Recensione nel tempo di un caffè

Anon è un film del 2018 scritto e diretto da Andrew Niccol, con protagonisti Clive Owen e Amanda Seyfried.
Una trama contorta il cui concetto però è abbastanza semplice, in un’era in cui ormai non esiste più il concetto di privacy una serial killer riesce ad uscire dal sistema e a non lasciare tracce di sé. Tutti possono sapere qualsiasi cosa su qualsiasi persona solo guardandola, gli uomini ormai sono dei computer possono salvare e passarsi video e ricordi con la propria mente. Per un detective è tutto semplice perché vede tutto di tutti e quindi subito fine delle indagini. Solo un hacker può cambiare le carte in tavola e una ragazza approfitta delle sue abilità per uccidere e nascondersi.
Un film tremendamente noioso ai limiti del sopportabile, totalmente spento e anonimo senza nessuno spunto con dialoghi banali e senza senso, niente ha un senso in questo film. Scene di sesso tanto per metterci qualcosa, personaggi vuoti e lenti in tutto ciò che fanno. Colonna sonora distaccata e fredda e una regia che si confonde pure lei. Nessuno che ci crede e ti aspetti da un momento all’altro che anche qualche attore inizi a sbadigliare.
Un concetto di base molto bello, tanto videoludico, ma che si perde in una trama davvero scritta male, troppo spenta e che non da nulla, un film davvero soporifero quasi da innervosire. Un fallimento sotto molti punti di vista. Un film che come spunto di partenza poteva essere un Blade Runner ma che invece è davvero un mattone difficile da comprendere e da apprezzare. Totalmente anonimo proprio come dice il titolo.
Lo consiglio a chi vuole farsi una bella dormita, ottimo per mister Bean in quel episodio in cui non riesce a prendere sonno, se vedeva questo film avrebbe risolto subito il suo problema.