante parlando del confronto con gli Oscar, il signore degli anelli con soli tre film ha vinto ben 17 premi Oscar, mentre Harry Potter con ben otto film ne ha vinti zero!

Questo ci fa subito capire la differenza abissale tra le due produzioni cinematografiche, che vedendo questi numeri vien quasi difficile paragonare, il signore degli anelli, a livello prettamente cinematografico è nettamente migliore di Harry Potter e forse di qualsiasi altra saga.

La fortuna di questi film sono stati i modi in cui sono stati sviluppati, con un ampio Budget di partenza e con un regista che ha messo tutto se stesso in questi lavori, perchè Peter Jackson nella sua carriera ha fatto praticamente solo il signore degli anelli e Lo Hobbit, quindi per adesso la sua carriera è stata dedicata a quei film.

Aver girato tutti i tre film insieme a mantenuto la qualità alta rendendo un film più bello dell’altro raggiungendo l’apice della perfezione con l’ultimo capitolo della prima trilogia, il ritorno del re.

Se la consideriamo come saga e ci vogliamo mettere anche “Lo Hobbit”, qui perde sicuramente punti, tanto che a mio parere, è un prodotto migliore il terzo capitolo di Harry Potter, il prigioniero di Azkaban piuttosto che questa Trilogia, che non raggiunge mai gli apici della prima.

Harry Potter, purtroppo e per necessità ha avuto molti cambi al timone, e molti cambi anche nello staff di produzione e di lavoro compromettendo la completezza e la bellezza del prodotto finale anche se di ottimo livello non può essere considerato migliore de il signore degli anelli.

Il soggetto di Harry Potter rimane molto infantile e per ragazzini, mentre quello de il signore degli anelli è molto più per diverse età e generazione e da la possibilità al regista e allo sceneggiatore di produrre davvero qualcosa di epico.

Anche su i personaggi, tranne forse sul villain, il signore degli anelli è un gradino sopra Harry Potter, con caratterizzazioni più importanti e precise e con una recitazione sempre di altissimo livello, i personaggi si sentivo davvero parte della storia.

Hanno in comune l’utilizzo della miniature, ma il lavoro che c’è dietro al signore degli anelli è davvero colossale ed è difficile paragonarlo con altri film, nonostante sia un film 2001 è invecchiato benissimo, e lo stesso Gollum non sfigura con la CGI dei giorni nostri.

Le battaglie sono sia a livello registico che stilistico qualcosa di incredibile e difficili da emulare, lo stesso Peter Jackson non c’è più riuscito ad avere quella qualità, rendendo il paragone tra le sue due trilogie quasi ridocolo.

La fotografia è sempre un opera d’arte nel signore degli anelli, mentre nella saga di Harry Potter ha degli alti e bassi, nei costumi una saga è avvantaggiata rispetto all’altra perchè può portare con se tutto il fascino del medioevo.

L’unico paragone fattibile forse, è il villain, il nemico dei protagonisti, anche qui preferisco Sauron perchè più complesso, misterioso e intrinseco della storia, ma devo ammettere che Voldemort, mi ha sempre molto affascinato fin da bambino.

Un punto a sfavore di Harry Potter è anche il fatto che di base doveva essere un film per bambini recitato principalmente da bambini, questo rende tutto più difficile e più complesso e rende la qualità del film inferiore a quella del libro stesso e rispetto a quella del signore degli anelli.

Personalmente credo che Harry Potter vinca sotto l’aspetto affettivo e dei sentimenti, più coinvolgenti e che catturano gli spettatori in uno strano incantesimo di fanatismo quasi estremo.

Harry Potter ha avuto una capacità immediata di conquistare il pubblico che la saga de il signore degli anelli, non ha mai avuto e forse non avrà mai, ecco perchè nasce sempre il confronto tra queste due saghe.

Il signore degli anelli è una saga che spaventa, perchè sembra complessa, solo per pochi e solo per chi è appassionato del genere, Harry Potter invece ti accoglie e cerca di prendere più pubblico possibile come un film Marvel.

Il signore degli anelli è una parte fondamentale della storia del cinema, è un prodotto che non può essere paragonato a nulla, qualcosa che tecnicamente sembra quasi trascendere dal cinema e che ha creato un mondo a se.

Harry Potter è una grandissima operazione di marketing, di fanatismo e di passione da far invidia a qualsiasi prodotto della Disney, è quello che ha fatto resistere la Warner Bros. alla grande concorrenza che si stava formando intorno a lei.

Voglio essere breve perchè mi sono reso conto che più ne parlo e più non c’è storia a livello cinematografico tra le due saghe, sono troppo diverse tra di loro, e il livello tecnico e artistico del signore degli anelli è davvero troppo elevato.

Come sempre invito tutti a leggere, commentare e a discutere con me di questa mia opinione, di questo mio pensiero controcorrente.

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CONTROCORRENTE: HARRY POTTER E’ SOPRAVVALUTATO!

Esprimo il mio pensiero sul famoso colossal Fantasy

Questa è sicuramente da parte mia una opinione controcorrente un po’ scorretta, più che altro è una saga che non mi ha mai convinto fin dai sui primi passi, ma allo stesso tempo è una saga che non ho mai approfondito, fermandomi praticamente al primo film e libro.

Parlò ovviamente solo del film, anche se devo dire che ai tempi il libro mi era piaciuto e anche il film mi aveva fatto una buona impressione quando ero bambino, ho ancora dei bellissimi ricordi quando andai al cinema a vederlo e avevo appena otto anni, fu uno dei miei primi film visti al cinema.

Crescendo però non ho più avuto alcun interesse verso questa saga, che purtroppo ho sempre solo visto a pezzi in televisione su Italia 1, e mai in modo completo per farmi davvero un idea approssimativa della saga.

Per questo la mia è un impressione superficiale, del tutto soggettiva e non vedo l’ora che qualcuno mi convinca che Harry Potter sia una saga meravigliosa come si millanta in giro da decenni.

Nessuno mi ha mai convinto, le motivazioni sono deboli e in effetti approfondendo nello specifico i film non sono davvero niente di speciale, belli, piacevoli ma niente di così clamoroso.

Harry Potter vive della passione sfrenata dei suoi primi seguaci, di quelle persone che da bambini hanno letto i libri e visto i film, li ha catturati con la sua magia e non li lascia più, è diventato un mega Blockbuster, una delle saghe più importanti della storia del cinema.

La saga ha la bellezza di crescere con il suo pubblico, i protagonisti crescono con i propri fan che si possono identificare in loro con facilità, non importa molto cosa ci viene mostrato e come, l’importante è provare emozioni e vedere ciò che è stato letto su schermo, anche se a detta di tutti i libri son più belli, ovviamente.

Harry Potter va assolutamente ostentato, se lo stai guardando o ne sei un fan non puoi non farlo sapere a tutti, devi attaccare, distruggere e insultare chi non la pensa come te, perchè si, non ti stanno toccando solo dei film ma parte della tua infanzia.

Tutto questo fanatismo esagerato e non giustificato mi ha fatto allontanare molto da questa saga, mi ha fatto perdere l’interesse, da dei film che nel complesso sembrano veramente per famiglie e bambini, senza un vero punto di forza se non quello di coinvolgere gli appassionati della saga dei libri.

Recitazione rimane comunque difficile da valutare per i ragazzini protagonisti, molto bravi invece gli attori secondari, tutti di altissimo livello, molti inglesi e con alle spalle già dei lavori interessanti.

Daniel Radcliffe ( Harry Potter) sta lavorando moltissimo ultimamente e poco a poco sta crescendo, il suo talento sembra sempre più nitido anche se a volte fa fatica a tirare fuori prove davvero convincenti, nel complesso però un bravo attore. Nella saga però essendo ancora molto giovane è molto acerbo e delle volte per il poco che ho visto non mi convince, ma non voglio dargli troppe colpe o troppi giudizi.

Emma Watson (Hermione), non si è mai sbloccata del tutto, sembra aver un po’ di talento eppure in questi anni non lo ha mai dimostrato, è poco espressiva, emotiva, non riesce ad essere ancora una buona attrice secondo me, peccato perchè da bambina aveva sicuramente dato qualcosa al film, mentre con l’avanzare della saga sembra perdersi un po’.

La colonna sonora della saga è bella, nulla da dire, molto da John Williams che riesce a dare sempre un tono da ricordi, perchè noi siamo cresciuti con le sue colonne sonore, e Potter ci coinvolge anche con questo.

Mi piace soprattutto il terzo film (Il prigioniero di Azkaban), l’ho visto solo a pezzi, ma l’ho trovato molto più coinvolgente degli altri soprattutto a livello di regia e fotografia, c’è sicuramente una svolta, è quello meno commerciale è più curato, sa distinguersi dagli altri.

Alfonso Cuaron è un regista fantastico e la sua mano si vede perfettamente su questo film, c’è un grandissimo Gary Oldman è un cast sempre stellare come in tutta la saga, lui sempre perfettamente collocato nei suoi personaggi da un tono in più al film e al resto della saga.

L’intera saga però non riesce a convincermi, mi appare infantile sotto diversi punti di vista e ovviamente lo deve essere visto il target a cui è rivolta, però questo la indebolisce, la rende un po’ banale e a volte noiosa.

Lo percepisco troppo protetto dai suoi fan che non riescono ancora a spiegarti tutti i pregi di questa bellissima saga, nessuno mi ha ancora convinto su quanto sia bella la regia, la trama e la recitazione, le scenografie i costumi e tutto il resto.

Harry Potter è oggettivamente una saga imponente, e sicuramente bella, peccato non riesca ad uscire dal limbo dell’infanzia e dai giudizi legati ai propri ricordi, la saga e piena di affetto e amore dei suoi fan, ma manca di poter coinvolgere il resto delle persone, per questo è sopravvalutata.

Non ci sono giudizi sereni, calcolati e pensati, sono tutti giudizi dati dal cuore e dalle persone che hanno letto i libri e visto i film durante la loro infanzia e adolescenza, rendendo questa saga qualcosa di maestoso e epico quando effettivamente non lo è.

Viene paragonata a prodotti di tutt’altro livello che a volte non dovrebbero nemmeno essere menzionati nel confronto, eppure Harry Potter è magico, è fatto così cattura le persone, annebbia la mente e perchè no rende felice le persone.

Quindi alla fine che importa se è sopravvalutato? è un pezzo di storia del cinema, non tanto per la qualità, ma per il seguito e la passione che c’è dietro, è un simbolo di una generazione, poco importano i giudizi su prodotti del genere.

Harry Potter è si sopravvalutato ma merita tutto il pubblico che ha ottenuto, perchè quando c’è questa gioia e passione non va mai fermata, e va più che bene che siano saga di questo livello nel mondo del cinema.

Sono ancora qui però, qualcuno nei commenti o in una chiacchierata mi dovrà convincere prima o poi di quanto sia bella questa saga, provateci qui, o su instagram, non si sa mai che qualcuno riesca a convincermi…

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CONTROCORRENTE: HOW I MET YOUR MOTHER E’ MIGLIORE DI FRIENDS

Una delle discussioni più accese del web, anch’io voglio dire la mia opinione.

Questa è una delle sfide più iconiche del web, con due delle serie tv più viste e più amate di sempre, con uno stile e delle dinamiche molto simili, una sembra la figlia dell’altra, una conseguenza della prima innovazione.

In questi casi la soggettività domina su tutto, tanto da pretendere che diventi oggettiva, ho letto davvero dei discorsi che non sono più soggettivi ma che si impongono e pretendono di essere oggettivi.

Una delle cose più soggettive dell’essere umano è cosa gli fa provare emozioni, quali argomenti e situazioni gli creano più movimento nei pensieri, cosa lo fa piangere o lo fa ridere. Fortunatamente non siamo tutti uguali, quindi i baserò questo mio articolo sui miei gusti personali.

Non sopporto di aver letto che Friends è oggettivamente più divertente, perchè non può essere oggettiva questa situazione, ad esempio a me fa molto più ridere How i met your mother, e lo trovo meno banale della comicità di Friends, a volte quasi forzata o troppo stupida.

La comicità è una cosa davvero complessa, non è facile scrivere qualcosa che faccia ridere, non è facile metterla in scena e ovviamente non conquisterai tutto il pubblico, come sempre ci sarà qualcuno che ti dirà che Big Bang Theory è mille volte più divertente e così via con altre mille serie a confronto, quindi no, Friends non è oggettivamente più divertente di HIMYM.

I personaggi di Friends hanno il merito di essere stati caratterizzati benissimo, hanno una bella evoluzione, tanto quasi da uscire dalle classiche sitcom. Friends ha avuto la capacità di fare un passo in più e di modernizzare un genere che in quegli anni era ormai un po’ montono.

Tutti personaggi sopra alle righe, non ancora collocati nella loro vita e con mille possibilità di fronte a loro, da questo lato Friends ha fatto un ottimo lavoro, ma allo stesso tempo rende a volte la sua comicità più complessa con questa scelta di rimanere così realistico.

I personaggi di HIMYM sono più stereotipati inizialmente, con dei ruoli e delle collocazioni ben precise, con una comicità più facile e immediata e con momenti che rimangono tra gli sketch più conosciuti.

Di HIMYM mi piacciono di più i personaggi, mi ci rivedo tantissimo in Ted è penso che nel corso della serie abbiano un evoluzione bellissima, preferisco scenograficamente molto di più il Mclaren’s perchè lo vedo più come un luogo comune, facile da trovare e più familiare, il Central Perk è meno riconducibile a un bar per noi italiani, con questi divani sempre occupati da loro, non è molto verosimile rispetto a ciò che siamo abituati.

Memorabile la puntata in cui Barney e Ted prendono possesso del pub, rendendolo un posto come tanti altri, un posto in cui ci riconosciamo tutti seduti al tavolo con in mano una pinta di birra alla spina, da questo lato, secondo me, Friends perde un po’ di punti.

HIMYM ha un grande punto di forza, che secondo me la rende davvero speciale, ha la capacità fin da subito di volerti fare arrivare alla fine, lo fa già dal titolo (dissacrato dall’adattamento italiano), fin da subito vuoi sapere chi è la mamma dei figli di Ted Mosby, chi sarà la donna della sua vita.

Rispetto a Friends poi, HIMYM riesce a staccarsi totalmente dal classico mondo della sitcom, diventando quasi un Dramedy, passatemi il termine, riesce a combinare il divertimento più semplice e stupido ad argomenti più complessi come la morte, la solitudine, la paura del futuro e la bellezza dell’amicizia.

Lo fa in modo meraviglioso, commovente e realistico, ti fa piangere, commuovere e di sbatte da una parete all’altra delle emozioni, è una montagna russa bellissima che quando torna sui binari delle risate ti fa ridere ancora più di gusto, sa giocare perfettamente con le emozioni.

Friends mi coinvolge di meno in tutto, dalla comicità, alla trama, alle situazioni, penso che queste due serie siano legate perfettamente ai gusti personali, per questo fanno discutere così tanto.

I amo gli stereotipi nella comicità, le scene assurde quasi irrealistiche, ma che ti rimangono impresse nella mente per le situazioni che si creano, anche l’affetto verso i personaggi è importante, ci fa ridere con più gusto anche per delle semplici cose.

HIMYM ha una trama con un obiettivo, già ideato e creato fin dall’inizio, infatti è una trama con una evoluzione ben precisa, con dinamiche che vogliono portare a qualcosa, purtroppo per questione di produzione hanno dovuto accorciare i tempi, ma il senso compiuto si è visto ugualmente.

Friends delle volte è troppo servizievole e commerciale, ti fa vedere quello che vuoi vedere, te lo mette su un piatto d’argento e ti conquista così, assecondando il pubblico, anche HIMYM lo fa, come tutte le sitcom, ma delle volte riesce a spiazzarti a colpirti da dietro quasi a tradimento, con scene che non ti aspetti da una semplice sitcom.

Un altro aspetto da non trascurare in serie di questo genere sono le musiche e le canzoni utilizzate, quelle di HIMYM sono davvero tutte meravigliose, con dei picchi di epicità pazzeschi come quello dello canzone perpetua sulla macchina di Marshall. Un pezzo che è famosissimo in Scozia, quasi un simbolo, ma che qui è poco conosciuto, “The Proclaimers – I’m gonna be (500 miles)”. Bellissimo quando viaggiando con un pullman sulle Highlands scozzesi l’ho cantata a squarciagola con persone da tutta Europa che la conoscevano anche grazie proprio HIMYM.

HIMYM è pieno di momenti epici che difficilmente Friends raggiunge, per questo motivo e per gli altri elencati la ritengo una serie migliore, anche perchè è una delle mie serie preferite in assoluto.