THE ACOLYTE: COSA NON FUNZIONA NELL’ULTIMA SERIE STAR WARS

QUATTRO CHIACCHIERE: La nuova serie dell’universo di Star Wars sta facendo discutere di se, ma cosa non funziona?

Star Wars è un mondo molto espando, negli anni da tre film cult si espando un universo narrativo davvero immenso che completa un po’ la “bibbia” di questo mondo fantascientifico. Presente, passato e futuro con al centro gli Skywalker, il prima e il dopo di una storia leggendaria. Libri, fumetti, fan fiction, tantissime storie da cui attingere per creare una serie tv.

Dopo il successo di The Mandalorian, Disney rallenta con la serie su Obi Wan ma trova nuova linfa e pareri positivi con Andor e Ahsoka, sostenuta però sempre dal mondo Skywalker. The Acolyte ci porta forse per le prima volta, a livello televisivo, lontano dalla solita trama e dai soliti collegamenti, almeno per adesso, ma stravolge totalmente anni e anni di storie, fantasie e elementi canonici.

Spade Laser

Premesso, io non voglio fare il fan malato che reclama di qualsiasi cosa e che sa tutto di tutto di questo universo narrativo. Io sono un semplice bambino che come tanti si è appassionato subito ai film e ha un legame speciale con essi con ricordi della propria infanzia annessi. Sognavo di diventare un Jedi ed ero un super fan di Darth Maul e Anakin Skywalker.

Detto questo una delle cose che mi ha decisamente fatto storcere il naso nella serie The Acolyte è l’uso insensato e rovinoso del colore delle spade Laser. Sembra una cavolata, eppure dietro al colore della spada, c’è l’essenza del Jedi che la possiede. Azzurra per il Padawan, Verde per i Maestri e quel colore viola che indica forse un controllo della forza che vacilla un po’ con il lato oscuro della forza. In The Acolyte c’è un uso spropositato della spada gialla, vista solo in un occasione prima di questa serie e si rivede pure la spada viola. Non c’è logica ma solo estetica e rovina un po’ il significato posto in altri prodotti Star Wars. Sembra una piccolezza ma condiziona e non poco la buona uscita di una serie che dovrebbe conoscere il mondo in cui è posta.

Una miriade di donne Jedi

Nei primi film uno dei personaggi più importanti, potente e con l’evoluzione migliore è proprio una donna. La principessa Leila è la precursore del personaggio femminile forte, leader che trascina dietro di se un enorme ribellione e che nasconde dentro di se la forza. Star Wars con una forte predominanza maschile, ci ricordava così del pilastro femminile nell’universo, la vera regina era lei, sensuale, bella, ma anche tosta, forte e senza paura. Continua su questa onda anche nella trilogia prequel, con Padmé, donna bellissima, forte di potere. Più fragile di Leila ma essenzialmente meno fragile dello stesso Anakin protagonista del film.

Dopo un intera saga dedicata a Rei e la serie Ahsoka, la battaglia Disney contro il patriarcato non sembra essere finita ed ecco la serie The Acolyte tutta al femminile. Da bambino vedevo i Jedi come monaci, casti e puri guidati dalla fede, mi ricordo lo stupore e la curiosità di vedere un Jedi donna, in quel caso il colpo di scena su Leila era molto importante. Il consiglio Jedi fatto di soli maschi, tutto verteva e faceva pensare che essenzialmente i Jedi fossero praticamente tutti uomini. The Acolyte sposta tutto e ci mostra che cento anni prima, invece, erano tutte donne, con qualche uomo ogni tanto.

Non è possibile giustificare queste situazioni, perché The Acolyte non è una serie ma una battaglia, è una politica, non una passione. Il difetto più grande di questa serie è il volerla utilizzare per altro e non per creare qualcosa di davvero bello ed emozionante. The Mandalorian era frutto della passione trascendentale di un fan. Questa serie invece è frutto di rabbia, e rivalsa che anche se più che giustificata, sta rovinando un prodotto che poteva essere davvero interessante.

Perdita del Focus

La voglia di volere fare troppo di volere lanciare un messaggio politico, di volere fare qualcosa di più, fa sempre perdere la direzione giusto in un reparto creativo. Le scene sono inflazionate da una linea forzata che va verso un ribaltamento dei ruoli rispetto al passato. Nel complesso non è neanche poi tutto questa brutta serie, ma il livello di scrittura ha davvero dei grossi difetti. Visivamente è piacevole, gli scontri sono ben fatti, i personaggi sono anche ben scritti, ma la confusione e tanta e l’obiettivo è davvero opaco. C’è modo e modo per fare politica, la Disney lo sta facendo nel modo sbagliato, ripetitivo e noioso. Allontana tutti, pubblico maschile e femminile, con storie forzate che non rendono giustizia a nessuno. Mille volte meglio una super regina ribelle in un mondo governato da uomini, che una miriade di donne Jedi che litigano tra di loro.

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