GHOSTBUSTERS LEGACY: UN FILM DALLE POCHE VIBRAZIONI

Recensione nel tempo di un caffè

Ghostbusters: Legacy è un film del 2021 diretto da Jason Reitman. È considerato un sequel dei primi due famosi film degli anni ottanta. Ambientato ai giorni nostri e con un cast giovane e tutto da scoprire, questo film è una bella dedica all’attore Harold Ramis, che interpretava Egon Spengler nei primi due film.

Un film che prova un po’ a settarsi sui giorni nostri, esce dalla città per andare in campagna e seguire le vicende dei nipoti di Spengler, molto simili a lui. I ragazzini scoprono quindi il passato del nonno e che qualcosa di molto pericoloso e distruttivo sta per accadere.

I personaggi adulti sono solo di contorno, Paul Rudd si ritrova un po’ perso nel suo personaggio che rimane poco incisivo, mentre Carrie Coon, la figlia di Spengler, non riesce ad incidere, anche nel finale il suo personaggio è fin troppo superficiale e condiziona un po’ la trama. Ottime l’interpretazione della piccola McKenna Grace che da tono al film, con la giovane nipote di Spengler, geniale e super intelligente, ben scritta e molto ben interpretata.

La trama è un po’ debole, non coinvolge e non stupisce, il colpo di scena sul finale non trasmette molte emozioni e ci sono poche vibrazioni, lo spettatore si emoziona più vedendo l’auto storica, che con altro. L’intervento finale dei vecchi protagonisti ridà vita a tutto il film, gli dona lo spirito e la bellezza delle pellicole originali. Bill Murray, Day Aykroyd (che ne è anche lo sceneggiatore) e Ernie Hudson sono perfetti, e grazie alla teconologia della CGI, in forma di fantasma c’è anche Harold.

Il finale con i vecchi interpreti trasmette si delle buone e piacevoli vibrazioni come un tempo, ma ci dimostra anche il confronto tra il passato e il presente simunendo il film del 2021. Questa pellicola è piacevole, di gran lunga migliore del prodotto del 2016, è un bel tributo, divertente, movimentato e con una storia che ha una logica canonica, però è un po’ spento e purtroppo non al livello dei primi.

L’alchimia degli attori, lo stile anni ottanta, è impareggiabile e se non si segue quella linea li, diffcilmente si otterrà un risultato migliore. Forse meglio cosi, un bel tributo all’attore scomparso, allo stile Ghostbusters, un film fatto con figure nuove, giovani e piene di energie e voglia. La nostalgia c’è, si fa sentire e solo nei titioli di coda riproviamo del tutto le giuste vibrazioni, grazie alla canzone iconica del film.

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