Recensione nel tempo di un caffè
Sex education è una serie televesiva britannica creata da Laurie Nunn e che già dalla sua prima stagione ha avuto un grande successo su Netflix. Una serie particolare, che mette al centro di tutto il sesso e al sessualità, lo fa in modo ironico, tagliente e a volte anche molto profondo, Sex education è arrivata da poco alla sua conclusione con una quarta stagione un po’ deludente.

In un articolo precendete (QUI) ho già spiegato gli evidenti difetti di questa quarta e ultima stagione, difetti che man mano che la storia va avanti diventano un po’ più incisivi, ma ben mitigati da un ritorno ad un certa profondità che manca nei primi episodi della stagione.
Otis e gli altri si rritrovano in questa nuova e moderna scuola che in un certo senso annulla un po’ il senso delle utlime stagioni, molt personaggi svaniscono e altri hanno pochi e frettolosi approfondimenti. Ci ritroviamo in una realtà alternativa, un po’ diversa dalle precendenti stagioni, una storia quasi è se che ne cambia la natura della serie, perdendo il suo spirito.
Non è assolutamente tutto da buttare, la serie ha come sempre degli attimi di profondità. raccontati con una bella sensazione di leggerezza. I messaggi sono molti, troppi, in un pentolone di diritti e rispetto del prossimo che crea solo una grande confusione. Il sesso diventa solo un piccolo sfondo in una trama che mette al centro di tutto l’integranzione di genere. Nuovi personaggi deboli, quasi surreali che rendono il piccolo paesino di Mordale una grande metropoli con diversi licei e persone che non si conoscono più a vista come le prime stagioni.
La quarta stagione di sex education perde un po’ della sua intimità, di quella bolla magica ma tremendamente realistica che era quel piccolo liceo inglese in stile americano. Il finale è cinico, spento, quasi troncato come se si avesse fretta di chiudere una stagione progettata male. Il rapporto tra Otis e Maeve è insoddisfacente, non più emozionante come un tempo, e a conti fatti il protagonista e l’unico che rimane a mani vuote da questa stagione, senza obiettivi concreti per il suo futuro.
In questa quarta stagione Sex education vuole fare tutto e troppo, dai problemi gender, alla morte, fino ad arrivare al contrasto della religione con la propria libertà sessuale. Troppi argomenti, che sacrificano la crescita e l’evoluzione dei personaggi, proprio come se fosse una stagione a se che non c’entra quasi nulla con ciò che è stato pordotto in precendenza.
Sex education era una piccola perla, che si è un po’ rovinata insegunedo cose e argomenti complessi che non la riguardavano, perdendo un po’ della sua leggerezza e del suo significato, complicando un po’ tutto, e viaggiando troppo in mondo surreale e di fantasia.


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