Recensione nel tempo di caffè
Anche La Casa Di Carta, la fortunata serie spagnola di Netflix ha il suo
spin-off. Berlino è la serie ce ci mostra la vita del famosa ladro, narcisista
e affascinante criminale protagonista di una delle serie spagnole più popolari
del mondo, diventando un vero fenomeno internazionale. Interpretato da Pedro
Alonso e creata come la serie originale da Alex Pina.

Molto spesso per fare uno spin-off molte regole tendono a saltare. In questo
caso mostrare il passato di Berlino per l’ennesima volta e in una strana linea
temporale difficile da decifrare rimane un po’ forzato, quasi da prendere come
un prodotto a sé. Uno spin-off che è anche un po’ un prequel e che va ancora
più a fondo nelle caratteristiche di Berlino.
Un’esaltazione romantica del suo essere, un ladro geniale, narcisista fino
al midollo, conquistatore. La sua parlata colta, tagliente,
conquista sempre tutti ed è sempre un abile ingannatore. Nel complesso non
sembra un prequel, quanto più un’evoluzione del Berlino nella casa di carta.
Lui è morto, ormai tutti lo sanno e il fatto di dover mostrare sempre il suo
passato, minimalizza un po’ il bel personaggio visto nella prima stagione.
A furia di arricchire dettagli e evoluzioni, il personaggio cresce e matura,
ma non va in una direzione che già conosciamo, sembra una persona nuova che
batte la testa e all’inizio della storia de La casa di carta, torna indietro di
qualche anno. Questo influenza molto lo spin-off che va visto forse come un
prodotto a sé, che non ha collegamenti con tutto il resto.
Berlino è una bella serie su una rapina che si fa fin troppo coinvolgere
dallo stile da telenovelas e mette fin troppo l’amore e i legami al centro di
tutti. Una divisione in coppie degne di Uomini e Donne, dove Alicia Sierra è
Maria De Filippi e viene utilizzata perché funziona sempre e piace al pubblico.
Nel complesso però la serie si difende bene, la trama in sé non è poi così
male e ci sono delle trovate davvero interessanti. Un po’ eccessivi le scene di
canto e di ballo, quasi a voler sfruttare più il potere della canzone più che della
trama della serie. C’è una forte ricerca del consenso, del fan service. Se non
sei bello, difficilmente entri nel cast.
Troppo condizionata dal pubblico esterno, dai suoi gusti e dal suo volere,
Berlino si piega al popolo come “La casa di carta” e diventa tutto
estremamente finto, forzato e inverosimile, tanto che anche l’amore sembra del
tutto falso. La rapina in sé è il punto di forza, lo spunto un po’ di
adrenalina che ci allontana dalla telenovela.
Una serie abbastanza piacevole, semplice, leggera con tutti gli elementi
sopra elencati che la rendono anche un po’ trash e cringe. Naturalmente il
finale deve lasciare le porte aperte e fa capire che ci sarà una seconda
stagione.


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