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Recensioni nel tempo di un caffè

YARA: RECENSIONE FILM, GIUSTA DELICATEZZA ED ESPOSIZIONE DEI FATTI

Recensione nel tempo di un caffè

Yara è un film del 2021 diretto da Marco Tullio Giordana. Il film si basa sui fatti di cronaca nera dell’omicidio di Yara Gambirasio. La storia segue il punto di vista della PM Letizia Ruggeri, una donna estremamente forte e decisa che è stata per tutti gli anni, responsabile del caso.

Questo film italiano, si presenta con la giusta delicatezza, non è troppo invadente ne troppo violento, è un piccolo elogio al duro lavoro della giustizia italiana, al suo impegno. A molti questo ha dato un po’ fastidio, ma questo film è un prodotto di ottima qualità, dalla regia, alla fotografia c’è un’ottima cura dei dettagli.

La sceneggiatura è ben scritta, anche chi è totalmente estraneo ai fatti, ne capisce le dinamiche e gli eventi che hanno composto questo atroce delitto. I personaggi sono ben studiati e ricalcano con molta cura le persone reali della vicenda. Rimane un film giallo, con molto tempo dedicato alle indagini e poco al contorno, scelta secondo me vincente.

Ha i giusti toni, non è mai violento e c’è rispetto per i fatti accaduti, in tutto questo non perde di ritmo, crea curiosità, anche per chi sa quasi tutta la storia, lette e riletta sui giornali in questi anni. La recitazione ha un po’mdi alti e bassi durante il film, certe emozioni fanno fatica ad uscire dallo schermo e rimangono un po’ fredde e irreali.

Il ritmo è buono, anche se la parte finale del processo ha qualche difetto, un po’ troppo spenta e irrealistica, appiattendo un po’ il film sul finale, forse anche questa è sempre una forma di rispetto. Ottima la scelta del cast, tutti molto simili ai protagonisti reali del caso. L’Italia fa qualcosa che all’estero si usa molto, lo fa con i giusti toni, le giuste tempistiche e senza stravolgere troppo la realtà dei fatti.

4 risposte su “YARA: RECENSIONE FILM, GIUSTA DELICATEZZA ED ESPOSIZIONE DEI FATTI”

Non sono d’accordo.
Il processo si è concluso. Tutti gli appelli sono stati respinti.
Quindi se si vuole farne un film, tra l’altro, rispettoso. È giusto che venga fatto.

Il cinema è da sempre un arte che ci mostra anche piccoli attimi della vita reale.
Non ci sarebbero stati un sacco di film, senza storie vere di questo tipo.

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In realtà moltissimi di questi film usano nomi e cognomi dei protagonisti reali.
Devil’s knot
Pain e Gain
Il cacciatore di donne
Ted bundy
Più altri mille film… Non sempre si ispirano, delle volte cercano di riprodurre i fatti realmente accaduti.
Questo è il caso di questo film.
Prodotto dopo la fine del processo.
Dopo il “colpevole oltre ogni ragionevole dubbio” della magistratura.
Poi ok, si può parlare di complotti e tutto, ma il film non ha il dovere di occuparsene, traspone la storia per com’è andata.

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