MEGAN: NON è UN HORROR MA FUNZIONA

Recensione nel tempo di un caffè

Megan è un film del 2022 diretto da Gerard Johnstone e prodotto da James Wan. Un film che si presenta come un horror ma che risulta più come un thriller fantascientifico. Questo è il suo punto di forza che lo rende meno banale e scontato.

Il genere horror, delle volte se trattato con superficialità può rendere il tutto molto banale e scontato, Megan aggira un po’ gli stereotipi del genere evitando scene splatter o suspense horror e regalando allo spettatore una sorta di inquietudine verso la tecnologia incontrollata.

Mettere un robot super avanzato vicino ad una bambina mette già di per se una certa inquietudine e paura e l’aspetto di Megan (la bambola robot protagonista) e tutt’altro che dolce e amorevole, anzi crea da subito una certa tensione e ansia. L’horror rimane nelle aspettative e forse è questa la vera paura, l’attesa ad una violenza che non verrà mai del tutto mostrata se non in un finale movimentato e ben ideato.

Megan è un film già visto non porta davvero nulla di innovativo e nuovo, eppure riesce a trovare una propria strada, una trama che cerca di far riflettere e che lancia un accusa velata verso i genitori che lasciano i propri figli sempre e solo in compagnia di uno schermo e della tecnologia. Lo fa in modo velato senza appesantire la trama e rendendola anzi più interessante. Il finale rispecchia molto il genere horror più classico senza cadere mai in una violenza gratuita.

Un film che funziona senza grosse pretese, mai noioso, spigliato e con una trama non troppo semplice e banale. Ovviamente è un prodotto semplice in molte sue parti, ma la bambola robot è davvero ben ideata e fa il suo giusto effetto.

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