CONTROCORRENTE: Il tanto discusso finale della serie GOT era esattamente uguale a come lo aveva immaginato George Martin.
Se ne discute spesso del perché G.R.R. Martin non riesca a finire il libro che ormai è atteso da davvero moltissimi anni, strano come lo scrittore, arrivato ad un certo punto si sia bloccato. Nemmeno un viaggio in solitaria, isolato dal mondo nel bel mezzo della Nuova Zelanda lo aiutato a trovare nuova ispirazione.

Non capita spesso, o forse mai che un prodotto televisivo finisca prima dello stesso soggetto da cui è tratto, questo crea molta confusione, aspettative e conseguenze che potrebbero bloccare per sempre il finale della parte scritta, bloccare lo scrittore che ha troppa paura di sbagliare.
In questo momneto l’autore dei libri di GOT, George Martin, si sente in trappola perché qualsiasi finale possa scrivere verra molto giudicato dai fan della serie che sono rimasti particolamente delusi. Ha paura di fallire, di sbagliare e di fare un finale che non sia all’altezza. Un finale che sia fin troppo simile a quello tanto odiato dalla serie.
Si rifugia così negli spin off come produttore esecutivi, con ottimi risultati come è accaduto con house of the dragon. George si nasconde e fa finta di nulla, spazzientendo i suoi lettori che aspettano da anni un finale per la serie. Storia dei libri che è rimasta molto indietro e che potrà avere un evoluzione della storia completamente diversa.

Io ho sempre pensanto che in fondo lui si fosse messo nella storia, nei panni di un personaggio che un po’ lo rappresentasse e che fosse in pratica lui stesso a narrare la storia, mgari il finale che aveva pensato era così simile a quello degli autori della serie che lo ha mandato in crisi e che gli ha messo addosso la paura di fare di peggio.
In realtrà a livello di soggetto, narrativamente parlando il finale di Games Of Thrones non era poi così male, anzi forse era quello più logico, la cosa che non ha convinto gli spettatori è più che altro la sua evoluzione repentina e la sua esecuzione sbrigativa e che in qualche modo rinnegava il suo passato. Tutto troppo in fretta e fanservice poco curato rispetto alle prime stagioni. Nel complesso avevano un buon oggetto, ma l’hanno storpiato con scelte discutibile e in parte senza senso.
Il re della notte
Un problema che sicuramente affligge la mente di Martin è sicuramente quello del re della notte e del suo esercito, protagonista dissolto nella banalità nella serie e invece appena citato nei libri, con questo fanomatico esercito che non è stato ancora del tutto “presentato” nel concreto al lettore e con cui nessuno personaggio ha avuto un vero e reale confronto con essi.
Questo da un vantaggio allo scrittore ma lo mette allo stesso tempo un po’ in trappola, perchè da questa scelta, dipende gran parte del futuro, finale del libro. Il re della notte nella serie era molto centrale, era il boss finale da sconfiggere, per poi sfumare in una semplice pugnalata. Quello che doveva uccidere tutti non ha ucciso nessuno ed è forse questo il più grande difetto della serie. Si è puntato tutto sulla follia improvvisa di Daeyneris e sulla gloria degli Stark che sono diventati assoluti protagonisti. Il libro prenderà davvero delle strade differenti?

George Martin è Sam Tarly
Questa è una mia bizzarra teoria, ma ritengo che Sam Tarly sia George Martin che si è collocato in qualche modo nella storia. Le caratteristiche ci sono e ha tutti gli effetti, lui nella serie scrive e narra le vicende di Westeros. Nella testa di Martin questo personaggio è molto importante, ovviamente non tanto da farlo salire sul trono, ma penso che nella sua idea solo pochi personaggi arrivino alla fine della storia.
La barriera in fondo è un confine che protegge le malefatte del trono di spade, la parte davvero violenta non è oltre la barriera ma nel pieno del continente, nel libro, come nella serie, gli estranei non hanno fatto nulla di male se confrontati con quello che succede nel resto del continente. Un continente quello di Westeros ormai corrotto e irrecuperabile.
Martin potrebbe immaginare il re della notte come un giustiziere che fa pulizia nell’animo mano, non risparmiando praticamente nessuno e uccidendo quasi tutti sul suo cammino. Nemmeno la sua invasione riesce però ad unire i popoli. Tanto che la follia crescente di Daenerys porta all’avanzata finale del re della notte che si siede addirittura sul trono di spade.
Il suo compito è finito, e dopo aver portato l’inverno fino ad approdo del re, torna al di la della barriera con il suo esercito di non morti e di anime purificate. Risparmia solo chi è degno e chi ha ancora qualcosa da dare a questo mondo. Sopravvino in pochi e la nazione ha perso tutti i suoi leader. Non ci saranno più le casate e i regni ma un unico consiglio formato dalle menti più brillanti del continete.
Il trono che diventa un tavolo con Sam, Bran Stark, Tyrion Lannister, Lyanna Mormont e qualche piccolo sopravvissuto a sorpresa, con Jon Snow che diventa protettore della prima reppublica e come accade nella serie torna al nord al di la della barriera. Il mondo perde, ma prova a rinascere più glorioso di prima, un finale che non ha un vero e proprio vicnitore, se non il re della notte che sopravvive, distrugge e raggiunge il suo scopo e superstiti provanoad istituire una repplublica senza bisogno di un re.


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