Recensione nel tempo di un caffè
The Witcher, la serie fantasy per eccelenza nel catalogo Netflix è arrivata al suo finale della sua terza stagione, aspettando i grandi cambiamenti della quarta. Una serie che si è evoluta fino a diventare un prodotto davvero di alto livello molto piacevole, ma che si perde un po’ nei meandri della sua trama contorta.

Henry Cavill è arrivato al suo ultimo atto nei panni di Geralt di Rivia, cosi di spalle senza un vero saluto o un vero saluto, come se nulla cambierà. Mancherà sicuramente a questa serie e vedere il protagonista cambiare in corso dopera non è mai piacevole, anche se ritengo che Liam Hemsworth sia un degno sotituto.
Rispetto al primo volume di questa terza stagione, il volume II rallenta, prende i suoi tempi per mostrarci ciò che accade ai personaggi, una bella battaglia caraterrizza questo finale di stagione, con i maghi che vedono la caduta di Aretusa e inzia ufficialmemnte una nuova guerra. Non ci sono grandi colpi di scena, e a parte la battaglia, la serie rallenta e cerca di fare spazio in modo equo ai tre protagonisti.
Gerarlt perde man mano un ruolo centrale nella trama, sostituito un po’ dalla sua coprotagonista Cirilla, mantenendo così la tradizione della serie di incentrare la trama di ogni stagione su uno dei tre protagonisti, a partire da Yennefer nella prima, Geralt nella seconda e Ciri in questa terza stagione.
I combattimenti in questa terza stagione sono il suo punto di forza e questo secondo volume non fa che confermarlo, con delle sequenze davvero ben fatte e spettacolari, curate nei particolari e che danno un bello spirito di azione a questo fantasy, che non smette di strizzare l’occhio anche ai videogiochi.
Il difetto più grande è che la serie fa fatica a rimanere dietro ad una trama complicata e piena di nomi, diffcile stare al passo e capire bene gli obbiettivi dei personaggi. Se si vuole fare un paragone con il “trono di spade”, non c’è un trono specifico che tutti vogliono, delle casate ben precise è tutto molto più confusionario e a volte è difficile orientarsi.
In questa stagione e nella sua seconda parte soprattutto, si vede con chiarezza il senso di famiglia adottiva intorno a Ciri, Geralt è più umano, ha dei sentimenti e la sintonia tra gli attori e palpabile e vera. Una serie che sta crescendo e i suoi personaggi con lei.
Per molti versi questa forza è la stagione migliore della serie, un degno addio al Geralt di Henry Cavill. Questa stagione ci ha offerto dei combattimenti di alto livello, una trama più intrigante e orrizontale del solito, una grande evoluzione dei personaggi che porta poi all’inizio di una nuova guerra. Una serie che sta crescendo stagione dopo stagione e che esprime il concetto di fantasy.


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