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THE LAST DUEL: UN DUELLO PER L’ONORE

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The Last Duel è un film del 2021 diretto da Ridley Scott e tratto dall’omonimo libro da Eric Jager, che parla di un ultimo “duello di Dio” svoltosi in Francia nel 1386 tra Jean de Carrouges e Jaques le Gris.

Questo film si sviluppa su tre capitoli e su tre punti di vista differenti, il film si basa su fatti storici realmente accaduti e quindi ha dei vincoli da rispettare anche se grazie a questa tecnica, può far decidere alo spettatore quale sia la versione più reale della storia raccontata.

I punti di vista sono prima quello di Jean (Matt Damon), poi quello del suo amico e rivale Jaques (Adam Driver) e poi quello giovane moglie di Jean, Marguerite de Carruges (Jodie Corner), la vittima che accusa Jaques le Gris di averla stuprata.

I primi due capitoli sono un po’ noiosi e portano lo spettatore a voler andare veloce al dunque, il film di spinge a credere alla donna, che è evidentemente vittima di un sistema davvero crudele e ignorante. L’interpretazione di Matt Damon è davvero di alto livello, forse una delle sue migliori, con un personaggio un po’ pazzo e istintivo, ma molto coraggioso e fedele alla corona. Mentre un po’ spento quello di Adam Driver che anche nei momenti cruciali della sua storia non riesce ad uscire da una particolare apatia. Il film non riesce a mostrare con chiarezza il rapporto tra i due protagonisti, tanto che i loro litigi sembrano più che giustificati. Non sembrano mai veri amici, quanto più dei semplici cavalieri con ambizioni differenti.

L’accuratezza storica riporta il film sui binari giusti, con costumi e una fotografia ben dettagliata, il finale è crudo nelle parole quanto nella scena di combattimento e riporta al giusto tono al film che a tratti risulta veramente troppo noioso e inconcludente oltre che abbastanza complicato.

Ridley Scott ha perso il suo “potere” da tempo e non riesce più a fare delle pellicole che convincono del tutto, sono spesso noiose e inconcludenti e anche in The Last Duel manca qualcosa che si vede solo nel finale. Infatti la parte finale non migliora solo dal punto di vista narrativo, ma anche della regia che non sbaglia un colpo e crea la giusta atmosfera. La storia è cruenta per quanto sia moderna sotto certi aspetti, con una donna che porta avanti la propria accusa pur rischiando la vita sua e quella del marito e con Jaques De Gris, convinto di non aver stuprato nessuna perché condizionato dalle sporche abitudini del tempo.

Una storia davvero interessante, ma che ci viene mostrata in un film nel complesso disordinato e con poco carattere e che si salva solo un po’ nel finale, mi aspettavo qualcosa di più, ma ultimamente è facile rimanere delusi da quello che comunque è uno dei registi che ha fatto la storia del cinema.

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PROPRIO LUI? (WHY HIM?): RECENSIONE COMMEDIA CON BRIAN CRANSTON

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Proprio Lui? (Why Him?) è una commedia Americana del 2016 diretta da John Hamburg e con protagonista Brian Cranston e James Franco.

Questo film si presenta come la classica commedia americana in cui la figlia presenta il suo ragazzo alla sua famiglia e al difficile rapporto tra il padre (Brian Cranston) e questo nuovo arrivato nella famiglia (James Franco). Fin da subito capiscono che il ragazzo di loro figlia è davvero un tipo molto particolare e non capiscono come sia possibile che la “loro bambina” sia con un uomo del genere. Ovviamente dopo diverse disavventure il rapporto con il suocero migliorerà e si va verso un finale di gioia e serenità.

Nonostante le premesse non erano di altissimo livello mi aspettavo qualcosa di più da questa commedia anche per la presenza di un attore come Brian Cranston, invece è un prodotto davvero troppo lontano dalla realtà che per far ridere esagera e rende tutte le scene poco verosimili e quindi prive di profondità. Un film che non lascia nulla, se non che se uno è ricco e milionario come il ragazzo, può essere e fare ciò che vuole che prima o poi verrà accettato. Il film non crea la giusta sensazione di unione e il personaggio di James Franco è talmente esagerato da far perdere di senso un po’ tutta la trama e i sentimenti presenti in essa.

La recitazione è buona, il film è anche divertente ma sicuramente alcune scelte sui personaggi e sulla trama non funzionano e rendono il tutto un prodotto troppo di fantasia. Un tipo di comicità forse un po’ troppo forzata con un personaggio solo coerente con ciò che lo circonda che è quello interpretato da Keegan-Michael Kay, una specie di maggiordomo e maestro spirituale.

Questa commedia purtroppo non trasmette le giuste sensazioni, non si percepisce l’amore della coppia, l’affetto tra padre e figlia e il giusto valore a ciò che accade con un finale fin troppo banale e annunciato. Funziona nella sua leggerezza e nelle battute ma si ferma lì come se avesse fatto un piccolo compito da sei in pagella.

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HOUSE OF GUCCI: MODA E POTERE

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House of Gucci è un film del 2021 diretto da Ridley Scott, La pellicola è un adattamento del libro di Sarah Gay Forden e si concentra sulla dinamica famigliare della famiglia Gucci tra gli anni 70′ e 90′ soprattutto sul rapporto tra Maurizio Gucci e sua moglie Patrizia Reggiani.

House of Gucci è un film deludente, che non rispecchia il blasone dei propri attori e del proprio regista. Un film che si presenta in modo confusionario e davvero poco incisivo, la storia colpisce fino ad un certo punto senza meravigliarci del tutto. Anche la recitazione pur se buona sembra dislocata tra i diversi personaggi. Tra gli attori come Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons e Jared Leto, quella a spiccare è Lady Gaga, che è forse l’unica a crederci davvero al suo ruolo.

La storia è interessante e banale allo stesso tempo, a tratti estremamente frettolosa con cambi di umore e carattere difficili da comprendere. Ci sono evoluzioni e scelte che ci appaiono all’improvviso e non si capisce più il perché di alcune scelte. è facile perdersi non tanto nella storia ma nelle scene e nelle decisioni dei personaggi. Ci ritroviamo con Maurizio (Adam Driver) super innamorato, ad un personaggio piatto e senza più sentimenti, talmente velocemente da non capire nulla. Aldo Gucci (Al Pacino), da buon amico e parente a imprenditore senza scrupoli anche qui in un attimo da una scena all’altra senza una base per farci capire queste evoluzioni.

Un personaggio “macchietta” come quello interpretato da Jared Leto che veste i panni di Paolo Gucci, è inutile e nonostante la quantità di trucco non assomiglia all’originale ne visivamente ne nel carattere. Forse lui rappresenta un po’ la confusione di questo film, che sembra si basarsi su fatti reali ma senza una vera e propria direzione. Un ennesimo passo falso di Ridley Scott con una regia irriconoscibile, a tratti molto pulita all’italiana e a tratti molto confusionaria, con gli attori che non riescono ad entrare mai nel personaggio.

Nel complesso un film che arranca e fa fatica in tutta la sua lunga durata, un film che non convince del tutto, a parte qualche parte che si salva. Una storia di per sé interessante di un’azienda di famiglia diventata famosa in tutto il mondo, per il resto però una gran confusione e attori mai convinti dei propri personaggi. Deludente.