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QUATTRO CHIACCHIERE: LA RECITAZIONE NEL CINEMA ITALIANO

Il mio pensiero sulla recitazione nel cinema italiano, pregi, difetti e futuro.

Questo è un argomento un po’ delicato, difficile da trattare con le giuste misure, è pieno di sfaccettature e sfumature che non si possono spiegare in un articolo.

La recitazione italiana viene spesso criticata, aspramente giudicata e delle volte quasi insultata, come se fosse la peggiore al mondo, molti si accaniscono con gli attori descrivendoli in malo modo e addossandoli un sacco di colpe che non hanno.

Effettivamente è facile giudicare tutto e tutti dietro ad una tastiera o a uno schermo, lo faccio anch’io con questo sito, che nonostante la mia poca conoscenza del cinema, cerco comunque di valutare un film, non sono certo le ore di studio e di esercizio sulla sceneggiatura a rendermi un maestro o un giudice del cinema.

Come sempre ho detto, il cinema è una forma d’arte complessa e fatta di mille campi e lavori. Essendo arte deve e può essere giudicata da tutti in base ai propri gusti, e deve essere sottoposta alla valutazione del pubblico perchè senza pubblico non esiste il mondo del cinema.

Purtroppo lo “spettatore” è spesso critico e si eleva su altari della sapienza e della conoscenza trasversale del cinema, e si mette a giudicare, attaccare e quasi ad accusare ogni aspetto che non lo convince o che non gli piace di un opera cinematografica.

La recitazione è spesso la più attaccata, ci mettiamo a fare paragoni con attori stranieri che abbiamo magari sempre e solo sentito doppiati e mai in lingua originale e magari non riteniamo i nostri attori all’altezza.

Qualche piccolo difetto c’è, effettivamente con un occhio più critico, l’Italia negli ultimi anni sta facendo davvero fatica a spiccare per le doti recitative, tanto che raramente un attore italiano viene preso in considerazioni per le produzioni internazionali e per film diretti da grandi registi.

Addirittura i nostri grandi registi, “fuggono” dai nostri attori, anche perchè vincolati dalle produzioni e non li scelgono per i loro film più importanti e iconici, è davvero un peccato, e forse alcune critiche hanno un fondo di verità.

Io con questo sito devo criticare, se no non avrebbe senso, ognuno deve essere libero di esprimere il proprio gusto e ritenere se una recitazione è bella o brutta, ma delle volte ci rimango male. Nel senso che non vorrei criticare troppo, perchè non mi sembra giusto e perchè so l’impegno e il lavoro che c’è dietro all’atto creativo della recitazione.

Ci sono sempre più scuole di recitazione in Italia, soprattutto a Milano e Roma, i due poli cinematografici italiani, con scuole che comunque portano avanti ormai una determinata filosofia e che fanno il possibile per tirare fuori più talenti possibili.

Come già scritto in altri articoli, il settore è in crisi, non ci sono grosse produzioni e i posti sono limitati, solo Netflix sta provando a creare qualcosa di nuovo a livello di casting, dando la possibilità di recitare ad attori emergenti, purtroppo con risultati non esaltanti.

Però bisogna partire da quello, dalla possibilità di recitare, di far parte di un sistema produttivo, in modo che un giovane attore possa prendere confidenza con questo mondo, perchè per molti attori è naturale recitare, non hanno bisogno nemmeno di una scuola, ma per molti altri, serve tempo e esperienze.

Avere la possibilità di lavorare è importante, se no poi si finisce per essere giudicati frettolosamente senza le giuste “difese”, perchè non è mai bello buttare fango su qualcuno che è alla prima esperienza lavorativa ad alto livello, che sia un attore, un regista o uno scrittore.

Le nuove serie Netflix non hanno fatto altro che dare la possibilità a nuovi artisti di esprimere la propria arte e di fare il lavoro che amano, questo purtroppo ti mette sotto i riflettori e in serie come Curon, Summertime e La luna nera, sono aspramente criticate e soprattutto per quanto riguarda la recitazione, non hanno fatto altro che confermare le sentenze del pubblico.

Ho letto un sacco di recensioni su queste tre serie di Netflix, serie che potevano essere la svolta per il cinema italiano, invece ci hanno dato brutte conferme.

Le recensioni parlano comunque di ottima fotografia ma di una pessima sceneggiatura e recitazione, e a questo punto anche una pessima regia, quella messa più in risalto è sempre però la pessima prova degli attori, che in fondo non sono altro che il fine di un lavoro mal eseguito.

L’attore dipende dalla sceneggiatura e deve essere guidato dalla regia, soprattutto se è alle prime armi, alla prima esperienza lavorativa in una media o grande produzione.

Purtroppo vedo spesso prodotti che alla base sono molto deboli con dialoghi banali e con scene che non portano nulla al personaggio, non è facile per un attore districarsi in queste sceneggiature così poco curate, in scene buttati li solo per concludere il lavoro.

Io sono il primo purtroppo a incepparmi in sceneggiature dai toni spenti, piatte senza alcune vero dialogo e con una evoluzione narrativa pessima, perchè la sceneggiatura sa essere estremamente complessa ed è facile perdersi nelle banalità.

Adesso però vanno analizzati gli attori e i loro difetti, infatti in Italia, vedo piccoli errori ripetersi, errori che non piacciono molto al pubblico che si stufa ed etichetta la recitazione italiana come pessima.

Troppo spesso sento bisbigliare, sbiascicare, parole soffiate di cui non si capisce il significato, più la scena è intensa e triste meno la voce si sente, e lo spettatore deve fare degli sforzi per capire le parole.

Vedo spesso attori forzare le loro emozioni, rendendo sempre tutto troppo inverosimile, i sentimenti sembrano stereotipi e macchiette di quelli reali, come se l’attore seguisse alla lettera tutti gli insegnamenti senza usare mai l’istinto o il proprio talento, l’attore dovrebbe “giocare” con la sceneggiatura.

Un parte fondamentale della recitazione è lo studio del personaggio, l’attore deve conoscere il proprio personaggio meglio di chiunque altro, come se fosse lui che l’ha scritto, trama e sotto trama sono fondamentali.

Noi lo vediamo collocato in un determinato spazio temporale, perchè il personaggio esegue una azione in un tempo e in uno spazio preciso, ma l’attore deve sapere il presente, il passato e il futuro del proprio personaggio, deve sapere come si comporterebbe nel resto della giornata e anche cosa farebbe finita la trama del film.

La recitazione non è solo una esecuzione canonica delle regole e delle tecniche che la vincolano, ma un volo libero con i sentimenti, essere e non fare è fondamentale, usare le tecniche come supporto e non come vincoli.

In Italia mi pare di vedere troppi attori compassati, chiusi nei dogmi scolastici e meno liberi e seriamente interessati al personaggio.

Il vero studio inizia fuori dalla accademia, inizia sul set quando per la prima volta un attore trova tra le sue mani un copione, la sceneggiatura va studiata, ampliata e a volte anche un po’ personalizzata.

Una recitazione così quadrata porta sempre a dei pessimi risultati, gli attori risultano forzati e mai adatti al ruolo che stanno interpretando, sempre esagitati, con una esposizione delle emozioni che non ha nulla che vedere con la naturalezza della realtà.

Sono certo che in Italia ci siano ottime scuole di recitazione, ma che purtroppo gli attori finito il percorso di studi vengano abbandonati a loro stessi, senza una vera possibilità di crescita, magari scelgono il progetto non adatto a loro e la carriera finisce ancor prima di iniziare.

Al giorno d’oggi poi è difficile per un attore non perdersi nella sua popolarità, i social sono un pericoloso termometro per l’attore che si sente già arrivato senza dare vero peso al proprio lavoro.

Molti lo fanno per essere popolari e non per vera passione per il cinema, lo fanno perchè vogliono realizzare il loro sogni da bambini di essere un re e una principessa, ma questa cosa non porta nulla, anzi non fa altro che danneggiare il cinema italiano, che si riempie sempre più di ragazzini senza passione e vera devozione al cinema.

In Italia questo è un grosso problema, è purtroppo chiedendo un po’ in giro, ho capito che le scuole di recitazione sono piene di ragazzi che non hanno un vero obiettivo se non la ricchezza e la popolarità.

Bisogna avere passione per ciò che si fa, secondo me in Italia sta un po’ mancando quello dal lato recitativo, la vera voglia di lavorare in quel settore, l’impegno e la devozione, un attore deve essere perdutamente innamorato del cinema.

Negli ultimi anni vedo un crescendo pazzesco della fotografia, sempre più attuale, che esce finalmente dalla “fotografia da circolo” ( come già detto in un altro articolo).

Invece la recitazione, e la sceneggiatura stanno facendo fatica ad uscire da un limbo in cui l’Italia perde il confronto con molti altri paesi del mondo, e questo ferisce un po’ il nostro orgoglio.

Inutile prendere spunto da chi ha un talento innato, la via giusta nella recitazione e prendere spunto da chi ha avuto una carriera in salita, da chi ha iniziato male e che sta lavorando per migliorare e per rendere il suo amore al cinema.

Prendere spunto da attori stranieri come Robert Pattinson che parte da un film sceneggiato e girato malissimo e che lavora da anni per togliersi l’etichetta di attore pessimo che fa il vampiro in un film pessimo.

L’attore deve aver cura di se stesso, partire dall’idea che fare l’attore a volte è anche un lavoro davvero molto impegnativo, faticoso e dispendioso, senza lavoro e impegno non si andrà mai da nessuna parte ed è questo che vorrei vedere nella recitazione italiana, più impegno, studio del personaggio e lavoro dietro di esso.

Ovviamente non sto facendo di tutta l’erba un fascio e come detto, purtroppo i problemi sono molteplici, il primo su tutti è l’economia e il soldi, più soldi girano e più una cosa cresce si evolve e con il tempo migliora.

Però la recitazione in Italia deve assolutamente fare un passo in avanti, non deve essere una passerella ma un lavoro duro fatto di sacrifici e notti insonni a studiare il personaggio è solo così che si ottengono i risultati e questo vale per tutti, dallo sceneggiatore al regista.

In tutto questo marasma di parole (l’articolo è volutamente confusionario per rendere l’idea a chi legge, di come si sente un attore quando si trova davanti ad una sceneggiatura pessima) vorrei parlare di due attrici che mi hanno piacevolmente colpito, sono diverse tra di loro, con percorsi diversi, secondo me sono due attrici di grande talento.

Matilda De Angelis

Matilda De Angelis nasce a Bologna, nel 1995, inizia ad approcciarsi al mondo della musica studiando chitarra e violino, la sua storia è un esempio di come il talento passi sopra a tutto, a qualsiasi tipo di studio o insegnamento.

Ricordo di averla vista la prima volta in un video musicale dei The giornalisti, “felicità puttana”, ricordo che rimasi colpito dal suo magnetismo, e non so perchè ma mi resi conto di essere davanti ad un talento.

Un semplice ballo, le espressioni, non so come descriverlo, ma una parte di me era consapevole che quella ragazza aveva un grande talento recitativo, ho provato la stessa sensazione quando ho visto Anya Taylor-Joy ballare ne “la regina degli scacchi”.

Qualche mese fa in televisione ho visto un film con Stefano Accorsi, il primo film della carriera per Matilda che senza scuola di recitazione passa i provini per il film “veloce come il vento”.

Tutte le mie sensazioni furono confermate, il suo talento era evidente e la sua naturalezza ancora di più, penso che lei sia nata per questo lavoro.

Matilda ha una grande forza di attrazione, sa essere estremamente magnetica e ha una grande capacità di inserirsi perfettamente nel personaggio, il suo è un grande talento naturale.

Poco a poco sto osservando la sua crescita artistica e ad ogni film migliora sempre di più, è sempre bello vedere giovani attrici che crescono e hanno dedizione per questo lavoro, che necessita sempre di un grande impegno.

Mi ha colpito particolarmente che faccia già parte della UTA una delle agenzie più importanti del cinema negli Stati Uniti, che annovera un sacco di attori pazzeschi, di cui non sto qui a fare l’elelnco.

Bellissimo veder lavorare una attrice italiana con Nicole Kidman e sono sicuro che questo sarà uno dei suoi tanti ruoli oltre oceano.

Sono sicuro che Matilda De Angelis possa diventare una delle punte di diamante del cinema italiano.

Vorrei parlare anche di Amanda Campana, attrice super emergente, appena uscita da una scuola Romana di recitazione e che abbiamo potuto apprezzare in Summertime.

Per Amanda il discorso è un po’ più complesso, perchè avendo recitato solo una parte in una serie Netflix, non è ancora possibile valutare del tutto il suo talento e la sua bravura nel mondo del cinema.

Summertime non è certo un bellissimo banco di prova, purtroppo come detto prima ha ricevuto molte critiche e anche la recitazione e stata sotto accusa in molti blog e nelle recensioni più ufficiali.

Purtroppo anche il personaggio di Sofia non è scritto nei migliori dei modi e quindi non era affatto facile districarsi in questo labirinto insidioso, eppure Amanda ci è riuscita alla grande, e penso che oltre alla fotografia, e al montaggio sonoro sia uno dei punti forti della serie.

Non so perchè ma anche questa volta voglio fidarmi del mio istinto, e spero davvero che possa trovare al più presto un ruolo che la faccia esprimere al meglio, magari con qualche regista di livello alla guida.

Gli attori, soprattutto giovani, hanno bisogno di registi che gli guidino o di colleghi più esperti che gli aiutino ad entrare perfettamente nel ruolo in modo che siano a loro agio per esprimersi al meglio.

Spero che i social non rovinino il talento di Amanda Campana, che secondo me potrebbe davvero avere un ottimo futuro nel mondo del cinema, purtroppo i social sanno essere una trappola, ci fanno sentire popolari e ci distolgono dall’obiettivo.

La recitazione ha bisogno di impegno e dedizione, di lavoro costante se si vogliono ottenere dei risultati, bisogna essere convinti di essere attori e non influencer, bisogna avere le idee chiare e metterci tutta la propria volontà.

Perchè c’è sempre il modo di migliorare, perchè il cinema è fatto di passione, se manca quella è meglio che qualcuno si dedichi ai social più che hai film.

In lei vedo una bellissima naturalezza, un buon magnetismo e una capacità immediata di conquistare il giudizio dello spettatore, mi fa piacere aver letto anche da altre parti che lei è stata una delle migliori della serie, fortunatamente non sono l’unico a pensarlo.

La foto che ho scelto non è casuale, ma è quasi un augurio, spero davvero di vederla in un ruolo del genere, con una fotografia complessa in bianco e nero, magari ambientato in un epoca dove il cinema non era a colori.

La trovo davvero meravigliosa in quelle sequenze fotografiche, è espressiva senza muoversi, con il solo sguardo o con un movimento lieve del viso.

Amanda è uno dei tanti giovani in Italia su cui ci sarebbe da lavorare molto, però a lei come agli altri, le serve il ruolo giusto, la giusta guida e una grande produzione che possa aiutarla nelle scelte.

La recitazione in Italia ha bisogno di questo, di tornare alla passione sfrenata per il cinema, alla capacità immensa di Sofia Loren e all’importanza artistica di Fellini, il cinema italiano ha bisogno dei nuovi talenti e i nuovi talenti hanno bisogno che qualcuno li faccia lavorare e crescere.

Perchè quando un film è bello in ogni suo aspetto, è facile che anche gli attori si trovino più a loro agio e siano facilitati a fare qualcosa di memorabile e che potrebbe far decollare le loro carriere, ricordando sempre di non perdere la passione.

Spero presto di vedere magari, Amanda e Matilda insieme in un film, in modo che un possa far crescere l’altra, in modo che i talenti si sostengano a vicenda.

In questo articolo ho parlato di molti lati negativi della nostra recitazione, di passato e di futuro, il mio augurio e che si torni a dare importanza alle parole, alle sceneggiature, in modo che chiunque sia facilitato a fare un ottimo film.

Vedo che c’è speranza nel cinema italiano, c’è talento che non va sprecato, penso che i prossimi anni, saranno anni di cresci, di film e serie tv italiane sempre migliori e di attori sempre con più talento e che andranno spesso a lavorare anche oltre oceano.

La mia non è una speranza ma una certezza…

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