nETFLIX COCCOLA IL SUO GIOiELLO – rECENSIONE NEL TEMPO DI UN CAFFè E QUATTRO CHIACCHIERE A RIGUARDO
Stranger Things si può ormai definire la punta di diamante del catalogo Netflix, la serie che sta accompagnando la piattaforma un po’ dai suoi albori, almeno qui in Italia. Il successo è clamoroso ed è già da considerarsi un cult anni ottanta, sfruttando al meglio quelle ambientazioni e vibes. Stranger Things non è solo una bella serie, ma un bel mondo, dal lato produttivo e commerciale, un vero fenomeno dell’era moderna.

Se pensi a Netflix pensi a Stranger Things e viceversa, un gioiello che sanno di avere e che coccolano alla perfezione. Una campagna pubblicitaria sontuosa per il finale, un ultima stagione divisa in piccoli film, un elogio al cinema e anche al passato stesso della serie. La prima parte dell’ultima stagione è di forte impatto, emotivo e visivo e fa quello che deve fare. Sfrutta al meglio i sentimenti del pubblico ormai super affezionato ai personaggi, gestisce al meglio le situazioni, comiche, di paura e di amicizia. E ci mostra quello che vogliamo vedere. Non serve altro, Stranger Things, non ha più bisogno di nulla e una macchina che funziona da sola.
Il budgets elevato c’è e lo si percepisce in ogni sua forma. Nell’ultimo episodio della prima parte, assistiamo ad un livello di regia davvero alto, con un piano sequenza davvero molto interessante, anche per i più scettici. Sceneggiatura un po’ troppo servizievole e poco impegnata, adatta ad un mondo che ha una propria forza anche senza una storia troppo fluida e ben scritta. facile pasticciare, meglio rimanere sul semplice come hanno fatto. Prevedibile si, ma allo stesso tempo, emotivamente forte, da sfondare la quarta parete come un evento sportivo.
I Fratelli Duffer ci conquistano ancora una volta, con una qualità visiva sorprendente per una serie e un mix di emozioni davvero ben studiato, equilibrato e convincente. Bella la sensazione di guardare un cult, prima che questo prodotto lo diventi veramente. Gli easter eggs e le citazioni fanno parte di questo gioco. Nonostante il mistero sia parte centrale del film, la sua forza sono altri elementi. In un certo senso, in questo è l’opposto della serie “From” che non va oltre ai propri misteri.

teoria stranger things
Il web è già davvero pieno di teorie su questa serie. I misteri sono ancora molti e gli elementi a disposizione sono tantissimi, eppure pensandoci bene, nonostante stia quasi per finire, siamo ancora lontanissimi dalla soluzione finale, forse di più di quanto lo fossimo all’inizio.
Voglio provare a fare anch’io la mia teoria, scopiazzando qua e la nel web e formulando un’idea tutta mia di come potrebbe essere il mondo di Stranger Things. In serie di questo tipo, la chiave e pur sempre il protagonista e per farlo, bisogna scavare nella prima stagione. In Lost Jack è stato fondamentale sempre, in The Leftovers, Kevin Garvey, è importante dall’inizio alla fine. Tutte queste serie sorrette dai misteri funzionano così, ma chi è il jack di Stranger Things? Mike.
Mike fin dal primo episodio ci da l’idea dell’essere il protagonista, ci viene distolta l’attenzione da personaggi come Will e Undi, ma il vero “Viaggio Dell’eroe lo compie Mike. La struttura narrativa si regge su di lui e quasi sempre è il suo punto di vista a prevalere. Altri elementi importanti sono sicuramente il gioco da tavolo D&D e questa sorta di universo parallelo. Qui entra un po’ il gioco di fisica quantistica e fantascienza. Una sorta di crea nello spazio tempo.

Il mondo del sottosopra penso sia stato creato dai bambini stessi di Hawkins, con il loro incubi i loro sogni, un luogo dove è finita poco a poco la crudeltà dei brutti pensieri e delle esperienze passate. In qualche modo lo strano campo di energia della città e gli esperimenti quantistici successivi hanno creato una sorta di universo parallelo. Mike è quindi involontariamente e inconsapevolmente, la causa degli ultimi dieci anni di storia, uno storyteller speciale che fa avverare ciò che vuole ed immagina.
Tutto ciò che dice accade, assegna i ruoli ai suoi compagni, prende decisioni. Si è sentito troppo nerd, voleva una ragazza e ha trovato Undi. Voleva che il suo migliore amico avesse i poteri e subito dopo così è stato, ha assegnato un ruolo alla sorella, sia Nancy che Holly. Tutto ciò che succede ci viene in qualche modo anticipato dalle sue storie, dai suoi racconti e da ciò che dice. Il suo potere è quello di creare mondi con i suoi sogni e D&D è ciò che ha alimentato le sue fantasie. L’universo è nella nostra mente, le cose esistono nel momento in cui il nostro cervello le vede e le trasforma in qualcosa di reale.
Come nella meccanica quantistica il sottosopra è sempre esistito è li ma non si vede, c’è solo nel momento in cui lo si osserva. Mike lo Osserva con la prima partita della prima puntata, Will lo osserva e ne fa parte. Stessa cosa per Undi e Henry, cresce e nasce con la loro mente, c’è e non c’è fino a quando non ci si guarda dentro.
Henry è intrappolato nel suo sogno come lo è Holly e come lo è Max. Vecna è la versione di Henry posseduta dal MindFlyer e anche lui vorrebbe fuggire dalla trappola della sua mente. Nel finale Mike dovrà prendere una decisione, comprendere il suo potere e chiudere per sempre il collegamento tra i due mondi, per farlo dovrà decidere di sacrificare Will o Undi. Quindi dopo tutto è Mike che tira i fili, inconsapevolmente. La sua forte immaginazione ha rafforzato un mondo già presente ma non tangibile, gli esperimenti hanno fatto il resto. Perché tutti bambini? nessuno ha una forte immaginazione come quella dei bambini e per esistere qualcosa, qualcuno ci deve credere e penso che quei piccoli bambini di Hawkins credessero e sognassero davvero di vivere le avventura di cui parlavano spesso giocando a D&D.


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