CIVIL WAR: LA RECENSIONE DI UN FILM CHE COLPISCE

Recensione nel tempo di un caffè

Civil War è un film del 2024 scritto e diretto da Alex Garland. Un film d’azione che immagina una guerra civile americana vista attraverso il lavoro e i rischi dei fotografi della stampa che cercano immagini sempre più forti e situazioni sempre più estreme. Con questo film, Garland prova immergerci il più possibile in questa versione distopica di un possibile futuro americano, una pellicola molto realistica ma che non riesce a nascondere i suoi difetti.

Come una pistola anche la macchina fotografica ha bisogno di precisione e freddezza, si mira, si punta e si spara lo scatto che potrebbe cambiare la vita del giornalista. Civil War è un film molto immersivo ma che troppo spesso si dimentica dello spettatore e lo lascia con fin troppe poche informazioni tanto che visivamente è vincente, ma a livello di storia sembra sempre mancare qualcosa. I protagonisti sono volutamente freddi davanti alla morte, ossessionati dal proprio lavoro e dallo scatto sempre più perfetto. Il giornalismo di guerra è un mondo crudele, pericoloso e in questo film viene rappresentato alla perfezione.

Fina dalle prime immagini questo film è capace di colpire con rumori forti e coinvolgenti, sembra davvero di essere al fianco dei protagonisti. Molte scene però, non hanno un contesto sono un po’ buttate a caso e i dialoghi non colpiscono come le immagini e le situazioni in cui si trovano i protagonisti. Ci sono dei momenti lenti, di vuoto che condizionano un po’ la noia dello spettatore. Civil War è fatto di alti e bassi, un’opera davvero molto interessante, ma al tempo stesso scarna. Alcune scene sono magistrali, Jesse Plemons alza il livello e a sua presenza e incisiva. Kristen Dust recita alla grande ma è il suo personaggio a vacillare troppo perdendo la sua identità.

Civil War non sembra porsi limiti, la violenza che ci viene mostrata e davvero tagliente, ansiogena. Garland riesce ad instaurare una paura nello spettatore ma allo stesso tempo anche a farlo riflettere. L’evoluzione della Ragazzina in una fotografa cinica e fredda, rende l’idea di un po’ tutto il messaggio del film. C’è la giusta dose di follia in alcuni personaggi e questo film riesce ad essere tremendamente realistico, quasi un documentario. Il finale e spento, netto, ma segue la linea perpetrata per tutta la trama. Il regista non si tradisce, segue una linea ben precisa e non esce mai dalla sua idea.

Il realismo stupefacente di Civil War è anche un po’ il suo difetto. Non è certo un film da poter vedere con leggerezza, è facile perdersi in alcuni dialoghi che purtroppo non hanno la forza necessaria. Come detto in precedenza, in alcune cose è un film davvero grandioso, in altre, come ad esempio nel ritmo e nella sua narrazione sembra un po’ monco e lascia forse fin troppo con l’amaro in bocca. Stupisce, colpisce, gli spari penetrano e incidono ma allo stesso tempo sembra sempre essere incompleto. Il più ignaro e isolato rimane dunque lo spettatore che non capisce del tutto il mondo in cui si trova. Civil war si ritrova ad avere così dei pregi e difetti simmetrici. Un film per nulla banale, innovativo e ricercato, nel complesso una piccola perla, che va compresa e apprezzata per i suoi indubbi pregi.

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