Recensione nel tempo di un caffè
So cosa hai fatto è una serie originale Amazon. Una serie televisiva horror per adolescenti basata sull’omonimo romanzo del 1973 di Lois Duncan. Il romanzo è stato adattato per Amazon Prime Video da Sara Goodman ed è prodotto da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios. La serie è una versione moderna del romanzo originale e dell’adattamento cinematografico del 1997 e segue un gruppo di amici perseguitati da un brutale assassino un anno dopo aver nascosto un incidente d’auto nel quale hanno ucciso una persona.

Molti, come me, ricorderanno un po’ più questa trama e nello specifico la scena dell’incendete, più per il film parodia “Shirek – hai impegni per venerd 17?“, che per il film originale. Questa serie prova un po’ a modernizzare la storia e per qualche episodio sembra funzionare, ma il voler creare un plot twist finale alla scream crea non pochi problemi.
La serie è stata cancellata da Amazon dopo una sola stagione, ma la mia curiosità è stata tale da farmi buttare in questa avventura. Una serie che posa le sue fondamenta sul fatto di essere mediocre. Personaggi che dovrebbero essere ben scritti e strutturati che sono mutevoli, banali e senza una spina dorsale a darne una parvenza di carattere e struttura.
Tutto sembra forzato, prevedibile e il colpo di scena finale non ha molto senso, e lo supore di scoprire chi è l’assassino viene sommerso da mille domande dalla dubbia risposta. La regia, il sesso e la violenza sono forse la parte migliore della serie che ha tratti ricorda un po’ scream, con un horror che strizza un po’ l’occhio all’assurdo e allo splatter.
La trama è fin da subito inverosimile, contorta e senza alcun senso a partire dalla location, affascinante, paesino delle Hawaii dove la povertà dilaga e c’è un mix tra lo spitiruale e la setta satanica che voleva espandersi nella seconda stagione.
Amazon si fa contagiare da Netflix in una serie che deve essere inclusiva, ma lo fa in modo forzato, senza senso e che non porta davvero nulla alla trama, la tensione scende man mano che la serie va avanti e ogni episodio è sempre meno coinvolgente. C’è un bel picco verso al finale, ma che viene annullato dall’ultimo episodio che è decisamente il peggiore. Veloce, stupido e mal recitato e come tutta la serie un po’ senza un senso logico.
Un tentativo di fare un horror per giovani, di portare un po’ qualche sfumatura della generazione z, ma che finisce per essere un prodotto mediocre che rovina anche un bellissimo soggeto come quello di Lois Duncan.


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