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STAR WARS: PARTE DELLA MIA INFANZIA

QUATTRO CHIACCHIERE: Ci sono film e saghe che lasciano il segno, non solo per la loro bellezza ma per come hanno lasciato il segno nella nostra infanzia.

Star wars per me non è solo un film o una saga, ma è parte stessa della mia infanzia e sono dei film a cui sono particolarmente legato. Ricordo le videocassette da mio cugino, e la possibilità di vederlo ogni volta che appariva in Tv, la gioia di vedere il passato di Dath Vader, era un film che mi creava molte emozioni.

Star Wars è incisivo, lo dicono i numeri di milioni di fan sparsi per il mondo, alcuni fanatici esagerati, altri cultori del prodotto e altri come semplici ammiratori di quelle che rimarrà sempre una saga che farà parte del mio cuore.

Per molti è la massima espressione da Nerd, invece Star wars, soprattutto la prima trilogia è stata davvero una piccola rivoluzione nel mondo del cinema e la rappresentazione più nitida del “viaggio dell’eroe” a livello di sceneggiatura. Effetti visivi pionieri del cinema e personaggi scenografici e stupendamente iconici con Dath Vader che rimane uno dei miglior Villain mai creati.

Questo articolo vuole essere un tributo, un viaggio e anche una recensione del primo film seguendo la linea temporale della trama, una scaglia di quello che sta diventando un enorme universo narrativo con film e serie tv. Sono universi narrativi pieni di possibilità che vengono sfruttati a pieno, forse delle volte spremuti fin troppo e con film che arrancano e creano degli strafalcioni produttivi inquietanti, tipo gli ultimi tre capitoli.

Negli anni ho capito che Star Wars ha bisogno di tempo per essere apprezzato, vedi la seconda trilogia, massacrata per anni con Hayden Christesen minacciato di morte, che finalmente ha avuto il suo riscatto e che finalmente tutti si sono resi conto che non esiste un altro Anakin Skywalker. (Io ne parlai già tempo fa di questo).

Con l’uscita dell’ultima trilogia, massacrata e poco apprezzata, la prima con il giovane Anakin, ora è più apprezzata e riconosciuta, in più grazie alla serie The Mandalorian, anche la Disney ha dimostrato di saper fare ottimi prodotti targati Star Wars ripentendo in qualche modo anche a sé stessa “questa è la via”. Come ah dire che è così che si fa un prodotto per Star Wars e per il suo pubblico.

Nel 1999 usciva il film a cui io sono più legato, Star Wars la minaccia fantasma. Un ritorno inaspettato di George Lucas con un prequel della prima trilogia, anche qui pioniere di linee temporali sfasate e con la parola prequel che diventa di uso comune.

Una trilogia che narra la vita del giovane Skywalker e del perché passa al lato oscuro e diventa un Sith. Il primo film della trilogia è esattamente una via di mezzo tra i vecchi e i nuovi film, con la necessità di fare qualcosa di nuovo che possa conquistare sia i vecchi fan che gente nuova.

Attori di altissimo livello come Liam Neeson, Ewan McGregor, Natalie Portman e Samuel L. Jackson passano quasi in secondo piano sovrastati dalla “potenza” di questa saga, dal suo nome e dal suo seguito. Una trama convincente con un altro Villain di altissimo livello come Darth Maul, uno dei preferiti dai fan della saga. Poi un piccolo Anakin (Jake Lloyd), innocente in cui altri baby fenomeni del cinema stavano crescendo, con solo la sfortuna di non poter crescere con il suo personaggio. Purtroppo questo attore ha una triste storia tra schizofrenia e psicofarmaci, forse vittima della notorietà da bambino.

George Lucas ci riporta nell’universo narrativo in modo abbastanza brusco e ci affascina subito con la presentazione di due Jedi, tra cui un giovanissimo Obi-wan. Tutto ha gli elementi della prima saga ma sicuramente ha personaggi un po’ di impatto minore e una trama meno accattivante, se invece è un film da prendere singolarmente non è super adatto per i neofiti che si trovano un po’ persi e spiazzati da alcune scene e personaggi che sono dati un po’ per scontati essendo un prequel. Quando vidi il film la prima volta avrò avuto più o meno l’età di Anakin e ricordo che anche se non capivo nulla non vedevo l’ora di vedere il duello con le spade e ricordo che ero talmente affascinato da Darth Maul che speravo diventasse il nuovo nemico della Trilogia e volevo lui come capo assoluto dei Sith. Questo mi fa capire come Star Wars riesca a conquistare un po’ tutti, grandi e più piccoli e come ogni trama può avere mille sfumature se vista in età diverse.

Il bello di questo film è che è davvero per tutti, pura fantascienza, mai violento o volgare, ma semplice e anche sempre molto movimentato e poco noioso. Tutto questo è anche il suo difetto, con personaggi inutili con accenti strani e con una trama forse un po’ troppo ammorbidita per piacere a tutti. Questo è forse lo star Wars più per bambini che abbiano mai fatto, come se George Lucas volesse conquistare quella parte di pubblico li, con i genitori che potevano vedere i loro bambini ammirare questa saga come loro avevano fatto anni prima con la prima trilogia.

Star wars in un certo senso era già un prodotto Disney prima ancora di essere Disney con un marketing e un merchandising spaventoso, che va dai videogiochi, a fumetti, libri e qualsiasi cosa si possa produrre nel mondo, forse tutt’ora è uno dei fenomeni mondiali più grandi, con un merchandising che super di gran lunga il valore dei film stessi. Questo comporta, la creazione di nuovi personaggi da “collezione” tipo ad esempio Dart Maul e con sé, nuovi piccolo androidi, nuovi colore delle spade e perché no il mix perfetto di tutte queste caratteristiche, un baby Yoda molto “cuccioloso”.

La minaccia fantasma da un po’ il via a questo meccanismo, ricordo ancora l’infinità di prodotti disponibili e la rivalutazione dei gadget precedenti, soprattutto nella sezione giocattoli e magliette ci fu una crescita clamorosa. Rendendo Star Wars la prima vera saga commerciale della storia del cinema. Film di buon livello ideali per attirare il pubblico.

Star Wars è semplice quanto originale e geniale, sembra stupido e banale, troppo nerd con questi tizi che vanno in giro con le spade Laser, ma c’è molto di più. Ci sono mille trame storie e vicende create dai fan, un’enciclopedia che riguarda questo mondo. Un sacco di personaggi interessanti, scene ed attori di altissimo livello. Anche solo a livello cinematografica sono opere sempre di altissimo livello e se peccano a livello narrativo, a livello visivo sono sempre spettacolari.

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UN NUOVO BATMAN IN ARRIVO!

QUATTRO CHIACCHIERE: James Gunn ha annunciato un nuovo film su Batman, nuovo attore e novità in arrivo.

The Brave and The Bold sarà questo il titolo del prossimo film dell’universo DC capitanato da James Gunn, quindi oltre ad un nuovo e giovane Superman (Tom Brittney o David Corenswet?) ci sarà anche un nuovo attore a dover interpretare il cavaliere oscuro. L’unico indizio che viene rivelato su questo film e che molto probabilmente un ormai adulto e formato Bruce Wayne sarà alle prese con l’educazione e l’addestramento di suo figlio Damian.

James Gunn è stato chiaro, vuole creare un nuovo universo DC e per farlo deve certamente partire da due personaggi iconici come Batman e Superman, lasciando però ancora spazio agli universi narrativi alternativi come quello di Matt Reeves con The Batman e quello di Todd Philips con Joker. Ogni giorno escono delle piccole novità, l’idea su Superman è quella di averlo abbastanza giovane e alle prime armi e di selezionare un attore non troppo conosciuto e che diventi popolare grazie a quel ruolo.

Per quanto ne sappiamo invece Batman dovrà essere a suo volta più adulto e offrire al pubblico una versione di Bruce Wayne mai vista sul grande schermo con lui che deve fare da padre prima che da supereroe. La figura di Damian Wayne è molto recente nei fumetti e rappresenta un po’ un Robin moderno.

Ogni volta che si parla di un nuovo Batman io non posso che sperare di nuovo in quella che secondo me è una candidatura perfetta, a maggior ragione se sarà un film che avrà bisogno di un ottimo Bruce Wayne prima che di ottimo Bartman. Matt Bomer secondo me ha le caratteristiche perfette per interpretare questa versione paterna del cavaliere oscuro. L’attore ha 45 anni un’età abbastanza adatta per questo ruolo, non può essere troppo anziano perché gli impedirebbe di svolgere il ruolo di paladino della giustizia, ma nemmeno troppo giovane, serve una via di mezzo.

Matt Bomer anche solo fisicamente ha davvero caratteristiche da Bruce Wayne, elegante, di bell’aspetto e che da subito un’idea anche di prestanza fisica e forza e se vogliamo e un po’ il connubio dei Batman visti in precedenza.

Il fatto che ci sia anche Damian Wayne complica e non poco la trama e la rende difficile da sviluppare a livello cinematografico, infatti e una cosa che è sempre stata evitata in questi anni pieni di film sui supereroi. Una situazione del genere mette dei paletti e rende il film troppo adolescenziale. Allo stesso tempo il personaggio di Batman è quello più umano e quindi una situazione del genere e anche plausibile e soprattutto più facile da strutturare.

Di quelli famosi, forse Batman rimane uno dei fumetti più cupi e violenti, anche nella sua raffigurazione stessa, il costume, il fatto che sia un umano che deve picchiare ma senza uccidere per difendersi, qualcosa di più brutale e di contatto che altri supereroi. Il film dovrà lavorare molto su questo e quindi io lo penserei come filosofia adolescenziale di Damian più come un Kickass.

In Kick ass, c’è molta violenza, a tratti fin troppa rispetto ad un classico fumetto DC, ma potrebbe essere davvero uno spunto interessante per questo nuovo film su Batman, in cui un padre “BIG Daddy” allena e trasforma la figlia in una vera macchina da guerra fin da bambina. Un rapporto padre e figlia particolare in cui la giustizia è al primo posto. Mi immagino un Damian Wayne un po’ alla Hit-Girl con una grande voglia di crescere e di dimostrare al padre quanto sia bravo, ovviamente con meno violenza e con gli insegnamenti del padre. In fondo il concetto del film può essere proprio questo con una tendenza alla violenza difficile da controllare. Il contrasto tra le regole e la giustizia di Bruce Wayne, con l’esaltazione e l’anarchia giovanile di suo figlio Damian.

Il giovane attore David Mazouz si è candidato per la parte e bisogna ammettere che a livello di fisionomia ci siamo ed ha pure una certa somiglianza con l’attore che vorrei nel ruolo di Batman, ovvio che essendo un personaggio giovane, il Fanta casting è difficile da fare e direi che si ferma a questa possibile e convincente scelta.

Per rendere il film più intrigante e con una trama di facile fattura, partirei da uno dei cliché del cinema in queste situazioni, cioè la scoperta di avere un figlio. Un Bruce Wayne inconsapevole di avere un figlio che mentre cerca di risolvere il caso della morte di una sua vecchia frequentazione, (Talia al Ghul) ovviamente il caso coinvolge un suo acerrimo nemico (Joker?) e si ritrova a dover adottare suo figlio ormai adolescente e con una forte sete di vendetta, Bruce sa che non lo può fermare e quindi decide di addestrarlo.

Naturalmente il figlio passera dalla povertà alla ricchezza di casa Wayne e ben presto Bruce si renderà conto che non è stato educato da lui ma dalla stessa Gotham e che il suo addestramento alimenta ciò che la vita a insegnato al ragazzo. La sua sete di vendetta non si spegne, ma si alimenta, a tratti è simile a suo padre ma è comunque figlio della follia e della violenza della città, con sua madre che è stata uccisa brutalmente.

Si ovviamente è un classico, anche nel mondo dei supereroi con una sete di vendetta sempre crescente, però mi piacerebbe vedere un batman che deve cambiare per suo figlio e che si rende conto che adesso ha una responsabilità più grande. Non deve pensare solo a Gotham e alla giustizia ma anche alla vita di suo figlio. A differenza di Superman Batman ha bisogno di un attore conosciuto, con Damian, il futuro Robin che può crescere con il film. Un contrasto anche sullo schermo tra vecchia e nuova generazione, magari con un batman più analogico e con un figlio più moderno e tecnologico.

Ovviamente come sempre accade in questi articoli, sono tutte e solo delle possibilità, delle idee e a volte semplicemente delle fantasie, solo il tempo ci potrà dare notizie più chiare e veritiere.

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THE FALL OF THE HOUSE OF USHER: L’ULTIMO PRODOTTO DI FLANAGAN PER NETFLIX

QUATTRO CHIACCHIERE: In autunno su Netflix uscirà l’ultima serie creata da Mike Flanagan che ha da poco firmato con Amazon.

Netflix sembra che abbia perso un altro dei suoi pezzi pregiati, infatti l’autore di The Haunting of Hill House e Bly Manor, Midnight Mass e The Midnight club, Mike Flanagan ha un’ultima serie su Netflix per poi passare ad Amazon.

In autunno, molto probabilmente verso Halloween, Flanagan uscirà con il suo ultimo prodotto per la piattaforma, per poi passare alla “rivale” a creare film e serie. La serie che uscirà in autunno si tratta di The Fall Of The House Of Usher tratta da un libro di Edgar Allan Poe. La sinossi della serie e la seguente: “Un uomo viene invitato in visita dal suo amico d’infanzia Roderick Usher. Usher spiega gradualmente che sua sorella gemella Madeline è stata intrappolata nel caveau di famiglia non proprio morta. Quando riappare nel suo sudario macchiato di sangue, il visitatore si affretta ad andarsene mentre l’intera casa comincia a crollare e sprofonda in un lago“.

Non si hanno molte informazioni se non una trama in parte già delineata dal soggetto da cui è tratta, però sappiamo della presenza di un cast importante con nomi che hanno già collaborato con l’autore. Nel cast della serie figurano Bruce Greenwood (Gerald’s Game), Mark Hamill (Star Wars), Kate Siegel (Haunting of Hill House), Carla Gugino (Gerald’s Game), Mary McDonnell (Battlestar Galactica), Zach Gilford (The Purge: Anarchy), Paola Nuñez (Bad Boys For Life), Annabeth Gish (Midnight Mass), Malcolm Goodwin (Reacher), Rahul Kohli (iZombie), Samantha Sloyan (Midnight Mass), JayR Tinaco (Another Life, Space Force), Willa Fitzgerald (Reacher) e Robert Longstreet (Haunting of Hill House, Midnight Mass).

Mike Flanagan è un autore e un regista horror di grande livello e con Netflix ha trovato sicuramente un buono spazio creativo e la possibilità di farsi conoscere e crescere, era un po’ una garanzia come lo sono stati altri autori che grazie alle loro opere hanno tenuto in piedi il canale con prodotti sempre validi e di alto livello. Questa serie sicuramente ha già degli spunti interessanti e come ha detto lui potrebbe essere il modo ideale per concludere la sua collaborazione con Netflix, certo che più avrà successo e più sarà “triste” per Netflix aver perso un regista e autore di questo livello.

Mike Flanagan raramente sbaglia un prodotto, solitamente crea un forte contrasto negli spettatori che non sanno ancora decidere quale sia la miniserie migliore che ha creato per Netflix, perché ognuna ha dei pregi e dei difetti, ma mantiene sempre una certa profondità e un messaggio per lo spettatore. Non sono serie semplici, hanno sempre una giusta tensione ed e personaggi abbastanza elaborati da comprendere.

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JAMES GUNN E GUY RITCHIE: IL MODO GIUSTO (?) E MODERNO DI FARE CINEMA

QUATTRO CHIACCHIERE: Due dei registi più amati degli ultimi anni, ritmo alto, deciso, azione e divertimento, è forse questo il modo giusto di fare cinema oggi?

James Gunn è un Americano nato nel 1966, fa un po’ di tutto, anche il musicista arte fondamentale nei suoi film, mentre Guy Ritchie è un Britannico nato nel 1998, meno poliedrico ma anche lui autore dei film che dirige.

Ovviamente hanno stile differenti ma certi versi anche molto simili, sembra infatti che entrambi abbiamo capito come fare film che stiano a passo con i tempi, in mondo dalla soglia di attenzione bassissima e in cui la profondità deve passare in secondo piano, facendo una scrittura dei personaggi dettagliata e caratteristica.

Entrambi lasciano il loro segno distinto sulle proprie opere, la loro regia si vede e hanno muno stile ben preciso, ritmo alto, ironia, azione e una musica che spesso da ritmo alle cose. Personaggi particolari, con molte sfumature, anch’essi quasi delle caricature del mondo reale, con un mix vincente di divertimento e violenza caotica.

Entrambi sono condizionati dal mondo da cui vengono, quindi un Gunn più Americano, con un’ispirazione quasi da Michael Bay e a volte da Tarantino e invece un Ritchie, più inglese e composto con una ispirazione a James Bond o da Holligans, sia il film che la realtà stessa. James Gunn tratta di supereroi di storia assurde e fantasiose dai colori psichedelici e da scenografie davvero emozionanti, mentre Guy Ritchie tratta spesso di gangster, criminali o di spie e missioni segrete, anche lui come il collega, non dimentica di metterci un tocco di colore, con una cura al dettaglio molto particolare.

Ovviamente non si può dire con certezza che sia il modo giusto di fare cinema, anche perché in realtà non c’è un modo giusto per farlo, ma entrambi hanno sicuramente trovato il modo giusto per intrattenere il pubblico moderno. Un pubblico spesso complicato e pretenzioso. Sono dei registi anche tanto discussi, spesso troppo esaltati, altre volte troppo denigrati, eppure bene o male non sbagliano un colpo.

James Gunn è sicuramente più famoso e cinematografico, mentre Guy Ritchie ormai e più per lo streaming, con i suoi prodotti che ci arrivano in Italia sulle piattaforme streaming, anche qui un mistero, perché anche Ritchie ha fatto cose più commerciali come Sherlock Holmes, King Arthur e Aladdin, eppure con gli ultimi film, almeno qui in Italia, passa solo praticamente online, sminuendo un po’ il suo lavoro.

Il loro segreto e punto principale è il ritmo elevato con cui è difficile annoiarsi, in più c’è sempre una piacevole e divertente ironia nei loro film, non mancano le battute e personaggi alquanto assurdi e particolari. Sono maestri nel rendere i film una splendida playlist musicale, con scene d’azione davvero ben congeniate.

Il cinema è arte e loro la fanno bene e in modo sicuramente moderno stando perfettamente a passo con i tempi, ultimamente ogni film che esce ha degli spunti interessanti e risulta essere piacevole e coinvolgente. Gunn ha espresso tutto e stesso in Suicide Squad e ha concluso alla perfezione Guardiani della Galassia. Ritchie ha raggiunto il mix perfetto con The Gentlemen e creato altri prodotti interessanti come Operation Fortune e Wrath of a Man, in attesa di poter vedere The Covenant.

Sono due registi che ammiro e apprezzo molto, ma prima di tutto sono autori di altissimo livello, che anche con un soggetto tra le mani, riescono a creare dei prodotti che sembrano davvero originali e nuovi. Se vi state annoiando, guardatevi uno dei loro film.

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MONSTER – IL CASO DEI FRATELLI MENENDEZ

QUATTRO CHIACCHIERE: MONSTER LA SERIE CHE CI HA RACCONATATO DI JEFFREY DAHMER, CI RACCONTERA’ IL CASO DEI FRATELLI MENENDEZ

Dahmer è forse una delle serie più di successo di Netflix e uno dei prodotti meglio riusciti della piattaforma, cura dei particolari, ottimi dialoghi e un livello di recitazione sempre di alto livello, hanno reso fin da subito la serie una delle più apprezzate. Seguita da molte polemiche per la crudeltà e freddezza di Rayn Murphy di raccontare alcuni eventi, la serie è stata rinnovata per altri stagioni, ovviamente in stile antologico, diventando così la serie Monster, che racconterà la storia di diversi serial killer o almeno così si pensava.

La notizia che Ryan Murphy si allontani così tanto dalla prima stagione non penso sia molto positiva, annullando completamente l’antologia della serie e forse anche il senso di essa, Monster non è nemmeno quindi da considerare una serie antologica, quanto un prodotto a sé stante in ogni su stagione.

Infatti sembrerebbe che nella seconda stagione al centro di tutto ci sarà il caso dei fratelli Menendez, che non hanno nulla a che vedere con il mondo dei serial killer ma che sono invece parte della classica cronaca nera dei delitti in famiglia, rendendo così la serie forse fin troppo simile ad American Crime Story.

La storia dei fratelli Menendez è un classico, purtroppo classico, omicidio in famiglia, dove i figli uccidono i propri genitori per appropriarsi dell’eredità. in una storia in cui dal lato psicologico c’è solo il fatto di come si arrivati a tanto e di come Lyle e Erik, i fratelli Menendez abbiano uccisi i propri genitori con una freddezza inaudita e che presero il processo con un sorriso surreale. Difficilmente però potrà essere paragonata a Dahmer perché è davvero un prodotto a sé stante, diverso sicuramente dal suo predecessore.

Evidentemente le pesanti critiche rivolte a Ryan Murphy hanno avuto il loro effetto e si è spostato su un caso più semplice, gestibile, senza dover mettere troppo in risalto la psicologia di un mostro. Molto probabilmente l’intento principale era quello di portare sullo schermo due mostri e di raccontare una storia molto diversa senza affossarsi in troppe similitudini raccontando ad esempio la storia di Glancy (il pagliaccio).

Questa sarà un po’ un banco di prova per questa serie, e Murphy lo sa bene, in ogni caso lo sarebbe stato, cercare di ripetersi cavalcando lo stile della prima stagione e immergersi in acque diverse ma comunque ben conosciute grazie alle produzioni precedenti. Una scelta che allontana forse un po’ il pubblico, ma che cerca nuovi spunti, nuove psicologie da analizzare e da vedere dal punto di vista del killer e della sua vittima e non del poliziotto

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MRS. DAVIS: UNA SERIE DALLE PREMESSE ALQUANTO PARTICOLARI

QUATTRO CHIACCHIERE: Ieri è uscita su Peacock la nuova serie di Damon Lindelof, creatore di Lost e Leftovers, Mrs. Davis si presenta come una serie tra fede, religione e fanatismo da Intelligenza Artificiale.

Per chi conosce Damon Lindelof, sa come questo autore giochi spesso con il tema della fede e della tecnologia, creando storie serie che si mescolano in misteri, teorie e situazioni in cui in qualche modo la religione entra sempre in gioco.

Il suo stile è abbastanza evidente, e anche in prodotti non originali come Watchmen o in film come World War Z, Cowboys and Alines e Star Treck, questo confronto tra fede e tecnologia c’è sempre. Sicuramente le due serie emblematiche di questo suo stile sono The Leftovers e Lost, dove si va molto in profondità nel concetto di religione, speranza e fede e anche di redenzione.

Mrs. Davis quindi si propone di tutti questi elementi, amplificando anche la sua visione a volte folle e onirica di alcune situazioni, come una ascesa nei cieli della propria anima. Mrs. Davis prende un concetto molto attuale come l’intelligenza artificiale e lo mette in una serie tv dalle diverse sfumature.

Mrs. Davis è una serie ambientata in un futuro non meglio definito, dove ormai l’intera popolazione mondiale o quasi, ha degli auricolari dove ascolta la voce di una IA che li guida nei percorsi e nelle scelte della propria vita, facile che questa situazione si trasforma in una venerazione divina, come una religione. Persone che per fede fanno gesti sconsiderati e che sono completamente devoti a questo Dio digitale. la protagonista della serie è una suora (Betty Gilpin) lontana dal mondo digitale e dalla tecnologia e grande contrapposizione a Mrs. Davis. Essa sarà bersagliata da questo Dio moderno, e dai suoi seguaci e aiutata invece dai non adepti. Come ad esempio un uomo che la accompagnerà nel suo viaggio. La suora si è ripromessa che troverà il sacro Graal e se questo accadrà, l’intelligenza artificiale ha promesso di disattivarsi e lasciare libera l’umanità da questa fanatica fede.

Già dalla trama principale si percepisce un po’ di follia, lo stile di Lindelof che ha sicuramente di creare fin da subito un certo tipo di curiosità, un numero di domande crescenti e una voglia di sapere la soluzione. Questa serie si prospetta moderna e anche in qualche modo attuale, che paragona a suo modo, le antiche e famose religioni, con un fanatismo tecnologico sempre più crescente. Come se l’essere umano non fosse in grado di camminare da solo senza fede. Il fatto che la protagonista vada alla ricerca di un simbolo religioso, significa che non vuole allontanare gli adepti di Mrs. Davis dalla fede, ma vuole dimostrarli che la fede in Dio aveva un fondo di verità e rimetterli sulla retta via.

Mi immagino questo forte contrasto interiore del personaggio che lotta contro una fede, per difendere la sua fede e il suo credo. Da quanto si vede dal trailer, sembra una serie quasi assurda e a tratti trash e cringe, fatta apposta per alimentare dell’assurda verità del mondo moderno, enfatizzata, stilizzata e amplificata in un racconto alquanto particolare.

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MAX IL NUOVO SERVIZIO DI STREAMING CHE SOSTITUISCE HBO MAX

QUATTRO CHIACCHIERE: Warner Bros. fa le cose in grande e apre un nuovo canale streaming nato dalla fusione di HBO e Discovery +.

Warner Bros. vuole fare concorrenza alle grandi piattaforme streaming e dopo HBO Max lo sostituisce con un nuovo canale che include anche i prodotti Discovery, diventando così MAX.

HBO è da sempre uno dei network che crea i migliori prodotti televisivi in America, serie che sono rimaste nella storia per la loro qualità e che ultimamente non sembra perdere il proprio tocco, ma che anzi viene rafforzato e giustificato da prodotti del livello di The Last Of Us e House Of The Dragon.

Questa notizia non è affatto positiva per gli altri canali streaming, anche perché le serie create da HBO hanno sempre avuto un ottimo budget di partenza e non mi stupirei che sarebbero in grado di “rubare” prodotti da Netflix che non possono essere più portati avanti per i costi e la propria filosofia, vedi Mindhunter. Cosi ci ritroviamo davanti ad un nuovo canale streaming che promette davvero cose interessanti. Partendo con il botto e con l’annuncio di cui tutti parlano che a livello pubblicitario suono come l’annuncio di Prime Video della produzione della serie de Il signore degli anelli.

Max annuncia che produrrà una Serie su Harry Potter che riprodurrà fedelmente i libri e che quindi sarà un reboot dei film che hanno avuto un successo mondiale. Un annuncio che a livello pubblicitario è una bomba e che attira a tutti gli effetti l’attenzione su questo canale, che avrà con sé prodotti come le seconde stagioni delle serie citate prima, altri possibili spin off del trono di spade, la nuova stagione di True Detective e questo solo grattando un po’ sulla superficie.

Tra gli altri annunci interessanti svelati fino adesso, c’è quello che riguarda una serie tratta dalla saga Horror The Conjuring e che potrebbe portare a raccontare nuove storie sulla famiglia Warren, anch’esso un prodotto di punta del suo genere e una serie che se curata da HBO e Peter Safran e James Wan potrebbe essere davvero interessante. Una serie che viene definito più come un drama che come un horror che molto probabilmente lascerà da parte paranormale per dare una testimonianza più veritiera ma comunque misteriosa di alcuni eventi che hanno coinvolto la coppia protagonista anche dei film, rendendo la serie quasi un thriller in cui linea tra pazzia e possessione diventa molto sottile. Effettivamente non ci sono prodotti simili, anche perché una serie così rischia di essere noiosa, eppure gli spunti interessanti ci sono. Immaginare una serie che per la prima volta ci mette davanti ad un mistero ma lo fa in modo tangibile e più realistico non sarebbe poi così male, una serie che ci fa vedere la storia da due punti di vista, quello scettico e scientifico e quello paranormale e credente.

Un altro annuncio fatto dal canale streaming MAX è l’idea di produrre uno spin off di una comedy molto amata, The Big Bang Theory, per ora non si sa praticamente nulla a riguardo, ma è possibile che i protagonisti della serie originale appariranno come guest star di qualche episodio della nuova serie.

Max si presenta quindi come un ottimo nuovo canale streaming con offerte davvero interessanti su cosa poter vedere.

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SUPERMAN LEGACY: LE PRIME INDISCREZIONI SUL FILM

QUATTRO CHIACCHIAERE: James Gunn rilascia una piccola sinossi del film e smentisce i fanta casting presenti mel web, ma come sarà il nuovo Superman?

Qualche giorno fa, sia James Gunn che Safran, i nuovi gestori dei DC Studios hanno rilasciato qualche dichiarazione riguardante il nuovo film di Superman, che ha detta loro e di molti rilanciare e darà inizio al nuovo DCU. Un personaggio che è icona dei supereroi ma che è da sempre stato un’arma a doppio taglio i cui progetti sono spesso falliti, ma cosa sappiamo di questo film?

In un mio precedente articolo già avevo fatto diverse supposizioni e mi ero immaginato una possibile trama e un possibile cast, azzardando nomi alquanto assurdi. Non mi resta che prendere le nuove informazioni e i nuovi indizi in rete, per viaggiare di nuovo con la fantasia e immaginare il nuovo film di James Gunn.

Per iniziare ad analizzare a cosa sta lavorando Gunn bisogna leggere la sinossi che ha rilasciato del film e alcune sue dichiarazioni.

Sinossi

“Superman: Legacy racconta la storia del viaggio di Superman per riconciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana nei panni di Clark Kent di Smallville, Kansas. È l’incarnazione della verità, della giustizia e dei valori americano, guidati dalla gentilezza umana in un mondo che considera la gentilezza fuori moda”.

Dichiarazioni

“Poco meno di un anno fa, ho visto una via d’uscita per molti versi incentrata sull’eredità di Superman – come sia i suoi aristocratici genitori kryptoniani che i suoi genitori contadini del Kansas influenzano chi è e le scelte che fa”.

La teoria più interessante e quella secondo cui Clark Kent lotterà contro la giustizia ormai logorata del mondo, il suo villain potrebbe essere un gruppo di supereroi che usa metodi ortodossi e violenti per fare giustizia e che ha perso il vero senso di giustizia. Un Superman ancora giovane e un po’ acerbo che concilia appunto i valori con cui è cresciuto, che mette la giustizia al centro di tutto, una persona buona e onesta quindi. Un film che è adatto per tutto il mondo e che parla anche di cose attuali. Superman si trova nel confronto con il suo padre biologico, ormai una proiezione che gli ricorda che lui proviene da una famiglia aristocratica di Kripton, e allo stesso tempo ha i valori della terra e della vita da contadino vissuta a Smallville. I villain ipotizzato è quindi la Authority, un gruppo si supereroi della DC che sono violenti e cinici pur di far rispettare le regole, ormai corrotti e che non sono più dei veri e proprio giustizieri e che nel complesso fanno più male che bene.

Le prime indiscrezioni parlano comunque di un Clark Kent ancora giovane, appena trasferitosi a Metropolis e che si affaccia al mondo reale e alla sua estrema violenza e crudeltà. Farà conoscenza con il lato peggiore dell’umanità e sarà un forte contrasto con la sua educazione pura e buona che ha ricevuto fin da bambino. Unn po’ spaesato, ma con la certezza di voler fare del bene, e per farlo a volte bisogna fare dei sacrifici e mettersi contro altri “Supereroi” se necessario. Per questo i “Dreamcast” presenti in rete puntano sempre ad un cast giovane che possa dare la giusta identità a questa storia.

Ormai con l’intelligenza artificiale gli utenti del web si divertono a creare personaggi dal nulla e devo dire che i risultati sono spettacolari, gira molto ultimamente la candidatura dell’attore Wolfgang Novogratz e insieme a Jacob Elordi è sicuramente l’attore che mi convince di più per questo ruolo, giovane e adatto anche fisicamente all’idea che noi abbiamo di Clark Kent. Un Dreamcast che da sempre molte soluzioni e che sinceramente aiuta anche chi fa casting ad avere poi dei suggerimenti davvero interessanti. Questo attore combacia alla perfezione con quello che sappiamo fino ad ora del film. Un altro interessante personaggio è sempre Lois Lane, amica e futura compagna di Clark Kent, un personaggio dalle molte sfumature e che include la parte buona dell’essere umano, quella che Clark Cerca ma fa fatica a trovare in questo film. Sarà lei a denunciare l’atteggiamento scorretto dell’Authority e cosa si nasconde dietro di loro, corruzione e violenza.

Per trovare la Lois Lane perfetta, vista l’età della protagonista, bisogna attingere le idee dai diversi Teen Drama presenti nei diversi canali streaming, un’idea suggerita sempre dal web è quella di vedere la giovane Camila Mendes, che in questa foto appare perfetta per il ruolo e combacia anche con diverse versioni del fumetto. Già abituata poi, ad interpretare una ragazza dal carattere tosto e che non ha paura di nulla. Questa idea mi sembra molto adatta e interessante anche se difficile sarà estirpare l’attrice dal ruolo di teen drama.

Altra scelta interessante e quella che ricade su Lily Collins, attrice di talento e che anche lei ben si adatta alle caratteristiche fisiche del personaggio. Una Lois Lane, forse più dolce di quella proposta in precedenza, che sembra aver bisogno di un protettore, ma allo stesso tempo decisa e forte. Altra scelta davvero interessante. Uno dei personaggi più iconici di questo mondo dei fumetti è sicuramente l’acerrimo nemico terrestre di Clark Kent, ovvero Lex Luthor. Un personaggio che potrebbe non avere un ruolo centrale, ma che allo stesso tempo potrebbe essere un corruttore della Authority grazie alla sua ricchezza e per via dello stato sociale potrebbe ricordare a Clark le origini aristocratiche della sua famiglia.

Una delle voci più clamorose è sicuramente quella che vedrebbe Dave Bautista, cha ha già lavorato con Gunn, interpretare proprio Lex Luthor, difficile immaginarlo in quel ruolo, anche se allo stesso tempo crea un po’ di curiosità. Unn personaggio che in questo film potrebbe essere marginale, ma che rappresenta ciò che conta in questo mondo, solo i soldi e il potere, cosa che va contro l’educazione e il pensiero di Superman. Un altro elemento che rappresenta spesso questo personaggio e l’estrema invidia che prova nei confronti del suo nemico, vuole il suo potere a tutti i costi, anche questa potrebbe essere una chiave interessante per strutturare il suo personaggio nel film.

In questo film da come scritto nella sinossi, ci sarà un forte contrasto tra il bene, rappresentato da Superman e il male rappresentato un po’ dal mondo in cui si trova, serve un personaggio di transizione, che metta in evidenza questi due mondi, un personaggio che passa da essere una persona buona e gentile, con dei grandi valori, cresciuto anche lui a Smallville ma che arrivando a Metropolis viene un po’ corrotto da qual mondo. Potrebbe essere Lana Lang, vecchia fiamma di Clark Kent al tempo del liceo, una ragazza dal cuore dopo, ma che dopo la perdita dei suoi genitori vuole ottenere una vendetta e grazie all’authority potrà ottenerla, una ragazza segnata dal proprio passato, che ama ancora Clark Kent ma che odia Superman perché lo ritiene la causa delle sue perdite.

Per questo ruolo io ho pensato alla giovane Attrice Isabela Merced, giovane e grande talento ed origini ispaniche senza che intacchi troppo la trama e grazie al suo fascino non si allontana troppo da quello che è il personaggio di Lana Lang visto in altre serie o nel fumetto. Una ragazza che può esprimere dolcezza a primo impatto ma che sono sicuro che saprebbe ben interpretare anche il dolore e la voglia di vendetta del suo personaggio che in qualche modo potrebbe legarsi a Lex Luthor, Proprio come successo nella serie Smallville. Invece un personaggio che potrebbe rappresentare anche il buono della città, oltre a Lois Lane, potrebbe essere Jimmy Olsen grande amico di Clark Kent e reporter come lui. Sempre più spesso gli eroi hanno un amico senza poteri a supportarli, in questo film Jimmy potrebbe essere a conoscenza del potere di Clark e aiutarlo nella sua battaglia.

Un ruolo importante nella formazione del personaggio è sicuramente il suo passato e l’educazione che ha ricevuto, Clark Kent avrà come riferimento due famiglie, una che non ha mai visto ma a cui è comunque legato e poi quella adottiva, quella umana. Sarebbe interessante se il film partisse da un evento che segna fortemente il carattere di Clark Kent e un certo senso che fa un po’ da contrasto con la reazione di Lana. Qualcosa di veramente tosto che forgia il carattere di Superman. Magari l’inizio del film può essere proprio la morte di Jonahan Kent, che in seguito alle radiazioni prese dalla navicella di Superman ha avuto un cancro e sta morendo. Clark si sente in colpa, ormai è già da qualche anno che è lontano dalla fattoria e in più se lui non fosse mai esistito Johnatan non si sarebbe mai ammalato. Questo lo porta in duro confronto anche con Jor-El suo padre biologico e con cui puoi confrontarsi grazie alla tecnologia Kryptoniana e a cui chiede disperatamente di salvare suo padre. Dopo questo evento Clark matura ancora di più, capisce valori profondi della vita e andrà spesso dalla Madre, in momenti di pura normalità.

Un punto fondamentale e spesso debole dei supereroi, soprattutto nella versione cinematografica, è il proprio antagonista/Villain. Troppo spesso ci troviamo davanti a nemici troppo banali, insulsi e con obiettivi veramente poco realistici, non sono caratterizzati come i protagonisti e questo fa perdere un po’ di peso a tutto il film. I supereroi con i nemici più autentici e meglio descritti sono sicuramente quelli con “Meno” poteri e con un lato umano molto rimarcato e ben descritto. uno su tutti e Sicuramente Batman, i cui Villain sono davvero ben creati e iconici, un altro nell’universo fumettistico opposto è Spider-man che forse ha i migliori Villain della MCU. Una delle difficoltà di creare un nemico per Superman è sicuramente la sua immensa forza, è troppo forte e qualsiasi nemico apparirebbe fin troppo banale, con scopi scontati, di cliché e di poco peso. Con Lex Luthor non c’è confronto, se non più un confronto emotivo, dal lato umano e non uno scontro fisico, tutto ciò che si crea a livello fisico sarebbe esagerato e poco credibile.

“Spulciando” nel web e confrontandosi con persone molte più esperte di me dell’universo DC, ho trovato quella che sicuramente è la soluzione che piace di più a James Gunn, i nemici di Superman in questo film saranno i supereroi della Authority che come detto in precedenza, per sintetizzare sono supereroi in versione “The Boys” della DC. In poche parole, supereroi che fanno parte di una società governativa, ma che usano questa copertura per fare o loro interessi e far rispettare la legge come vogliono loro. Uno stile che a Gunn piace molto e che potrebbe dare un tocco in più al film, con un Superman limitato nei suoi poteri per paura di fare vittime civili e con invece la Authority libera di fare ciò che vuole e che non si preoccupa di nessuno. Qui nascerebbe un forte contrasto con superman che sarebbe visto come nemico del governo e non salvatore della patria. Un nemico perfetto e n linea con lo stile del regista già visto in Suicide Squad. Violenza, un po’ di Splatter e un po’ di ironia sono comunque degli elementi sempre presenti nei suoi film e difficilmente gli sacrificherà proprio per superman. Quindi ci sarà un Superman, onesto, leale che incarna i vecchi valori americani, contro dei supereroi che invece sono l’opposto, sleali, scorretti, corrotti da Lex Luthor, violenti e superficiali, un po’ come la società moderna. Uno incarna gli ideali, gli altri incarnano la triste realtà.

Ogni giorno escono nuove informazioni e poco a poco si deliniea quello che potrebbe essere il film, è bello anche fantasticare sulle possibilità, delle volte o spesso sbagliando completamente supposizioni. Non mancheranno mai di esserci altri articoli di questo tipo.

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Quattro Chiacchiere

OSCAR 2023: TUTTI I VINCITORI

QUATTRO CHIACCHIERE: EVERYTHING EVERYWHERE ALL THE ONCE si prende 7 statuette, grande ritorno di Brendan Fraser.

Oscar 2023 poche sorprese e il film Everything Everywhere all the once che domina la scena vincendo ben 7 statuette, uno spettacolo nella norma, nessuna notizia eclatante e il grande ritorno di Brendan Fraser che si porta a casa il suo primo Oscar come miglior attore protagonista.

Migliori film

Everything everywhere all at once

Gli spiriti dell’isola

Elvis

The Fabelmans

Tár

Top Gun: Maverick

Women talking

Triangle of sadness

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Avatar: La via dell’acqua

Migliore regia

Daniel Kwan, Daniel Scheinert per Everything everywhere all at once

Martin McDonagh per Gli spiriti dell’isola

Steven Spielberg per The Fabelmans

Todd Field per Tár

Ruben Östlund per Triangle of Sadness

Miglior attore protagonista

Brendan Fraser per The whale

Austin Butler per Elvis

Colin Farrell per Gli spiriti dell’isola

Paul Mescal per Aftersun

Bill Nighy per Living

Miglior attrice protagonista

Michelle Yeoh per Everything everywhere all at once

Cate Blanchett per Tár

Ana de Armas per Blonde

Andrea Riseborough per To Leslie

Michelle Williams per The Fabelmans

Migliore attore non protagonista

Ke Huy Quan per Everything everywhere all at once

Brendan Gleeson per Gli spiriti dell’isola

Brian Tyree Henry per Causeway

Judd Hirsch per The Fabelmans

Barry Keoghan per Gli spiriti dell’isola

Migliore attrice non protagonista

Jamie Lee Curtis per Everything everywhere all at once

Angela Bassett per Black Panther: Wakand forever

Hong Chau per The whale

Kerry Condon per Gli spiriti dell’isola

Stephanie Hsu per Everything everywhere all at once

Miglior montaggio

Everything everywhere all at once

Gli spiriti dell’isola

Elvis

Tár

Top Gun: Maverick

Miglior film internazionale

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Argentina, 1985

Close

Eo

The quiet girl

Miglior corto animato

The boy, the mole, the fox, and the horse

The flying sailor

Ice merchants

My year of dicks

An ostrich told me the world is fake and I think I believe It

Migliori costumi

Black Panther: Wakanda Forever

Babylon

Elvis

Everything everywhere all at once

Mrs. Harris goes to Paris

Miglior cortometraggio

An Irish goodbye

Ivalu

Le pupille

Night ride

The red suitcase

Miglior colonna sonora

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Babylon

The banshees of Inisherin

Everything everywhere all at once

The Fabelmans

Miglior sonoro

Top Gun: Maverick

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Avatar: La via dell’acqua

The Batman

Elvis

Miglior sceneggiatura non originale

Women talking

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Glass onion: A knives out

Living

Top Gun: Maverick

Miglior sceneggiatura originale

Everything everywhere all at once

Gli spiriti dell’isola

The Fabelmans

Tár

Triangle of sadness

Miglior film d’animazione

Pinocchio di Guillermo del Toro

Marcel the shell with shoes on

Puss in boots: the last wish

The sea beast

Turning red

Miglior fotografia

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Bardo

Elvis

Empire of light

Tár

Migliore canzone

Naatu Naatu da Rrr

Applause da Tell It Like a Woman

Hold my hand da Top Gun: Maverick  

Lift Me Up da Black Panther: Wakanda Forever

This Is a Life da Everything Everywhere All at Once

Miglior scenografia

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Avatar: The Way of Water

Babylon

Elvis

The Fabelmans

Miglior Makeup e Hairstyling (trucco e parrucco)

The Whale, Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley

Niente di nuovo sul fronte occidentale, Heike Merker e Linda Eisenhamerová

The Batman, Naomi Donne, Mike Marino eMike Fontaine

Black Panther: Wakanda Forever, Camille Friend e Joel Harlow

Elvis, Mark Coulier, Jason Baird e Aldo Signoretti

Migliori effetti visivi

Avatar: La via dell’acqua

Niente di nuovo sul fronte occidentale

The Batman

Black Panther: Wakanda Forever

Top Gun: Maverick

Miglior documentario

Navalny di Daniel Roher, Odessa Rae, Diane Becker, Melanie Miller e Shane Boris

All that breathes di Shaunak Sen, Aman Mann and Teddy Leifer

All the beauty and the bloodshed di Laura Poitras, Howard Gertler, John Lyons, Nan Goldin e Yoni Golijov

Fire of love di Sara Dosa, Shane Boris e Ina Fichman

A house made of splinters di Simon Lereng Wilmont e Monica Hellström

Miglior corto documentario

The elephant whisperers di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga

Haulout di Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev

How Do You Measure a Year? di Jay Rosenblatt

The Martha Mitchell Effect di Anne Alvergue e Beth Levison

Stranger at the Gate di Joshua Seftel e Conall Jones

Ormai la lista è sempre più lunga ed è facile perdersi, a parte l’elogio dovuto a tutto il gruppo di lavoro di Everything Everywhere all the once, i complimenti vanno fatti anche ad una pellicola europea, tedesca per la precisione, che oltre al miglior film straniero ha vinto due premi di peso come miglior scenografia e miglior fotografia, il film tedesco è presente nel catalogo Netflix.

Quest’anno gli oscar sono un premio alla creatività e alle novità, attori che sono da anni nel panorama del cinema che per la prima volta vengono candidati e vincono addirittura un Oscar, come Brendan Fraser, Jamie Lee-Curtis o ad esempio Ke Huy Quan che era il bambino in Indiana Jones il tempio maledetto. Premi giusti senza troppe polemiche, nulla di clamoroso o scelte troppo politiche, vedere quello che comunque è uno Sci-fi vincere tutte queste statuette fa un certo effetto si, ma ormai tutti se lo aspettavano. Peccato per TOP GUN: Maverick che si è portato a casa solo un Oscar per il montaggio sonoro, nel complesso ritengo ancora che sia il miglior film e la massima espressione di un prodotto per le sale cinematografiche, quello poteva davvero essere un bel segnale per l’Accademy. Ovvio che il dominio del film dei “Daniels” dopo 6 Oscar, non poteva che prendersi anche miglior film.

Ottimo anche Brendan Fraser, strepitoso nella sua interpretazione, un attore che in qualche modo, chi è nato negli anni 80/90′ ci è affezionato e sinceramente è davvero bello che abbia ricevuto un premio del genere.

Un altro anno di cinema, un altro anno di Oscar, un nuovo anno di sorprese e di sogni.

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Quattro Chiacchiere Recensioni nel tempo di un caffè

OUTER BANKS 3 – STAGIONE 3: PRIME IMPRESSIONI

QUATTRO CHIACCHIERE: Prime impressioni e recensione dei primi due episodi di Outer Banks

Outer Banks esce fuori con la sua terza stagione su Netflix, una serie creata da Josh e Jonas Pate e Shannon Burke. Una serie teen drama esotica e con un forte legame con il mare, ormai lontana dalle affascinanti Outer Banks, ma stabilita nei bellissimi caraibi a Barbados.

Una serie che si allontana leggermente dallo stile delle prime due stagioni, o quanto meno dalla prima, ormai è una serie con un genere a sé rispetto agli altri teen drama, che fa dell’avventura il suo punto centrale. Un bel mix di sensazioni, dove i sentimenti e le storie amorose passano in secondo piano, per mettere al centro la “caccia al tesoro”.

A poco a poco perde sempre un po’ di realismo, ma ne guadagna sicuramente il lato di azione e fantasia, rendendola forse ancor più curiosa, in questa stagione sembra che l’obiettivo dei ragazzi sarà trovare la famosa El Dorado, la città d’oro ma per farlo dovranno affrontare un ricco criminale in stile Indiana Jones. Una serie che ci riporta un po’ indietro nel tempo in alcune sue dinamiche un po’ anni 80/90′ ma che la rendono ancor più unica.

In questi primi due episodi i difetti non mancano, c’è una estrema leggerezza in tutto ciò che succede e sembra andare sempre tutto male si, ma allo stesso tempo tutto nel verso giusto, dove i protagonisti riescono sempre ad ottenere ciò che vogliono. Si presenta molto come una serie per ragazzini, forse a volte fin troppo infantile, ma che sfrutta questo elemento per rendere l’avventura più fanciullesca e affascinante. Anche nella terza stagione sembra che tutti funzioni e gli elementi piacevoli delle prime stagioni, cioè il forte senso di amicizia e unione, ci sono ancora.

In fin dei conti questa stagione, riconferma che i momenti più belli e intensi della nostra vita li passiamo con gli amici, e posti spettacolari come Barbados, non fanno altro che confermare quanto può essere bello stare in amicizia in avventure incredibili e inverosimili. Outer Banks è un po’ un sogno ad occhi aperti, dove dei ragazzi in un paradiso esotico, fanno la caccia al tesoro come dei bambini super curiosi, tutto questo rimanendo uniti come grandi amici.

Non bisogna aspettarsi la serie del secolo, assolutamente no, ma nel suo genere ristretto penso che sia una delle serie più carine e più azzeccate che ci siano in circolazione, una serie facile e piacevole da vedere, per certi versi unica e diversa con la sua fotografia dalle sfumature del tramonto, arancio e giallo.