Recensione nel tempo di un caffè

Infinite è un film del 2021 diretto da Antoine Fuqua. Questo film è l’adattamento cinematografico del romanzo di D. Eric Mainkratz, The Reicarnationist paper. Il film doveva essere un misto tra Wanted e Matrix e la sceneggiatura è stata scritta da Todd Stein.
Il protagonista della storia è Evan McCauley interpretato da Mark Walhberg, un uomo dichiarato schizofrenico che non trova più un obiettivo nella vita, ma che stranamente ha delle abilità innate, la prima che ci viene presentata è la capacità di creare delle perfette katane samurai. Poco a poco scoprirà che lui è un uomo con la capacità di ricordare le sue vite precedenti, solo pochi esseri umani hanno questa capacità e sono divisi in chi vuole aiutare il mondo e in chi vuole far finire tutto. La trama non è solo abbastanza contorta, ma anche un po’ banale, non ci sorprende mai e la storia in se non riesce mai ad attrarre davvero l’attenzione. Nei meandri della storia è facile perdersi e il film non riesce ad esprimersi, a tratti sembra quasi fatto di fretta.
Non mi ha convinto la recitazione, a parte il solito Mark Walhberg, tutti gli attori erano spenti e senza convinzione, i dialoghi non portavano nulla e una volta rivelata tutta la verità su questo mondo, non c’è nessun colpo di scene e risulta tutto abbastanza noioso. Il film si presenta senza spunti interessanti, se non qualche scena d’azione visivamente davvero spettacolare e complessa.
Infinite è un film che tende sempre ad esagerare con scene che vanno al di la della fantascienza e strizzano l’occhio al fantasy, con i protagonisti che compiono azioni sempre più assurde e inverosimili, tanto che alla fine del film, non sappiamo più che genere stiamo guardando.
Il fascino delle reincarnazione viene quasi sminuito e delle vite precedenti del protagonista non ci viene detto praticamente nulla e in pratica sappiamo solo che sa fare le katane e usarle, poco a poco Mark Walhberg entra nell’universo Marvel e diventa un super eroe Marvel che vola sugli aerei. Non mi è piaciuta l’evoluzione del suo personaggio.
Il film ha il pregio di aver un ottimo ritmo e di avere alcune scene che vale la pena vedere, è girato molto bene dal lato visivo, sia gli effetti visivi che quelli speciali sono di ottimo livello. Molto belle le scene in cui sono presenti le auto, girati davvero in modo impeccabile. Grandi difetti nella trama, nei personaggi e nei dialoghi che non riescono proprio a conquistarti. Peccato non aver sfruttato il fascino del potere di ricordare le vite precedenti, lo fa ma in modo superficiale.
Mi aspettavo di più da un film del genere, ma nel complesso lo trovato davvero troppo esagerato e banale.
2 risposte su “INFINITE: UN FILM TRA REINCARNAZIONI E AZIONE”
non che il poster fosse molto curato
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Sono rimasto deluso sotto molti aspetti da questo film…
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