Recensione nel tempo di un caffè

La donna alla finestra è un thriller psicologico diretto da Joe Wright e presente nel catalogo Netflix, il film è tratto da un romanzo di successo di A.J. Finn. La trama è apparentemente semplice, infatti una donna (Amy Adams) assiste ad un omicidio nella casa di fronte alla sua, questa vicenda però non fa altro che complicare la sua salute mentale, non sapendo più distinguere la realtà.
Il film ci espone subito la precarietà della salute mentale della protagonista con una grossa dose di psicofarmaci che lei ingerisce con facilità e con l’immancabile bicchiere di vino, simbolo di verità ed elemento costante all’interno del film. L’agorafobia non permette a questo donna di avere la forza e il coraggio di uscire di casa, una fobia complessa e più diffusa di quanto si pensi che rende la protagonista un attenta osservatrice del quartiere, con le finestre come unico sbocco sul mondo reale. Ho trovato alcune scelte della regia molto azzeccate anche se a volte un po’ confusionarie, il film non è semplice da seguire e a volte annoia quasi per la troppa pesantezza di certe situazioni psicologiche, che sono la forza e la debolezza di questo film. Amy Adams è sempre sul pezzo, a tratti davvero molto convincente e realistica, anche Julien Moore anche se appare per poco, è molto ben delineata e con caratteristiche ben precise.
Mi è piaciuto molto il fatto che a un certo punto del film non si capisce più cosa sia reale o meno, ciò ci fa immergere meglio nella situazione e ci fa mettere nei panni della protagonista, bella anche la tensione che si crea man mano che il film volge al termine. Anche se il finale l’ho trovato un po’ troppo classico e al miele, forse troppo distaccato dal resto del film. Peccato che Gary Oldman sia stato utilizzato così poco, praticamente assente e molto simile a James Woods esteticamente parlando.
Molto convincente la prova attoriale del giovane Fred Hechinger in un ruolo non semplice e fatto di sfumature difficile da interpretare, perchè condizionate dalla salute precaria del giovane che fin da subito sembra avere attimi di follia e di instabilità mentale, forse dovuti ad abusi subiti in famiglia.
Un Thriller psicologico di ottimo livello che riesce fin da subito ad essere coinvolgente e facile da apprezzare, un po’ pesante in alcune sue dinamiche e forse poco credibile in alcuni aspetti della trama, che si deve adattare per il plot point finale, un colpo di scena che si fa aiutare troppo dalla “finzione” o forzatura non è mai un ottimo colpo di scena, anche se resta comunque efficace. Consiglio questo film perchè è fatto davvero bene, scritto bene e diretto altrettanto bene, niente di esageratamente bello, ma riesci comunque ad essere un film di ottimo livello.