Recensione nel tempo di un caffè

Mank è un film diretto da David Fincher, scritto da suo padre e interpretato da Gary Oldman e parla della travagliata vita di Herman J. Mankiewicz, sceneggiatore degli anni 30′ e delle sua opera migliori e pietra miliare del cinema, “Quarto potere”.
Presente nel catalogo Netflix, Mank è un film a cui Fincher teneva molto ed è da un sacco di anni che avrebbe voluto dirigerlo in onore di suo padre, che ha scritto una storia rimasta nell’ombra.
La trama è abbastanza complessa, servirebbe una legenda con i personaggi presenti nel film per capirla meglio, io ho tenuto aperto una pagina di ricerca e ho apprezzato meglio il film.
Essendo tratto da una storia vera, il film è pieno zeppo di riferimenti e personaggi degli anni 30′ che erano protagonisti della Hollywood del tempo (Hollywoodland), ci sono attori, produttori e registi e un personaggio chiave che era un ricco imprenditore e editore di quegli anni, William Randolph Hearst.
Bella la trama formata da piccolo Flashback (simile proprio a Quarto potere) che ci fanno capire come Mank sia arrivato fino a punto di partenza in cui lui è isolato nel deserto in un ranch, curato da due signorine e deve trovare il modo per scrivere una sceneggiatura commissionata dall’astro nascente del cinema Orson Welles.
Il film è una fotografia perfetta di quegli anni, con dei costumi e una scenografia perfetta, la recitazione di Oldman è davvero strepitosa ed è il centro di tutto lo sviluppo della trama.
La fotografia in bianco e nero è davvero stupenda e da un tono unico a questo film, lo stile, le scritte, le musiche, tutto ci riporta indietro nella Hollywood prima della seconda guerra mondiale, un mondo del cinema che stava pian piano entrando in una nuova era fatta di voci e dialoghi e non più scene mute.
C’è tanto di Fincher in questo film, la sua impronta è evidente, perfettamente legata allo stile Noire già esibito in parte in uno dei suoi film come “Zodiac”. In questo film c’è tutta la passione per il cinema, la sua cura dei dettagli e la sua voglia di creare qualcosa di speciale.
Secondo me per molti versi è una delle sue creazioni migliori, perchè è davvero un viaggio immersivo in un epoca ormai lontana, un epoca che ha dato vita a sceneggiature e film che ancora oggi sono ritenuti dei capolavori.
Un film che per certi versi potrebbe essere attuale, perchè il cinema era in crisi dopo il crollo dell’economia e aveva bisogno di nuove storie e di nuovi stimoli, di nuove idee che potessero salvare quel mondo tanto prezioso.
Rimane un film unico e perfetto per gli amanti del cinema, per gli intenditori storici di questo mondo e per chi ha qualche conoscenza tecnica di questo mestiere, è un film che sicuramente sarà apprezzato giustamente dalla critica perchè è davvero un capolavoro per molti aspetti.
Allo stesso tempo però, è un film che si allontana dai gusti dei giovani, dalle opinioni comuni e dl resto dei prodotti degli ultimi anni, un film che ha bisogno di un supporto con nomi e conoscenza dei personaggi per essere compreso fino in fondo. In un certo senso mi è sembrato una provocazione di Fincher che si è voluto allontanare il più possibile dal commerciale e dalle folle di cineasti occasionali.
Bellissimo perchè ti stimola moltissimo la voglia di conoscenza del cinema, ti fa fare ricerche e ti fa leggere le mille storie che componevano l’America di quegli anni, ti porta a conoscere un mostro sacro come Orson Welles e magari anche a vedere “Quarto potere” e perchè no magari anche “Il mago di OZ” capolavoro scritto dal fratello di Mank.
Che piaccia o no, che sia noioso o meno, questo film è un bellissimo elogio ad uno dei mondi dell’arte che più mi affascina, un mondo fatto di opere creative, attori e perchè no anche di soldi e avidità, una bellissima fotografia di tempi e giorni ormai lontani, un film unico nel suo genere e perfetto per essere vito nel 2020, un anno difficile per il cinema.