RECENSIONE COMBINATE: Un manicomio, una casa di cura e un orfanotrofio, piccole galere da cui è difficile uscire.

Per questa “recensione combinata” ho deciso di mettere insieme questi tre film che sono molto diversi tra di loro me che hanno qualche punto in comune soprattutto nell’ambientazione, se visti insieme possono essere un passaggio di una vita turbolenta. Dall’orfanotrofio di Sucker punch, al manicomio di Shutter Island, fino ad arrivare alla strana casa di cura di A cure of wellness.
Sono film simili nelle loro location, lucubri, ansiose e piene di mistero, quasi capaci di metterti a disagio già dalla prima sequenza del film, con i loro aspetti misteriosi e con personaggi che sembrano nascondere un sacco di segreti.
Un viaggio nell’intrigata mente umana, a volte così misteriosa e particolare, racchiusa in luoghi dalle alte mura, da cui è davvero difficile poter uscire. Delle piccoli prigioni in cui sia la mente e il corpo del protagonista vengono intrappolate.
Shutter Island: è sicuramente secondo me il fil più bello dei tre, parte con un grande vantaggio, quello di essere diretto da Martin Scorzese e di avere come protagonista un ormai maturo, Leonardo di Caprio.
In questo film ambientato tutto in un manicomio, la prima cosa che balza all’occhio e la sensazione di oppressione, di disagio, viaggiamo con i due protagonisti, che cercano di capire dove sia sparita una delle clienti del manicomio.
Bravissimi entrambi i protagonisti, questo è il film che ci ha davvero fatto rendere conto del talento recitativo di Leonardo di Caprio, anche se erano già anni che viaggiava sulla cresta dell’onda, questo è proprio il film della sua svolta verso tutte interpretazioni da Oscar. Anche Mark Ruffalo se la cava davvero bene come spalla, sta davvero bene nei panni del detective come in “Zodiac”.
La regia di Scorzese si fa nuova, più cupa del solito anche grazie ad una splendida fotografia di Robert Richarson, che riesce a trasmettere i colori grigi della situazione di tensione che alleggia per tutto il film, trasmettendoti un misto di paura e apprensione per quello che potrebbe succedere.
Il manicomio trasmette automaticamente tutte queste situazioni, è sembra che tutto l’ambiente nasconda dei misteri e che nessuno stia dicendo la verità ai due detective, che si trovano involontariamente immersi in questo ambiente, senza poter tornare a casa per il mal tempo.
Il film aleggia tra realtà e follia, tra vero e falso, e ci espone in modo semplice, quanto può essere contorta e misteriosa la mente umana, quanto a volte può essere oscura e indomabile.
Il film si conclude con una frase emblematica che racchiude un po’ tutto il significato della trama, una delle frasi che più mi ha colpito a livello di sceneggiature, perfetta e ben collocata.
“Questo posto mi fa pensare…che cosa sarebbe peggio, vivere da mostro o morire da uomo per bene?”
Un film che consiglio assolutamente di vedere, per tutti i suoi aspetti, davvero ben fatto.
A Cure Of Wellness: è un film diretto da Gore Verbinski e con Dane Dehaan in una delle sue migliori interpretazioni.
Questo film è praticamente tutto ambientato in una particolare casa di cura sperduta tra le montagne della svizzera, il protagonista Lockhart, è un giovane broker di successo di New York, la sua compagnia deve avviare un grande progetto, ma per farlo le serve la firma del suo amministratore delegato, che però si trova in Svizzera in questa casa di cura e non vuole più tornare.
Lockhart (Dave Dehaan) è incaricato di andare in quella casa di cura e convincere l’AD Pembroke a tornare a casa per portare avanti la sua compagnia e per firmare il progetto.
L’ambientazione è un contrasto di colori e situazioni, sembra un luogo paradisiaco e bellissimo, e allo stesso tempo un luogo cupo e pieno di mistero, non si capisce bene cosa succeda li e sembra che ben presto il protagonista si ritrovi intrappolato li.
Anche in questo caso il film riesce a trasmettere perfettamente un senso di claustrofobia e mistero, un giusto mix di diverse emozioni che ci opprimo e che ci vogliono far sapere la verità per sentirci liberi.
Il film si esprime molto bene nei dialoghi e nelle scene, non si capisce mai cosa sia vero e falso e ti lascia un sacco di domande a cui non è affatto facile trovare risposta.
Il luogo diventa man mano indefinito, tra casa di cura, centro benessere e a tratti un manicomio, più che un luogo della rinascita appare come un luogo della propria fine, un luogo dove passare gli ultimi giorni della propria vita.
Anche qui la follia dell’essere umano è ben esposta, quasi verosimile a tratti e riconoscibile, tra incubi e visioni strane, e tra un senso di malessere che non ci far stare bene e ci fa sentire insodisfatti.
Il film si presenta forse un po’ troppo lungo e a tratti la trama risulta un po’ inutile con scene che potrebbero essere tagliate senza compromettere il risultato finale. Bellissima la colonna sonora curata da Benjamin Wallfish, la scenografia è davvero il punto forte del film, molto suggestiva e realistica.
Sicuramente nel complesso è un ottimo film, con delle sfumature interessanti nell’idea iniziale, un po’ strano e contorto a tratti, ma che riesce perfettamente a trasmettere determinate sensazioni, consiglio di guardarlo perchè comunque è un contenuto originale davvero carino.
Sucker Punch: Questo film è una trasposizione perfetta dello stile particolare e ovattato del suo regista Zack Snyder. Scritto e diretto da lui, Sucker Punch è un film molto particolare nelle sua forme e nei suoi colori, anche la trama si presenta abbastanza fantasiosa a volte forse esagerata.
Il film si presenta in un modo folle, tra colori e una trama che appare come quella di un videogioco, con scene di guerra azione, e scene più pacate e complicate.
Sucker Punch si suddivide su tre livelli, quello più semplice e cupo, quello dell’orfanotrofio che appare come un manicomio, poi c’è un secondo livello, che appare come una casa chiusa dove i clienti vogliono vedere le ragazze ballare per poi scegliere la migliore e poi il terzo livello quello più folle e distaccato dalla realtà, fatto di azione e missioni.
La protagonista vuole uscire da quella prigione e per farlo di trovare degli oggetti specifici che le serviranno per uscire, per far questo viene aiutata da altre ragazze.
La divisone su tre livelli e bella quanto particolare, forse è davvero il punto forte del film, che però si perde troppo nella parte apparentemente ludica, con scene d’azione pessime e con una CGI non ancora all’altezza.
Molto meglio le scene basilari, quelle del primo livello che ci trasmettono la vera situazione di quelle povere ragazzine, il cui film nasconde le atroci sofferenze che devono subire.
Ho apprezzato molto anche il fatto che la protagonista riesca a crearsi un posto nella sua mente in cui rifugiarsi e che quando balla riesce ad uscire dal mondo e volare in un posto in cui è la protagonista assoluta, è forte e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
Purtroppo il film è pieno di difetti, dalla trama alla messa in scena dell’azione, sempre troppo esagerata e inverosimile, quasi stancante a tratti, perchè sembra rovinare le parti belle del film.
Il lato positivo è che rimane un prodotto unico nel suo genere ed è sicuramente qualcosa di nuovo in cui si vede tutta la follia e il talento di Zack Snyder, che purtroppo delle volte sembra volersi affondare da solo, facendo sempre le cose di fretta.
Anche la recitazione non è il massimo, anche se c’è un ottimo Oscar Isaac che interpreta il ruolo del capo di questo luogo misterioso tra manicomio, casa chiusa e orfanotrofio.
Sucker Punch, rispetto agli altri due film, ci allontana dall’angoscia che a tratti ci trasmette, grazie alle scene di azione così distaccate dalla realtà. Rimane un film particolare, forse un po’ troppo folle e la cui qualità è difficile da identificare.
Penso sia un prodotto di nicchia, io o apprezzato per i tre livelli di sceneggiatura e scenografia e soprattutto per le musiche e il montaggio sonoro che arricchiscono in modo assoluto tutta la trama del film.
Si dice che questo film abbia una incredibile sincronicità con l’album dei Pink Floyd che potrebbe fargli da colonna sonora mantenendo perfettamente lo stile e l’evolversi della trama arrivando perfettamente anche alla fine, una colonna alternativa insomma.
Se volete vedere qualcosa di folle e alternativo, guardatevi questo film.